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Autore: manubibi    03/10/2008    8 recensioni
Una storia che comincia ai tempi del liceo...ovvero, com'è nato il belldom <3 da uno scherzo che è andato un pò oltre...
Genere: Generale, Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Qualche giorno dopo ci troviamo in sala prove. Io arrivo per primo e passo un po’ di tempo a fare finta di pulire la stanza, così per fare qualcosa, finché non vedo avvicinarsi la sagoma dell’altro mio migliore amico, Chris, assieme a Dom.

Impegnati in una discussione sul rap che non voglio assolutamente ascoltare.

-Ehi, Bells, ti sei già smazzato gli strumenti? Bravo il nostro Matty!-, esclama Chris facendomi l’occhiolino e sorseggiando una birra.

-Si, e abbiamo un paio d’ore…a quanto pare alle nove il nostro bassista ha un appuntamento galante!-, ribatto io, e vedo la faccia di Chris diventare una solenne maschera di beatitudine, con tanto di occhi che brillano e sorriso da un orecchio all’altro, ma lui si mette a trafficare col basso per non rispondere e fare la figura del ragazzo innamorato. A quanto pare, non è virile.

Dom si siede alla batteria, saltella un po’ sul sedile e poi dice: -Allora?

Le prove vanno meglio del solito: Dom ha smesso di canticchiare –o meglio di miagolare- i testi delle canzoni così mi posso concentrare; Chris ha avuto del tempo libero per provare da solo e sta tirando fuori delle linee di basso davvero niente male; io invece, malgrado la mancanza del solito campanaccio dietro di me, sono distratto, perché non riesco a smettere di pensare ad una frase che ho colto da un discorso di mia mamma.

“Non riesco a capire come fai ad uscire con quel ragazzo, Howard…non mi sembra un tipo normale”. La cosa è ironica, perché forse non sa che forse suo figlio è probabilmente uno dei tizi più strani sulla faccia della terra. Certo che me ne rendo conto.

E mi sto sforzando di non fissarlo mentre si agita come un dannato sulla batteria, con tutta la sua passione e irruenza. Ma è mai possibile che dopo anni di amicizia, sia bastato un secondo per sconvolgere la mia percezione? Oppure, e lo sto pensando ora, mi attirava anche prima…e forse è per questo che qualche mattina fa ho avuto quell’idea assurda!

-Ehi, ho affittato una sala per domani-, annuncia Chris interrompendo il filo dei miei pensieri, -ho anche contattato qualche amico per suonare con noi-, aggiunge abbandonando in un angolo il suo basso e attaccandosi alla sua fidata birra.

-Oh, figata!-, esclama Dom con un sorriso, -…bordello!-, commenta accompagnandosi con un gesto terribilmente ridicolo, quello che mima uno spogliarellista che si toglie la giacca.

Scuoto la testa ridendo mentre spengo la luce e lascio a nanna i nostri ferri, gli do una pacca sulla spalla e mi unisco alla bevuta: -puoi dirlo forte, Dom.

Chris lancia occhiate all’orologio da almeno dieci minuti, così ridacchio e gli dico: -Dai, muoviti, vai dalla tua principessina!

Chris, divertito e stizzito, mi rovescia sulla maglietta il resto della birra e ci saluta prima di andarsene.

E siamo rimasti solo io e Dom…

-Vieni a casa mia?-, propongo senza pensarci due volte, lui mi guarda raggiante e io sento un colpetto di vertigine al petto. Lo trascino fuori e lui cerca la mia mano. Sembriamo due fottuti fidanzatini! Ma la cosa mi piace, per quanto strana sia. In effetti, non vedevo l’ora di cominciare ad avere un contatto fisico con lui.

Quando arriviamo davanti a casa lo blocco, mi assicuro che siamo da soli, dato che non voglio la mammina in mezzo ai piedi, e una volta che me ne sono accertato lo faccio entrare. Comincio a sentire davvero il petto che galoppa, e mi sudano le mani! La cosa è decisamente irrazionale, dati i presupposti –inesistenti.

Dom, del tutto disinvolto, si butta sul divano e accende la televisione. Io cerco di apparire altrettanto spensierato e tiro fuori una bottiglia di rhum di mia mamma, dato che non c’è altro, e un pacco di pop-corn, mi siedo sul bordo del divano e gli butto una gamba sullo stomaco, così per.

-Ehi! Bello che mi dai una sprangata nella pancia dopo cotanta fatica!-, protesta lui sobbalzando.

-Oh, per aver massacrato qualche cimbalo.

-Oh, parla la reincarnazione di Jimi Hendrix! Oggi facevo pure fatica a seguirti, dalle cappelle che facevi.

Davvero?!

-Ma…tu continuavi a farmi delle occhiate assurde!-, protesto lanciandogli un paio di pop-corn.

-Oh…-, pausa. –Te ne sei accorto…

Maledetto imbarazzo! Ammutoliamo entrambi. Odio il fatto che non posso parlargli come prima, con un minimo di serenità! In un certo senso, voglio che sia come prima, come quando potevo stargli vicino senza sentire le farfalle nello stomaco e questa sensazione di malessere. O no?

Dom mi guarda e cerca la mia mano. Appena mi volto a guardarlo arrossisce appena, ma sorride e i suoi occhi diventano enormi e lucidi.

Poi, senza che riesca a reagire in qualche modo, le sue dita percorrono il mio braccio e sono subito seguite da un’ondata di brividi. Lui vede la pelle d’oca apparire istantaneamente, e sorride di nuovo con quei maledetti occhi verdi, o grigi, o di qualsiasi fottutissimo colore stupendo che hanno.

Io gli prendo istintivamente la mano, e in due secondi mi ritrovo a cavalcioni sul suo bacino inchiodandogli i polsi allo schienale. Non so nemmeno come sia successo.

E prima guarda la sua mano premuta all’indietro e poi la mia, poi me, con uno sguardo prima stupito e innocente e che poi si trasforma in qualcosa di così malizioso e intenso che mi mordo le labbra per la frustrazione, e mi avvento sul suo collo sentendo il sangue pulsare da pazzi. E’ curioso, sento lo stesso battito sul suo polso, sul suo petto e sul suo collo. Fico.

E quando lo sento mugolare mi eccito da pazzi, come non mi sono mai eccitato in vita mia. Sento il bisogno di constatare che anche il piccolo Matt abbia recepito il messaggio.

La mia mano scende lentamente lungo il mio corpo finché non arriva in mezzo alle gambe. Mi tocco e sì, lui è pronto a fare il suo dovere, anche perché mi accorgo che la mano di Dom ha seguito la mia e anche lui mi sta sfiorando. Maledetto, ho le vertigini da quanto mi sta spronando.

Per ripicca, mi metto ad ondeggiare sul suo bacino per stuzzicarlo.

-Abbiamo fretta, Bells?, bisbiglia con un mezzo sorriso ad occhi chiusi. Non rispondo, ma lo bacio con foga e sento che mi sta spingendo di lato.

Alla fine perdo l’equilibrio e ci troviamo a ruoli invertiti: adesso sono io quello addossato al divano, con Dom che traffica freneticamente coi miei jeans.

Dio, se me l’avessero detto qualche mese fa, che sarebbe andata così, gli sarei scoppiato a ridere in faccia. E invece lo guardo mordendomi le labbra, sento la mia erezione strofinarsi contro la stoffa dei jeans, la tensione accumularsi nel basso ventre. E una voglia pazzesca e incontenibile di baciarlo.

-Per fortuna ero io ad avere fretta!-, esclamo con la voce arrochita per l’eccitazione. Lui ridacchia e commenta: -E’ da tutto il pomeriggio che aspetto.

E ora riassumo la situazione: uno a cavalcioni sull’altro, con i pantaloni slacciati. Ma ci blocchiamo, semplicemente perché…non abbiamo idea di come si faccia! La situazione è addirittura comica, con noi due lanciati con entusiasmo e che adesso ci guardiamo con la più eloquente aria interrogativa.

E adesso?

Scoppiamo a ridere quando gli dico che è dal lato sbagliato; lui scende, si gira e si siede di nuovo su di me, togliendosi la maglietta.

-Adesso va bene?-, chiede sarcastico, e io prima di rispondere guardo la sua schiena bianca seguendo il percorso della spina dorsale fino all’incavo in basso, e deglutisco.

-Anche troppo bene-, gracchio.

Lo abbraccio –perché non mi so più trattenere, al punto in cui siamo!-, e sento il mio viso premuto contro la pelle calda e leggermente sudata. In altre circostanze mi avrebbe fatto schifo, ma immagino che adesso sia anche fuori luogo fare paragoni con quello che avrei pensato qualche giorno fa.

Anzi, la cosa mi eccita ulteriormente, e la mia mano si muove e cerca il piccolo Dom finché non lo trova e lo stringe delicatamente, suscitando un sussulto di Dom, il suo respiro si mozza per qualche istante.

-Matt…-, mi chiama, e inizia a muovere lentamente il bacino e ad agitarsi nel mio abbraccio finché non sento che sto per entrare in lui, ma quando mi faccio coraggio e spingo un po’ più forte lo sento gemere di dolore. All’improvviso mi vengono in mente una serie di cose che avrei assolutamente dovuto ricordare, tipo lubrificante, preservativi e cazzi vari. Già. Forse era meglio procurarseli. Proprio mentre comincio a fabbricarmi le mie solite paranoie, lui sente che mi sono fermato e, allarmato, aggiunge:

-No, non smettere-, e per giunta appoggia la mano sulla mia. A mò di scusa gli do un bacio sulla schiena e riprendo a muovermi, ma questa volta con più cautela.

Meglio così, meglio andarci piano, meglio scoprire il lato più umano di qualcosa che solitamente facevo solo per sfogare istinti sessuali da adolescente arrapato quale ero.

E adesso mi ritrovo a sorridere vedendo di sfuggita gli occhi lucidi di Dom che mi lanciano un’occhiata di puro zucchero, come al suo solito.

Arrivo prima io, sento che tutto esplode e poi mi rilasso con altre spinte più moderate finché anche Dom non si irrigidisce con la schiena inarcata. Poi si butta di lato, io mi sdraio sopra di lui e rimaniamo un po’ ad ansimare, sopraffatti. Dopo qualche secondo sento le sue dita giocherellare coi miei capelli ed alzo lo sguardo per incontrare quello intenerito di Dom.

-Alla faccia di Nora-, commento finalmente, e lo penso davvero. Ed è fantastico sentire il suo petto sobbalzare dalle risate.

-Coglione-, mi dice, e io lo bacio di nuovo.

Le sue labbra sono molto meglio di quelle di Nora, molto meglio di quelle di chiunque altro.

Lui è una persona migliore di chiunque altro.

 

E mi ritrovo a pensare le stesse cose anche a quasi quindici anni di distanza.

Mentre mi vesto mi guardo allo specchio e mi accerto che sia tutto al suo posto, poi mi giro verso il letto e lui è lì, coperto fino alla vita, coi capelli spettinati. Dorme ancora, sebbene abbia mugolato un “arrivo”, qualche minuto fa, ed è sempre così. Mi siedo sul bordo del letto e gli do una piccola spinta.

-Uhm?-, mugugna aprendo timidamente gli occhi, poi si gira a guardarmi lo sguardo raggiante che ha negli occhi ogni singola volta che guarda me.

-Ehi Matt…che ore sono?

-Le nove, amico, forse è meglio se ti alzi…

-Cazzo-, sbuffa, -si stava così bene a letto…

-Anch’io stavo bene, ma sembra proprio che abbiamo un giretto di interviste e sarebbe scortese nonché da idioti saltarle tutte, dato che ci dobbiamo anche promuovere…no?

-Già…a volte vorrei tornare ai tempi del liceo, almeno non avevamo tutto questo stress addosso!

-Pensavo proprio a questo prima…sai, mi è tornata in mente la nostra prima volta!

Scoppio a ridere accarezzandogli i capelli biondi, poi lo bacio mentre lui si alza lentamente e decisamente controvoglia.

-Ah, davvero? Io non me la ricordo-, borbotta grattandosi la nuca e sbadigliando. Deve perdere questa sua abitudine a non mettere la mano davanti alla bocca, non mi piace trovarmi a faccia a faccia con le sue tonsille tutti i giorni!

-Eravamo sul divano di casa mia…e non sapevamo nemmeno come si fa!

-Beh-, mi risponde con un sorrisetto malizioso, -ora sappiamo bene come si fa, vero?

Mi viene in mente la nottata spettacolare appena passata e mi lecco le labbra rispondendo: -Si, decisamente!

Lo bacio di nuovo accarezzandogli la guancia e lo sprono affettuosamente.

-Forza, Dom, sennò arriviamo in ritardo…e poi chi li sente Chris…e Tom?

Deglutisco. L’ultima volta che quei due si sono incazzati con noi abbiamo girato per due settimane io senza banane e calzini puliti e Dom senza scarpe ai concerti, costretto a suonare a piedi scalzi!

Anche lui a quanto pare ricorda, perché si toglie di dosso con uno scatto le lenzuola, ma appena si accorge del motivo per cui il mio sguardo si è acceso scoppia a ridere e mi spinge via.

-Potresti venire così alle interviste-, commento maliziosamente, -di sicuro per me sarebbe una giornata migliore.

-Anche per i fotografi-, aggiunge lui ridacchiando, e io istantaneamente divento la donnina più gelosa dell’universo e lui lo sa.

-No, no…copriti bene, Dom! Devono vederti solo gli occhi e le mani!

-Passiamo al burqua, allora, amore-, replica placidamente infilandosi i pantaloni, poi viene verso di me spingendomi verso il muro per inchiodarmi per i polsi, poi sussurra:

-Hai ragione, dopotutto tu sei l’unico che può vedermi nudo.

D’accordo, ma cazzo…così alle interviste non ci arriveremo mai! Quindi lo bacio, gli sistemo il ciuffo e lo allontano da me anche se a malincuore.

-Dai, muoviti…io ordino i caffè-, gli dico, e mi avvio al piano terra, diretto verso l’oasi, il bar dell’hotel.

Dom arriva una decina di minuti dopo, con i suoi pantaloni viola e…una orribile maglietta in satin leopardato. Abbasso gli occhi sulle All Star argentate e commento: -aggiungi un boa e sembri l’esatta copia di una drag queen, Dom. Comunque il caffè ormai è freddo!

-Oh, d’accordo, fa niente…e comunque, senti chi parla!-, aggiunge lui sbottando offeso.

Mi guardo allo specchio in fondo alla hall: porto i miei pantaloni rossi, il giubbino arancione e le mie scarpe nere. Beh? Che c’è di strano? Lo chiedo a Dom e lui mi fissa per qualche secondo con la bocca aperta come per dirmi qualcosa, poi scuote la testa e dice: -…Niente, fa niente, lasciamo perdere.

Io mi esibisco nel mio broncio preoccupato e lui mi scompiglia i capelli ridacchiando.

-Oh dai, Matty, ormai non ci fa più caso nessuno! Sei una rockstar, ora.

Deduco che ci sia qualche tipo di allusione.

-Che vuoi dire?!

Dom beve il suo caffè con la palese intenzione di ignorarmi e mi guarda divertito di sottecchi mentre mi arrovello su questa nuova preoccupazione. Guarda l’orologio e, spalancando gli occhi, mi trascina giù dallo sgabello e fuori dall’hotel lasciando una banconota sul bancone.

Fuori la macchina ci aspetta borbottando come, suppongo, il conducente. Entriamo e dentro, come previsto, ci aspetta la versione scazzata del nostro migliore amico, che ci fulmina e butta dal finestrino un mozzicone di sigaretta borbottando:

-Allora? Vi siete fermati a fare sesso anche stamattina?

Suppongo che il motivo per una tale mancanza di tatto sia riconducibile anche alle sue occhiaie.

-No, Chris…la sveglia non ha suonato. E sarebbe molto carino se evitassi di dire certe cose a voce alta-, borbotta Dom alludendo all’autista.

-Ah, beh, capirai…tanto ormai lo sa tutto l’entourage e lo staff dell’hotel…credo vi abbiano sentito gemere da qui a Reading-, risponde Chris lanciandogli un’occhiata velenosa, poi si stropiccia gli occhi, aggiungendo: -…e io non ho dormito fino all’alba per colpa vostra…ma che vi è preso? Non vi ho mai sentiti in anni che stiamo negli stessi alberghi!

Io e Dom ci guardiamo con gli occhi sbarrati, dopodiché diventiamo rossi come i miei pantaloni e Chris scoppia a ridere all’improvviso.

-Beh, beati voi…io non vedo Kelly da mesi…e i bambini…-, e si incupisce.

-Dai, Chris, ancora una settimana e poi li vedi-, dice Dom per consolarlo, cercando di circondargli le spalle –ovviamente non riuscendoci- con un braccio.

-Ehi!-, protesto con una risatina nervosa, -guarda che divento geloso!

-Ma no, Matt, lo sai che amo solo te-, dice Dom scoccandomi un bacio sulla guancia. –Senza offesa-, aggiunge all’indirizzo di Chris.

-Oh, no, nessuna offesa-, si affretta a rispondere quest’ultimo con una strana smorfia.

Com’è scemo, Dom. Lo agguanto e lo bacio avvinghiandomi a lui.

-Certe cose in privato!-, interviene Chris fingendosi scandalizzato.

-Oh, dai, ci hai visto fare cose peggiori-, dice Dom.

-Cose che non voglio vedere mai più-, borbotta il bassista rabbrividendo.

-Beh, impari a bussare prima di entrare nelle camere altrui!-, ribatte Dom.

Qualche secondo di silenzio e poi scoppiamo tutti e tre a ridere, ignorando le occhiati sconvolte dell’autista.

-Va bene tutto, ma credo sia meglio smetterla di spiattellare la nostra vita privata-, bisbiglio io. Dom mi fissa indispettito, e poi per tutta risposta prende il mio viso e lo preme contro il suo.

Mi abbraccia e resta lì, con gli occhi chiusi, un grosso sorriso stampato in faccia e la testa appoggiata al mio petto.

Come non detto.


[Fine! Allora, questa cosa come ho già detto l'ho scritta un pò di mesi fa, ancora lo scorso anno scolastico...e l'idea mi viene proprio dalla Memuzz, che fece un disegno che era l'Amore, dal quale poi ho preso la scena del divano *ç*
Quindi!
Innanzitutto ringrazio
1 - Higasi
2 - Isult
3 - WhereIsMyMind
per avere aggiunto la storia ai preferiti *________* me commossa!!!!
E poi...
Memuzz: Naaaaah...ce ne sono di Belldom molto migliori <3 comunque grazie tatina, anche per l'ispirazione *o* ti addorooooo!!!
WhereIsMyMind: Allora, come sai AMO ALLA FOLLIA la tua storia, quindi trovarmi qui un tuo commento è...*/////////////* grazie mille! Si, comunque capisco veramente l'istinto da slashomane *w* anch'io sono convinta che il Belldom esista o sia esistito *saltella* sono troppo amore quei dueeeee!!! Per quanto riguarda i ruoli...spero che dom non risulti troppo passivo XD in quanto a pantaloni dopotutto lui è il Boss XDDD Grazie ancora *.* Commenti sullo stile da una scrittrice che scrive da DIO sono da brodo di giuggiole */////////* spero che anche il secondo capitolo ti sia piaciuto! aspetto il prossimo capitolo di boys don't cry <3<3<3 bacio!!!
(Dio come amo scrivere le note finali *u* pubblicherei fanfiction solo per il gusto di mettere le noticine X°D)]


   
 
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