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Autore: darknesraven    19/09/2014    0 recensioni
Mi chiamo Shane Haner Sullivan (e no, questa non è una Jimmy x Brian) e sono nella merda fino al collo
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’urlo di mio padre riempie la stanza facendomi sobbalzare. In questi momenti ringrazio il cielo di non essere stato affidato a zio Matt.
«Che cazzo hai fatto? Ti sei fatto espellere un’altra volta, ti rendi conto che non andrai da nessuna parte comportandoti in questo modo? Ubriaco! Ubriaco a scuola, ma ti rendi conto delle minchiate che fai?» Mi alzo di scatto dalla sedia e mi avvicino a lui. Sono più alto di Brian e questa cosa mi diverte sempre, in altre situazioni.
«Hai mai pensato di chiedermi il motivo di quello che faccio?» Brian scuote il capo e scoppia a ridere.
«Motivi? Tu fai solo un mucchio di minchiate! La mia occupazione è tirarti fuori dai casini! Sei un fottuto idiota!» io scuoto il capo ed alzo la voce. Odio litigare con lui ma quando ci vuole ci vuole.
«Minchiate che faccio? Sono tutte cose che tu  mio padre facevate! Perché io non posso cazzo? Ho il tuo stesso diritto di fare quello che mi pare!» Brian mi si avvicina e mi picchia l’indice sul petto mente urla.
«Quattro scuole. Ti sei fatto espellere da quattro fottutissime scuole! Non diventerai nessuno di questo passo. Sei e rimarrai un fallito!» io boccheggio e faccio un passo indietro. Un fallito. È questo quello che pensa di me? Ma che cazzo gli prende? Abbasso lo sguardo e prendo il borsone della scrivania e mi avvicino all’armadio. Se proprio mi ritiene un fallito allora è meglio che io me ne vada da qui. Apro l’armadio e comincio a riempire il borsone.
«Che cazzo stai facendo ora?!» mi volto di colpo e lo guardo con odio.
«Ti libero dalla presenza di un fallito.» Brian scuote il capo e mi posa la mano sulla spalla, senza smettere di urlare. Cazzo l’avrà sentito tutto il vicinato!
«Che cazzo stai facendo, Shane?!» scuoto via la mano dalla mi spalla e mi giro di colpo e lo guardo negli occhi. Dio quanto lo sto odiando.
«Primo non toccarmi. Potresti infettarti e diventare un fallito pure tu. Secondo tu non hai potere su di me. Ho sedici cazzo di fottutissimi anni e posso decidere e fare ciò che voglio cazzo!» Brian mi prende il braccio e mi fa girare. Questa è la volta buona che le prendo.
«Non dire minchiate. Io sono tuo padre e tu fai quello che dico io!» ancora! È convintissimo che io dica solo minchiate, ma non gli è mai passato per l’anticamera del cervello che ho dei cazzo di motivi? E poi la minchiata più grande l’ha detta lui. Scoppio a ridere mentre scuoto la testa. Ti odio.
«Tu non sei mio padre. Se solo un fottutissimo amico del mio padre del cazzo! Tu non hai poteri su di me! Tu non sei un cazzo di nessuno per me!» se io sono un fallito tu non sei un cazzo di nessuno Brian, mi dispiace. Lui rimane fermo con il dito a mezz’aria. Finisco di preparare il borsone e raccolgo le bacchette. Do un ultimo sguardo alla mia stanza e poi esco sbattendo la porta. Appena alzo gli occhi mi trovo davanti mia madre con gli occhi lucidi. Deve avere sentito tutto. Scusa mamma.
«Dove vai, Shane?» cazzo era sull’orlo delle lacrime, per colpa mia, di nuovo. Alzai le spalle. Non avrebbe più pianto per me. Non mi avrebbe più visto in quella casa.
«Da zio Zacky.» Lei annuisce e mi sfiora il volto.
«Non voleva dirlo Shane.» scuoto il capo. Quanto adoro questa donna. Ma suo marito è un vero coglione.
«Eppure lo ha fatto. Non è la prima volta che me lo dice. Ormai credo che sia quello che pensa.»
«Shane!» L’urlo di Brian riempie la casa. «Se ti azzardi ad uscire da quella fottutissima porta col cazzo che poi torni a casa!» io alzo le spalle ed esco di casa sbattendo la porta. io quell’uomo lo odio. Comicnio a camminare per la periferia di Huntington Beach diretto verso casa di zio Zacky ma appena arrivo vedo la casa chiusa. Ottimo. Ora dove cazzo vado? Da zio Matt non se ne parla. Quello se mi urla addosso mi fa volare. L’unico è rimasto zio Jhonny. Forse lui e zia Lacey posso ospitarmi per un po’. Alzo le spalle. Vedrò sta sera. Ricomincio a camminare pensando alla sfuriata di Brian. Forse il mio comportamento non è dei migliori. Okay, lo ammetto ho un comportamento pessimo. Ma cosa pretende dal figlio di un uomo che ha ucciso un piccione con una mazza da baseball? Sbuffo. Però non sono un fallito. I miei voti sono ottimi. Non è colpa mia se mi annoio. Devo pure far qualcosa, no? Forse non avrei dovuto rispondergli in quel modo ma non sono riuscito a controllarmi. Mi fermo ed alzo gli occhi. Sorrido. Sono davanti al cancello arrugginito di Huntington Beach, era un po’ che non ci venivo  da solo. Entro e raggiungo la tomba di mio padre dove mi lascio cadere. Sfioro il nome sulla lapide in marmo e sorrido. Una lacrima mi scende sul viso e me l’asciugo stizzito. Cazzo, io non piango mai.
«Io non sono un fallito.» sussurro. Poi scoppio a piangere definitivamente. Alzo gli occhi e vedo poco più avanti la tomba di Micael. Alcune volte in questa settimana ho pensato di raggiungerlo ma mi sono distratto stolkerando River. Micael. Il mio cazzo di migliore amico settimana scora è morto. Un fottutissimo ubriaco in macchina lo ha investito, di prima cazzo di mattina. Che cazzo ci faceva ubriaco nei pressi di una scuola? Beh, ora sono fottutamente solo. L’unica persona che mi era amica non per i nomi che porto e non per i soldi è morta e mia ha lasciato fottutamente solo. Non è giusto. Ora capisco come si è sentito Brian quando è morto mio padre. La cosa carina è che non l’ho detto ne a Brian ne a mamma Mich. Sono un cretino. Potevano aiutarmi. Anche se a Brian non fotte un cazzo di me. Guardo ancora la lapide di mio padre ed  i singhiozzi mi lacerano.
«Ho sbagliato tutto. Non dovevo dire quelle cose a papà Bri. Mamma Mich credo abbia capito che non lo penso ma non ho pensato a quello che dicevo. Sono stanco di sentirmi dare del fallito. Io non voglio esserlo.» continuo a piangere fino a quando qualcuno si siede vicino a me  e mi abbraccia. Riconosco subito il profumo di mia madre. Quella donna mi conosce. Sapeva di trovarmi qui. Mi bacia un tempia e mi accarezza il capo prima di farmi una domanda con voce dura.
«Perchè hai bevuto Shane?» alzo le spalle ma non rispondo. Dirglielo non riporterà indietro Micael.
«Shane..» ha addolcito la voce ed io non posso fare a meno di lasciare cadere altre lacrime.
«Ti ricordi Micael, il mio amico che papà non sopporta perché dice che mi somiglia troppo come comportamento? Io mio amico epocale?» Mamma Mich annuisce ed io continuo scosso dai singhiozzi. «Settimana scorsa un fottuto bastardo è passato ubriaco davanti a scuola e lo ha investito. Mi è crollato il mondo addosso. Micael è morto.» mamma Mich mi stringe ancora di più e mi lascia sfogare sul suo petto.
«Perché non ce lo hai detto? Tuo padre avrebbe capito.» scuoto il capo. Brian mi odia.
«Brian è occupato a darmi del fallito, se ne fotte dei motivi per cui faccio le cose.» mamma Mich mi sorride e mi bacia ancora un tempia.
«Perché hai scatenato una rissa?» alzo ancora le spalle. Tanto vale raccontarle la verità.
«Steven stava insultando Micael. Diceva che la sua morte era stata un liberazione. Quando gli ho detto di stare zitto ha cominciato ad insultarmi ma come al solito non gli ho dato corda. Poi ha cominciato a sfottere papà.» Mich mi guarda con un sopracciglio alzato.
«Papà..» io sorrido. Mi sono dimenticato di specificare.
«Papà James. Poi anche Brian e te. Non ci ho più visto.» Mich mi carezza la testa e mi sorride. Chi avrebbe  mai pensato che Synyster Fukin Gates fosse la persona severa della famiglia?
«Ho chiamato Zacky, Shane. Sarà fuori casa fino alla fine del mese. Ti prego, torna a casa.» scuoto il capo.
«Andrò da zio Jhonny.» mamma Mich annuì e si alza lasciandomi solo in quel cimitero. Sa benissimo che ho bisogno di questo per calmarmi. Mi alzo soltanto quando il tramonto comincia ad arrossare il cielo. Ho sempre pensato al tramonto come l’inizio di un nuovo giorno, anche se dovrebbe esserne la fine. Saluto i miei genitori e Miacel, per poi incamminarmi verso casa di zio Jhonny. Appena arrivato busso la porta e zia Lacey mi apre facendomi cenno di andare in camera mia sorridendomi. A quanto pare in questa famiglia allargata mi conoscono tutti tranne Brian. Mi chiudo nella mia camera, ne ho una in ogni casa, sono il figlio di the Rev, e quindi un figlio per tutti loro. Mi sdraio sul letto e mi infilo gli auricolari. Non ho intenzione di uscire di qui per le prossime tre settimana. Dopo un paio d’ore che sono sdraiato il mio cellulare comincia a suonare. È mamma.
«Shane, ho parlato con il preside. Ha detto che può chiudere un occhio solo se eviterai le risse e andrai bene a scuola.» annuisco al vuoto. Mi aspettano altri due anni di noia mortale. Odio la scuola. Insegnano cose troppo facili. Sorrido, forse posso saltare un anno.
«Solo se mi sposterà all’ultimo anno.» Mamma tossì stupita.
«Perché dovrebbero?» alzo le spalle.
«Perché mi annoio e quindi mi comporto male. Se mi spostano sarò un alunno modello.» non è vero, mi comporterò comunque male ma tanto vale provare, no?
«Parlerai tu domani con il preside. Ti prego Shane, comportati bene.» sospiro ed annuisco. Che palle. Farò come vuole. Brian deve capire che io non sono un fallito. Chiudo gli occhi e ricomincio ad ascoltare la musica. Prendo le bacchetto e le muovo nell’aria come se stessi suonando una batteria invisibile. Non dovrò rispondere alle provocazioni di Stevens. Che palle, da qui alla fine dell’anno niente risse. Sarà impossibile. Ce la farò mai?
 
n.d.a.
Hola gente, spero che il capitolo vi piaccia. Non sono bravissima a scrivere in prima persona diciamo che questa fan fiction è un esperimento, spero che sia comunque leggibile.
Vi prego fatemi sapere quello che ne pensate.
 
Darkness raven 
  
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