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Autore: The Ghostface    21/09/2014    3 recensioni
Un folle dal cuore intriso di malvagità minaccia di attuare il più assurdo, rischioso e geniale dei piani, teneterà di liberare un potere celato al mondo da eoni, un potere senza uguali e di controllaro.
Ma i suoi progetti saranno stravolti dai suoi sentimenti verso Stella Rubia.
E sia lei che i Titans ce la metteranno tutta per sconfiggerlo e salvare Corvina, caduta nelle sue grinfie.
Chi attacca un Titan deve vedersela con tutti i Titans.
Una storia ricca di mistero e azione, in cui personaggi classici, nuovi e dimenticati si sfideranno tra loro per ottenere un ruolo nel grande gioco delle vendette.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rigor Mortis'
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CAPITOLO 22
 
Erano passate tre settimane dal funerale di Mar’i.
Tutti i Titans però erano rimasti a tentare di confortare la madre.
Ma tutto era inutile, ogni sforzo terminava in un fallimento.
Stella soffriva inconsolabile, il suo dolore non avrebbe mai trovato appagamento o soddisfazione in nient’altro…aveva perso una figlia, e nulla le avrebbe colmato il vuoto lasciatole.
Le guance scavate dell’aliena erano asciutte ormai da giorni, aveva finito le lacrime per poter piangere ancora, si rifiutava di bere o mangiare il suo corpo era in deperimento, il suo animo...era già decomposto.
In quelle condizioni non sarebbe mai riuscita a volare, che si alzasse dal letto era già un successo.
Passava tutto il giorno a fissare il soffitto sdraiata nella sua stanza, nessuno poteva entrare né qualcuno ne aveva realmente il coraggio.
Stella non tollerava di vedere nessuno, restava distesa immobile, aspettando che la morte la ricongiungesse alla figlia perduta.
Solo Robin trovava la forza di farle visita ogni giorno, neppure Corvina o Silkie erano accettati in quella stanza di lutto.
Robin vedeva la ragazza che amava ridotta l’ombra di se stessa, non più allegra e solare, ma disperata, spezzata, pallida e smagrita, i capelli crespi e spenti ridotti a un groviglio unto e spettinato, gli occhi fissi nel vuoto, assenti, vacui... focalizzavano solo il viso della perduta Mar’i, unica misera consolazione di Stella Rubia nel tormento che provava.
La sentiva boccheggiare il nome della figlia con le labbra secche e screpolate, la gola arida implorava acqua che il corpo negava, quando Robin le parlava, gridava, o piangeva Stella restava incapace di reagire, sola col suo dolore inconsolabile…inestinguibile se non con la morte.
Ed era quello che la tamaraniana stava aspettando, la Grande Consolatrice che avrebbe messo fine alle sue sofferenze strazianti.
Robin era disperato, la morte di Mar’i gli aveva spezzato il cuore non meno degli altri ma non poteva abbandonarsi alla tristezza, non se voleva salvare Stella da se stessa.
Doveva essere forte; non poteva permettere che Stella seguisse la figlia nella fossa...l’aveva implorata, supplicata, l’aveva anche minacciata e presa a schiaffi, ma l’aliena restava priva di volontà, incapace di reagire alla vita.
Nulla valsero le preghiere e le lacrime versate dal suo uomo.
Il cuore batteva ancora nel petto dell’aliena, ma la creatura che giaceva silente sul materasso rosa non poteva più essere definita “viva”.
 
Robin irruppe nella camera di Corvina, dove la maga lo aspettava.
Nessuno l’aveva avvisata, ma lei era perspicace, si aspettava che Robin avrebbe fatto una mossa simile.
-Corvina, io non ce la faccio più!!- disse come una furia con le lacrime che gli rigavano il volto.
-Non posso restare impotente a vedere Stella che si lascia morire!! Dev’esserci qualcosa che puoi fare!!! QUALSIASI COSA!!!!- urlò il ragazzo esasperato dalla fatica e dal dolore scuotendo violentemente la maga per le spalle.
Corvina lo abbracciò forte, e poco dopo tutta la rabbia del leader si sciolse in quel caldo abbraccio diventando nero avvilimento.
Ricambiò l’abbraccio della ragazza, sfogando il dolore troppo a lungo represso sulle sue spalle.
-Ti supplico…- singhiozzò –Non posso perdere anche lei…non posso…-
Corvina, a sua volta profondamente toccata dalla morte di Mar’i e dal deterioramento fisico e morale di Stella Rubia, riuscì a consolare lievemente Robin, facendolo sedere sul suo letto a sorseggiare un infuso calmante, avrebbe aiutato a distendere la mente sconvolta del ragazzo meraviglia.
-Robin…- iniziò lei con gli occhi bassi –Ho passato queste settimane china sui libri, cercando in ogni pagina un dettaglio, una traccia che potesse significare un bagliore di speranza…- s’interruppe sospirando afflitta –Non c’è niente che posso fare. Non ho il potere i riportare in vita i morti, solo mio padre può farlo, non io… né riuscirei mai a convincere Stella a rinunciare al suo folle intanto, la sua mentalità è troppo radicata per vedere altre alternative…mi dispiace-
-No…non può essere….c-ci deve pur essere qualcosa…- mormorò incredulo Robin con la testa china tra le mani, gli occhi umidi di pianto premuti contro i guanti verdi fino a farsi male.
-In effetti…- cominciò Corvina – Un modo c’è- disse tirandosi giù il cappuccio.
Robin balzò in piedi afferrandola per gli avambracci con quanta forza aveva –QUALE!!?? Dimmi qual è, ti prego!!-
Corvina si liberò dalla presa del ragazzo-padre.
-Si tratta di una magia antica, Malchior me la insegnò, ma quest’incantesimo ha un prezzo…un prezzo molto alto anche per te- mormorò la maga insicura.
-Cosa vuoi??!!! Dimmi cosa vuoi e te la darò! Qualsiasi cosa desideri!!-
Corvina tirò uno schiaffo sulla guancia di Robin, che subito s’infiammò.
Lo fissò dritto negli occhi, con quei suoi occhi d’ametista, sui quali già affioravano le lacrime.
-Questo è per aver pensato che io possa dare un prezzo alla vita di Stella!- gli disse dura.
-Scusa…- mormorò il ragazzo ritraendosi, ma sempre bramoso di sapere.
Corvina riprese a parlare –Si tratta di un filtro magico, totalmente insapore e inodore, le cui capacità permettono di far dimenticare un evento passato, qualunque esso sia.
Ma stammi bene a sentire, Robin, quello che sto per dirti è molto molto importante.
Ghostface l’ha segnata troppo a fondo per poter essere cancellato del tutto.
Posso farle dimenticare di Mar’i ma tutta la sofferenza che ha provato la riverserà su se stessa, sarà convinta che Ghostface abbia rapito lei, e ne sarà ossessionata…e questo la terrorizzerà per anni.
Inoltre se mai qualcuno dovesse ricordarle parlandole o con una foto o un ricordo di Mar’i… tutto tornerebbe alla memoria, e le conseguenze sarebbero disastrose e imprevedibili.
Ma quello che voglio dirti è che una volta bevuto non c’è modo di tornare indietro, io posso preparartelo, ma se Stella lo berrà…non potrai mai più parlarle di vostra figlia, sarà come uccidere Mar’i una seconda volta…sei disposto a farlo?-
Robin rimase immobile per alcuni minuti, congelato nei suoi pensieri.
Infine ritrovò il coraggio, e racimolando tutto se stesso si alzò dicendo tristemente ma deciso –Sì-
Corvina sospirò afflitta –Molto bene…se è così che vuoi torna domani…avrai il filtro pronto. Intanto fa sparire ogni cosa che possa ricordare a Stella di Mar’i…-
Robin si diresse in silenzio verso l’uscita, arrestandosi solo davanti all'uscio.
-Corvina…preparane anche per Cyborg e BB. solo io e te saremo memori di questa storia. Io e te terremo vivo il ricordo di Mar’i- detto questo si congedò.
Corvina rimase sola nella sua camera…pianse.
 
Il giorno dopo Robin si presentò dalla maga.
Tutto era stato preparato.
In tutta la Torre non c’era traccia del passaggio della bambina…non una foto, non un disegno, né un giocattolo, neppure un capello appartenutole.
Tutto era chiuso in un baule ermetico sigillato di cui solo Robin conosceva la combinazione, nascosto nel meandro più oscuro dello scantinato…il ricordo di Mar’i era stato sepolto come un morto…quale era.
Avrebbero fatto prendere il filtro a Stella proponendole un veleno per l’eutanasia e se lei non avesse accettato neppure il suicidio assistito allora l’avrebbero obbligata a bere a forza.
 
-È tutto pronto?- domandò Robin osservando il bicchiere di liquido verde che stringeva tra le mani.
Corvina ne reggeva altri due dal colore giallastro –Sì. Ho ricreato il sapore della cicuta, il veleno dei filosofi, non la ucciderà ma la farà star male per qualche ora, poi dormirà per due giorni e una notte e al suo risveglio avrà dimenticato tutto. Non appena si sarà assopita lo farò prendere anche a BB e Cyborg spacciandolo per una tisana-
-D’accordo…andiamo, non perdiamo altro tempo-
Si fermarono solo davanti alla porta di Stella Rubia, il silenzio era soffocante.
-A-allora…io darò il filtro a Stella…tu va da Cyborg e BB- disse Robin esitante.
Corvina lo fisso dritto negli occhi –Sei proprio sicuro di volerlo fare? Sei ancora in tempo per ripensarci…forse troveremo un altro modo…-
-O forse no- completò lui –A Stella non rimane molto tempo- detto questo si girò, pronto a entrare ma la maga lo fermò, costringendo a guardarla.
-Robin…una volta fatto non si torna indietro. Ti rendi conto che così ucciderai quello che resta di Mar’i?!-
Questa volta fu Robin a tirare uno schiaffo a Corvina, la mezzo-demone sentì la guancia divamparle.
-Credi che a me piaccia??!! Non sto uccidendo Mar’i, mi figlia è già morta, un pazzo dal cuore di pietra l’ha ammazzata!! Ricordarla non a riporterà a sua madre!...io cerco solo di salvare la donna che amo…ad ogni costo- le rinfacciò duro il leader dei Teen Titans –Ora va da BB e Cyborg… anche loro devono dimenticare-
Senza dire una parola Corvina si allontanò, solo quando fu sulla soglia della Mains Room proferì poche parole senza voltarsi –Spero tu stia facendo la cosa giusta…- e se ne andò.
Robin guardò il bicchiere che teneva tra le mani, fece un grande respiro per farsi coraggio pensò.
Robin entrò nella stanza dell’aliena, come di norma Stella restava in stato semi cosciente distesa sul letto a struggersi per la figlia deceduta…l’unica magra consolazione era la consapevolezza che presto l’avrebbe rivista.
Robin si sedette accanto a lei sul letto, accarezzandole dolcemente la testa –Ciao amore…- iniziò cercando di soffocare le lacrime a vederla ridotta in quello stato –Stella ti prego…riprenditi, reagisci alla vita, non puoi lasciarti morire così!!-
Un fievole sussurro uscì della gola secca di Stella, il suono era debole e impastato dalla sete –R-Robin…p-presto sa-sarò con l-lei…- mormorò a fatica tossendo debolmente.
Il ragazzo si asciugò gli occhi.
-S-se proprio vuoi morire…lascia almeno che ti aiuti. Non posso vederti consumare a poco a poco di giorno in giorno, non riesco a sopportarlo…ho qui con me un potente veleno, la cicuta uccide presto, non sarà doloroso te lo prometto…sarà come addormentarsi per l’ultima volta… ti supplico Stella, non costringermi a farlo, in nome dell’amore che provi per me!!-
Stella Rubia volse debolmente il capo scavato –I-in nome del nostro a-amore…prenderò il veleno…s-solo perché tu non soffra del m-mio deperimento…- biascicò lei, disposta a rinunciare alla morte di fame solo per rendere il tutto più facile a Robin che ancora amava tantissimo.
-Se è così che hai deciso… spero tu possa riabbracciare Mar’i nel paradiso di X’hal…- disse Robin con le lacrime agli occhi, aveva concesso a Stella Rubia un’ultima opportunità per risollevarsi da sé ma lei avrebbe preferito la morte, ora sapeva quanto fosse necessario il filtro dell’oblio.
Stella Rubia sforzò un debolissimo sorriso sulle labbra screpolate –R-ricordati di noi, Robin…ricordaci quando eravamo felici…-
-L-lo farò…- le lacrime del ragazzo inumidirono le guance pallide dell’aliena, mentre adagio le versava l’infuso magico nella bocca, aperta minimamente, si fermò solo quando Stella ebbe bevuto fino all’ultima goccia.
 
-BB, Cyborg venite con me- disse Corvina dirigendosi verso la cucina.
I due ragazzi la seguirono.
Anche loro erano sempre tristi e afflitti da quando la bambina era morta, nessuno dei due aveva trovato da allora un attimo di pace.
-Stella sta morendo- iniziò la maga –Lo sappiamo. Ma tutto quello che abbiamo provato è stato inutile…- disse cupamente il mezzo-robot, che si era fuso l’hard disk a forza di cercare una soluzione per aiutare la giovane aliena.
-Forse c’è una speranza – riprese Corvina dopo essere stata interrotta.
I due ragazzi si guardarono a vicenda negli occhi, e poi fissarono intensamente la maga senza però riuscire ad estrapolarne i pensieri.
-Sul serio?- disse incredulo Cyborg.
-Penso di sì-
-Ma è fantastico!! Dicci qual è!!!- esclamarono di colpo i due in coro ritrovata la speranza di salvare la loro amica.
-State calmi…- li ammonì Corvina- Non è detto che funzioni. Riunendo i nostri ricordi comuni di Mar’i penso di potere creare una proiezione astrale di lei, in modo che dica a Stella di riprendersi, di non lasciarsi morire così. Forse ascolterà sua figlia-
-Allora dobbiamo chiamare anche Robin! Lui è quello che conosceva meglio Mar’i dopo Stella-
Corvina sospirò afflitta- Robin non è nelle condizioni di aiutarci. Dovremo farcela da soli- detto questo porse loro i due bicchieri contenti il filtro magico.
-Bevete questo infuso, e poi cercate di aprire la mente pensando a Mar’i-
I due eroi bevvero la pozione senza batter ciglio, ignorando che presto avrebbero completamente dimenticato della passata esistenza della bambina.
Subito si sentirono lo stomaco ribollire e gli arti intorpiditi…poi venne il dolore.
Caddero a terra contorcendosi per gli spasmi muscolari.
Si sentivano male, erano incapaci di reagire, il loro corpo divorato dalle febbri non era più loro.
-C-Corvina…c-osa c’era in qu-quei b-bicchieri…?- riuscì a mormora BB stringendo i denti per le fitte allo stomaco.
Entrambi i ragazzi si rannicchiarono su se stessi, incapaci di muoversi ulteriormente.
La maga non rispose, guardò dispiaciuta gli amici sofferenti e se ne andò…presto avrebbero dimenticato.
-…C-Corvina…- chiamò lamentoso BB mentre la vista gli si appannava e l’ombra della mezzo demone svaniva confondendosi tra le altre.
-C-Corvinaaa…-

 
Tornando nella sua camera incrociò Robin che usciva dalla camera di Stella Rubia.
-Sì è addormentata. Ho provato fino all’ultimo a farle cambiare idea…ma non c’era altro modo-
-Anche BB e Cyborg hanno bevuto…tra poco si addormenteranno a loro volta-
I due si guardarono negli occhi.
Occhi stanchi, spenti, che avevano visto troppo dolore e versato troppe lacrime.
-Robin…- iniziò la maga –Domani dovremo comportarci come se nulla fosse accaduto…io posso farcela, ma tu…sarai in grado di mantenere il segreto con Stella? Se lei si ricordasse di Mar’i…sarebbe la fine-
Robin si passò una mano sul viso afflitto- Ho altra scelta?- domandò con una triste ironia.
-No- completò Corvina –Ma questo non significa che tu sia in grado di farcela-
-Non c’è altro modo!! Soffrirò in silenzio, sopporterò! Né Stella né nessun’altro dovrà mai sapere di questa storia! MAI!!- disse sbattendo con forza il pugno contro la parete.
 -Domani, prima che Stella riprenda i sensi, chiamerò qui tutti i Titans…versa quel filtro nel ponce e assicurati che tutti lo bevano…che tutti dimentichino- sospirò afflitto, sfinito da tante emozioni- Solo io e te dovremo ricordarci di Marì. Io e te-
<…e Ghostface> pensò Corvina, ma non aprì bocca.
Corvina mise una mano sulla spalla al ragazzo distrutto- Era la cosa giusta da fare… e forse…forse anche tu dovresti dimenticare, per il bene di Stella. Non potrai tenerti tutto dentro in eterno…-
Robin la respinse lontano con uno spintone.
-Invece sopporterò! Costi quel che costi, sopporterò!!- le urlò in faccia e furioso si diresse a grandi falcate fino nella sua stanza, nella quale si chiuse dentro.
Corvina lo guardò immobile mentre scappava della sue parole, dalla realtà.
Ormai ci siamo spinti troppo oltre…>.
  
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