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Autore: DenyTheOrder    20/09/2014    0 recensioni
Emiko Hoshino è la migliore amica di Kagome e frequenta il suo stesso liceo. E' una ragazza sensibile e dolce, ma forte e con un bel carattere, capelli rossi ed occhi verdi. Cosa succederà quando scoprirà il segreto di Kagome? Scoprirà anche qualcosa di più su sè stessa? Due affascinanti e misteriose figure sembrano interessarsi a lei più del dovuto... ma Emiko, nonostante le sembianze ordinarie e apparentemente tranquille, ha uno spirito libero e non si lascia incantare così facilmente!
Ne vedremo delle belle...
"Comunque, tornando alle mie strampalate avventure, ero finalmente arrivata a scuola dopo un lungo tratto tortuoso in bici. (...) L’intera classe era a bocca aperta e non riuscivo minimamente a capirne il perché. Sarà stato il colore insolito dei miei capelli, o i miei brillanti occhi color smeraldo, ma la classe continuava a guardarmi come fossi un'aliena." Dal prologo.
SESSHOMARU X NP (Emiko) NARAKU X NP (Emiko) slight
On hold
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Il giorno successivo decisi di fare un sopralluogo al Tempio per verificare la veridicità delle parole della famiglia di Kagome. A quel punto, infatti, stavo iniziando a pensare che forse, e dico forse, Kagome stesse solo cercando di evitarmi. Ma anche se il mio ragionamento non faceva una piega, perché addirittura saltare la scuola?

C’era qualcosa che non quadrava.

Mi sentivo come un bambino di 5 anni intento a ricostruire un puzzle molto complicato, ed era una sensazione molto frustrante. Mi bastavano solo pochi altri pezzi, e forse sarei riuscita a farmi un quadro generale della situazione.

Ero arrivata al Tempio in bici e le nuvole stavano iniziando ad addensarsi. Decisi di dare un’occhiata in giro, a partire dall’albero sacro, il Goshinboku. Guardando più da vicino, mi accorsi che nell’albero vi era un piccolo foro, al cui interno era incastrato qualcosa.
 Come fossi in uno stato di trance, mi accorsi solo in seguito della pioggia che era iniziata a scendere dal cielo e che mi stava impregnando i vestiti d’acqua.
 Mi diressi velocemente verso una piccola cabina di legno in cerca di riparo.
Sulle pareti esterne vi erano vari sigilli che emanavano una strana aura negativa che avvolgeva di mistero la costruzione. Fantasticando sulla storia di quel luogo così macabro, decisi di entrarvi.

Fui molto delusa di trovarvi solo un pozzo abbandonato, poiché la mia fantasia aveva dilagato tanto da farmi arrivare in posti surreali raggiungibili solo con l’immaginazione. Aspettandomi chissà che cosa, girai intorno al pozzo, sperando che da un momento all’altro succedesse qualcosa. E al diavolo la razionalità!
Mi sporsi, allora, per tentare di vedere la fine del pozzo, ma proprio mentre stavo per andarmene, un tuono mi fece sobbalzare e perdere l’equilibrio.
Accadde tutto talmente velocemente, che quasi non mi accorsi della luce rosastra che mi circondava mentre precipitavo nel pozzo.
Dopo essere atterrata sul posteriore, mi alzai in piedi, pulendo la gonna impregnata di polvere e terreno; ebbi quasi un colpo al cuore quando, sollevando lo sguardo verso l’alto, mi accorsi che riuscivo a vedere il cielo.
Senza farmi prendere dal panico per le varie ossa di animali che mi circondavano, decisi di tentare la risalita del pozzo aiutandomi con delle liane che risalivano fino all’uscita.

Dopo essere scivolata un paio di volte, riuscii finalmente ad uscire da quel pozzo maledetto; ma quello che vidi non mi aiutò per niente a calmarmi: cielo limpido ed azzurro ed una distesa immensa d’imponenti alberi che mi circondavano.
Spaesata , ma allo stesso tempo affascinata da quella magnifica vista, presi l’unico sentiero presente, che s’inoltrava nel bosco.
Ad un certo punto del percorso, però, mi fermai di scatto.

< < Aiuto! Vi prego, qualcuno mi aiuti! > > Era una voce sottile e acuta, probabilmente di una bambina e proveniva dal profondo del bosco.
Combattuta tra il fare una buona azione lasciando l’unica strada che presumevo portasse alla civiltà, e il farmi i fatti miei, continuando per la mia strada, corsi inconsciamente nella direzione da cui proveniva la voce.

E’ per colpa della mia etica se un giorno ci rimetterò la pelle!

Raggiunsi una specie di radura, dove due uomini stavano trattenendo una povera ragazzina per cercare di metterla in una gabbia.
Commercianti di schiavi?! Ma dove siamo, all’epoca dei romani?!?!?

< < Hey voi! Lasciate stare quella povera bambina e prendetevela con quelli della vostra taglia! > >

I due uomini si voltarono verso di me: avevano delle facce losche ed uno strano abbigliamento; ma quello non era esattamente il  momento migliore per pensarci, perché i due uomini si stavano avvicinando molto velocemente ed avevano un’espressione da maniaci stampata in volto.

< < E tu chi saresti, eh? La sorella della mocciosa? > >

< < Se vuoi possiamo divertirci un po’, eh che ne dici bella?> >

Oh. Mio. Dio. Che. Schifo. Potrei vomitare.

< < Nei vostri sogni bruti! > > dissi.

Erano a qualche metro da me, sentivo l’adrenalina che mi pulsava nelle vene.

< < Tu prendi la mocciosa, io mi occupo del- > > Non riuscì a finire la frase che cadde a terra dolorante. Diciamo solo che sono cintura nera di karate e so come difendermi.
L’altro tentò di scappare, ma con un calcio dove non batte il sole, diciamo che cambiò idea …
Che posso dire … Ebbero quello che si meritavano.
Corsi verso la bambina, con un espressione preoccupata stampata in faccia.

< < Hey, piccola! Come va? Tutto bene? Non ti avranno mica fatto qualcosa quei due- > >
Fui interrotta dalla risatina della piccola, chiaramente divertita dalla mia apprensione.

< < Si, tutto bene signorina, grazie per avermi salvata! > > Disse, con un espressione di sollievo e gratitudine.

< < Come ti chiami tesoro? > >

< < Rin. Mi chiamo Rin, piacere > >

< < Il piacere è tutto mio Rin > > dissi, con una voce pomposa, cercando di farla ridere, il chè funzionò alla perfezione
< < Io sono Emiko. Dove sono i tuoi genitori? > >

Prima che potesse rispondere, sul volto della bambina si formò un’espressione di gioia immensa, mi superò e corse fino a raggiungere un uomo che si trovava al punto opposto della radura. Mi salutò con un cenno della mano ed io feci lo stesso, ma l’uomo misterioso, che a quel punto assunsi fosse il padre, sembrò fulminarmi con lo sguardo. Con un’espressione irritata in volto, feci per andarmene, ma, improvvisamente, mi sentii più leggera ed una luce bianca e rosa iniziò ad avvolgermi.

L’unica cosa che so è che mi sono risvegliata il giorno dopo nel mio letto.
   
 
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