Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    20/09/2014    4 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V


Era esausta. Da quando il portale si era chiuso, trascinando con sé Elsa, non aveva più smesso di piangere. Aveva paura per sua sorella, il terrore che le potessero fare del male le spezzava il cuore e sapere di non poterle essere accanto non faceva altro che aumentare l'angoscia che provava.

Dove sei? Stai bene?

Non faceva altro che chiederselo e intanto la stoffa del cuscino su cui la sua testa era poggiata, già umida per le tante lacrime versate, tornava a bagnarsi. Inspirò a fondo, cercando di calmarsi, e subito avvertì un lieve sentore di menta; appena riconobbe il profumo, così dolce e delicato, circondò il cuscino con le braccia e lo strinse sé.

Elsa...

Le sembrava di essere tornata nel passato, quando trascorreva giornate intere davanti la porta di quella stanza, pregando la sorella di uscire per giocare con lei. Per tredici anni si era sentita sola, vuota, perennemente insicura, e da quando avevano ricominciato a parlarsi tutto era migliorato, tutto era più bello. Ma le era stata portata via di nuovo e quella sicurezza che aveva acquisito grazie alla presenza della sorella al suo fianco era scomparsa, lasciando il posto alla paura e dalla tristezza. Sempre stringendo il cuscino al petto, si mise a sedere e fece vagare lo sguardo per la stanza, così piena di oggetti che le ricordavano Elsa: la spazzola con la quale pettinava i suoi lunghi capelli biondi, lo specchio nel quale si guardava prima di uscire, il grande armadio pieno di vesti da notte e abiti eleganti, i libri che voleva leggere erano poggiati sulla piccola scrivania di mogano vicino alla finestra. Era tutto così ordinato, così tipico di lei che Anna si maledisse per non avere la forza di fermare le lacrime che le riempirono di nuovo gli occhi.

Che devo fare?

Sentì bussare alla porta e subito cercò di asciugarsi le guance come meglio poté. << Avanti. >>

Vide Kristoff entrare e subito si rilassò un po', soprattutto quando lui le sorrise. Si avvicinò al letto e si mise seduto accanto lei, passandole un braccio intorno alle spalle. Anna poggiò la testa contro la sua spalla e i due giovani rimasero in silenzio per qualche minuto; il ragazzo la baciò con tenerezza sulla fronte, stringendola ancora di più, e la principessa girò la testa per incontrare i suoi occhi scuri, pieni di apprensione.

<< Scusami se non sono tornata in camera ma avevo bisogno di stare qui. >> disse Anna con voce bassa e incerta.

<< Sapevo dove trovarti. Non ti devi scusare, capito? >> disse lui a sua volta, sorridendole ancora.

Anna gli accarezzò una guancia e avvicinò il suo volto per un lieve bacio sulle labbra, abbandonandosi poi nuovamente all'abbraccio di Kristoff. Erano sposati da poco meno di un anno ma ancora non era abituata all'intensità del sentimento che provava per quell'uomo timido, impacciato e un po' maldestro che l'aveva condotta fino alla Montagna del Nord per trovare Elsa e l'aveva riportata di corsa ad Arendelle per salvarla, convinto che Hans fosse il suo vero amore, disposto quindi a rinunciare a lei nonostante l'amasse da impazzire. La sua vita era così perfetta...

<< Kristoff? >>

<< Uhm? Dimmi. >>

Anna si scansò e si mise seduta di fronte al marito, guardando le mani che teneva strette in grembo. << Ho paura. >>

<< Non permetterò che quella donna ti faccia del male. >> disse lui con decisione.

<< Non ho paura per me, ma per mia sorella. >> ribatté la ragazza, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Kristoff si passò una mano dietro la nuca, in evidente imbarazzo per non aver capito subito cosa intendesse la moglie. << Sì, ehm, certo. Be', è lo stesso. >>

In un giorno qualunque, Anna avrebbe riso ma in quel momento riuscì solo a mettere insieme un sorriso tirato, triste, più per educazione che per divertimento. Sospirò e si alzò dal letto, cominciando poi a camminare nervosamente per la stanza.

<< Non faccio altro che pensare a Elsa, io non- Come faccio a stare ferma qui senza fare niente?! >> esclamò Anna, con voce sempre più alta, in preda al panico. << E se avesse bisogno di aiuto o fosse ferita? Per quello che ne sappiamo potrebbe anche essere morta! E se lo fosse davvero, non- non posso perdere mia sorella! >>

Kristoff si alzò di scatto per avvicinarsi alla ragazza che intanto aveva ricominciato a singhiozzare, gli occhi sbarrati erano pieni di terrore.

<< Anna calmati- >>

<< Come faccio a stare calma, Kristoff?! >> gli urlò contro la principessa, per poi abbandonarsi del tutto a un pianto disperato. Il suo dolore era insopportabile ma anche la rabbia, che cominciò a riversare sul marito appena questi tentò di abbracciarla. Gli colpiva il petto e le braccia con le mani strette a pugno.

<< L'ho persa di nuovo, lo capisci? L'hanno portata via davanti ai miei occhi e io non sono stata capace di salvarla! Dovrei essere laggiù con lei, non qui a prendere a pugni te! >> e con quelle ultime parole smise di colpire Kristoff e si coprì il volto con le mani mentre lui la stringeva a sé. Rimasero in quel modo per qualche minuto, finché i singhiozzi della ragazza non si placarono ed entrambi sedettero di nuovo sul bordo del letto, ciascuno immerso nei propri pensieri. A un tratto Kristoff si alzò e si colpì la fronte con una mano, come se gli fosse appena venuta in mente un'idea importante a cui prima non aveva pensato.

<< Quanto sono stupido! Preparati per uscire! >> esclamò, incamminandosi verso la porta.

Anna lo osservava senza capire. Andare dove? << Perché? >>

<< Come perché? Andiamo da Gran Papà, lui saprà cosa fare e ci aiuterà. >> le rispose Kristoff con un sorriso pieno di speranza.

Il volto di Anna si illuminò all'istante e subito corse all'armadio e tirò fuori il primo abito che le capitò. Lo sapevo! Esisterà di sicuro un contro incantesimo, c'è sempre una scappatoia! La sua mente era veloce come i suoi gesti, e in meno di cinque minuti era pronta e si stava dirigendo con il marito alle stalle per prendere Sven. Non avevano tempo da perdere, così partirono a tutta velocità verso la dimora dei Troll, la famiglia acquisita di Kristoff. Mentre cavalcavano illuminati dalle prime luci dell'alba, Anna sentiva il proprio cuore battere all'impazzata, animato dalla possibilità di poter fare qualcosa per aiutare sua sorella. Nonostante avessero trascorso la maggior parte della loro vita separate, lei la conosceva e sapeva che Elsa la stava aspettando, sperando che la sua sorellina la salvasse dal quel posto orrendo in cui si trovava.

Ti riporterò da me, resisti.

Anna poggiò la testa contro la schiena del marito e sospirò, distrutta a causa della notte insonne; il battito regolare del suo cuore riuscì a rilassarla e la principessa di Arendelle chiuse gli occhi e si addormentò, vinta dalla stanchezza.



**


I raggi del sole illuminavano la valle dove vivevano i Troll, ormai tutti trasformati in rocce come ogni mattina al sorgere del sole, ma Gran Papà era ancora sveglio. Sapeva che i principi stavano arrivando e così aveva fatto in modo di ritardare la trasformazione di qualche ora, per poter essere d'aiuto a Kristoff e Anna, senza riuscire a evitare di preoccuparsi per la gravità della situazione che si era venuta a creare. Sentì il rumore di un animale lanciato al galoppo provenire dagli alberi e scese così dal grande sasso su cui era rimasto seduto fino a quel momento. Erano lì, Kristoff e Anna a cavallo di Sven; il principe lo salutò con un cenno della testa e si voltò per scuotere dolcemente la ragazza, che evidentemente si era addormentata durante il viaggio. I giovani smontarono dalla renna e si avvicinarono a lui tenendosi per mano. Anna non ce la faceva più: i capelli erano raccolti in una treccia disordinata, il volto coperto di lentiggini era più pallido del solito, ma ciò che più impressionò Gran Papà furono gli occhi: circondati da profonde occhiaie, gonfi per via delle lacrime, le iridi verde acqua, che il vecchio Troll ricordava essere pieni di luce, tradivano tutta la tristezza e la paura che la giovane provava per sua sorella.

Povera ragazza.

Gran Papà decise di non indugiare oltre, e appena i due umani si inginocchiarono di fronte a lui per arrivare più o meno alla sua altezza, iniziò a parlare con calma. << So cosa è capitato alla regina Elsa e non so dirvi quanto mi dispiaccia. >>

Anna gli sorrise con gratitudine. << Non si può fare nulla? >>

<< Già, non so, un incantesimo per spezzare quello che Victoria ha lanciato? >> intervenne Kristoff per enfatizzare la richiesta della moglie.

Il Troll abbassò la testa e la scosse. << Temo di no. Questa è magia oscura e io non posso distruggerla perché è completamente opposta alla mia. >>

Alzò lo sguardo e vide Anna corrugare le sopracciglia, chiaramente contrariata.

<< Tuttavia posso placare le tue ansie. >>

Kristoff si chinò in avanti e lo incitò a parlare. << Che intendi? >>

<< Posso fare in modo di collegarmi a Elsa ma non per molto. È un incantesimo faticoso e io non sono più forte come una volta. >>

<< Voglio solo sapere come sta, niente di più. Ti prego, Gran Papà! >> lo supplicò la ragazza, congiungendo le mani davanti a sé.

Gran Papà annuì e chiuse gli occhi. Dimenticò ciò che lo circondava e si concentrò solo sui propri respiri e sul battito del cuore; con la mente cominciò a pensare intensamente alla regina di Arendelle, cercando di individuare la sua essenza. Si stava sforzando, era più difficile di quanto ricordasse, ma ormai era vicino e riusciva a captare qualcosa: paura e insicurezza soprattutto. Rimase in quello stato per qualche altro istante e poi riaprì gli occhi, trovando i due ragazzi nella stessa posizione di prima, immobili come due statue.

<< Allora? >> chiese impazientemente Anna con voce piena di aspettativa.

<< Elsa è spaventata ma sta riuscendo a controllare i suoi poteri meglio di quanto pensassi. Però ripeto, è terrorizzata, anche se non lo vuole dare a vedere. >> disse Gran Papà, ma appena vide l'espressione afflitta di Anna si affrettò ad aggiungere, << Non è in pericolo, tua sorella sta bene. >>

Sia lei sia Kristoff tirarono un sospiro di sollievo ma la principessa si accigliò subito, consapevole del fatto che la questione era tutt'altro che risolta. << Ma come facciamo a riportarla qui? >>

<< Con la magia non si può fare nulla. A meno che... >> cominciò a dire Gran Papà, interrompendosi. La magia oscura provocava distruzione, dolore, morte e solo una cosa era capace di porre fine al suo effetto.

<< Dovete uccidere Victoria. >>

<< Aspetta, che? >> disse Kristoff, sicuro di aver capito male.

<< Non impazzisco per certe cose, figlio mio, ma a in questo caso è l'unica soluzione che avete. Il maleficio che ha scagliato sulla regina è prevalentemente generato dall'odio che quella donna prova nei suoi confronti. È un sentimento che fa parte di lei, quindi uccidendola metterete fine a tutto. >> spiegò il vecchio saggio con la sua solita calma.

Osservò Anna pensare alle sue parole per poi scattare in piedi, come rinvigorita, gli occhi erano accesi da una determinazione incredibile.

<< Lo farò. Ucciderò quella strega così Elsa potrà tornare qui! >>

Kristoff si alzò in piedi a sua volta e toccò la spalla della moglie con una mano. << Di certo non sarà facile. Le Isole del Sud sono lontane e comunque non sarà una passeggiata trovarla e ucciderla. D'inverno è impossibile arrivarci a cavallo, quindi dovremmo andare via mare e ci vorrà molto. >>

Anna si girò verso di lui, incenerendolo con lo sguardo. << Vuoi venire con me o no? Se hai tanta paura, posso anche andare da sola a salvare mia sorella! >>

<< Ma io.. >>

<< Posso fare un incantesimo alla nave per farla viaggiare più velocemente. Arrivereste alle Isole del Sud nel giro di un mese, di meglio non posso fare, e Anna...>> disse Gran Papà con dolcezza, volendo evitare un litigio tra i due sposi.

<< Sì? >>

<< Kristoff si sta preoccupando per te. Non te la prendere. >>

Vide il ragazzo annuire energicamente, rincuorato dalle sue parole. << Infatti! Non andrai da nessuna parte da sola! >>

Anna sospirò e sorrise imbarazzata al marito, prendendogli la mano e allacciando le dita alle sue per un attimo, inginocchiandosi poi di fronte a Gran Papà. << Non so davvero come ringraziarti. >>

Il Troll scosse la testa. << Non devi ringraziarmi, bambina mia. Ti avverto. Non sarà facile, non dovrai vedertela solo con Victoria ma con tutti gli altri fratelli, ma fatti aiutare da chiunque possa farlo, anche da chi non ti aspetteresti. >>

La principessa annuì e lo abbracciò. Gran Papà ricambiò la stretta ma le sue braccia a mala pena arrivavano alle spalle della ragazza, che si rialzò e si incamminò con Kristoff verso Sven. Prima di andare via, entrambi lo salutarono e partirono al galoppo verso il bosco.

Il sole era ormai sorto del tutto e per Gran Papà era giunto il momento di riposare insieme ai suoi figli. Si lasciò andare e mentre sentiva il suo corpo trasformarsi in roccia, chiuse gli occhi, contento di aver dato un minimo di speranza ad Anna.

Spero solo che possa finalmente vivere in pace con sua sorella.






AAAALLELUIA!!!!!!!!!!!!!!

Finalmente ho pubblicato il nuovo capitolo, mamma mia XD Mi ero bloccata, di brutto, ma la Hendy mi ha dato una mano a prendere in mano la situazione e darmi una mossa. Grazie Siiiissss!!! <3

Anna, come avrete notato, è distrutta. Poooovera, pensare a lei che piange mi spezza il cuore :( Per fortuna c'è Gran Papà che risolve tutto, cioè, dice cosa bisogna fare. La soluzione dei loro problemi è tutt'altro che vicina! Vogliamo parlare di Kristoff? Ahahaah Non mi è molto simpatico come personaggio e penso che si sia notato. L'ho fatto apparire dolce sì, ma anche tanto stupido XD Ok, basta.

Il prossimo capitolo sarà moooooooolto interessante, quindi STAY TUNED se volete ;)

Alla prossima!!!

Sara

  
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