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Autore: my shining world 7    18/09/2014    2 recensioni
Quanto può segnarti un avvenimento? Quanto puoi cambiare per qualcosa che neanche ricordi? Quante scelte difficili sarai costretto ad affrontare? Riuscirai a sconfiggere la tua paura?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“I die everytime I let my heart surrender.”
-Cynical
Kery pov
Guardai il tizio incappucciato e poi assumendo uno dei miei sguardi più confusi e pieni di domande, fissai Marco. Chi era quel tipo? Che significava la frase? Cosa sapeva Marco? Cosa mi stava nascondendo?
Marco deglutì rumorosamente e mi guardò senza alcuna espressione. Non mi piaceva quando faceva così.
Avevo la bocca aperta, gli occhi sbarrati e mille domande da urlare. Richiusi la bocca e spostai lo sguardo da Marco al tizio una quindicina di volte: nessuno dei due voleva parlare, così presi un profondo respiro e parlai per prima “Che significa?” chiesi con estrema calma, i due si guardarono con intesa, poi parlarono “Vi siete conosciuti da piccolissimi” disse Marco “e non ci vediamo dall’età di sette anni circa” proseguì il l’incappucciato. Li osservai. Del tizio non sapevo se fidarmi, così guardai Marco, riconobbi nei suoi occhi una scintilla, quella scintilla che aveva solo quando non riusciva a mentire.
Forse avevo costruito troppi castelli campati in aria. Sorrisi e Marco fece lo stesso, poi guardò il tizio, che si voltò verso di me, chinò leggermente la testa di lato e allungò il braccio verso di me “sono Denis, piacere di rivederti Karel e...” strofinò un pezzo di cappuccio “ Scusami se non lo tolgo” disse con un tono dispiaciuto(?). gli sorrisi un po’ a disagio per la situazione: ci conoscevamo, lui si ricordava di me, io non avevo la più pallida idea di chi fosse e per di più non vedere il suo viso non mi aiutava di certo.
“Beh che ne dici di prendere un po’ di dolciumi?” propose d’un tratto Denis, Marco si voltò di scatto a guardarlo, non riuscii a intravedere come l’avesse guardato –forse avevano pensato la stessa cosa- io annui felicissima “Ovvio” gracchiai “Okey” disse Marco “torniamo tra poco” concluse il Tizio. Mi guardarono un’ultima volta e poi uscirono dalla camera.
Mi stesi a pancia all’aria sul letto e fissai il soffitto. Sentii la porta d’ingresso aprirsi e chiudersi: erano finalmente sola.
Fui immediatamente immersa dai pensieri. Dovevo ancora capire cosa cavolo mi era preso quel giorno. Dovevo ancora capire cosa non andasse. Mi sentii stupida ed impotente. Chiusi gli occhi e mi arresi al combattere la stanchezza.
Marco Pov
Denis le aveva allungato la mano, ma Kery non ci aveva fatto molto caso e dopo aver riassunto un’espressione non pensierosa gli sorrise. D’un tratto Denis ruppe il silenzio “Beh che ne dici di prendere un po’ di dolciumi?” propose facendomi girare di scatto verso di lui, guardandolo male, avevo già capito che voleva lui “Ovvio” sentii la voce entusiasta di Kery allora rivolsi un’ultima occhiata a Denis “Okey” dissi “torniamo tra poco” aggiunse Denis guardandola. le rivolsi un’ultima occhiata e uscii dalla casa con Denis.
“Allora?” interruppi il silenzio una volta lontani da casa di Kery, lui mi guardò e sospirò “ Mi sembra assurdo, io... non credo che sia una buona cosa.” Disse con un tono talmente basso che mi fece venire brividi “Ma prima o poi lo scoprirà” gli dissi guardando la strada. Lui strinse il volante e non rispose.
Arrivammo al negozio ‘Sweet dream’. Denis parcheggiò e insieme entrammo nel negozio e fu come ritornare bambini. Quel negozio non era cambiato di una virgola, era sempre ampio, pieno di oggetti coloratissimi e vorticosi, con quell’aura di paradiso, che ti fa perdere la cognizione del tempo. Girai su me stesso ammirando ogni cosa, camminai per tutto il negozio sentendomi felicissimo.
Osservai Denis che aveva uno sguardo assente, in cui si intravedeva una tremenda nostalgia, avrei voluto poterlo consolare, ma non riuscivo a consolare nemmeno me stesso. Guardai i vari scaffali, raggiunsi il mio amico e gli diedi una lieve gomitata e lui si risvegliò “Beh? Vuoi rimanere qui in eterno?” gli chiesi sorridendo, lui scosse la testa e insieme ci avviammo verso il nostro settore preferito.

 
-Quel posto che aveva reso la mia vita un paradiso, quel posto e quegli affetti che rendevano la vita un dolce sogno-
 
“Nonna, Nonna! Chi sono i due vagazzi nella foto? Guavda” disse una bambina indicando una foto appesa a pochi passi da noi, la madre della bambina osservò la foto e sorrise “Umh dovrebbero essere vecchi cliente della signora Middy” disse la signora guardandomi con la coda dell’occhio, poi si chinò ad accarezzare la testa della bambina, la bambina si scostò facendo una smorfia “E ..e la vagazza chi è? Nonna! Pevchè hanno fatto una foto alla vagazza che gia stava fotogvafando quei due? Guavda come i due vagazzi la guavdano, la guavdano come se stessevo guavdano la cavamella più gvande e deliziosa del mondo!” strillò confusa e la signora, sua nonna a quanto pare, si mise a ridere “La foto serve per convincere le persone che qui dentro i dolci sono fin troppo buoni!” spiegò sorridente alla bambina “Ora piccola prendi velocemente quel che vuoi che la mamma ci aspetta!” concluse prendendo per mano la bambina. La bambina prese solo una leccalecca a forma di nuvola e prima di uscire dal negozio la nonna ci guardò per qualche secondo accennando un sorriso. “Zia May” sussurrò Denis, mi voltai a guardarlo “C-come?” balbettai  e lui sorrise “Quella era zia May, il suo sorriso è impossibile da dimenticare” disse sereno “Zia May...zia May... Cavolo quanto tempo! Ma ...è già nonna!?” dissi sorpreso e Denis rise “L’ultima volta che la sentii era incinta di Margaret... e vedo che la figlia è peggio di lei” risi anch’io. Mi chiesi se abitasse ancora alla casa sul lago e fremetti dall’entusiasmo di andarla a trovare. Pensai a Kery e m’incupii. Sentii Denis spostarsi e poi trascinarmi fuori dal negozio.
“E’ strabiliante che le sue preferite siano rimaste sempre allo stesso posto...” parlò sorridente entrando in macchina –Preferite, stesso posto-. Il viso mi s’illuminò. Avevo avuto un’idea geniale e sorrisi a trentadue denti.

Denis  Pov
Il viso di Marco s’illuminò. Ripensai alle mie parole e capii subito qual’era la sua idea geniale. Accesi il motore della macchina ingranai la marcia e sfrecciammo verso casa di Marco. Una volta arrivati, parcheggiai e ci entrammo insieme in casa Polo.
L’ultimo periodo avevo visitato posti che non vedevo da anni e rivisto persone che mi erano mancate fin troppo. Elizabeth, madre di Marco ci accolse con uno dei suoi più dolci sorrisi, mi aveva già visto una settimana prima, ma mi abbracciò come se non mi vedesse da un’eternità, Marco le impose di non strozzarmi e lei brontolò di essere troppo felice di vedermi, facendomi sorridere. Una volta che Marco era riuscito a liberarmi dall’abbraccio della madre, ce ne andammo in camera sua.
Rovistammo nelle scatole dei ricordi e fu sorprendente tutto quello che trovammo. Ricordi fin troppo meravigliosi. Ricordi di un legame fortissimo, di morbidi sorrisi e dolciose risate. Marco telefonò al nipote della proprietaria di Sweat Dream e si accordarono per attuare il piano che, pareva tutt’altro che fattibile, ma non si sa mai, voi non avreste fatto di tutto per far ricordare alla persona a cui tenete tantissimo un periodo bellissimo passato assieme? L’osservai sorridere come un ebete e gli chiesi qual’era il piano, lui me lo spiegò nei minimi dettagli.
Prendemmo alcune scatole dei ricordi e le caricammo in macchina, salutammo Elizabeth e tornammo da Kery.
Arrivammo davanti casa di Karel e vidi Marco tastare il muro intorno al campanello, lo fissai perplesso, guardai per un po’ il cielo quando “Eccola!” esclamò lui con una chiave luccicante tra le dita. Per chi non l’avesse capito, quella chiava Marco l’ha estratta dal muro, solo lui sa come trovarla e come nasconderla. Entrammo in casa, io mi sedei sul divano invece Marco andò a portare i dolciumi a Kery.
Passarono dieci minuti circa quando sentii  un urlo “DOVE LE HAI TROVATE?”
Già quella ragazza impazzisce per cose strane... l’ho sempre detto io. Così com’è fatta lei sarebbe capace di ringraziare Marco in maniera particolare.
“STAI SCHERZANDO?”
Silenzio
“NOOO”
Silenzio
“CERTO CHE SI”
Tonfi per le scale e... Karel arrivò in salotto correndo e saltellando “Che aspetti tu? ANDIAMO!” strillò, io la guardai perplesso, poi arrivò anche Marco “Ma seriamente?” gli chiesi e lui scrollò le spalle.
Ritornammo da Sweat Dream. Dove vi trovammo Adrian, il nipote della proprietaria, che s’illuminò appena vide Karel e lei presa dall’entusiasmo gli andò a sbattere contro “ADRIAN? Tu qui?” chiese sorpresa, lui annuì sorridente “Beh ogni tanto è bello far visita alla nonna e ritornare un po’ bambini” Kery lo guardò stranita, poi guardò la proprietaria  “NNOOO” Si portò le mani sulle guance “LEI E’ LA SIGNORA MIDDY!” l’anziana signora la scrutò da capo a piedi “Sho benisshimo che shono Middy shiovanotta” poi si mise gli occhiali “Oh per l’amor del cielo! Karell Ashley Jashon! Shei davvero tuu?” Kery annuì insistentemente “Beh è una buona cosa che si ricordi almeno di questo posto” mi disse Marco mentre quelle due iniziavano a parlare così tanto quanto il tempo in cui non si erano viste, io sorrisi “dici che.. cioè pensi che si riconoscerà nelle foto?”balbettai e lui scrollò le spalle “ Può darsi di si come può darsi di no, sai quant’è instabile quella...” disse con una smorfia facendomi ridere, Adrian si avvicinò a noi due “Ma hanno parlato sempre così tanto?” chiese con gli occhi spalancati indicando con la testa le due donne, io e Marco ci guardammo e annuimmo sorridendo e lui ci guardò esterrefatto “Un uomo di città non può capire” gli dissi con sguardo di superiorità inglese e Adrian finse uno sguardo da cucciolo triste e scoppiammo tutti e tre a ridere, richiamando involontariamente l’attenzione delle donne “Che avete da ridere” chiese Karel raggiungendoci, Adrian mi afferrò le spalle “Il shiovanotto dice che sono solo un’inferiore uomo di città” disse ridacchiano, lei ci scrutò e inarcò un sopracciglio “Quindi ti piace stare di sopra... mpff tipico dei maschi” disse facendo intendere il senso della frase mettendosi a ridere e contagiandoci.
Parlammo a lungo. Poi Adrian portò Karel in disparte. Parlarono a lungo e quando ritornarono da noi a lei brillavano gli occhi, si avvicinò a Marco e gli sussurrò all’orecchio facendosi abbracciare. E finalmente il suo sogno di lavorare in quel negozio divenne realtà.
Angolino Autrice:
Lo so, lo so che mi volete morta... ma... non è ancora il momento! e so anche che non ci state capendo un c***o ma è essenziale procedere per piccoli passi. Forse avete untuito qualcosa riguardo all'identità di Denis..
Denis:...
Kery: AAAA ma come cazzo possono intuirlo brutta cretina? MANNAGGIADIQUELCA**********************************************
Jade: senti cosetta ti ho detto di abbassare la cresta!
Kery: aoo tu non sei nessuno per dire a me cosa dire o fare!
Jade: hai ragione sono seplicemente quella che TI FA ESISTERE !
Kery: *Urla e si dispera*
Denis: ...
...
Abbiate pazienza tessoreh che vi accontenterò presto!
sign.ra Meddy: Shenti schiovanotta perl'amordelcielo shpiega a queshti lettori chi shia Denish, non lashiarli shulle shpine!
Bimba: Ha vagione la signova, stai facendo soffvive quei pochissimi lettovi che leggono questa stovia a div poco assuvda...
Denis: ...
Kery: *continua ad urlare e disperarsi*
...IO SCAPPO BELLE
ringrazio Marianna Tulli per il suo "Lieve" spronamento a scrivere il nuovo capitolo.
Baci Jade
   
 
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