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Autore: The Galway Girl    21/09/2014    1 recensioni
Mi chiamo Anais, ho 19 anni, ho appena finito il liceo e non ho voglia di fare niente.
Dico sul serio, proprio niente.
La mia idea era quella di starmene tutto il giorno davanti alla tivù, ma ho dovuto fare i conti con mia mamma, una snob che non vuole assolutamente sfigurare di fronte alle sue amiche, così ho messo a punto un piano infallibile, un Piano Geniale. Mi sarei trovata un lavoro così orribile e imbarazzante che mia madre mi avrebbe costretta a licenziarmi....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sedici.


Con le bulle, anche se ormai non dovrei più chiamarle così, andiamo in una trattoria molto bella, non molto lontano dalla fabbrica.
< < Ci vengo sempre con Gioele, il proprietario è un amico > > mi spiega Simona.
Ci accomodiamo al tavolo e do un'occhiata al menù.
63 tipi diversi di pizza, voglio vivere qua.
Ordino la "8 gusti", ci ho fatto mettere sopra di tutto, ho bisogno di tirarmi su il morale.
< < Però, non ti facevo così ingorda > > mi dice Paola con un sorrisino.
Ci portano le pizze fumanti, le pinte di birra (al diavolo, non sono io che guido) e parliamo del più e del meno.
Le bulle mi chiedono della mia famiglia, e trovo un punto d'incontro con Simona.
< < Guarda, non me ne parlare, anche mia mamma è vera rompi palle! > > mi dice < < Dopo che ho partorito era sempre a casa mia, non se ne andava più! > >
Io faccio una risatina e ingollo un'altro sorso di birra.
< < Macchè, le mamme so' sempre le mamme > > dice Paola < < Non sapete cosa pagherei per avere la mia tra i piedi. > >
La guardo con aria furtiva < < Vuoi dire che tua mamma... > > lascio la frase in sospeso.
< < E' rimasta giù, in Sicilia . > > spiega Paola.
Tiro un sospiro di sollievo, "Mia mamma è morta" non era tra i miei soggetti di conversazione per stasera.
< < Oh, qui ci siete solo tu e tuo marito? > > chiedo.
< < Si, solo soletti > > dice con una risatina nostalgica.
Finiamo le pizze e mentre sto dando una letta al menù per selezionare il dessert, squilla il cellulare di Simona.
Lei si allontana a rispondere e io cerco di agguantare un cameriere.
La bulla torna al tavolo tutta trafelata.
< < Era Gioele, Kevin ha la febbre alta e piange da mezz'ora ,devo tornare a casa! > > dice raccogliendo giacca e borsa.
< < Allora vengo con te perchè sennò so' a piedi > > dice Paola.
< < Eh si, scusate ragazze. Anais, riaccompagno anche te? > > mi chiede Simona.
Sto per dire di si, ma guardo l'orologio.
20:45. A casa non avranno neanche servito il primo.
< < Ehm, no dai, corri a casa, io mi faccio una passeggiata! > > rispondo.
< < Sicura? Ok, allora paghiamo. > >
Dividiamo il conto in tre ed usciamo.
Saluto le bulle e le ringrazio per la serata, che è stata bella nonostante tutto e mi avvio verso casa.
So all'incirca dove mi trovo, mi ci vorrà almeno una mezz'ora per tornare a casa, ma serebbe comunque troppo presto.
Decido di mandare un messaggio ad Ambra, magari è "guarita" e può venire a raccattarmi.

Hei ciao!! Senti non ho niente da fare e sono in giro! Mi raggiungi?

Dopo circa cinque minuti un bip mi avvisa del messaggio.

Ciauuuuuu!! Scusa ma sono a far baby sitting!! Scusa!!!!!!!

Ottimo.
L'unica opzione che mi rimane è di tornare a casa, sgattaiolare dentro e strisciare in camera mia sperando che nessuno si accorga di me,  con un pò di fortuna riuscirò anche a sgraffignare un pò di dolce.
Cammino spedita, taglio per la piazza, la strada è più lunga, ma almeno sono sicura di non trovare nessuno.
Mi ritrovo nella via dove abita Ambra, adesso so con certezza che mi restano sedici minuti per arrivare a casa.
Passo davanti a casa sua e un dettaglio attira la mia attenzione.
Le luci in camera sua sono accese.
Magari i suoi fratelli stanno guardando un film mentre lei non c'è.
Guardo nel cortile e la Volvo di sua madre, la macchina che Ambra utilizza, c'è.
Una sensazione si fa strada dentro di me.
Percorro tutta la strada che resta ripetendomi < < Erano i suoi fratelli in camera sua, sarà andata a lavorare in un altro modo, erano i suoi fratelli in camera sua, sarà andata a lavorare in un altro modo,  erano i suoi fratelli in camera sua, sarà andata a lavorare in un altro modo > > mille volte per convincermi che sia la verità.
Giungo davanti al portone di casa e capisco.
Non erano i suoi fratelli in camera sua, la mia migliore amica mi ha di nuovo evitato di proposito.
Vorrei entrare sbattendo la porta, ma mi noterebbero, quindi con tutto l'autocontrollo di cui sono capace, apro la porta, e la richiudo cercando di fare meno rumore possibile.
Salgo le scale in punta di piedi, entro in camera e mi butto sul letto.
Questo è troppo.
Domani mattina andrò da lei.
Piomberò in casa sua e se sua madre si azzarderà a dirmi qualcosa o ad alzare gli occhi al cielo le mollo un ceffone.

I suoi saranno a messa domani, tranquilli.

****

Avevo previsto di svegliarmi molto prima, ma sono già le 10 passate.
Mi fiondo in bagno, mi lavo la faccia cercando di togliere i segni lasciati dal mascara (ieri non mi sono presa la briga di struccarmi) e mi pettino.
Torno in camera, infilo i primi jeans che mi capitano a tiro e il maglione che avevo ieri ed esco.
Vado in macchina, non ho intenzione di camminare fino a lì, dopo la "passeggiata" di ieri i polpacci mi fanno un male cane.
Parcheggio, scendo sbattendo la portiera e la vedo.
Una punto grigia posteggiata proprio di fronte al suo portone.
Non è dei suoi genitori, loro parcheggiano nel cortile, e non è di Ambra.
Il cuore mi sprofonda nelle scarpe quando realizzo che Federico ha una punto grigia, la stessa che è di fronte a me adesso.
Indecisa se piangere o rompergli gli specchietti entro nel vialetto, apro l'armadietto del contatore dell'elettricità e prendo la chiave di riserva.
Entro senza fare rumore, salgo le scale ancora indecisa su cosa fare e cosa dire.
Davanti alla porta della camera di Ambra resto in ascolto.
Nessun suono.
Al diavolo, spalanco la porta ed esclamo < < COME HAI OSATO???? > >
< < Anais, cosa, ma che cazzo! > > Ambra ha l'espressione di una che ha appena visto un fantasma, ma mai quanto me.
La scena che mi si para davanti è così inverosimile che mi fiondo giù per le scale e vado a rintanarmi nel bagno, chiudendo a chiave la porta.
Sento qualcuno correre giù per le scale e sbattere la porta d'ingresso.
Qualche minuto dopo Ambra bussa alla porta.
<  < Anais! Esci! Adesso! > >
Sono in trappola, quindi metto su l'espressione più colpevole che riesco ed apro.
< < Si può sapere che cavolo ti è preso?!? > > mi grida lei.
< < Scusa, è che ho visto la Punto fuori dal portone e non ci ho più visto! Pensavo fosse Federico! > > dico con tono di scusa.
L'espressione di lei si trasforma da ira a puro sgomento.
< < Anais. Chi cavolo è Federico? > >
Aspettate un attimo.
Ambra non ha MAI incontrato Federico. Ha conosciuto Angelica, ma  non mi sembra che lei abbia menzionato il fratello.  Ok, credo di sentirmi veramente stupida.
La mia amica mi guarda aspettando una spiegazione.
< < E', ehm, il fratello di Angelica. Ho tipo una cotta madornale per lui, e dato che anche lui ha una Punto grigia, pensavo ci fosse lui qui > > dico realizzando di essere veramente un' idiota.
< < Anais > > dice lei, trattenendo a stento una risata < < Tu sai che io questo Federico non l'ho mai visto, vero? > >
< < Si, bè, me ne sono resa conto adesso! > > rispondo < < E comunque è tutta colpa tua, sei tu che mi eviti da settimane! > > continuo sulla difensiva.
< < Lo so, mi dispiace, è solo che lui non voleva che tu lo sapessi > > mi spiega con aria colpevole.
< < Ecco, appunto, LUI. Ambra, come diavolo ti è saltato in mente di uscire con Antonio? > > le chiedo allibita.
< < E' successo > > mi dice lei guardando per terra.
< < No, il Big Bang è successo, gli tsunami succedono, tu che vai a letto col mio capo, non è successo. > >
< < Abbiamo parlato un sacco alla cena di Natale > > mi spiega lei.
< < Ma se non ha fatto altro che parlarti di lavoro! > > esclamo < < Quando lo faccio io è rivoltante ma se è lui allora diventa affascinante? > >
< < E' il modo in cui ne parla, così appassionato > > dice lei sognante.
< < Ma è ovvio! E' un ruffiano! > > dico io.
< < Non è vero, è una persona molto interessante! > > lo difende lei.
< < Ma è vecchio > > insisto io.
< < Mi hai sempre detto che è figo! > > mi accusa lei.
< < Ho usato la parola "cool" > > rettifico. Non ho mai pensato che Antonio fosse figo, il suo vero nome è Antonmarco per la miseria.
< < Cosa penserà tua madre quando saprà che il tuo ragazzo lavora in un mattatoio? > > chiedo io.
< < La stessa cosa che pensa di te, cioè che è pazzo > > scherza lei.
< < Di me lo pensava già prima > > rispondo io seria.
< < Non riesco a credere che tu me l'abbia tenuto nascosto > > dico offesa < < Io ti ho sempre raccontato tutto, anche di quella volta in cui me la sono fatta addosso allo zoo in terza media! > >
Lei fa una risatina  < < Lo so, e mi dispiace, ma è il tuo capo, sarebbe stato strano, e poi vogliamo tenere la relazione segreta ancora un pò. > >
< < Mai io sono capacissima di tenere un segreto! > >
Non è vero.
Lei mi guarda scettica. < < Anais, se te l'avessi detto saresti scoppiata a ridergli in faccia o l'avresti detto a tutta la fabbrica. > >
Apro la bocca per ribattere, ma ha ragione.
Se lei me l'avesse detto probabilmente avrei cucinato ad Antonio una torta con scritto "Congratulazioni" o "Benvenuto in famiglia".
Beviamo un caffè mentre lei mi racconta della loro relazione, dei gesti carini di lui, e di quanto sia diverso da Alberto.
Mi sembra veramente felice.
Io le spiego tutta la faccenda di Federico, anche se c'è ben poco da dire, l'ho visto due volte e mi sono invaghita di lui avendoci parlato una volta sola, e da allora fantastico su di lui, poco ci manca che scriva il suo nome sul diario come una scema.
< < Sei un'ipocrita!> > mi sgrida lei < < Mi prendevi sempre in giro quando non facevo altro che parlare di Alberto, e adesso anche tu ti sei rincretinita dietro a un ragazzo!> > mi schernisce.
< < Si, bè, è la prima volta che mi succede, cosa vuoi che ti dica! Se lo vedessi rimarresti folgorata anche tu! > > cerco di difendermi.
Non vorrà mica paragonare Alberto a Federico? Sarebbe come paragonare un leone marino con un unicorno.
La saluto con un abbraccio e la promessa da parte sua di non liquidarmi mai più con scuse fasulle.

Torno a casa di ottimo umore e trovo tutti seduti a tavola che pranzano.
< < Allora, com' è andata la cena di ieri? > > chiedo.
< < Bene > > comincia mio padre.
< < Lavinia lavora in una boutique di abiti da sposa > > lo interrompe mia mamma < < E IN PIU' studia all'università. > >
La scoperta di poco fa mi ha messo abbastanza di buon umore da fregarmene completamente di Lavinia.
< < E tu nonna, cosa raccontano le tue amiche? > > chiedo ignorando deliberatamente la mamma.
Mia nonna fa per rispondere ma viene interrotta anche lei.
< < Visto Anais? Esistono lavori NORMALI nel mondo, di quelli che non ti fanno vergognare > > dice lei isterica.
< < Io e le mie colleghe siamo andate in una trattoria molto bella, pensa papà, hanno 63 tipi diversi di pizza! > > dico allegra.
Mio padre sembra non sapere se rispondere o meno, visto lo stato d'animo di mia mamma, ma anche lui non resiste alla parola "pizza" < < Cosa, 63?? E tu cosa hai preso? > > mi chiede interessato.
< < 8 gusti, ci ho fatto mettere sopra di tutto, una vera bomba! > >
Lui sembra molto impressionato quando mia madre torna all'attacco.
< < Ho capito sai, quello che stai facendo. Ieri Manlio non mi ha mollata un attimo, voleva sapere a tutti i costi il nome dell'agriturismo dove lavori. L'hai fatto apposta a dirgli che lavoravi lì > > dice lei, ormai è fuori di testa.
Increbidile. Mi sono inventata la palla dell'agriturismo per evitarle una figuraccia e ora me lo rinfaccia.
< < Ah si, e tu cosa gli hai risposto? Il Paradiso del Pollo? > > dico con un sorriso.
Lei mi guarda con espressione assassina e si alza da tavola uscendo.
< < Quindi... suppongo che la cena di ieri non sia stata uno spasso > > dico rivolta a mio padre.
< < Uno spasso?? E' stato un incubo. Lavinia di qua, Lavinia di là. Scommetto che lavora in un discount e che non ci va neanche più all'università > > dice mio padre tranquillo.
Mi fa l'occhiolino e si alza anche lui.
Lo guardo uscire dalla stanza. Lui è veramente sempre stato dalla mia parte.



nota dell'autrice:
Ecco, come potete intuire da questo capitolo si cominciano a "districare i nodi", fino ad arrivare alla fine della storia...
  
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