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Autore: Cioccofondentebiricchina    21/09/2014    1 recensioni
questa è la mia prima fanfiction, non so cosa ne uscirà, ma sapete com'è, c'è una prima volta per tutto! E' una Rose/Scorpius apparentemente uguale a tutte le altre, ma fidatevi, sono troppo strana perché il mio cervellino partorisca qualcosa di ordinario. Dal prologo:
"Avete presente quando apparentemente la propria vita sembra davvero perfetta? Quando la gente guardandoti da fuori, non può far altro che invidiarti, perché si, in effetti saresti un egoista a lamentarti di ciò che hai ricevuto; però si sa come gira il mondo, alla gente piace parlare perché ha la lingua in bocca ed ovviamente piace giudicare perché pensare hai problemi degli altri è sempre più facile che pensare hai propri.
Ecco benissimo, dopo questa apparente inutile premessa, potrete capire la situazione in cui sono incastrata: una vita invidiabile da qualsiasi essere umano, ma che nessuna persona con un minimo di buon senso scambierebbe con la propria, nemmeno per tutti i galeoni del mondo. "
beh spero di aver attirato la vostra attenzione, chissà cosa ne uscirà! La vostra pazzisima autrice...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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QUELLO CHE NON SEI

Da quando eravamo rientrati ad Hogwarts, non avevo ancora trovato nemmeno un attimo di tranquillità per parlare con Albus, ogni volta che ne avevo tempo, o era circondato da ragazzette starnazzanti o era in compagnia del suo fido amico Malfoy; però ero riuscita a parlare con Jamie, che mi aveva promesso il suo aiuto, in  caso il mio piano A avesse fallito. Ero riuscita a convicere James piuttosto facilmente, contando che da quando Al aveva cominciato a riscuotere successo con le ragazze, il fan club di James-sono-mitico-Potter era decisamente diminuito, e questo era assolutamente inammissibile per lui.
Era una mattina di metà settembre, quando finalmente incontrai il mio dolcissimo Albiecuccio completamente solo che si dirigeva in sala grande per la colazione: appena prima che varcasse la soglia, riuscii a bloccarlo per un braccio, lui inizialmente si girò con un ammaliante sorriso stampato in faccia, ma appena ebbe modo di capire che ero io, solo sua cugina Rose e non una delle sue fiamme, assunse un’aria scocciata dicendomi – Che vuoi Rosie?- e non potei far altro che pensare –dolcissimo, davvero un cazzo, il mio “cuginetto”-, ma nonostante tutto, assunsi una delle mie migliori facce da cucciolo – Al ho davvero un disperato bisogno di parlarti, è questione di vita o di morte-, lui mi guardo con un sopracciglio inarcato, mai poi acconsentì a seguirmi dietro una colonna, per poter parlare in privato. –Dai sbrigati, Rose- ed allora a quel punto feci un profondo respiro, raccogliendo tutti miei pensieri e glielo dissi-Albus Severus Potter dov’è finito il mio migliore amico? Quello su cui potevo sempre contare per parlare dei miei problemi, quello con cui passavo indimenticabili pomeriggi sulla riva del lago Nero, quello con cui andavo a fare scorpacciate nelle cucine agli orari più improbabili? Il cugino con cui sono cresciuta sin da quando sono nella culla, con cui ho aperto la mia lettera per Hogwarts, con cui ho fatto il mio primo incantesimo, la prima pozione, con cui ho avuto la mia prima punizione “ed ultima per me, pensai, ma non volendo rovinare il mio discorso ispirato continuai”, con cui passavo interi pomeriggi in biblioteca? Dove è finito il mio Albiecuccio, ricordi? Al, davvero non so cosa ti sia successo, io ti voglio troppo bene, per questo quando sei diventato amico di Malfoy non ho detto niente, ma adesso…-, ma lui non mi lasciò finire e mi aggredì subito dicendo- Lo sapevo Rose che avresti tirato in ballo Scorpius, solo perché tu sei gelosa, perché lui c’è sempre stato a differenza di te, che eri a spassartela tra i Grifondoro, mentre io non potevo fare parte di quel tuo mondo e non mi sentivo neppure parte di quello dei Serpeverde, Scorp mi ha aiutato, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto vedere che posso adattarmi benissimo nel mondo dei Serpeverde, lui mi ha guardato dentro, ha scovato in me quello che nessun’altro era mai riuscito a vedere, e soprattutto mi ha accettato per quello che sono, non come te che hai solo cercato di farmi diventare un Grifondoro acquisito, perché così potessi sentirti a tuo agio con me. Perciò mi dispiace deluderti Rose, ma il tuo migliore amico, Albiecuccio, quello che vuoi non c’è più anzi non c’è mai stato, era solo tutta un enorme finzione, e se così non ti vado bene addio.- -Ma Albus, lasciami spiegare…- Rose tentò di fermarlo, con gli occhi pieni di lacrime, che lottava per non far uscire,- No, Rose, anzi guarda, ti facilito il compito, non starmi intorno, non provare neppure ad avvicinarti, anche perché con te attorno,come dire,  a dir poco orripilante, rovineresti soltanto la mia reputazione .- la liquidò Albus, non avendo neppure il coraggio di gurdarla, si voltò e si diresse verso la sala grande. Rose stette dietro quella colonna, un tempo che le sembrò eterno, ma pur sempre troppo breve, fin quando la campanella dell’’inizio delle lezioni non la costrinse ad ingoiare le lacrime e quel groppo amaro che aveva in gola dopo il discorso di Albus ed a dirigersi alla lezione di pozioni, sfortunatamente per lei, con i Serpeverde.
Arrivata in classe si sedette diversamente dal suo solito, al fondo della classe, sperando che Margaret, la sua migliore amica arrivasse presto. Infatti poco dopo Margaret arrivò: Margie, come la chiamavano gli amici, era bella, di una di quelle bellezze che non si possono negare né imitare, era alta, magra, con tutte le curve al posto giusto, con lunghi capelli color della pece e due occhi color ghiaccio; grazie al suo aspetto, non le era mai stato difficile trovare schiere di ragazzi pronti a far un salto nel suo letto, e lei d’altra parte, non si era mai fatta tanti scrupoli ad usarli come se fossero giocattoli, usandoli fin quando le piacevano e buttandoli appena se ne stancava, nonostante ciò, era un’amica perfetta per Rose, lei c’era sempre, ogni qual volta Rose si sentiva cadere, lei era lì per sorreggerla e viceversa, era dannatamente bella tanto quanto intelligente, perciò non le riusciva difficile il compito di decifrare la sua migliore amica, ed infatti arrivata in classe notò subito il turbamento di Rose. –Tutto bene Rosie? Sei terribilmente pallida-, non le andava di dirle quello che era accaduto, anche perché se no Margie sarebbe subito corsa a schiantare Albus, perciò con il sorriso più forzato del suo repertorio, inscenò un malessere, riuscendo sia a sfuggire dall’interrogatorio della sua migliore amica che da quella soffocante ora di lezione, con colui che le aveva spezzato il cuore. Nel tragitto Rose non poté far altro che pensare, che purtroppo, se rivoleva davvero indietro il suo migliore amico, avrebbe dovuto mettere in atto il fatidico piano B…

  
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