Capitolo sei


Almeno loro possono permettersi di divertirsi e farsi notare, pensò Remus mentre usciva dall'aula lasciandosi indietro Black e Potter.
Sia chiaro, non era molto d'accordo con questi atti di bullismo gratuito, ma era soltanto un po' invidioso del fatto che quei due non avessero nulla di grosso da nascondere da impedirgli di farsi notare. Beati loro.
La Sala Grande era gremita quando lui vi mise piede. Aveva una fame... da lupi (solo quando fu morso capì quanto fossero veritiero questo detto) e si sedette nel primo posto che vide, mentre prendeva, famelico, alcune cosce di pollo.
«Avete sentito di quei due del primo anno?»
«Black e Potter?»
«Sì, sì hanno combinato uno scherzo bello grosso all'ora di Pozioni»
Le voci girano in fretta.
Se quei due avevano l'obiettivo di diventare famosi, be' ci erano riusciti.
Aveva quasi finito il suo pranzo, quando quel ragazzino grasso che aveva incontrato sulla barca si sedette piuttosto mollemente di fronte a lui. Aveva un'aria soddisfatta, almeno così parve a Remus.
Non dovette aspettare tanto perché scoprisse il motivo. Poco dopo venne raggiunto da Black e Potter che batterono un cinque sulla spalla di Minus.
«Eccolo qua quello che non si è fatto beccare!» esclamò Black mentre si sedeva e afferrava un toast.
«M-m io...» balbettò il ragazzo grasso.
«Ma stai tranquillo, non ce l'abbiamo con te!» esclamò James prima di scoccare un'occhiata furtiva a Remus, il quale, capendo di essere sicuramente sgradito, tirò fuori un libro in modo da dissimulare il fatto che stesse ascoltando.
«Be' dipende» aggiunse Black, in tono serio «Peter, ti piacere sventrare rospi cornuti?»
«Ehm no...»
«Aaah peccato! Potevi sostituirmi nella punizione. Ti avrei lasciato con James in questo lavoro utile e responsabilizzante!» pronunciò le ultime parole imitando la voce di Lumacorno.
Remus li lasciò ridere nella Sala Grande, pensando che mai e poi sarebbe diventato uno di loro.
Ben presto si sarebbe ricreduto.

«È da un po' che lo osservo» proruppe Sirius mentre azzannava una bistecca «Secondo me sarebbe un buon elemento».
«Dici?» disse James mentre osservava Lupin uscire dalla Sala «Sembra così tranquillo, indifeso, secchione... non è uno che ama farsi notare».
«Per me nasconde qualcosa» dichiarò Sirius mentre sbocconcellava il pane «Per questo è così schivo... comunque, è un buon elemento perché è insospettabile. Dai chi mai lo accuserebbe di qualche malefatta? Ha un'aria talmente innocente e indifesa, non farebbe male a nessuno».
«Se non ti conoscessi, direi che ti sei innamorato di lui» ribatté James con un sorriso mentre Sirius gli colpiva una spalla «Per fortuna che ti conosco e so già che hai già puntato Mary Jane di Tassorosso».
«Potrebbe essere il cervello delle nostre pazzie» riprese Sirius mentre il rossore comparso sulle sua guance spariva «Secondo me è capace di inventar le peggiori cose. Solo che non potremo andare da lui e chiedergli:”Senti, vorresti far parte della nostra combriccola? Saresti il cervello della compagnia, che ne dici eh?”, non potrebbe mai funzionare».
«Potremo coinvolgerlo in qualche scherzo senza che lui lo sappia» intervenne timidamente Peter Minus.
Gli altri due lo guardarono come se avessero trovato una figurina rara nelle Cioccorane.
«Ma questa è un'idea grandiosa!»
«Dovremo solo trovare lo scherzo giusto»
«Al momento giusto!»