Capitolo:
5
Il
passato di Noah Moore
Noah
se ne è andato ma nel
gruppo cominciano a nascere diverbi.
“Avete
visto? La fortuna
è dalla nostra parte e tu Duncan
cerca di calmarti o si metterà contro di noi.”
Esordisce
la gotica di fronte
ai suoi due compagni prima di ritirarsi nell’altra stanza.
“Gwen,
dove vai?”
Reclama
il punk
“Preparo
qualcosa, tutti i
giorni fast-food ti fa male.”
“Ti
ricordo che questa è casa
mia puoi andare a cucinare nella tua reggia.”
Ma
la donna aveva già chiuso la
porta scorrevole che sparava la cucina dall’unica altra
stanza di
quell’appartamento, in condizioni normali non gli sarebbe
dispiaciuto, Gwen è
bravissima a cucinare, ma attualmente era molto irritabile.
“Non
è giusto! Io dovevo fare
una prova per entrare nel gruppo di indagini!, A proposito,
perché quello la ha
avuto un accesso immediato?”
Esclama
Sierra seccata, tutti
si erano dimenticati del motivo per cui era la.
“Non
sta simpatico neppure a
te, Gwen è impazzita, vado a dirgliene quattro.”
Così
Duncan va a parlare con la
cuoca in azione.
“Senti,
quel tipo ha qualcosa
che non va, le ipotesi sono due, o è una spia o è
un immaturo che vede tutto
come uno scherzo.”
Comunica
all’amica che per poco
non fa cadere la padella a terra.
“Mettiti
in testa che Noah non
è nostro nemico.”
“Ma
non è neanche nostro amico,
l’hai sentito? È neutrale, l’unica cosa
che fa è guidare noi e i nostri
avversari in rotta di collisione tutto per il suo divertimento, una
persona
così ti sembra affidabile?”
“Perché
lo odi così tanto? Che
ti ha fatto?”
“Vorrei
tanto sapere che ha
fatto a te per farti diventare così gentile e
amichevole!”
“Lascia
in pace Noah, ci serve
per l’indagine ed è una brava persona, il discorso
è chiuso.”
Seccato
l’ex ladro torna da
dov’è venuto.
Gwen
nel mentre riprende in
mano la ricetrasmittente che stava usando prima dell’entrata
del nemico.
“Nel
vostro gruppo avete qualche diverbio, allora mi stavi dicendo del
nuovo membro.”
La
voce è alterata per
nascondere l’identità dell’interlocutore.
“Non
c’è più bisogno che fingi,
ho capito che sei tu, Noah.”
La
voce dell’apparecchio torna
quella normale del castano.
“Bene,
ci sei arrivata, mi sa che ti ho
sottovalutata, pare che il ladro con la D maiuscola sia geloso di me.”
“Non
ci fare caso, è tipico di
lui essere avverso alle novità.”
“Può
darsi ma la sua non mi sembra semplice antipatia, dovrò
farci
attenzione ma in ogni caso ho la situazione sotto controllo.”
“Certo
che sei proprio strano,
chiedi il mio aiuto per fermare il progetto S e tu stesso lo stai
portando
avanti.”
“Io
sono fatto così, allora, il prossimo incontro è
stabilito tra
qualche giorno.”
Nel
mentre al centro di
videosorveglianza.
“Io
sono fatto così, allora, il
prossimo incontro è stabilito tra qualche giorno.”
“Mi
scusi, posso sapere con chi
sta parlando?”
Chiede
incuriosito il generale
Burromuerto.
“Parenti,
era un modo scherzoso
per dire ci si vede.”
Pur
essendo una bugia dal tono
di voce non si sarebbe mai detto, non solo era un artista
dell’ hacking ma
sapeva mascherare pensieri ed emozioni perfettamente
“Del
suo passato si sa
pochissimo.”
Replica
l’interlocutore.
“Davvero
strano, io ve ne parlo
continuamente.”
“Non
dica idiozie, non le
abbiamo mai scucito una sola parola sulle sue origini.”
Il
generale Garcia si
intromette avendo sentito la conversazione.
“Immaginate
di trovarvi in un
labirinto, è impossibile trovare l’uscita bendati,
ma se qualcuno con la mappa vi
guida in ogni spostamento diventa estremamente semplice.”
“Non
capisco cosa vuole
intendere.”
“Semplicemente
la ricerca di
informazioni su di me è il labirinto, voi quelli bendati e
io colui che sa dove
si trova l’uscita ma non vi guiderò, secondo
questo ragionamento l’unica
soluzione è togliere la benda e vedere gli indizi di cui ho
riempito questo
posto fin dall’inizio.”
Spiega
il signor Moore bevendo
un lungo sorso di the prima di continuare.
“Se
proprio non ce la fate
posso svelarvene uno così vi fate un idea, vedete la tazza
che ho in mano?”
Dice
sporgendo il braccio verso
gli interlocutori in modo che potessero esaminare l’oggetto,
era fatto di
lucente porcellana bianca con un disegno orientale.
“Non
sembra di valore, se ne
trovano di simili nelle bancarelle.”
“Lei
dice che non ha valore e
dal punto di vista monetario è vero ma questo è
lo stemma della mia famiglia,
ecco perché è così
importante.”
II
due generali si squadravano
con uno sguardo d’intesa.
“Se
permettete vado dalla
squadra di scienziati per gli ultimi ritocchi, avvertite i generali
Lawtiet,
tra mezzora ho un annuncio da fare.”
Una
volta rimasti soli
cominciarono ad architettare il piano per portare il passato di Noah
Moore alla
luce.
A
casa di Duncan (nuovo
quartier generale del gruppo) quest’ultimo e Sierra
confabulavano.
“È
assurdo, dovremmo metterla
ai voti! Insieme vinceremmo contro Gwen.”
Esclama la pettegola.
“A
che pro, in ogni caso quello
ci ha in pugno.”
“Ma
non può arrivare da un
momento all’altro e prendersi il mio posto.”
“Se
vogliamo cacciarlo c’è un
solo modo, dobbiamo renderlo innocuo e convincere Gwen.”
“La
seconda è una cosa
fattibile, potremmo indagare sul suo passato, un tipo così
misterioso deve per
forza avere qualche segreto e se uno scandalo sul suo conto venisse
scoperto
per noi sarebbe tutto più facile.”
“Ottima
idea
Così
cominciarono ad
architettare il piano per portare il passato di Noah Moore alla luce.
Salve a tutti cari amici lettori, bene gente presto sapremo di più su Noah (e non solo lui) per ora gli ho messo il solito discorso da intellettuale, sapete, no vorrei sminuire il fascino del personaggio.
Chi porterà per primo alla luce il suo passato? Saranno i gelosi Duncan e Sierra o i subdoli Al ed Heather? Per scoprirlo non perdete i prossimi due capitoli.
Per oggi finisce qua, saluti da U.S.