Qui sfociamo nel demenziale.
Ma sono fiera di me.
007 Finchel
“Rachel,
non mi sembra il caso.”
Finn si sente
improvvisamente sotto accusa quando Rachel si
ferma ad un passo dalla porta, fissandolo con le braccia incrociate ed
un viso
minaccioso e nonostante la notevole differenza di altezza tra i due
è lui a
sentirsi piccolo con una mosca di fronte all’espressione
della propria
fidanzata.
“Andiamo,
Finn! Non dirmi che non stai morendo dalla voglia
di vedere cosa stanno facendo quei due da soli in camera.”
“Non
ho alcuna voglia di vedere mio fratello a letto con
Blaine,” prova a ribattere con scarso successo.
Lei ghigna,
sollevando un sopracciglio, “Ah si? E io che
pensavo che fossi pronto a diventare il nuovo 007 della
situazione.”
“Il
nuovo che cosa?”
“007,
Finn. Agente speciale,” Rachel mima una pistola davanti
al proprio viso e ride di gusto. “Sei un pessimo spione,
Finn, dal momento che
perfino Kurt si è accorto di te. Ma posso insegnarti i
trucchi del mestiere.
Seguimi.”
Finn la fissa
sconcertato, possibile che ora sia costretto a
passare per lo spione di turno agli occhi di tutti? Non è
stato neanche completamente
intenzionale, almeno quella volta. Scrolla le spalle e la segue senza
ulteriori
proteste, accovacciandosi accanto a lei e sbirciando attraverso la
porta semi
chiusa quello che stanno facendo gli altri due abitanti della casa.
“Non
sono adorabili?” domanda Rachel voltandosi verso di lui,
parlando ad appena un centimetro dal suo viso, il suo respiro che gli
solletica
il naso.
Non lo
ammetterà mai, ma Finn non può che essere
d’accordo.
Blaine e Kurt sono accoccolati sul letto, l’uno di fronte
all’altro e per
fortuna completamente vestiti. Parlano a voce talmente bassa che Finn
ha
difficoltà a capire cosa si stiano dicendo e per un attimo
pensa che sarebbe
davvero utile appoggiare un bicchiere contro il muro per far risuonare
le loro
parole.
Invece cerca
soltanto di trattenere il respiro, provando a
decifrare brandelli della loro conversazione, senza sentirsi in colpa
neppure
un po’ per il modo poco dignitoso con cui, ancora una volta,
sta invadendo la
privacy di qualcuno.
“Non
è che non voglio,” mormora Blaine, disegnando una
forma
poco definita sul braccio di Kurt, “è solo
che-”
“È
solo che hai paura ed è normale. Inizierei a preoccuparmi
se non ne avessi. Ma andrà tutto bene, okay? Vengo con te,
ti prometto che non
ti lascerò da solo neanche un attimo e alla fine ti
stancherai di me e vorrai
cacciarmi via. Ma io non te lo permetterò e sarai costretto
a rimanere con me
per tutto il tempo.”
Kurt si avvicina
un po’ in più a Blaine ad ogni parola e
quando smette di parlare è praticamente di fronte al suo
viso e il moro si alza
di scatto, spostandosi di lato quel tanto che basta per non finire con
la testa
contro quella di Kurt.
“Aspetta,
Kurt,” lo prega il più piccolo, stringendosi le
braccia interno al petto, “Io non- Mi fa piacere che siamo
tornati amici.
Perché siamo amici, vero?”
Kurt annuisce,
convinto di aver risposto nel modo giusto,
invece il morale di Blaine cade a terra a quel suo piccolo gesto.
“Ecco.
Se siamo soltanto amici, per favore non fare più
queste cose. Questo, ecco- insomma- questo non lo fanno gli
amici.”
Quando Kurt
risponde che il suo è semplicemente e
sinceramente il comportamento di un amico preoccupato Rachel grugnisce,
guardando verso Finn con aria di biasimo e gli borbotta in un orecchio,
“Tuo
fratello è un idiota.”
Poi per
enfatizzare il concetto pizzica dolorosamente il suo
braccio e Finn deve sforzarsi per non farsi sentire dai due ragazzi
quando le
risponde, “Ehi! Mica è colpa mia?”
Blaine intanto
arriccia le labbra, “Sam non si comporta
così.”
“Cosa
c’entra adesso Sam?”
Rachel gli
pizzica ancora il braccio, “Hai visto? È
geloso.”
“Si,
lo so,” risponde Finn, mettendole una mano davanti alla
bocca, “Adesso però stai zitta. Voglio
sentire.”
“Dici
che vuoi comportarti come un amico. Sam è il mio
migliore amico, la persona con cui io abbia un rapporto più
stretto, ho perfino
dormito con lui qualche volta. Eppure lui non-”
“Hai
dormito con Sam?” Kurt urla e Blaine suo malgrado si
accovaccia su se stesso, spaventato dal suo tono.
“Che
ti importa, Kurt? Sto dicendo un’altra cosa,”
risponde
stizzito, cercando di riprendere il controllo della situazione,
“Anzi, sto
dicendo proprio questo! Sam non fa storie se gli dico che ho dormito
con
qualcuno-”
“Non
so che genere di rapporto deviato abbiate tu e Sam ma-”
“Un
amico non fa questo,” conclude Blaine con un filo di
voce, mordendosi il labbro inferiore e sforzandosi per mantenere lo
sguardo
fisso su Kurt.
Finn ghigna
quando suo fratello si trova in difficoltà,
sapendo che a questo punto Blaine lo ha messo alle strette e Kurt
può scegliere
se farci la figura dell’idiota o iniziare a dire la
verità ed accettare le
conseguenze dei propri sentimenti. Reputa suo fratello intelligente
abbastanza
da sapere quale sia la scelta migliore.
“Ascoltami,”
comincia Kurt, prendendo la mano di Blaine tra
le sue, “Sto cercando di comportarmi da amico con te
perché non riesco a
perdonarti per quello che è successo, ma non riesco neanche
a starti lontano.”
“Io
non voglio esserti amico,” la voce di Blaine sembra
quella di un bambino a cui i genitori hanno negato il regalo che aveva
scelto
per Natale, “Non voglio far finta che mi stia bene. Io
ti-”
“Non
lo dire, Blaine,” Kurt gli asciuga le lacrime col dorso della
mano, incerto su come spiegarsi senza peggiorare la situazione.
“Non dirlo,
perché io non voglio risponderti. Mi hai fatto del male,
Blaine.”
Stavolta
è Finn a parlare, “Sembrano due
deficienti,”
commenta con poco tatto e Rachel lo fulmina con lo sguardo. Per lei
sono semplicemente
adorabili, anche se Finn non concepisce tutti quei giri di parole e
tutto quel
dramma, quando tutti sanno che Kurt lo ha perdonato secoli fa e non sta
facendo
altro che rimandare qualcosa di inevitabile.
Rachel e Finn
smettono di lanciarsi occhiate di fuoco quando
qualcuno tossisce alle loro spalle.
“Credevo
che ci fosse una regola sulla privacy in questa
casa,” commenta Carole incrociando le braccia e guardandoli
dall’alto in basso,
provando a mantenere un’espressione seria.
“Non
è come sembra?!” rispondono all’unisono,
entrambi poco
convinti e meno di due secondi dopo sono costretti ad allontanarsi e
tornare in
camera.
La cosa peggiore
è che per il resto della giornata non
possono fare altro che assecondare qualunque cosa Carole chieda loro,
terrorizzati all’idea che possa raccontare del loro innocente
gesto.
Soltanto nel
pomeriggio, quando la donna va a lavoro, possono
tirare un sospiro di sollievo e decidono di sedersi a guardare la TV in
soggiorno. Finn ha già una mano sotto la maglietta di Rachel
quando sentono
delle urla provenire dalla cucina e con uno scatto improvviso
raggiungono la
fonte del rumore.
A prima vista
non c’è nulla che non va e Finn si guarda
intorno confuso, incrociando lo sguardo esasperato di Sam, prima di
fermarsi su
Kurt e Blaine.
“Ho
detto: Posa quel coltello,” ordina Kurt, indicando
l’oggetto affilato che ha Blaine tra le mani.
“E io
ho detto che lo poserò quando avrò finito di
tagliare
queste patate.”
Ah,
già. Finn si ricorda soltanto adesso che Carole ha
chiesto loro di organizzarsi per la cena e che Blaine e Kurt si sono
offerti di
occuparsene. Certo, se Finn avesse saputo che questo li avrebbe portati
a
litigare, avrebbe convinto tutti ad ordinare una pizza. Che comunque
non
sarebbe stata un’idea malvagia viste le abitudini salutiste
di Kurt.
“Blaine,”
continua Kurt, mantenendo un tono di voce
controllato, come se stesse parlando ad un rapinatore che ha una
pistola
puntata contro il proprio ostaggio, “Posa il coltello. Per
favore, potresti
tagliarti.”
Blaine
grugnisce, pronto a replicare, ma Rachel lo precede.
“Sul
serio, Kurt?” gli chiede, prendendogli un braccio e
trascinandolo via, “Scusateci un attimo.”
Finn guarda di
nuovo Sam, poi guarda Blaine che è tornato ad
occuparsi della cena, concentrandosi sugli spicchi di patata come se
stesse
affettando la testa di Kurt e alla fine segue Rachel e suo fratello.
“Sul
serio, Kurt? Posa il coltello perché potresti tagliarti?
Ma che ha dieci anni?” domanda Rachel.
Finn
rabbrividisce, pensando soltanto ad una cosa. In questo
momento non vorrebbe davvero essere nei panni di Kurt! Rachel ha una
mano sul
fianco, le gambe divaricate, la bocca a papera …
è furiosa. Finn lo sa perché
in genere è lui a scatenare quel genere di reazioni!
“Rachel,
è pericoloso. Forse non capisci.”
“No,
forse sei tu che non capisci!” lo rimprovera ancora lei,
sedendosi melodrammaticamente e sospirando come se stesse spendendo
tutte le
sue energie per rendere comprensibile quel concetto
all’amico, “Stai parlando
con un ragazzo che ha quasi diciotto anni e gli stai dicendo di non
usare
oggetti affilati perché potrebbe farsi male. Vuoi comprargli
le forbici dalla
punta arrotondata ed impedirgli di sfogliare da solo una rivista? No,
perché
anche un foglio di carta potrebbe tagliare.”
“Smettila,
non è divertente.”
“E
allora vai a chiedergli scusa perché, credimi, per lui
è
meno divertente che per te.”
Ecco
perché la ama. Per questi momenti che valgono più
di
tutte le volte in cui cerca di convincerlo a mettersi a dieta o
diventare
vegano come lei. È così brava a prendere in mano
le redini della situazione che
Finn potrebbe perfino perdonarla per quelle volte in cui lo costringe a
prender
parte alla messa del sabato pomeriggio.
Sorride appena a
Kurt quando con un broncio degno di un cane
abbandonato sul ciglio della strada, fa ritorno in cucina.
“Beh?
Non vuoi sapere come va a finire?” domanda Rachel
seguendo l’amico.
Sono entrambi ad
un passo dalla porta quando Sam esce
guardandoli in cagnesco.
“Lasciateli
un po’ in pace. Potrebbe essere la volta buona,”
commenta ed è in quel momento che Finn e Rachel pensano di
avere a che fare con
un alieno.
Potrebbe essere
la volta buona.
Vale la pena di
restare a guardare, giusto?