Storiella senza pretese che mi e’ venuta fuori così,
dedicata a tutti i cleptomani che a scuola mi rubano le biro e le gomme. (Alla
fine dell’anno nell’astuccio ho solo un tappo masticato).
…Cleptomania…
Io
lo guardo, lui mi guarda, dal suo coperchio si rifflette
una così bella luce. La linguetta brilla anch’essa e la carta
e’ intera, non come molte di quelle che ho visto prima, nessun marmocchio
l’ha stracciata, non e’ bagnata e le lettere dell’etichetta
si leggono tutte, i colori sono brillanti, e io me li immagino proprio
così verdi quei piselli.
Non
capisco come la maggior parte delle persone non si renda conto di quanta
lussuria ci sia in una confezione di cibo in scatola, nei pettini di plastica,
negli spazzolini da denti,nelle cannucce e riesca a fare
a meno di prenderli.
Il
supermercato e’ il mio paradiso. Mia madre dice che non e’ normale
la mia passione sviscerata per le cose, e che devo smettere di rubare il
telecomando e i soprammobili.
Li metto in un cantuccio della mia stanza,
un cassetto nascosto, sotto il letto.
Cerco
di pensare a mia madre, però quella confezione di piselli in scatola
e’ così bella e lucente…
Non
ce la faccio, apro l’impermeabile beige e l’infilo sotto, mi strino
il mio tesoro al petto e guadano l’uscita. O meglio, sto per guadagnare
l’uscita, il custode mi guarda e alza una mano che mi costringe a
fermarmi.
“Esco
senza spesa” dico, forse la mia confessione mi si legge in faccia,
oppure…
“Apri
la giacca Oz” mi fa lui divertito, ha un
cappello bellissimo, invidio molto le forze dell’ordine con quei loro
così bei cappelli blu.
Inutile
dire ce dieci minuti dopo mi trovo seduto davanti a un tavolo di legno
squallido , in una saletta squallida, senza nulla fuor
che me e una donna grinza incipriata con chili di mascara sulle ciglia, tanto
da sembrare grottesca con quei suoi occhiali con li strass, e la sua magrezza
impressionante.
“Allora Oz! Credi ancora di poter venire qui
a prendere quello che vuoi? E’ la sesta volta questo mese! Ti rendi conto?” strilla sbattendo la scatola di piselli sul tavolo,
mi fa sobbalzare mentre mi urla in faccia, ha infilati nelle dita anoressiche
degli anelli enormi, sembra che quei grissini che ha al posto delle dita si
debbano rompere sotto il peso di quei macigni.
Lei
allontana il volto dal mio. E poi sospira, come fa mia madre, una ragazza coi
capelli rossi e fluenti entra nella stanza , mi da
un’occhiata fuggevole, e io probabilmente rimango lì a guardarla a
bocca aperta, mentre lei chiede qualcosa sottovoce alla caporeparto, le
sorrido, che posso fare e’ un angelo con quel vestito verde. Non l’ho
mai vista qui, deve essere stata assunta da poco.
La
capa mi lancia un’occhiata di fuoco, poi
sospira e fa ,con fare di rimprovero nei miei confronti
“Bysshe? Ti presento Oz il cleptomane del nostro supermercato, se lo vedi uscire
a mani vuote non vuol dire che non ha preso nulla, ma che e’ stato bravo
a nascondere la refurtiva!” esclama con un cipiglio rabbioso, ma lei mi
sorride, le sorridono ance gli occhi, quei meravigliosi occhi color nocciola.
L’ho fatta
ridere, però…
Bysshe…
Bysshe… Bysshe…
Bysshe… Bysshe…
Bysshe… Bysshe…
Bysshe…
La
capa si gira di nuovo verso di me, dopo che
l’angelo e’ uscito.
“Allora
Oz…meglio essere chiari subito!
La prossima volta che ti beccherò con qualche cosa sotto quel cavolo di
impermeabile sarai bannato per sempre da questo supermercato,
metterò delle guardie alle entrate con una tua foto e l’ordine di
non farti entrare!! Ci siamo capiti?” annuisco mesto. Non mi
va di litigare con la capa, anche perché credo
di non avere scuse plausibili.
Sono
di nuovo fuori, fa freddo , e’ quasi natale, tra
un po’ allestiranno gli alberi di natale ai bordi delle strade, mi
piacciono le decorazioni natalizie, e tutti gli anni non posso fare a meno di
portarmeli a casa, ma mia madre li butta dicendo che devo smetterla di rubarli
e che non c’e’ posto in cantina per tutte quelle cianfrusaglie. Poi
penso a Bysshe…e a quanto e’ bella.
“Ehi Oz! La capa ti a beccato di nuovo?” mi chiede una voce alle mie
spalle. E’ una voce celestiale, di una donna celestiale.
Mi
volto e c’e’ lei. “Bysse”
e’ l’unica cosa ce mi viene da dire,
insomma, mi ha colto di sorpresa.
“Che
ci fai qui?”chiedo, mentre lei spavalda si accende una sigaretta e si
avvicina a me, io intanto arretro un po’. E’ bellissima e’
fantastica, e’ tutto ciò che voglio dalla vita. Ma ha anche un
aspetto estremamente pericoloso.
“Ho cominciato
ieri,mia madre ha beccato la capa che tradiva il marito
con Willy Scott, quello che abita tre isolati dopo casa tua, e le ha detto che
se mi avesse preso a lavorare qui, forse se lo sarebbe scordato e che suo marito
non lo avrebbe mai saputo.” Spiegò con semplicità.
Rabbrividisco
all’idea della capa ,con
quella sua pelle grinza a letto con quel vecchio perdigiorno alcolista di Scott.
“Insomma,
tua madve
la vicatta?”
chiedo, odiando nello stesso momento la mia stupidissima erre moscia.
Lei
alza le spalle e mi lancia uno sguardo malizioso, estremamente bella ed estremamente pericolosa.
Diventerà
come sua madre. Già lo so.
“Vovvei vubavti” dico io e a malapena mi rendo conto delle parole ce sono uscite dalla mia bocca. Lei mi guarda fisso per un attimo,
stupita, con quella sua bocca rossa. E mi bacia.
Credo
ce non ci sia nulla di meglio di un bacio di Bysshe,
bella, pericolosa, sprezzante, e con un profumo incredibile, di calla, inusuale, ma meravigliosa, vestita di verde bottiglia come
un elfo. Meravigliosa, come nessuno mai e’ stato.
Si
stacca e mi guarda negli occhi, poi alza la braccia in
modo che possa vedere cosa tiene in mano.
Snocciola
veloce le presentazioni degli oggetti: “Allora ,
questo e’ il mio braccialetto, questo e’ il soprammobile a forma di
pastorello che mia madre tiene sopra la credenza, ecco perché era da un
po’ che non lo vedevo…e questo e’ il cappello del guardiano!
Oddio come cavolo ai fatto a prenderglielo?” mi guarda
con ammirazione, io abbasso lo sguardo. Sono inequivocabilmente colpevole. E lei e’ inequivocabilmente brava
a frugarmi nelle tasche.
Poi
mi sorride, mettendosi il cappello del guardiano sulla testa e passandomi il braccio
attorno alla schiena.
“Andiamo
a casa Oz…ah, quasi dimenticavo,
tua madre a trovato il tuo nascondiglio segreto sotto il letto.”
Io
non dico niente, non sono uno che parla molto. Non mi piace far sentire la mia
erre. Però a volte faccio uno strappo alla regola.
“Io
ti vorrei sempre accanto a me” dico.
Lei
mi guarda divertita poi fa sardonica “Non pensarci neanche per sogno, io
non sarò mai oggetto della tua cleptomania.”
E
invece sì. La prendo in braccio e la stringo forte per portarla a casa
così, a sacco di patate. Bysshe, solo mia. E Bysshe ride, perché sa che anche lei in fondo
e’ una cleptomane..
Spero ce vi sia piaciuta, baci ♥♥ Aki_Penn