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Autore: Callisto12    19/09/2014    0 recensioni
"L'ultima cosa che ricordo è una luce accecante. E poi più nulla."
Sasha si risveglia nel passato senza sapere come ci è arrivata e, peggio, senza sapere come tornare in dietro. Ma non sarà così facile. Perché lei si troverà immischiata in una guerra, la seconda guerra contro i titani. Una guerra di cui ha solo sentito parlare. Riuscirà a tornare a casa? Cosa cambierà la sua presenza?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Le Parche, Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao sono sempre io Callisto12. 
Mi è stato fatto notare che mancava la trama, spero che adesso ci sia.
Vale la stessa cosa di prima: RECENSITE!
Io vado adios. :)



La ragazza che veniva dal futuro
Capitolo 1: salto nel tempo

Sasha POV

L'ultima cosa che ricordo è una luce accecante. E poi più nulla.
Credo di essere svenuta per un po'. Ore? Minuti? Non ne ho idea, ma non è una buona notizia.
Quella buona è che non sono morta. Se fossi uno spirito mene sarei accorta.
Sento dei suoni. Sono ovattati come avessi dei tappi nelle orecchie, ma pian piano si intensificano. Sento dei brontolii, come quelli delle auto, e dei clacson. Clacson? C'è qualcosa che non va.
Inspiro profondamente e un odore nauseante mi pizzica il naso. Odora di marcio e pipì. Pipì?
Apro gli occhi. All'inizio non vedo nulla, poi la vista torna. Sono in un vicolo tra due fatiscenti palazzi di mattoni. Davanti a me c'è la strada, dove passano delle macchine. Questo spiega il rumore dei motori e i clacson.
Cerco di tirarmi su, ma un terribile mal di testa mi colpisce. Riesco ad alzarmi in piedi anche se ho i capogiri. Ma per farlo ho appoggiato una mano su qualcosa di bagnato. Speriamo sia solo acqua e non pipì.
Esco dal vicolo. Ormai è palese che non sono più nel Tartaro, anche se lo sospettavo.
Probabilmente è un sogno. Fare strani sogni è una prerogativa dei mezzosangue. Vorrei svegliarmi al più presto perché sono svenuta nelle mani di un titano. E non è una bella cosa.
Cammino per la strada guardandomi intorno. Quello che cerco è il motivo della mia presenza qui. Però c'è qualcosa che non mi quadra. Una donna ha appena guardato dalla mia parte con disgusto ed ho la sensazione che guardasse proprio me. Mi volto per vedere se c'è qualcuno alle mie spalle. Ma non c'è nessuno. La donna guardava proprio me.
Questo non è possibile in un sogno. Ciò significa che non sto sognando, che sono davvero fuori dal Tartaro. ma questo non ha senso. Perché Crono, il titano del tempo non che padre degli dei, mi butterebbe fuori dal Tartaro? E come potrebbe riuscirci?
Mi specchio in una vetrina. O miei dei! Ho un aspetto orribile! Ho i capelli incrostati di sporco, i vesti laceri e il corpo pieno di tagli. Ok capisco perché la donna mi ha guardato male.
Il primo problema è capire dove sono. Vedo dei cartelli. Provo a leggerli, anche se non sempre è facile a causa della mia dislessia. È inglese, sono scritti in inglese. Quindi sono in un posto dove si parla inglese. È fantastico! E a giudicare dalle strade regolari che formano un reticolo sono a New York. Be è un'ottima notizia così posso tornare all'Isola Mezzosangue.
L'Isola Mezzosangue è l'unico posto sicuro per quelli come me, per i mezzosangue. È un'isola a largo di New York. Quell'isola è la mia casa, è il posto in cui sono nata e in cui ho passato la maggior parte della mia vita. Tanto che sono andata nel mondo reale poche volte e per poche volte. Sembra che io attiri molti mostri.
Mi guardo intorno quando vedo un edificio con un'insegna. Ci metto qualche secondo a leggerla. Ma cita: "Esercito della salvezza". Se non sbaglio è un'agenzia che aiuta i poveri, quindi magari trovo un aiuto.
Mi dirigo verso l'edificio ed entro. Sono in una specie di hall con delle scrivanie e della persone dietro. L'edificio è in rovina e ha bisogno di un po' di cure. Ma dubito che ne abbia mai avuti o che ne avrà mai.
- O mio Dio - dice una donna con la pelle scura, quando mi vede. È sulla quarantina credo, anche se non riesco a capirlo visto che porta un vestito da suora.
Mi si avvicina e mi abbraccia. - Cosa ti è successo cara? -
- M...mio...p...padre - dico. So benissimo che non posso dirle la verità: è una mortale. E dubito che mi crederebbe. Non mi piace mentire, ma sono brava e so esattamente che tipo di storia raccontare visto la mia situazione e dove sono.
- Cara ci occuperemo di te. Intanto vieni a farti una doccia - mi dice accompagnandomi verso una porta. Quando il mio sguardo cade su un giornale. Mi avvicino e lo prendo in mano. È il New York Times. E riporta la notizia di una tempesta che affligge il paese. Guardo l'immagine. Mostra un enorme uragano, ma mi sembra di intravedere un essere enorme dietro. Ma è quando il mio sguardo si posa sulla data che rimango senza fiato.
- Il giornale di quando è? - chiedo
- Di ieri, mia cara. Su vieni - mi dice la donna tirandomi via.
Non è possibile. Il giornale riporta la data di quasi vent'anni fa. Un'idea mi affiora alla mente. Sono nel passato. Crono mi ha inviato indietro nel tempo.
   
 
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