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Autore: Achille88    02/10/2008    1 recensioni
Sul pianeta El il mancato matrimonio fra la regina Elle e Ataru Moroboshi, sventato all'ultimo istante grazie all'intervento di Lamù e dei suoi amici, ha destato non poco scalpore e all'interno del suo palazzo, la bella sovrana medita vendetta tormentata dalla gelosia e da un dubbio: la bella aliena dal bikini tigrato aveva fatto tutto ciò per ridicolizzarla agli occhi del suo popolo o unicamente per amore di Ataru?
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Elle, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DEL GRANDE NERO

"Vi vedo turbata, mia regina", osservò Babara mentre camminava in compagnia di Elle nei giardini reali come ogni sera. "Che cosa avete?".

"Sono passate già tre settimane!", commentò contrariata la regina del pianeta El. "Perchè vostro fratello ci sta mettendo così tanto?".

"Mahiru è il miglior alchimista del nostro pianeta ed è al servizio di vostra maestà dal giorno della vostra nascita", rispose l'anziana donna prendendo le difese del fratello. "Potete fidarvi ciecamente di lui!".

Tuttavia la regina non fece caso alle parole della sua vecchia nutrice e continuò a camminare al suo fianco finché le due donne non si fermarono nei pressi di un ponte che attraversava un piccolo laghetto situato al centro dei giardini; Elle osservava pensierosa i fiori di loto che danzavano sul pelo dell'acqua trascinati dalla corrente ed anche Babara restava in silenzio come per timore di turbare l'atmosfera che si era creata.

"Posso farvi una domanda... personale?", chiese finalmente la vecchia nutrice.

"Certo", si limitò a dire Elle continuando ad osservare la superficie dell'acqua.

"Siete ancora innamorata di quel terrestre?", domandò Babara timorosa della possibile reazione violenta della regina.

Ma ciò non avvenne e con grande calma, Elle rispose: "Non più".

"E allora per quale motivo avete affidato quel compito a mio fratello?", la incalzò Babara.

"Voglio scoprire se Lamù ama davvero Ataru", rispose Elle ricordando ancora con rabbia gli avvenimenti del precedente anno.

Proprio nel mezzo della discussione, una delle servitrici della regina le si avvicinò e disse cortesemente: "Maestà, il nobile Mahiru chiede di essere ricevuto".

"Era ora!", commentò la bella sovrana mentre si avviava a grandi falcate verso la sala del trono.

 

"Sarebbe questa la pozione?", domandò perplessa Elle osservando la boccetta nelle mani dell'alchimista.

"Sì, mia signora!", rispose Mahiru mostrando alla sovrana la fiala.

"L'ho chiamata la Cicuta dell'Ade e l'ho ricavata da una pianta che cresce solamente sul pianeta Plutone", continuò Mahiru.

"Quali sono i suoi effetti?", domandò la sovrana.

"Un solo sorso di questo veleno provoca la morte istantanea", rispose l'uomo.

"Non era questo ciò che volevo!", tuonò furibonda Elle lasciando allibito il povero alchimista.

"Lasciatemi spiegare, per favore", supplicò il fratello di Babara. "Questo veleno è mortale solamente se ingerito allo stato puro; se invece viene diluito con l'acqua, colui che lo ha assunto verserà in uno stato di coma profondo, ma non sarà in pericolo di vita".

"Ne sei sicuro?", domandò perplessa Elle.

"Sicurissimo!", rispose prontamente Mahiru. "Ho condotto esperimenti su numerose cavie per testarne gli effetti; è per questo che ci ho impiegato ben tre settimane prima di presentarvelo".

"Dammi la boccetta!", ordinò improvvisamente la sovrana.

Mahiru obbedì e consegnò la fiala direttamente nelle mani di Elle.

"Esiste per caso un antidoto?", chiese infine la bella regina del pianeta El dopo aver tenuto in mano la boccetta per diversi minuti.

A quel punto, Mahiru estrasse uno strano fiore dai petali bianchi e disse: "Questo è chiamato Fiore di Apollo e dai suoi petali è possibile ricavarne un nettare in grado di neutralizzare gli effetti di qualsiasi veleno".

"Non ho mai sentito parlare di questo fiore", disse Elle.

"Infatti solo io sono a conoscenza della sua esistenza", rispose l'uomo. "Dovete sapere che molti anni fa decisi di raccogliere informazioni sulle piante medicinali presenti nell'universo per scriverne un trattato e durante il mio viaggio, venni inghiottito dal Grande Nero".

Non appena Mahiru pronunciò le ultime parole, Elle avvertì un brivido lungo la schiena: il Grande Nero era il nome con cui veniva chiamato il grande buco nero situato nel Braccio di Orione la cui attrazione gravitazionale era talmente elevata da risucchiare una flotta spaziale di enormi dimensioni ed era perciò evitato da tutte le rotte intergalattiche.

"La mia astronave atterrò su un luogo della Terra chiamato Ellade dagli abitanti del luogo, e più precisamente, ai piedi di un monte chiamato Olimpo", proseguì Mahiru raccontando ciò che alle orecchie di Elle stava assumendo i contorni di una leggenda. "Lì incontrai un uomo di nome Asclepio e dal momento che anch'egli era interessato alle erbe medicinali, mi regalò una manciata di questi fiori prodigiosi".

"E poi che cosa successe?", domandò Elle sempre più incuriosita.

"Fortunatamente i danni erano lievi e dopo aver riparato la mia navicella, riuscii a ripartire e a tornare sul nostro pianeta dopo aver attraversato nuovamente il Grande Nero".

"Esiste ancora questo fiore?", chiese nuovamente la sovrana.

"Non più!", rispose Mahiru. "Qualche anno più tardi, feci nuovamente rotta verso la Terra evitando però la zona del Grande Nero, ma una volta atterrato scoprii che il fiore si era ormai estinto".

"Perciò questo è l'ultimo esemplare tuttora esistente, non è così?", chiese nuovamente la regina.

"Esatto, mia signora!", rispose Mahiru.

"Molto bene", commentò soddisfatta Elle. "Hai fatto un lavoro eccellente. Ora puoi andare!".

Mahiru ringraziò la regina e non appena se ne fu andato, Elle ordinò ad una delle sue guardie di convocare Rose. Dopo circa un'ora il capo della Rosa Nera si presentò davanti alla regina.

"Mi avete chiamata, mia regina?", domandò Rose con il capo chinato.

"Sì!", affermò Elle. "Ho un incarico da affidarti".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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