Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: Scarlett Rose    17/09/2014    1 recensioni
L'amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull'orlo di un precipizio.
- Stendhal - 
Anna Dianto è una shinigami. Una donna. E non lavora negli uffici amministrativi come le sue colleghe, ma sul campo in veste di mietitrice sotto la supervisione del temuto William T. Spears. E della sua strana combriccola di colleghi.
Considerata un "caso anomalo", Anna dovrà farsi largo a forza in un mondo tutto regole e monotonia, mentre tenterà di gestire la sua nuova vita nel Dipartimento Londinese.
Tra spezzoni di vita e nuove amicizie, la giovane shinigami dovrà decidere per che cosa valga davvero la pena lottare.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Undertaker, William T. Spears
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A








“Credo che possiamo tornare, Dianto.”.

Anna alza gli occhi su Slingby ed annuisce in automatico, ma lo shinigami sta fissando un punto all'orizzonte, apparentemente ignaro degli occhi arrossati della collega, ancora china sul corpo del bambino davanti a loro.

Anna si schiarisce la gola, ricacciando indietro un groppo pesante da mandare giù. Non importa se sei nata per fare una cosa, né se quello è il destino che ti sei scelta.

Ci sono faccende a cui non ci si abitua mai. E la giovane non può fare a meno di chiedersi se non sia un bene, in fondo.

Ha un concetto troppo alto del suo lavoro per pensare che possa un giorno diventare semplice routine e sente la responsabilità del suo compito con uno zelo che pochi immaginano.

Ricorda che all'Accademia la prima cosa insegnata agli apprendisti è l'assoluto distacco da tenere in missione.

E di solito lei svolge il suo compito se non imperturbabilmente, almeno con dignità.

Ma quel giorno, davanti al corpicino di un bimbo travolto da una carrozza, non è riuscita a restare immobile. Sapeva tutto di lui, aveva letto attentamente il fascicolo corredato da una fotografia formato standard: James Wallop, età 3 anni, orfano, morte per emorragia interna in seguito ad un incidente con una carrozza.

Lo sapeva, ma quando l'ha visto accadere si è mossa senza pensare, chinandosi sul piccolo, rendendosi invisibile ai mortali per automatismo più che per vera presa di coscienza.

In punto di morte gli umani possono vederci, aveva rammentato scorgendo il lampo di stupore, l'ultimo guizzo di vita, animare quegli incredibili occhi blu; poi si era trovata a sostenere lo sguardo vitreo di due pupille vuote.

James non c'era più.

Stupidamente gli aveva posato due dita sul collo*, come se non sapesse che se lei e Slingby erano lì il destino di quel bambino era già stato deciso.

Quando i Cinematic Records l'avevano avvolta era rimasta a fissarli. Doveva muoversi prima che la volontà dell'anima che li agitava si rivoltasse contro gli shinigami presenti**, però Slingby l'aveva anticipata, si era avvicinato azionando la propria Scythe e aveva esaminato i fotogrammi attentamente e rapidamente.

Anna sapeva, per intuito, che non ci sarebbe stata una seconda occasione per il piccolo James.

I casi di Cinematic riposti nuovamente dentro il corpo per dare al mortale una seconda occasione avvenivano solo raramente ed in presenza di un destino che avrebbe potuto cambiare le sorti dell'umanità.

La shinigami è conscia che nessuno le crederebbe mai se lo dicesse ad alta voce, tuttavia il suo sesto senso non l'ha mai tradita e sente, fin nel profondo, che il percorso del bambino nel mondo terrestre termina su quella strada ghiacciata di Londra.

Eric interrompe il flusso dei suoi pensieri porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi e lei accetta, tenendo basso lo sguardo per darsi un tono.

Non vuole essere compatita per quell'attimo di debolezza, pensa stringendo i denti e le mani avvolte nei guanti di velluto nero bordati di pelliccia bianca, l'elegante mantella di panno scuro che si muove lieve nel frizzante venticello invernale.

Guarda di nascosto, o così crede, il corpicino per un'ultima volta e poi segue il collega che si è già incamminato.

Slingby è proprio un bel tipo, pensa pigramente, cercando un pensiero che l'aiuti a scacciare la malinconia. E non intende dal punto di vista prettamente fisico, perchè una certa avvenenza è comune nella loro razza.

No, quello che lei considera con stupore è la gentilezza che il collega le dimostra. Questa è la terza volta che scendono sulla Terra in missione e fin'ora può dire che è il suo collaboratore preferito, fra tutti quelli che ha testato nei precedenti Dispatch. Non è sussiegoso come Armand, della divisione parigina, né pettegolo come Ivan, del Dispatch estone. Per non parlare degli altri che aveva incontrato nei suoi trasferimenti, facilmente divisibili in due categorie: “Sei una femmina e quindi ci provo.” oppure “Sei una femmina e quindi accompagnami senza intralciarmi.”.

Sospira cercando di scacciare i ricordi.

Slingby si ferma voltandosi con un sorriso ammiccante, le mani sprofondate nelle tasche del cappotto doppiopetto grigio scuro, il fedora calato con noncuranza sui ricci biondi. È bello abitare in un luogo atemporale, dove passato e futuro coesistono, riflette Anna con una punta di divertimento che pian piano scaccia il gelo dentro il suo petto. Pur nella sua monocromia il mondo degli shinigami ha una certa varietà, dovuta all'incrociarsi di abbigliamenti di epoche diverse. Anche se la divisa d'ordinanza sarebbe teoricamente uguale per tutti.

Chissà come la pensa in proposito William, cioè... Spears, medita pigramente alzando finalmente gli occhi su Slingby. Forse ha trovato un codicillo che gli ha regalato la pace dei sensi.

O forse ha solo troppo da fare?

Sia come sia, si rimprovera irritata con sé stessa, sono solo ed unicamente affari suoi.

“Che ne dici di andare a bere qualcosa?”.

Anna lo fissa stranita “Ma non dovremmo rientrare in ufficio?”

“C'è una riunione dei capi, mi pare per stabilire i turni trimestrali.”

“Sì, lo so. E dunque?”

“Dunque, per la nostra sezione del Dispatch significa essere liberi un paio d'ore prima del previsto.”.

Anna inclina lievemente la testa, sorridendo “E dove mi porteresti?”. Slingby ricambia il sorriso con uno ancor più smagliante “So che il nostro caffè qui deve sembrarti spaventoso, ma conosco un posticino dove lo fanno arrivare direttamente dall'Italia e lo macinano al momento.”

“Non sapevo fossi un intenditore di caffè, Slingby!”

“E chi ha detto che lo sia ?” ammicca lui con la sua bella risata facendo sparire la sua Scythe “Hanno anche un'ottima riserva di liquori.”.

Finalmente Anna scoppia in una risata liberatoria, leggera e frizzante in quel tramonto invernale, e segue quasi a passo di danza Slingby lungo il marciapiede affollato di cappelli piumati, abiti bordati di pelliccia e risate vocianti.

Esita solamente un istante davanti alle vetrate di un piccolo caffè dall'elegante insegna in ottone battuto.

“Ci facciamo vedere con questo abbigliamento?” chiede indicando entrambi con un gesto aggraziato della mano. Se avesse saputo che si sarebbero mostrati in pubblico si sarebbe vestita secondo la moda di quell'epoca, lasciando nell'armadio la gonna plissettata al ginocchio e le scarpe con il mezzo tacco.

Nel guardaroba del Dispatch ci sono capi adattabili a seconda delle epoche in cui si viene mandati e non è raro essere costretti a farci un salto. A lei ancora non è capitato, ma ha assistito ad uno scontro tra Grell Sutcliff ed Ermentrude Smith, l'anziana shinigami dallo sguardo d'acciaio che gestiva il guardaroba. Voci di corridoio la dipingono come colei che, secoli addietro, aveva risposto picche al padre***, troppo occupata con le sue raccolte per dedicarsi ad altro.

Anna stava passando di tutta fretta da quelle parti cercando l'ufficio di un collega a cui consegnare un fascicolo quando gli strilli di Sutcliff l'avevano raggiunta.

“Ma questo abito deve restare con me! Siamo fatti l'uno per l'altra! Non puoi togliermi questo tesoro, Trudie!”

“Il mio nome è Ermentrude, Sutcliff. Per te, signora Smith. Ed ora lascia l'abito. Conosci le regole, ragazzino: se vuoi tenerti uno dei capi del Guardaroba che dirigo devi corrispondere la somma equivalente all'ufficio contabilità e poi tornare qui con la ricevuta o portarmene un altro di pari valore in sua sostituzione.”.

Anna non aveva resistito e si era affacciata incuriosita: l'appariscente shinigami rosso stringeva al petto con fare a dir poco plateale una meravigliosa creazione di pizzo scarlatto e tulle di una tonalità cremisi più chiara, incrostato di perline. Era un tripudio di balze e luccichii ed Anna aveva dovuto ammettere che, lungi dall'essere pacchiano, era sontuoso e bellissimo.

“Ma Trudie... signora Smith carissima,” aveva rettificato rapidamente Grell in risposta ad uno sguardo terrificante speditogli dalla donna “io non ce li ho i soldi per permettermi un abito così meraviglioso, sai che ora lavoro a stipendio ridotto! Suvvia... almeno uno sconticino! Da lady a lady!”.

Anna se n'era andata ridacchiando e scuotendo la testa prima della conclusione di quello scontro di volontà. Non può dire esattamente che Sutcliff le stia caldamente simpatico, ma almeno anima il Dispatch.

Eric le agita una mano davanti al volto e la shinigami si scuote “Scusa, mi sono distratta. Dicevi?”.

Il collega la guarda incuriosito, ma senza smettere di sorridere “Qui bazzicano molti artisti, un abbigliamento leggermente estroso non dovrebbe allarmarli eccessivamente. Ma se preferisci, puoi tenere indosso la tua mantella!”.

Il posto è davvero grazioso, intimo ed accogliente. Una cameriera sorridente li accompagna ad un tavolino d'angolo, consegnando due menù elegantemente rivestiti in pelle con le lettere dorate stampate in complicati caratteri svolazzanti.

Anna guarda le pareti sui toni delicati del rosa e del crema, le tazzine raffinate bordate d'oro e poi appunta il suo sguardo sul compagno “Posso farti una domanda, Slingby?”

“Ad una condizione.”.

Lei lo fissa in attesa, un lieve sorriso sulle labbra e lui le fa un gran sorriso “Basta con questo “Slingby”. Chiamami Eric e dammi il permesso di chiamarti Anna, non amo molto le formalità.”

Anna ridacchia “D'accordo, d'accordo. Basta con i cognomi e ordiniamo questo caffè.”.

È il caffè migliore che abbia bevuto nelle terre di Sua Maestà, ammette la shinigami sorseggiando il liquido scuro nella tazzina di porcellana bianca con fiorellini rosa pallido.

Eric la guarda da sopra il bordo del bicchiere di cristallo in cui il suo cognac invecchiato risplende ambrato e rossiccio “Allora, prima avevi detto che volevi farmi una domanda.”

“Mh?Ah, sì! Dunque, perdona la franchezza ma tu non mi sembri un tipo che frequenta questo genere di locali. Come l'hai scoperto?”.

Lui beve un sorso e ammicca “Alan. Adora il tè Earl Grey che fanno qui.”.

Non aggiunge alcun cognome, ma d'altro canto non c'è n'è bisogno. Tutti conoscono il silenzioso ed apparentemente timido collega di Eric, Alan Humphrey.

Secondo le solite male lingue tra i due ci sarebbe ben più di una semplice amicizia, ma Anna bada a quello che vede non ai bisbigli e avendoli osservati – caso vuole, che i loro uffici non siano distanti e condividano la stessa saletta per le pause – ha dedotto che è vero che non si tratta di un'amicizia.

È affetto, ma un affetto fraterno, permeato da una sorta di persistente aria di tenera preoccupazione. Che Humphrey sia un po' strano è ovvio e che nasconda un qualche segreto anche di più, ma le due chiacchiere scarse che hanno cambiato le hanno lasciato un'impressione positiva. E può affermare senza dubbio che la fama di casanova di Eric non sia una semplice copertura.

“Siete davvero molto amici, voi due, se è riuscito a farti apprezzare tutto questo.” sorride afferrando un dolcetto dall'alzata d'argento. Squisito, decreta fra sé e sé assaporando il miscuglio delicato di zabaione e lamponi.

“E dei tuoi amici, che mi dici? Quando verranno a trovarti dovrai presentarceli.”.

Anna annuisce pensierosa “Bè, Livia... è una delle mie più care amiche, lavora al Dispatch di Roma, perciò sai... è complicato organizzarsi con i turni. E poi naturalmente c'è Carlotta. Lei ha scelto di occuparsi di insegnamento e lavora all'Accademia del nostro Paese.”

“Davvero? Insegnante di pratica o teoria?”

“Teoria. Si occupa di ideare i test d'ingresso per i candidati. Ma non farti ingannare... è un po' l'equivalente del vostro Sutcliff. Solo meno...” schizzata e poltrona, pensa “... meno sopra le righe, ecco.” esclama finendo il caffè.

Eric si lascia sfuggire una risata, ma poi si fa serio “Ti trovi bene al Dispatch? Questo di Londra, intendo.”.

Anna ferma la mano a mezz'aria prima di afferrare un altro pasticcino. La posa sulla tovaglia ricamata e lo fissa dritto negli occhi “Perchè questa domanda?”

“Hai detto “il vostro” Sutcliff. Non è proprio una frase di una che si sente... a casa.”.

La shinigami resiste alla tentazione di abbassare lo sguardo sul tavolo e fissa le iridi giallo – verdi “Diciamo che mi trovo meglio qui che da altre parti.”

“Ma?”

“Non c'è un vero e proprio “ma”. Slin... scusa, Eric, diciamocelo chiaro: ho scelto un mestiere difficile in un ambiente poco avvezzo ai cambiamenti. Tutto qua.”.

Eric la osserva, ruotando distrattamente il suo bicchiere e Anna capisce che si sta aspettando che lei prosegua. Va tutto bene, vorrebbe dirgli, invece con suo grande stupore sente la sua voce esclamare “Non voglio dire che sia facile o... o divertente essere tagliata fuori dai rapporti sociali. Solo che sono già grata di avere un supervisore come Wi... come Spears a cui interessa solo se sono brava a lavorare o no, non se porto la gonna o i pantaloni.”.

Ok, fermati ora, le dice una vocetta concitata nel cervello, ma Anna non si sfoga con qualcuno da troppo tempo e non riesce più a stare zitta “Ne ho passate di cotte e di crude prima di approdare a Londra e quello che voglio è solo restare un po' tranquilla. Mi piace il lavoro, mi piace l'ambiente. Non posso chiedere altro, al momento. Anche se le colleghe del reparto amministrativo mi guardano strano e i colleghi quasi non mi calcolano non ho intenzione di piagnucolare. Però sì, in certi momenti casa mia mi manca. E mi mancano mia madre e Livia e Carlotta. Ma questo è la vita che mi sono scelta. Voltarsi indietro non ha senso.”.

Rimangono in silenzio per qualche minuto, prima che Eric inizi a parlare di qualcosa, di qualcos'altro di leggero e divertente. E Anna gli risponde e ridono assieme.

Non appena rientrano nel loro mondo, si salutano con una calorosa stretta di mano “Grazie di tutto!” esclama Anna, leggera e felice come non le capitava da tempo. Lo shinigami sorride e fa un occhiolino “Il piacere è stato tutto mio. Ci vediamo domani al lavoro.”

“Contaci.”.

Anna si dirige verso casa sua senza voltarsi indietro, con un sorriso che le danza sulle labbra.

Se girasse il capo vedrebbe Eric imboccare la via che conduce al Dispatch e non alla sua villetta e se , incuriosita, lo seguisse lo vederebbe entrare negli uffici semi deserti, salutare distrattamente un paio di colleghi e poi camminare deciso con le mani sprofondate nelle tasche del cappotto verso una porta in fondo al corridoio principale.

Una porta color grigio argento, su cui capeggia una targa di ottone dorato con su stampato in caratteri sobri “Sig. Spears T. William, Supervisore sezione Londra”.

Eric bussa e una voce decisa lo invita ad entrare.

Seduto nel suo ufficio perfettamente in ordine, dietro la scrivania di legno scuro William invita con un cenno deciso il collega ad accomodarsi. Lo shinigami si toglie il fedora e inizia a fare rapporto su quella giornata.

È la terza volta che gli succede, cioè da quando è sceso la prima volta sulla Terra con Anna e William, poco prima che partissero, gli ha ordinato di tornare lì una volta finita la missione e fare rapporto. Da solo e senza dirlo a lei.

Anche quella volta, come le due precedenti, il supervisore si limita ad ascoltare in silenzio, poi annuisce e lo congeda. Ma stavolta Eric indugia “Permetti una domanda, Spears?”.

William, già chino sulle sue carte, rialza la testa “Hai bisogno di nuovo che sposti il tuo turno?”.

Ecco un'altra cosa sorprendente di Spears, pensa Eric. Non solo conosce e mantiene il segreto sullo stato di salute di Alan, ma gli ha concesso svariati permessi per accompagnare l'amico alle visite di routine sebbene fra loro non esista alcun legame che possa giustificarlo.

Chi se lo aspettava, dall'inflessibile supervisore?

“Nessun permesso, grazie comunque. No, volevo domandarti perchè tanto interesse per Anna?”

“Intendi la signorina Dianto?” replica lui glaciale, apparentemente dimentico di come lui stesso la chiami per nome di tanto in tanto “Chiedo sempre rapporti regolari sui nuovi arrivati ai colleghi più anziani con cui collaborano, lo sai. C'è altro?”

“Eccome.” vorrebbe tanto, ma tanto rispondere Eric sghignazzando. Perchè il gelido Spears non ha mai mostrato tanto interesse per qualcuno. Non al punto da accigliarsi se i colleghi si chiamano per nome o per chiedere colloqui privati.

Qui gatta ci cova, pensa Eric uscendo dall'ufficio e sforzandosi di non ridacchiare. Non gli va proprio di beccarsi una settimana di straordinari non pagati.

 

 

 

 

 

 

*Anna sta cercando di sentire il polso carotideo, ovvero ciò che segnala se c'è ancora vita.

** Per chi non avesse visto “Cronache di William lo Shinigami”, viene mostrato come i Records tendano a non voler essere raccolti, in un ultimo guizzo vitale.

***Sempre per chi non l'avesse visto, Lawrence Anderson viene chiamato dagli altri shinigami “padre”. È colui che fabbrica gli occhiali per tutti loro.

 

 


Panchina dell'autrice: chiedo scusa per il ritardo, ma gli impegni mi sono arrivati addosso senza sosta. Per farmi perdonare, capitolo un po' più lungo del solito.
Il fiore scelto, la Gardenia nome scientifico Gardenia Brighamii, indica sia la solidarietà femminile (sigh, scusa Eric, non me le volere, è stato un caso T_T ! ), che la gentilezza, ma soprattutto l'amicizia nascente. Attendo le vostre impressioni, alla prossima!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: Scarlett Rose