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Autore: astarinthefantasysky    20/09/2014    1 recensioni
Quattro ragazzi, quattro elementi. Alissa controlla l'acqua, e si è appena unita al gruppo dopo giorni di sofferenza e combattimenti. E' confusa, non si fida di nessuno, vuole risposte ma tutti la reputano troppo debole per sostenere il peso di una orribile verità. L'unico raggio di luce sono i suoi coetanei, gli altri custodi, in particolare Aiden, custode del fuoco che sembra capirla più di ogni altro. Non potrebbero essere più diversi, ma il loro legame è potente e terribilmente pericoloso.
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Dal testo:
Aiden si accorse della sua espressione terrorizzata. Sapeva anche lui come era finita l’ultima volta che Alissa aveva visto qualcuno lanciare un coltello. Le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla provocandole la solita scossa che sentiva ogni volta che si toccavano. “Ehi, non devi avere paura. Non sei come loro, non sei crudele come loro. Sei forte e sei in grado di distinguere cosa è giusto e da cosa è sbagliato. Ricordi la nostra promessa?”
Alissa annuì con le lacrime agli occhi. Doveva essere forte, doveva resitere, era una combattente, una forza della natura.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciaoooo!!!
Scusate il ritardo per aggiornare ma mi farò perdonare...il capitolo è lungo il doppio rispetto al solito!!!
Ricordate che vi avevo parlato di una sorpresa?
Bene...prontiiii...

Ho deciso di associare la musica a un po’ di capitoli! Mentre scrivo di solito ascolto musica e così ho deciso di provare ad associare a ciascun capitolo il tipo di musica che mi ha ispirato o che mi ha aiutato a entrare nei personaggi. La musica per questo capitolo è.... https://www.youtube.com/watch?v=2Ek3WMM7I-0
Ascoltatela mentre leggete e poi ditemi cosa ne pensate!!!
In questo caso sia il ritmo che le parole possono essere collegate al capitoloJ
Fatemi sapere cosa ne pensate della storia!
Ringrazio tutti: lettori, recensori, chi mi segue e chi ha messo la storia trai preferiti!
A prestoooooo

 
Alissa si mise a cercare la palestra, quando poco dopo incontrò Boras vestito con dei pantaloncini neri e una maglietta grigia. E aveva il marchio dell’aria che gli avvolgeva tutto il braccio. La salutò con un abbraccio.
 
“Ehi! Pronta per l’allenamento?”
“Si! Stavo proprio cercando la palestra!”
“Vieni, andiamo insieme.”
 
Scesero un’alto piano di scale e si trovarono davanti a una  enorme palestra completamente attrezzata, c’erano sacchi da pugilato, una parete di arrampicata, manichini per il lancio dei coltelli, dei contenitori con le protezioni per il combattimento corpo a corpo, guantoni da pugilato, ma anche le classiche macchine da palestra.
 
Poi su un lato della palestre c’erano cinque stanze  grandi quanto la sua camera da letto.
“Cosa sono quelle?”
“Le stanze per l’allenamento personale. Sai, ciascun elemento ha bisogno di delle particolari forniture per evitare pasticci come quello dei tubi...” le fece ‘occhiolino.
“Si ma le stanze sono cinque e...”
“Una è insonorizzata per allenarsi a sparare”
“Oooooh” Sparare? E chi aveva parlato di sparare? Tecnicamente era già una serial killer visto che aveva già ucciso tre uomini, non aveva  certo bisogno di diventare più letale.
 
“Eccoci!” la voce di Aiden risuonò nella palestra.
Aveva anche lui indossava gli stessi pantaloni neri di Boras ma portava una maglia rossa al posto di quella grigia.
Affianco a lui c’era Gaia, vestita con un completo da allenamento simile a quello di Alissa con l’unica differenza dei colori: Pantaloncini marroni e canottiera verde. Sembrava che si fossero tutti volutamente vestiti con i colori rappresentanti del loro elemento.
 
Aiden raggiunse Alissa.
“Pronta?”
“Assolutamente si!”
“Bene, seguimi.”
Andarono in una delle cinque stanze attezzate per l’allenamento personale. Era quella dell’Acqua: aveva una grande piscina di acqua dolce. Alissa non sapeva come facesse a conoscere lo stato dell’acqua ma era qualcosa di automatico.
C’era anche un enorme contenitore pieno di ghiaccio, affianco ad esso c’era un computer touch con la schermata di blocco con su scritto: “Simulazione”
 
Chiuse la porta e la mise al centro di una sala piena di specchi.
 
“Bene” comiciò Aiden.
“Il primo passo per controllare la tua essenza è riuscire a vederla. Ora chiudi gli occhi e concentrati bene su quello che ti dico: immagina di dividere te stessa in parti, separa il corpo dall’anima, Cos’altro è rimasto dentro al tuo corpo?”
“Organi, sangue, muscoli e ossa?!?!”
“Per l’amor del cielo, Alissa concentrati! Ora riprova: immagina di vederti dall’alto, ok? C’è una
nebbiolina dentro la testa, giusto?”
 
Non aspettò una risposta.
 
“Immagina di prendere quella nebbiolina e di spostarla, cosa vedi ora?”
“Un vortice d’acqua”
“Bene, spostalo oltre la tua testa. Immagina di farlo comparire sulla mano destra.”
 
Alissa si concentrò e ripetè a se stessa “Mano destra, mano destra”. Poi sentì  un formicolio proprio su quella mano.
 
“Apri gli occhi, ma non perdere la concentrazione.”
 
Alissa li aprì lentamente e poi guardò la sua mano: c’era uno zampillio d’acqua che continuava a sgorgare.
Alissa  guardò Aiden con la faccia molto stupita e lui le sorrise.
 
“Brava, ora fallo diventare più grande”
 
Lo zampillio iniziò a far sgorgare più Acqua  che avvolse Alissa.
Alissa era stupefatta di quel che stava facendo, ora plasmare la sua Essenza era naturale come respirare.
 
“Ora riporta tutta l’Acqua dentro di te”
 
Alissa si concentrò e immaginò di risucchiare l’Acqua dentro di sè, e così successe.
 “Wow!”
 
Aiden disse “Bene adesso dovai farlo da sola e  prepararti a spegnere questo!” e con una mano fece comparire un muro di fuoco.
Alissa  venne presa dal panico, non aveva mai amato il fuoco e poi per varie vicende il suo rapporto con il fuoco non era certo migliorato, si sentiva soffocare e iniziò a respirare affannosamente.
 
“Alissa! Concentrati! Dovrai convivere con questo per tutta la vita!”
 
Alissa mise insieme tutte le sue forze e scatenò un’onda d’Acqua che si abbattè sul muro, bagnando anche lei e Aiden. Si misero entrambi a ridere.
 
“Almeno per oggi niente più docce!” disse Alissa ridendo.
“Ci puoi giurare!” rispose Aiden mentre si toglieva la maglietta bagnata.
“Ora vai da Boras,  vi dovrete  allenare assieme, e poi con Gaia. Io ora mi alleno un po’ da solo.” Disse mentre uscivano dalla stanza.
 
Boras era già fuori ad aspettarla.
“Cosa ci fate tutti bagnati?!”
“E una storia lunga” disse Alissa lanciando a Aiden uno sguardo d’intesa.
“Ci vediamo dopo!” disse Aiden, lasciando Alissa con Boras.
 
 
L’allenamento fu difficile: prima cercarono di cooperare per modificare l’intensità delle onde nella piscina con l’aumentare del vento di Boras, poi sperimentarono vari modi per creare precipitazioni atmosferiche e poi passarono ai tornado d’acqua. Alla fine dell’allenamento Alissa era disrutta e sopratutto bagnata, ma le mancava ancora l’allenamento con Gaia, fortunatamente poi avrebbe avuto un paio d’ore per riposarsi prima dell’allenamento fisico.
 
Entrò nella sala da allenamento di Gaia: era piena di piante di qualsiasi tipo, molte delle quali Alissa non avrebbe saputo nominare, c’era una piccola serra e un terrario.
Si allenarono su come potevano modificare le potenzialità delle piante con l’aggiunta dell’acqua di Alissa, crearono diverse consitenze di terra e piante che si potevano adattare a diverse condizioni atmosferiche.
 
Quando finalmente finirono tutti gli allenamenti si recarono nella sala da pranzo per mangiare: qualcuno aveva già preparato una gran quantità di piatti per tutti i gusti, ma tutti con un elemento in comune, erano leggeri per affrontare l’allenamento fisico dopo.
 
Dopo mangiato avevano ancora un’ora così andarono tutti nelle loro camere per riposarsi un po’. Quando Alissa entrò in camera insieme ad Aiden trovò il letto di Aiden monatato accanto al suo. Alissa andò nella cabina armadio e si cambiò dai vestiti bagnati per mettersi quelli da allenamento asciutti e Aiden fece lo stesso. Si sdraiarono ciascuno sul proprio letto e accesero la tv. Iniziarono subito a battibeccare sul programma da vedere: Alissa voleva vedere un film drammatico mentre Aiden un film d’azione. Cominciò una lotta per il possesso del telecomando fino a quando alissa non cadde dal letto finendo su quello di Aiden.
“E va bene hai vinto tu!” disse Alissa fingendosi imbronciata.
Lui rispose con un sorriso.
“Io vinco sempre”  rispose con un finto tono saccente.
 
Guardarono il film d’azione seduti sul letto di Aiden ed Alissa dovette riconoscere che in fondo il film non era tanto male, Ma non si concentrò molto sul film perchè era concentrata su  una cosa che le tormentava il cervello da tutto il giorno: Peter. Cosa stava facendo? Credeva che fosse morta? Era al sicuro? La stava cercando?Non poteva lasciar morire così la loro amicizia, peter si meritava delle risposte. Se non le avrebbero permesso di incontrarlo avrebbe voluto scrivergli almeno una lettera d’addio, a lui e a Amy, per spiegare che lei stava bene e che non dovevano preoccuparsi...che gli mancavano più di ogni altra cosa al mondo e che avrebbe dato qualunque cosa per abbracciarli un’ultima volta.
 
“Tutto ok?” le chiese Aiden a un certo punto.
“Si...ehm...certo, perchè?”
“Sembri distratta, distante....”
“Ehm...no no è tutto ok, tranquillo” mentì Alissa.
Aiden sorrise poco convinto, si capiva benissimo che sapeva che era na bugia.
“Dobiamo andare” disse Alissa guardando l’orologio per togliersi da quel momento di tensione.
“Si, ehm...certo, andiamo.”
E si incamminarono insieme fino in palestra.
 
Lì c’erano già Gaia e Boras ad aspettarli.
“Ciao!” disse Gaia, bellissima come sempre.
“Mi piacerebbe proprio essere almeno un po’ come lei...” pensò Alissa “I capelli sempre perfetti, la carnagione abbronzata, l’armonia del viso, il fisico perfetto. Tutte cose che io non ho” pensò triste Alissa.
“Hey!” rispose Aiden.
Boras sorrise ad Alissa.
“Ciao”disse lei in risposta a Gaia e Boras.
 
“Vieni!” le disse Boras.
Alissa lo seguì sino alla sala con gli specchi.
“Ora devi fare riscaldamneto per mezz’ora, dopo possiamo incominciare l’allenamento vero e proprio...fai quello che faccio io!”
“Ok, capo!”
 
Dopo il riscaldamento andarono in sala pesi dove si allenò per un’ora seguita da Boras.
Dopo la portò in una sala piena di manichini e sachi da boxe dove si stavano allnando anche Aiden e Gaia nel combattimento corpo a corpo, sembrava che stessero danzando: si muovevano veloci e aggraziati,  riuscivano sempre a sfuggire a un colpo un secondo prima che li raggiungessero in perfetta sincronia. Quando entrarono lei e Boras, Aiden si distrasse un secondo e così Gaia ebbe il tempo di approfitare della distrazine di Aiden per afferrare Aiden per il collo, ma mentre lo stava per buttare a terra Aiden riuscì a girarsi a a far finire Gaia a terra. Le imobilizzò le gambe e afferrò i polsi con le mani, tenendoli a terra. Gaia continuava a cercare di divincolarsi scagliando calci e facendo resistenza contro le mani di Aiden ma senza successo.
 
“1...2...3!!!” eclamò Aiden finalmente liberando Gaia.
“Ho vinto di nuovo mia cara!”
“Ho visto!” disse Gaia imbronciata.
“Daiiii non te la prendere ti darò la possibilità di farti stracciare tante altre volte!” le disse Aiden facendole l’occhiolino.
“Ah-ah...vedremo”rispose lei accennando un sorriso.
 
“Allora” cominciò Boras “Ora ti insegnerò la mossa più semplice per neutralizzare un aggressore machio ok?”
“Ooook”
“Afferrami il collo con la mano sinistra Alissa lo fece ma Boras era troppo alto per lei così si dovette mettere in punta di piedi. Boras rise.
“Bene, ora piega il braccio destro in modo di rivolgere il tuo gomito verso il mio sterno” Alissa eseguì gli ordini.
“Ok, ora alza il ginocchio destro all’altezza del mio bacino...”
“Aspetta, non vorrai mica che io ti tiri un calcio nelle...”
Boras si mise a ridere “No, non a me!Ma al possibile aggressore si! E tranquilla sono abbastanza sveglio da scansarmi in tempo.”
“Uhm-uhm vederemo” rispose Alissa con un finto sguardo di cattiveria.
 
“Allora, io adesso verrò verso di te come se volessi tirarti un pugno, tu mi dovrai scansare e fare quello che ti ho insegnato ok? Non avere paura di farmi male”
“Se lo dici tu...”disse Alissa titubante..
“Pronta?” disse Boras e la posizionò a un metro di distanza da lei.
Poi con la mano destra fece per sferrare il colpo, Alissa lo scansò veloce, dimenticava sempre come fossero rapidi i suoi riflessi, si abbassò e fece esattamente quello che le aveva deto Boras con una velocità tale da prenderlo di sorpresa facendolo cadere a terra poi fece esattamente quello che aveva fatto Aiden con Gaia e gli bloccò i polsi e le gambe.
 
 “Ho vinto!” disse lei con uno sgardo furbo.
 
Si distrasse un attimo per cercare Aiden con gli occhi e lo vide che li guardava dall’altra parte della stanza, quando Alissa lo guardò sollevò il sopracciglio in segno di sorpresa ed Alissa gli sorrise.
 
Nei pochi secondi in cui si era distratta Alissa aveva allentato le presa su Boras che ne approffittò per girarsi e far finire Alissa a terra e bloccandola con la sua stessa mossa. Aveva il viso a pochi centimetri dal suo e sibilò: “Non perdere la concentrazione”e la liberò.
 Riprovarono la mossa arie volte fino a che Alissa non fu in grado di compierla perfettamente.
 
“Direi che con me per oggi hai finito” le disse soddisfatto. “Ti lascio con Aiden, hai deciso cosa insegnarle oggi?”
“Lancio dei coltelli!” fù la risposta.
 
Alissa sbiancò: un coltello lanciato da uno degli uomini aveva ucciso Isaac...voleva davvero essere così anche lei? Cosa aveva di tanto differente da quegli uomini? Che diritto aveva di decretare chi doveva vivere e chi morire con un solo lancio di un coltello?Cosa avrebbe pensato Peter? Peter, Peter, Peter...quel nome non riusciva proprio a toglierselo dalla testa, lo avrebbe voluto rivedere e abbracciare per recuperare almeno quel frammento della sua vita di prima che non era stato spazzato via da quel complicato e odioso “dono”. In que momento prese la sua decisione: ne avrebbe parlato con Aiden. Forse lui le avrebbe detto di no, che non poteva aiutarla e che era troppo pericoloso ma a lei non
importava, sapeva che la capiva.
 
Aiden si accorse della sua espressione terrorizzata. Sapeva anche lui come era finita l’ultima volta che Alissa aveva visto qualcuno lanciare un coltello. Le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla provocandole la solita scossa che sentiva ogni volta che si toccavano. “Ehi, non devi avere paura. Non sei come loro, non sei crudele come loro. Sei forte e sei in grado di capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Ricordi la nostra promessa?”
Alissa annuì con le lacrime agli occhi. Essere forte, doveva resitere, era una combattente, una forza della natura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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