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Autore: _Cthylla_    19/09/2014    1 recensioni
Due "misteriose" ragazze arrivano non si sa come nel mondo di Ultimate Muscle, e...ne combineranno di tutti i colori!
I Avviso: sono presenti elementi dell'universo Transformers: Prime. Non abbastanza da giustificare il tag "crossover", trattasi di citazioni.
II Avviso: essendo una raccolta di one-shots non ha una vera e propria continuità. E nemmeno una vera e propria trama. Sono solo...due pazze che fanno un sacco di danni e relative descrizioni! xD
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kid Muscle, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Deviant Team: Madness is Everywhere!'
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«vedo!!! Vedo!!! VEDO!!!»

«…e ci risiamo…» sospirò Warsman, continuando a coprirsi l’intimità con una mano come stava facendo da dieci minuti a quella parte, visto che nessuno dei presenti era stato così gentile da dargli qualunque cosa da mettersi addosso.

«non la capiscono, eh?» commentò Stylequeen, che osservava la scena con le braccia incrociate in piedi accanto all’altra ragazza -di quasi venti centimetri più bassa di lei-.

«pare di no… ahahahah un porcello nuuuudoooo!!!» rise la suddetta.

«zitta!!! Che io perlomeno una volta persi i vestiti mi sono ritirato!...e poi hai poco da ridere» aggiunse a bassa voce «che a te i “riccioli d’oro” piacciono eccome!»

«sicuro, avendo per le mani i due che ho per le mani dovrei venire a confondermi proprio con te».

«a confonderti non so, ma sul venire direi che-» la frecciata di Warsman venne interrotta dal fortissimo schiaffo che Emerald tirò ad una delle sue povere chiappe al vento, facendogli fare uno strillo che nemmeno Stylequeen nel trovarsi davanti un aracnobot.

«shut up, porcello».

«stronza!!!»

«a quando le nozze?» si intromise Stylequeen beccandosi delle occhiate mortifere sia da parte di Emerald che del russo «che c’è? Litigate come una coppietta arrapata di vecchi sposi».

«idiozie!!!» sbottarono entrambi contemporaneamente.

«…e comunque sai una cosa, così con quell’orrenda calzamaglia grigia non c’è una grande differenza» sospirò Stylequeen «io te l’ho già detto che se vuoi una mano per capire com’è che ci si veste sono disposta ad aiutarti, ma tu no…!»

«è che gli piace far vedere le chiappe mosce, sfiga nostra».

«io almeno ho qualcosa da far vedere, mucchio d’ossa!»

«se dovessi scegliere tra far vedere simili oscenità ed il mio presunto “niente”, io scelgo il niente a vita».

Warsman fece per risponderle, ma si limitò ad un ringhio in quanto al momento c’era un problema molto più urgente. «sentimi bene pazza in rosa» ignorò il sollevamento di sopracciglio di Stylequeen « ferma quelle due! Ora!!!»

«e perché? A giocare, quei due, non li ha costretti nessuno».

«ma se continuano MIA FIGLIA si troverà senza casa né altro!»

«poteva pensarci prima di sposare quell’imbecille di Robin Mask» disse piatta Hammy «e dopo questa Kevin mi è proprio caduto completamente…»

«tris di regine!!!  Ah! Voglio proprio vedere come…»

«vedo anche io con una doppia coppia!»

«full» sorrisero Deathstar e Mintaka mostrando rispettivamente un full composto da tre re e due assi ed un altro da tre jack e due assi.

«…NON È POSSIBILE!!!»

In occasione del nuovo Torneo, alcuni genitori dei wrestlers in gara si erano recati a Tokyo per assistere personalmente agli incontri. Tra essi c’erano King Muscle, Terryman, Brocken Jr., Suzie Tusket e Robin Mask con relativa neo sposina, la quale era rimasta in albergo; era incinta di diversi mesi, ed era dunque normale che un viaggio così potesse risultare piuttosto stancante.

«qualcuno mi presti il cellulare!...ma guarda tu…devo scomodare la svet moj che oltretutto è anche incinta, per colpa di un cretino che non contento di aver perso anche le mutande sta perdendo tutto il resto! È l’unica che può farlo ragionare! Lui e Kevin hanno perso perfino la maschera!»

«…io però mi domando: se dal posto in cui dite di venire siete delle aliene robotiche alte sette metri, mi spieghi com’è che loro due sanno giocare a poker?» chiese Hammy a Stylequeen, perplessa.

«tesoro, non so cosa credi tu, ma il poker non l’hanno mica inventato sulla Terra!» rise Stylequeen «è un gioco evroniano che è stato esportato anche su Cybertron da immigrati!»

Emerald e Warsman si scambiarono un’occhiata che significava “o ci prende in giro o è una pazza”. Ma non commentarono oltre.

«dai Robin!!!» fischiò Terryman «non mollare!»

«io invece direi che farebbe proprio meglio a lasciar perdere…»

«VEDO!!!» esultò l’inglese più vecchio, sbattendo sul tavolo una scala minima in maniera ben poco dignitosa.

«…io passo…» borbottò Kevin.

Gli risultava ancora difficile credere di essersi messo in una situazione del genere. Era confuso anche solo riguardo il modo in cui era cominciato…no, ecco: facendo mente locale si era chiarito le idee.

Lui e Warsman si erano recati a malincuore alla festa organizzata dai MacMadd per annunciare la ripresa del Torneo, dopo i “piccoli incidenti” che avevano distrutto un intero stadio.

Peccato che quando erano arrivati si fossero trovati davanti, oltre ad Hammy e al “branco di scimmie” -così Kevin denominava Kid Muscle e compagnia- anche le tre ragazze che al momento consideravano la causa di tutti i problemi: Deathstar, Mintaka, e Stylequeen-la-pazza-in-rosa.

Solitamente erano due persone piuttosto controllate, ma trovandosi davanti quelle tre non avevano proprio retto, e si erano fiondati lì con tutta l’intenzione di fargliela pagare una volta per tutte per tutto quel che avevano combinato. Gli altri wrestlers ovviamente si erano messi in mezzo e c’era stato anche un forte rischio di venire alle mani, fino a quando Emerald -“la solita puttanella indecente” le aveva sibilato dopo Warsman- aveva proposto di risolvere la cosa diversamente: un risarcimento monetario per tutti i danni causati, ma che ovviamente i due avrebbero dovuto vincere…

“ad una partita di strip poker! Io ho le carte!” aveva esclamato Hammy tirandola fuori dal marsupio “il poker è un gioco piuttosto d’abilità, e direi che non sia il caso di mettersi a fare più casino di quanto non ce ne sia già stato; ci si apparta in una stanza, e giocate!”

“eeeh…noi non abbiamo manco mezzo, come si chiama, yen, per giocare” aveva detto Mintaka.

Ed Emerald aveva messo mano al libretto degli assegni.

Dopo quello i due chojin avevano tentennato, contrariamente a Deathstar e Mintaka che appena avuti i soldi avevano festeggiato ed accettato subito.  Ma poi, vuoi perché la voglia di una rivincita era tanta, vuoi che Emerald si era messa deliberatamente a provocare Warsman fino a farlo esasperare, anche quest’ultimo e Kevin avevano ceduto.

Finendo a perdere anche le mutande in meno di dieci minuti.

I commenti di tutti quelli che si erano appartati con loro ad assistere alla partita si erano sprecati. Kevin poi ricordava di aver sentito distintamente Emerald domandare alla pazza in rosa “ma sei sicura che quelle due non barino? Non è possibile vincere così di continuo!” e l’altra rispondere sbuffando “considerando la svegliezza che hanno,  se ci provassero si farebbero sgamare subito. Ma non vedo perché dovrebbero; che bisogno hanno?”

Sulla “svegliezza” Kevin Mask poteva tranquillamente concordare con la ragazza, ma purtroppo era costretto anche a concordare col fatto che le due pazze folli deviate non sembravano aver bisogno di barare.

In seguito persi tutti i vestiti, il cellulare ed il portafogli, Warsman si era ritirato maledicendosi per non averlo fatto prima, e Kevin avrebbe seguito il suo esempio prima di perdere anche la maschera. Peccato che poi fossero arrivati “i vecchi”, tra i quali il suo, di vecchio.

L’umiliazione provata era stata cocente sia per il ragazzo che per Warsman, che ne avevano sentite di tutti i colori da parte di Robin. “non è dignitoso, non è qui, non  là, trallallì e trallallà”…peccato che poi Emerald -ancora lei, sempre lei!!!- si fosse messa in mezzo.

“fa tante scene ma alla fine è solo perché essendo un gioco di abilità lei evidentemente non ha le capacità intellettive per giocare, ed è pure tirchio”.

Farsi dare dello stupido tirchio dalla figlia di Howard Lancaster, con la quale oltretutto aveva vari conti in sospeso, decisamente non era nel suo programma per la serata. Se fosse stato più saggio l’avrebbe mandata al diavolo, insieme agli altri genitori avrebbe interrotto sia la partita che il “tifo” che stavano facendo gli altri ragazzi -da notare che Meat non era presente alla festa- ed avrebbe chiuso lì i giochi.

Ma Robin Mask non era saggio, e se poi c’erano di mezzo i Lancaster il sangue faceva presto ad andargli alla testa. Per cui…

“prendo IO il posto di Warsman! Vi farò vedere com’è che si gioca!!! E tu” aveva indicato Kevin “non pensare di ritirarti! Un Mask non si arrende!”

Col risultato che ne era conseguito.

In venti minuti lui e Kevin avevano perso entrambi la maschera, Robin anche tutti i vestiti, parecchie  migliaia di sterline, varie proprietà immobiliari tra le quali il cottage e la sorgente termale inclusi nella tenuta, i suoi cavalli, e di quel passo avrebbe finito a perdere anche la culla per la bambina che doveva ancora nascere.

…e forse pure la moglie…

E di tutti i presenti, nessuno che pensasse minimamente di costringerlo a fermarsi. A parte Warsman ovviamente.

«che, vuoi giocare ancora?» Deathstar ormai rideva di continuo, e Robin -che peraltro distribuiva le carte- era sempre più nero.

«mi riprenderò tutto quel che mi avete fatto perdere con questa mano!»

«…Emerald!!! Cellulare!!! ORA!»

«eddai, porcello, calm-ehi! Ridammelo!!!»

«Alya…? Si, sono io. Lo so, dormivi, scusami ma…si, è un’emergenza: mi spiace dirtelo così, ma se qualcuno non ferma quell’idiota di tuo marito perderà anche te in una partita di poker! …no, ho provato a dissuaderlo ma non mi ascolta. Si, siamo alla festa. Scusami, svet moj. Ecco» chiuse la chiamata «qualcuno qui doveva pur tornare a ragionare!...lei sarà qui a minuti».

«…guastafeste».

«trattasi del futuro di mia figlia e di mia nipote, non potevi pretendere che restassi a guardare oltre, e l’ho fatto già troppo! E adesso passami almeno quella dannata sciarpa che hai al collo, che è già abbastanza umiliante così!»

«passo» sospirò ancora Kevin.

«vedo! E stavolta…» Robin mise in tavola una scala massima «voglio proprio vedere se riuscite a battere anche questo!»

Mintaka sorrise, mostrando le cinque carte che aveva in mano.

Tutte di fiori.

«colore».

Robin impallidì. In quella mano si era giocato metà villa.

Deathstar mise lentamente sul tavolo una carta per volta.

Asse. Re. Regina. Jack. Dieci.

Tutte di cuori.

«scala reale massima!!! Dammi, dammi!!!»

E lì Robin subì un ritiro coatto dal gioco, perché svenne direttamente.

«daddy?...papà!!!»

«mi sa che basta, eh?» osservò Mintaka.

«Robin! Si può sapere che cosa-»

«miss Kalinina, lo sa che diventa sempre più bella ogni volta che la vedo?!!» disse Kid con gli occhi a cuoricino. Poco gli importava se era una donna sposata, che si era fiondata sul marito appena lo aveva visto svenuto.

«Robin!»

«è svenuto quando ha visto la scala reale massima!» la informò Deathstar «we win!»

«ho tentato di dissuaderlo» balbettò Kevin, che quantomeno si stava coprendo con la camicia di Terryman «ma non mi ha dato retta e…avete perso mezza casa…»

Alya cercò con lo sguardo il padre, distogliendolo immediatamente vedendolo salutarla imbarazzatissimo ed Emerald a ridergli dietro. «a quello penserò tra poco» oh, quante gliene avrebbe dette, a Robin! «adesso bisogna portarlo fuori, gli serve aria!...e anche dei vestiti…per la Dea» sbuffò.

Deathstar, Mintaka e Stylequeen furono tra le persone che rimasero dentro.

«dite che dobbiamo ridargli i soldi?»

«Mintà, eh no. Persi, son persi!»

«ma giocare a carte con voialtre è un suicidio, lo sanno tutti, lui era disinformato!» fece notare loro Stylequeen.

«è la prova che…la disinformazione si paga cara!»

   
 
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