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Autore: ethy    20/09/2014    2 recensioni
la storia prende spunto dall'ultima puntata della terza serie, raccoglie i pensieri di Killian, i suoi timori, e le sue speranze, ed aggiunge nuove avventure che non contengono spoiler per la prossima stagione.
"il più spietato di tutti i mari......il piu temibile, anche per se stesso.. era caduto rovinosamente ai piedi dei suoi occhi verdi."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si era fatto tardi, loro erano ancora in giro, Grammy stava chiudendo e Mary Margaret iniziava a stare in ansia.
-Dici che....-
-Neve, non pensarci, fino a non molto tempo fa li avrei seguiti o avrei ucciso il pirata prima di permettergli di toccarle anche solo una mano... Ma ora, sinceramente, mi chiedo se non siano fatti per stare insieme... Ma non lo scopriranno mai se non lasciamo a loro la libertà di scegliersi.-
- da quando sei diventato così saggio nonostante si parli di tua figlia?-
David sorrise, ma non rispose, scoprire che Uncino era il principe Charles, dopo che si era portato il ricordo di quelle parole sull amore..lo fece riflettere molto sul pirata, sul suo modo di agire, su come lo aveva voluto salvare sull isola che non c e, e sugli sguardi che Killian li lanciava tutte le volte che gli suggeriva di preparare la sua famiglia al peggio, e di come lo aveva ingannato pur di salvarlo, si, era sempre e solo per Emma, ma lo sguardo era di chi aveva perso tutti gli affetti e non voleva che anche lei perdesse i suoi famigliari, solo adesso riusciva ad intravedere la sofferenza di quell uomo.
Voleva dargli una possibilità, voleva se poteva, se lo accettava essere un po' come Liam, in fondo gli aveva detto che si sarebbero piaciuti...
....e forse avrebbe potuto evitare che si ficcasse nei guai... E che ficcasse nei guai anche sua figlia.
Era strano voleva proteggere anche lui.


Emma e Killian stavano ancora mano nella mano, passeggiavano avanti e indietro sulla riva senza dirsi una parola, lui ogni tanto  si fermava, le si metteva di fronte, le spostava qualche ciocca bionda dal viso portandola dietro le spalle, le contemplava gli occhi, le sorrideva, le sfiorava la mano con le labbra e tornava al suo posto, a fianco a lei, e riprendeva a camminare annusando l'aria salmastra e perdendosi con lo sguardo nell'oblio del mare calmo.
Lei lo assecondava, incerta e spaesata, perché lui non faceva nulla per baciarla? Perché non le diceva nulla?
Si era accorto dei dubbi di lei, ma come spiegarle che se provava a baciarla,non sarebbe sopravvissuto al reclamare del suo cuore, prepotente e forte come un tuono?
Come spiegarle che anche solo stare mano nella mano gli restituiva un calore tale che era sufficiente a farlo sciogliere e tremare?
Forse lei non sentiva nulla di tutto questo, un giorno forse lo avrebbe amato così, o forse no.... Non importava, erano insieme ora e al momento per lui era sufficiente.
-Emma, sei stanca?-
-Ti riporto a casa, se vuoi-
Lei lo guardò sorpresa, ma annuì. 
-Domani, ti va di guardare le stelle?
Che cosa buffa pensó lei, ma acconsentì guardandolo con aria interrogativa
-tesoro, non credere, si possono fare un sacco di cose guardando le stelle-
Disse Uncino, dondolandosi, avvicinandosi, con quell aria divertita, intrigante e quel sorriso ammiccante al quella lei solitamente sbuffava per non sorridergli dandogliela vinta.
Ecco quello era il suo Capitano, non il ragazzo che ha passato a contemplarla per più di di due ore, ma quello che ammiccava, la prendeva in giro senza freni ma con dolcezza, quello che le diceva i suoi pensieri schietti, senza riserve, senza badare se facevano male o meno, o forse, lo sapeva e voleva solo scuoterla... Beh, l' indomani l' avrebbe scoperto... Sotto le stelle.


La bació sull' uscio di casa, la abbracciò e si girò.
Senza voltarsi indietro se ne andó.
Lei non fece in tempo nemmeno a chiedergli dove avrebbe dormito senza piú la sua nave.

Lui accellerò il passo, prima che lei potesse chiedergli dove avrebbe dormito quella notte, prima che potesse vedere la mancanza della sua nave adagiata sul suo sguardo.
Si rifugiò al molo, si sedette a terra, distese le gambe, bevve un sorso di rum scrutando l orizzonte calmo del mare argenteo.
-Ehi, pirata-
-Emma mi ha chiamata, stavo chiudendo il locale... Voleva sapere se eri passato per una stanza... Non vedendoti sono venuta a cercarti, seguire il tuo odore è facile-
-grazie, stai sottolineando che mi servirebbe un bagno, gentile da parte tua, lo farei anche, ma l' acqua ora è gelata.- rispose lui 
Ruby era lì, impalata quasi scocciata..
-l' ho fatto solo per Emma, comunque é facile trovarti per me, sai di mare, di rum,di caffé, di lei, e ho sentito anche della  cannella.... non mi stai particolarmente simpatico, non so cosa ci trovi in te, tanto da preoccuparsi-
-bene lupachiotta, mi ha trovato ora puoi andare- iniziava ad essere scortese, voleva stare da solo.. Non voleva trattarla male, voleva solo stare da solo.
Lei gli tiró la coperta che aveva portato con sé. - se vuoi domani c e una stanza per te, con vista mare, purtroppo stai simpatico a mia nonna-
Lui la guardó, alzó il sopracciglio e le fece uno dei suoi sorrisi da ragazzaccio, come volesse spogliarla con gli occhi, lei lo guardò con disprezzo, si giró e se andó.
Ma lo sapeva, lei stava sorridendo, la sentiva, era simpatico anche alla lupa, ma non poteva ammetterlo.
Prese la coperta la adagiò sulle gambe e fissó lo sguardo al cielo cercando la stella polare, la stella che lo assisteva da sempre, anche dall' isola che non c'è, non poteva usarla per navigare in quei mari, cambiava sempre posizione durante la navigazione, bastava un niente che il cielo cambiava schema, forse x non far trovare la strada di casa, o per proteggere l' isola il cielo si mascherava, ma la riconosceva sempre, sapeva che era lei, e nessuno dei suoi marinai riusciva a capire come lui facesse a trovarla sempre, forse perché era il capitano,forse perché aveva studiato tutte le mappe stellari esistenti, lui sapeva come trovare quella stella che brillava fin dai tempi antichi.
La salutò, le diede la buonanotte e nel farlo poi si accucció sotto la coperta, per un attimo rimase perplesso, il suo ciondolo, quello che sembrava un frammento di cristallo, quello che suo padre gli diede dicendo che era della madre, che lei voleva lo avesse lui e non Liam, brilló.
Un riflesso di luce forse. 
Killian si addormentò pensando a quel piccolo bagliore ed a sua madre, che non aveva mai visto, a Liam che gli ricordava di come lui avesse i suoi occhi, quell azzurro così limpido come il cielo una mattina d estate, e come cambiavano colore in un mare in tempesta, quando la rabbia saliva.
Ecco, cosa succede a lasciare il cuore libero, si diventa rammolliti, doveva riprendersi, era un pirata, spietato, cattivo, terribile e temibile, eppure......veramente aveva gli occhi della madre?
La stanchezza prese il sopravvento, si lasció cullare dalle onde leggere.
La stella del Nord, lo stava osservando.
   
 
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