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Autore: carelesslove    19/09/2014    5 recensioni
Sherlock dopo trent’anni di matrimonio dice a John una cosa, per la prima volta…
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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« Divento vecchio... divento vecchio... 
Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.
Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca? 
Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia. 
Ho udito le sirene cantare l'una all'altra.
Non credo che canteranno per me
.[1]­ «

Smetto di leggere e metto da parte il libro. Da quando ho scoperto il tuo debole per Eliot non mi risparmio mai una lettura a voce alta di tanto in tanto.
- Ora credo di capire cosa provava. Prima ero troppo giovane, – mormoro.
Tu smetti di carezzare il nostro gatto e ti accoccoli meglio sul divano, aggrottando la fronte.
- Io canterei per te, – dici guardando altrove.
- Bugiardo. Non hai mai cantato in vita tua.
- C’è sempre una prima volta, – rispondi enigmaticamente.
Ti alzi facendo cadere a terra Hamish, che miagola debolmente in protesta, e vai a sederti al pianoforte. Ricordo che l’hai imparato a suonare subito dopo che ci siamo sposati perché volevi sfidare te stesso a imparare qualcosa di nuovo.
Tutta la tua vita è stata una sfida, persino stare con me. I sentimenti ti atterrivano ma devo dire che, come in tutto il resto, ti sei superato. Se trent’anni di matrimonio vogliono ancora dire qualcosa.
Ti giri a guardarmi e dai qualche colpetto allo sgabello, invitandomi a raggiungerti.
Mi siedo affianco a te e tu fai il tuo sorriso da faina, poi mi lanci un occhiata e ti schiarisci la voce.
- L’ho scritta per te, - mi dici.
Mi sembri imbarazzato e ricordo di non averti più visto così dal giorno in cui, molto tempo fa, la nostra padrona di casa ci trovò avvinghiati, mezzi nudi e semi addormentati sul divano come due liceali.
Certo non così imbarazzato come il giorno del nostro matrimonio, quello si che è stato memorabile. Oppure la nostra prima notte insieme, ma quello a dire la verità doveva essere timore visto che non era propriamente il tuo campo.
Ti guardo confuso mentre ti giri e appoggi le dita sui tasti, adesso hai cambiato espressione e sei sicuro di te e determinato, come sempre quando ti metti a suonare.
 
Well I’ve never been a man of many words 
And there’s nothing I could say that you haven’t heard[2]
----

 
Non credo di averti mai sentito cantare, oddio forse qualche volta canticchiare, anzi un discreto numero di volte quando eri di buon umore, ma mai un motivo completo dall’inizio alla fine e mai con l’intenzione vera e propria di cantare qualcosa.
Deglutisco per impedire alla mia gola di seccarsi completamente, e ti guardo come se lo facessi per la prima volta.
Faccio scivolare la testa sulla tua spalla e tu sorridi leggermente quando avverti il contatto tra noi.
Assaporo ogni sfumatura della tua voce. Mi rimprovero di non averti mai chiesto di cantarmi qualcosa prima, nonostante il tuo timbro vocale sia una delle cose che più amo al mondo.
 
But I’ll sing you love songs ‘til the day I die 
The way I’m feeling 

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La tua voce è roca ma si dispiega senza esitazioni e mi avvolge nella sua profondità come farebbe l’oceano, mi accarezza le spalle e mi scivola addosso, scorrendomi sulla pelle. Guardo le tue dita muoversi sui tasti, veloci e sicure, e mi sento a casa.
Sento gli occhi pungere e mi accorgo delle lacrime solo quando sono già arrivate a bagnarti la camicia. Che sciocco alla mia età. Mi chiedo cosa avrei fatto se non ti avessi conosciuto e improvvisamente l’idea mi sembra così crudele da essere addirittura inconcepibile.

I can’t keep it inside!
 
Smetti di suonare e fai cadere le braccia lungo i fianchi restando in silenzio, aspetti che dica qualcosa. Io faccio scivolare la mia mano destra nella tua sinistra e la stringo con affetto, intrecciando le dita alle tue.
Mi sembra un privilegio poter sfiorare mani così sensibili e delicate, così abili nell’eseguire ogni tipo di melodia.
- Siamo troppo vecchi per questo, Sherlock?
- Per piangere come ragazzine o per darci la mano?
Tenti dell’ironia per sdrammatizzare, come tuo solito. I sentimenti ti spaventano ancora, dopotutto. Io faccio una risatina. – Entrambe.
- Non credo ci sia un limite d’età per le smancerie.
- Bene, – dico senza smettere di sorridere, ancora appoggiato alla tua spalla.
- Allora, - dici e ti giri a sfiorarmi la fronte con le labbra. – Posso sperare di competere con Nausicaa?
Rido ancora, un improvvisa immagine di te con coda pennuta e ghirlanda di fiori mi travolge. Sei sempre stato estremamente sensibile all’adulazione e invecchiando credo tu sia anche peggiorato. Sembri un gatto che fa le fusa in cerca di attenzioni. Non che la cosa mi dispiaccia, ovviamente.
- Credo di essere in debito con T.S.Eliot, - dico. Con l’età sono diventato più sottile nell’elargirti complimenti, quasi sempre lo faccio per via indiretta, ma questo non vuol dire che siano meno sentiti.
- Non credo sia possibile contrarre debiti con un defunto, – sentenzi.
Io scoppio a ridere e tu sembri terribilmente compiaciuto del tuo sarcasmo, anche se cerchi di nasconderlo.
- Mi sei mancato in queste settimane, – mi ritrovo a dire.
- Anche tu.
E’ così raro sentirti dire cose del genere , anche se non l’hai proprio detto a dire la verità. Ma in questi anni ho imparato a leggere tra le righe. E tanto basta.
- Ti amo, – dico con voce roca.
Tu non rispondi ma la cosa non mi stupisce. Non lo fai mai. Anche se me l’hai dimostrato così tante volte…
Sollevo la testa dalla tua spalla.
- Ho fame, – dici e sembri un po' stupito della cosa.
Io sorrido e mi alzo in piedi con l’idea di approfittarne per preparare una buona cena, nella speranza di poterti fare ingrassare di mezz’etto, non capita spesso di sentirti invocare il cibo.
Ti ho lasciato da solo meno di due settimane e ti ritrovo pelle ossa con nel frigo strani reperti biologici e poco altro. Quando sono quasi arrivato in cucina ti sento chiamare il mio nome.
Mi giro e tu mi guardi in modo strano, malinconico e languido allo stesso tempo. – Ti amo anch’io, - dici e mi lanci un occhiata esitante, gli occhi così limpidi che sembrano fatti d’acqua distillata.
All’inizio non so se credere alle mie orecchie e poi mi rendo conto che di loro mi posso ancora fidare, nonostante l’età.
Ho bisogno di appoggiarmi allo stipite della porta perché le ginocchia hanno pensato di andare in vacanza e il cuore sta cercando in tutti i modi di devastare la mia gabbia toracica, sbatacchiando contro lo sterno come un falena contro il vetro di un lampione.
Sherlock…stai cercando di attentare alla mia vita, amore mio?
Improvvisamente sento il bisogno di affondare le dita nei tuoi capelli e inalare il tuo odore.
Ritorno sui miei passi, mi sento sopraffatto e senza parole mentre mi insinuo tra le tue braccia e strofino il naso sulla tua clavicola cercando di trovare la strada più breve per raggiungere le tue labbra. La tua bocca trova la mia prima che io possa rendermene conto.
John… dici, e io tremo.
 
 
 
 
 
 
[1] Da Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock di T.S.Eliot
[2] I can’t keep it inside. Osage County.
 
Note finali:
Salve a tutti, sono ancora io che torno a rompere, già :) Grazie per essere arrivati fin qui. Sarò breve: non ho inserito tutta la canzone perché non sapevo come regolarmi con i diritti d’autore, se potevo pubblicarla o no. E’ da quando ho visto quel film che volevo scriverci del Johnlock sopra. Ce l’ho fatta… hurrà! Spero di non avere causato carie ai denti a nessuno con tutta questa melassa :)
Seconda precisazione: l’idea di Sherlock con la coda e la ghirlanda non è mia, avevo trovato un fotomontaggio in internet tempo fa quindi devo ringraziare la fanartist che ha fatto ciò.
Se voleste lasciare un commentino… mi farebbe piacere.
 
Buon Johnlock a tutti
  
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