Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: manifredde    20/09/2014    2 recensioni
Un incontro.
Un incontro che può cambiare tutto o non cambiare niente.
Potrebbe far cambiare le vite di Louis e Paige?
Magari si, magari no. Sta a loro scoprirlo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

 

Right now
I wish you were here with me
‘Cause right now
Everything’s new to me
You know I can’t fight the feeling
And every night I’m feeling
Right now
I wish you were here with me
One Direction-Right Now

 

Sgranai gli occhi di colpo e feci istintivamente un passo indietro, facendo così dividerere le nostre labbra, prima di guardarlo con un espressione sbigottita e piuttosto confusa. Il suo sguardo era confuso quanto il mio , ma ben più imbarazzato. Indietreggiò rapidamente anche lui, evitando il mio sguardo, tenendo il suo fisso a terra.
"Liam, cos'era?" la voce mi uscì dalle labbra come un sussurro soffocato, parlai così piano che non fui ben sicura che mi avesse sentito. Era una delle ultime cose che mi aspettavo potesse accadere quella sera, da lui, soprattutto.
In tutto quel tempo nessuno dei due aveva mai ammesso i sentimenti, o almeno la grande attrazione, che provava verso l'altro, e ora che era successo quel qualcosa, entrambi ci stavamo pentendo di tutto.
"No, no nulla, non era nulla" biascicò cosi velocemente che feci fatica a sentirlo. Le guance gli erano diventate lievemente più colorite, sul rossiccio leggero, proprio come le mie probabilmente, anche se non me ne rendevo bene conto.
"Che avevi intenzione di fare con quella cosa?" mi pentii subito delle mie parole e del mio tono, che risultavamolto più allarmatodi quello che era, che a occhi esterno era parso a Liam soprattutto accusatorio.
"Io? Nulla, Paige, ho detto nulla." mi lanciò un' occhiata di sbiego prima di girare i tacchi e andare a passo sostenuto verso la portafinestra, tentennando un istante prima di fare il passo sulla soglia, per entrare, e sparire dietro di essa.
Piegai il braccio verso il mio viso e sfiorai lentamente con i polpastrelli il mio labbro inferiore, con lo sguardo perso nel vuoto e la mente distante.
Miele. Le sue labbra sapevano di miele, dolce e avvolgente, come il suo profumo,solo più amplificato.
Scossi la testa come per mandare via quei pensieri dal cervello.
Sapevamo sia io che lui che era sbagliato tutto, ma non avevamo il coraggio di ammetterlo, ne la voglia di soffrire più nel poterci guardare ma nel restare effettivamente lontani.
Iniziai a camminare a passo svelto, per quanto i tacchi potessero permetterlo, e tornai al piano di sotto dove la festa stava continuando ad andare avanti, apparentemente senza problemi.

Cercai Liam con lo sguardo tra la massa di persone che scorrevano rapide davanti i miei occhi, ma non fui così sorpresa di non trovarlo da nessuna parte, probabilmente stava già tornando a casa.
Ringraziai di sfuggita le persone che mi facevano gli auguri mentre passavo per la sala, infilandomi e sguasciando tra i corpi che si muovevano a ritmo di musica.
Raggiunta la cucina sbuffando, raccolsi uno dei pochi bicchieri rossi ancora puliti rimasti, e ci versai abbondantemente del gin,con un movimento secco. A quanto pare gli alcolici erano andati via come acqua, sul tavolo erano rimaste appena tre bottiglie mezze piene, constatai, mentre mandavo giù il liquido caldo. Adagiai il bicchiere ancora mezzo pieno sul ventre e mi appoggiai con il bacino al piano in marmo mentre cercavo qualche volto conosciuto attraverso la porta lasciata aperta, che dava sulla sala. Mi tirai su con i fianchi e iniziai a camminare a passo svelto verso la porta avanti a me alla vista di una testa bruna familiare. Louis era di schiena rispetto a me ma lo riconobbi dalla postura curva delle spalle, leggermente inclinate verso il basso. Gesticolava animatamente con il braccio destro e teneva nella mano dell'alto un bicchiere pericolosamente pieno di un liquido colorato, mentre sorrideva felice, raccotando probabilmente una delle sue innumerevoli avventure da rincoglionito. Vicino a lui c'erano un paio di ragazzi e una ragazza che lo ascoltavao attenti, presi dal racconto. Arrivai alle sue spalle e posai una mano sulla sua schiena, coperta dalla maglietta chiara, leggera.
Si fermò dal raccontare e si girò verso di me, tendendo le labbra in un sorriso dolce.
"Piccola festeggiata! Come sta andando? Ti piace la festa?"
"Benissimo, è bellissima, avete fatto tutto questo per me e non vi ringrazierò mai abbastanza" mi sforzai di tendere le labbra in un sorriso credibile prima di girarmi verso gli altri presenti e presenarmi gentilmente. I due ragazzi leggermente più scuri di carnagione erano fratello e sorella, gemelli per la precisione, e a guardarli bene si assomigliavano in una maniera disarmante.
La ragazza, Dennise, era più bassa di lui di una spanna, i capelli le ricadevano lisci fino a poco sotto le spalle. Aveva le labbra carnose tese in un sorriso, gli occhi scuri,leggermente truccati e contornati da folte e lunghe ciglia, riflettevano la flebile luce, donandogli un colore caramellato.
Il ragazzo, Andy, aveva il viso più squadrato, le labbra erano leggermente più sottili di
quelle della sorella, i capelli, dello stesso colore, erano tirati in un ciuffo alto con la lacca e gli occhi riflettevano lo stesso colore scuro di quelli di lei. Dopo delle rapide presentazioni si rivolse di nuovo a me.
"Allora, che ne pensi della casa? Ti piace?" chiese con il suo solito entusiasmo mentre appoggiava il bicchiere ormai vuoto su un tavolino di legno basso, tenendo lo sguardo verso di me.
"Oh si, è molto bella, e soprattutto enorme! Da chi l'avete affittata?" chiesi curiosa infilando le mani nelle tasche enormi della giacca di jeans che avevo addosso.
Louis scoppiò in una fragorosa risata, mestre scuoteva vigorosamente la testa. "Affittata? No piccoletta, è casa mia questa".
Ah,quindi era casa sua quella villa enorme.
Porca puttana.
"E avete organizzato tutto quest tu e Niall, da soli?" chiesi dopo aver sfilato la mano destra dalla tasca calda per ricambiare con un cenno di mano e un sorriso il saluto dei due ragazzi che si stavano allontanando per andare a salutare dei loro amici, prima di far tuffare di nuovo la mano nella tasca anteriore del giacchetto, cercando di farla scaldare,essendo ancora leggermente infreddolita dall'aver passato tutto quel tempo all'aperto, sul terrazzo.
"Tutto da soli, solo noi due" mormorò annuendo appena, sorridendo, posando una mano alla base della mia schiena con un movimento fluido mentre faceva un cenno della testa a un gruppetto di persone poco più in la di noi di andare verso il giardino. Mi spinse lentamente fino alla porta della cucina che dava all'esterno, premendo delicatamente la sua mano estremamente calda contro la base della mia schiena. Appena fatto un passo fuori un piccolo gruppo di persone, più o meno venti, iniziò a cantare a alta voce "tanti auguri". Quanti altri momenti imbarazzanti dovevo passare in quella serata prima di essere lasciata in pace? Niall era poco più avanti di me e teneva tra le mani una torta al cioccolato con due candeline sopra, un uno e un otto.
Sorrisi imbarazzata mentre si avvicinava e poggiava la torta su un piccolo tavolo vicino a me, dove già c'erano dei piattini bianchi puliti. Alzò il viso e sorridendo mi incitò con lo sguardo ad avvicinarmi a lui.
Lo affiancai a passo lento e abbassai il viso per spegnere le candeline con un soffio, ad occhi chiusi, esprimendo un desiderio.

Scivolavo tra le persone cercando con lo sguardo un ciuffo scuro e sparato in aria tra il via vai generale. Le persone stavano iniziando ad andare via, lasciando così il salone e la cucina quasi mezzi vuoti. Zayn era scomparso subito dopo essere tornato giù dal terrazzo come svanito nell'ombra, praticamente come sempre. Dopo un quarto d'ora buono di ricerche senza alcun risultato decisi di tornare in cucina, buttandomi su una sedia libera al lato del tavolo centrale, provando ad assimilare nel contempo almeno un pò di tutto quello successo nelle ultime ore.
Zayn si era offesso, per la mia mancanza di fiducia in lui o solo essendo a conoscienza che avevo capito tutto quello che gli succedeva dopo poche sue frasi; Liam era arrabbiato, giustamente, credo, e lo avevo trattatto così male che mi facevo schifo da sola. Il mio non reagire, il suo sguardo triste e perso.
Vaffanculo, Paige.
Il casino nella mio cervello era solo un aggravante per il mio mal di testa, volevo solo sparire da quel caos, tornare alla vita monotona e ripetitiva di sempre, mi era sempre bastata.
Passai nervosamente le mani tra i capelli sciolti e coprii gli occhi con i palmi di esse, schiudendo le labbra in uno sbuffo leggero, carico di ansia e stress.
Chiusi gli occhi e provai a rilassarmi, facendo dei respiri leggeri e e profondi. Dovevo tornare dagli altri, dovevo almeno finire di passare la serata con loro.
Pochi istanti prima di alzarmi sentii una mano calda poggiarsi sulla mia spalla delicatamente, prima di sentire un sussurro flebile vicino il mio orecchio destro, facendomi aprire gli occhi di scatto per la sorpresa.

 
 

OKAY SONO QUI 
è ricominciata la scuola, mado, già non ce la faccio, proverò ad aggiornare più spesso tra il sabato e la domenica.
Ho notato che quando ho scuola ho più tempo per scrivere visto ch sco meno, ma è tutto relativo dato che mi danno una valanga di compiti già ora.
Comunque, questo è ilcapitolo, spero vi piaccia :) 
un bacio, manifredde. :)
potete trovare questa FF anche su wattpad, insieme a tutto il resto pubbicato qui, vi lascio il link del profilo: manifredde

crediti per il banner a @weareallmad :)
(Se volete contattarmi questo è il mio Twitter)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: manifredde