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Autore: Qetsiyah313    18/09/2014    1 recensioni
Francesca è una ballerina di danza classica che frequenta il primo anno di college alla Y. una prestigiosa scuola giapponese. Nella sua stessa classe trova Patrick, un ragazzo di un anno più grande di lei, il ragazzo più popolare di tutta la scuola, quello che flirta con tutte le ragazze più carine, il classico teppista che ama la musica rock e l'odore forte della vernice spruzzata sul muro dalle bombolette. Inizialmente Francesca lo odia, ma le sue continue dichiarazioni d'amore la fanno pensare. Ha sempre voluto che qualcuno la coccolasse, e mentre lei si perde nei suoi profondi e pungenti occhi verdi smeraldo scatta qualcosa. Che sia il colpo di fulmine?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Come da consuetudine mi sveglio di cattivo umore e come al solito sento Federica rimproverarmi per non aver bevuto il suo the verde super calmante di sua creazione e che, non che avesse un cattivo sapore, ma aveva un cattivo odore, un non so che di... Schifo.Mi alzò dal letto e guardando con un occhio solo mi infilo la divisa scolastica, mi pettino e mi lavo i denti. Pochi secondi prima che possa aprire la porta sento il mio cellulare squillare. Guardo il display; Rompiscatole.Che cosa vorrà a quest'ora?Chiudo la chiamata e mi indirizzo nuovamente verso la porta ma ecco che di nuovo il mio cellulare si mette a suonare, imperioso. É sempre lui. Decido di rispondere per evitare di stare incollata alle sue chiamate fino all'inizio delle lezioni.

-Che diavolo vuoi?

-È forse questo il modo di salutare?!

Il suo tono era scontroso ma parlava come se stesse molto, molto male.

-Dí al professore che non mi sento molto bene, okay?

-Okay. Posso sapere almeno che hai?

-Credo di avere l'influenza. Sai, quella che sta girando in questa stagione. Forse non dovevo stare fuori con tutto il freddo che ha fatto ieri sera.
-Ma di sera c'é il coprifuoco, come hai fatto a uscire?
-Ti ho seguito fino a quel posto...e mi sono anche iscritto al corso di hip hop, era da tanto che non ballavo più. Ah, dimenticavo di dirtelo, con quella tuta stai benissimo.
Cosa? Mi aveva seguito? E si è preso l'influenza per starmi vicino? Ma che cavolo...?C'era qualcosa dentro di me che però mi impediva di dirgli qualsiasi cosa, anzi, volevo solo andare da lui per abbracciarlo. Senza rendermene nemmeno conto inizio a parlare, le uniche parole che arrivano al cervello sono "Dimmi il numero della tua stanza!".
Dopo solo pochi minuti sono davanti al dormitorio maschile. Mi fiondo dentro correndo tra decine e decine di ragazzi assonnati che come zombie arrancano verso il vialetto. Trovo la sua stanza, la 17. Busso alla porta ed entro appena sento la voce roca di Patrick che mi intima di entrare. Lo trovo steso sul letto mezzo addormentato con una coperta spessissima di pail attorcigliata alle gambe. Era piuttosto sudato. Il suo pigiama consisteva in una semplice T-shirt bianca e un pantalone a quadretti rossi. Devo ammetterlo, nonostante tutto Patrick è estremamente sexy.
-Ma guarda come ti sei ridotto...
Dico mielosa.
-Non parlarmi come se fossi un piccolo cucciolo ferito.
-Oh caro, ma tu sei un piccolo cucciolo ferito.
Dico, aggiungendo ancora più miele nella mia voce.Quanto amo farlo arrabbiare!
-Ti prego, non parlare, ho troppo mal di testa. Coff coff.
Tossisce e si porta una mano alla tempia, facendo una smorfia. Il solito esagerato.
-Va bene. Posso aprire un secondo la finestra per far passare l'aria?
Sussurro. Lui annuisce lentamente.Il tempo di aprire un varco tra tutti i vestiti riversati al suolo e aprire la finestra che Patrick si è già addormentato.Guardo il suo viso assopito e i muscoli rilassati. Gli occhi grandi dal vago taglio asiatico sono chiusi; ha delle ciglia lunghe e folte (quelle che vorrei avere io, così che il mascara faccia meglio il suo dovere.Cerco di districare piano la coperta dalle sue gambe. Lo copro fino sotto al mento. Nella tracolla ho un fazzoletto di stoffa mai utilizzato, regalo della nonna, che tenevo sempre nella borsa per l'assurda credenza che portasse fortuna.Esco nel corridoio dove alcuni ritardatari stanno tentando la rottura di un arto pur di arrivare in classe in tempo. Entro nel privo bagno che vedo. Faccio scorrere un po' di acqua fredda sul fazzoletto e lo strizzo per togliere l'acqua in eccesso. Ritorno velocemente nella camera di Patrick "malato version". Gli metto il panno freddo sulla fronte e gli rimbocco le coperte vicino ai piedi. Spero che la mandria di zombie di questa mattina non mi abbia notato. Immagino già TUTTA la scuola a spettegolare e creare false voci sul fatto che sono nel dormitorio dei ragazzi, nella stanza del ragazzo che dall'inizio della scuola non mi ha mai lasciato un minuto (anche se non la smetteva di flirtare con le altre ragazze. Povere illuse, sta solo giocando a fare il ragazzo dei film romantici) e che, dannato inverno, si era ammalato per seguirmi trasgredendo ogni regola e coprifuoco.Diciamocelo, alla fin fine... Sono davvero sfortunata.Mi guardo intorno. Questa stanza è un vero casino. Individuo alcune magliette di Patrick nel cumulo che ricopre il pavimento. Dalla borsa estraggo l'MP3 e gli auricolari. Faccio partire a basso volume qualche musica classica, con il ritmo del pianoforte che scandisce il tempo inizio a raccogliere vestiti e a piegarli sul letto (fortunatamente senza coperte per aria. È forse l'unica cosa a posto della stanza) di Ryoko, che da quanto ho capito è il suo compagno di stanza. In soli 15 minuti la stanza è come nuova, vestiti (ben piegati) sul letto a parte. Non avendo nulla da fare scorrazzo un po' per la stanza. Sulla scrivania trovo un piccolo quaderno rosso con la scritta DRAGONBALL a caratteri cubitali di un giallo acceso.Non mi piace frugare tra la roba degli altri, ma vedendo scritta sulla copertina il nome di Patrick provo una certa curiosità.Lo apro e faccio scorrere le pagine. Una calligrafia molto simile a quella di Patrick aveva riempito interi fogli, insieme a qualche disegno. Mi soffermo sull'ultima pagina, scritta da lui non molto tempo fa, visto che L'inchiostro, nei tratti più calcati, non si era ancora asciugato.
 "È da una settimana ormai che esco di nascosto per seguire Francesca. Lei non lo sa, e non credo che possa capire il fatto che voglio stare con lei, al suo fianco, sempre, fino a quando non morirò. Non è la persona che è possibile amare, scontrosa come è ma a me piace il suo carattere e sono sicuro, sicurissimo, che in fondo sia la persona più amorevole di questa terra..."
-Che stai facendo?
-Nulla.
Dico mentre poso il quaderno.
-Puoi venire qua?
-Certamente.
-Come mai non fai storie oggi?
Mi siedo per terra, di fianco al suo letto.
-Sono in dovere di prendermi cura di un povero ragazzo malato
.-Ahahah brava, prendimi in giro. È anche colpa tua.
-Non è esatto...Lui apre un occhio e mi guarda torvo.
-Okay. È tutta colpa mia!
Lui mi passa una mano tra i capelli.
-Brava bimba.Mi verrebbe voglia di ribattere con una battuta acida, ma non riesco a dire nulla, sono tr
oppo scioccata da ciò che ho letto prima. Mi metto a giocherellare nervosa con uno dei braccialetti che avevo al polso.Apre di nuovo un occhio, mi fissa per un po'. Poi a un tratto mi prende per il braccio e mi scaraventa sul suo petto.
-Che cavolo fai?! Lasciami! Patrick! Lasciami subito!!!
Cercavo di dimenarmi, ma la sua presa era salda e nonostante la febbre era ancora molto forte.
-Shhhh. Fai silenzio.
Dice portandomi il dito sulle labbra.Mi stringe a se, cercando di farmi stare ferma e bloccando i miei calci con le gambe.Alla fine mi arrendo, è una battaglia persa. Quando Patrick vuole qualcosa la ottiene. L'ho imparato nei due mesi di scuola con lui, purtroppo.
-Voglio dormire.
Mugugna con la faccia nella mia scapola, con tutti i capelli a solleticargli il viso.
-Rilassati, perfavore.
Dice accarezzandomi il muscolo teso del braccio.Cerco di rilassarmi meglio che posso, contando la situazione.Non credo di voler più vedere il Patrick moribondo.Ho dormito nel suo abbraccio praticamente tutto il giorno, se non per dargli qualche medicina e raffreddare il panno, e mi svegliavo ogni cinque minuto, a ogni. Singolo. Rumore.Quando finalmente sono riuscita a dormire per più di mezz'ora (cosa potevo fare di altro con una piovra chiamata Patrick avvinghiata al corpo?) ecco che entra dalla porta un ragazzo con uno zainetto blu, i capelli a caschetto nerissimi e grossi occhiali dalla montatura nera. Mi guarda come se fossi un alieno e io mi alzo in fretta, svegliando e facendo male alla Piovra Patrick.
-E tu chi sei?
Chiede con un sorriso beffardo sulla faccia.
-Ehm, non è come sembra, lui stava male e io...insomma, mi ha fatto sdraiare....ohh al diavolo! Sono una sua AMICA che è stata qui per controllare che non si uccidesse con dosi sbagliate di medicine.
-Non sono così idiota. E poi, da quando siamo amici?Dice assonnato.
-Da mai!
-Smettila di urlare, idiota.
Quello che credo sia Ryoko scoppia a ridere.
-Dovreste vedervi, siete davvero spassosi. Sapete che vi ci vedo bene a stare insieme?
Entrambi lo guardiamo male e lei si piega in due dalle risate.Dopo pochi secondi si guarda intorno. 
-Com'è che sul mio letto ci sono vangavate di roba ben piegata?
-Non avendo nulla da fare mi sono messa a riordinare, se non vi dispiace.
-Nono, hai fatto bene, grazie mille.
Segue un silenzio imbarazzante.
-Ooookay. Forse è meglio che io vada.
-Ciao, alla prossima. 
Dice Rioko.
-Ciao Chibi-tan.
Nascondo una smorfia a risentire quel nomignolo.
-Ciao ragazzi!
Faccio per uscire ma Patrick mi blocca.
-Lasciami, porca paletta.-
Non si bestemmiano le palette, dovresti saperlo. 
Dice ridendo. Infine mi lascia andare dopo una lunga occhiata. Finalmente sono libera.Mentre attraverso il corridoio sento dire ad alta voce "PATRICK È INNAMORATO LALALALALAAAA" e rispondere "ZITTO TESTA DI IMBECILLE!!!".

Nella notte sento il cellulare squillare.Fratellone.Rispondo subito.
-Pronto?
Dico con voce roca.
-Francy, vieni subito all'ospedale di Yokohama! Mayu ha le contrazioni!
Rimango di sasso.
-Ma è incinta di soli sette mesi...
-È proprio questo che mi preoccupa!!! 
Chiude la chiamata. Rimango un attimo spiazzata. Poi, non so per quale motivo, schizzo verso il dormitorio di Patrick, smanetto un po' con la porta della sua stanza fino a quando non arriva Ryoko ad aprire e trascino via un semicoscente Patrick gridando un "PRESTAMI LA TUA AUTO!" con voce rotta.
  
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