Capitolo
2: Un
ragazzo indifferente.
Dolore?
No
non sentiva dolore...
Non
gli veniva nemmeno da piangere...
C'era
solo indifferenza in lui e un certo sollievo...
Il
sollievo che si prova quando ci si è liberati di un peso.
Un
peso che ci opprime la vita.
Il peso più grande di
tutti.
Quello
di una persona.
Che
noi dovremmo amare.
Ma
che odiamo immensamente.
La leggera pioggia lavava le marmoree lapidi del cimitero e picchettava
sui
vestiti neri degli astanti che circondavano la due fosse attorno alle
quali
erano tutti riuniti. Pochi veri singhiozzi o pianti soffocati si
udivano,forse perché
la maggior parte di quegli uomini avevano visto i morti si e no due
volte. Per
la maggior parte era gente del Ministero,venuta ad assistere alla
cerimonia più
perché occupandosi delle indagini sulle attività
dei Mangiamorte,era loro dovere.
Altri erano più che altro conoscenti del padre di uno dei
due defunti che
quindi si erano sentiti quasi in obbligo di intervenire. Lui era poco
più
avanti, chino su quelle due bare che sarebbero potute essere di
chiunque altro
e le avrebbe guardate forse con minore indifferenza. La superficie in
mogano.
Le croci in rilievo,unico particolare dorato sopra il nero del
coperchio.
Attorno a lui facce che non aveva mai visto,o per lo meno che aveva
visto di
sfuggita solo alcune volte, poi una mano che gli si poggiava sulla
spalla e
finalmente un volto noto. La Preside di
Hogwarts,Minerva McGrannitt lo squadrava dall'alto
verso il basso mentre il suo ombrello faceva cadere qualche goccia sul
suo
volto. Lei gli sorrise leggermente quindi lo prese per una manica
tirandolo a
sè e portandolo via da quello spettacolo che avrebbe forse
dovuto turbarlo ma
che in realtà lo lasciava del tutto indifferente.
Improvvisamente una donna si
fece avanti,una lunga penna verde alla mano e un sorriso che sapeva di
falso
lontano un miglio...Quando guardò il ragazzo assunse un aria
fintamente
addolorata e apprensiva quindi tese la mano in direzione della
McGrannitt.
-Mi scusi...Rita Skeeter del Profeta potrei parlare solo un
attimo con...
Indicava lui ma la McGrannitt si
voltò di scatto fulminandola con il solo
sguardo e schiaffeggiandole la mano così da distoglierla da
lei. Perentoria quindi
fece un gesto brusco tirandosi dietro il ragazzo. Allora parve
ripensarci e si
voltò di nuovo verso la donna,continuando a
fissarla con disprezzo.
-Che non la veda girare attorno al ragazzo. Dovrebbe rendersi
conto di
quanto il momento sia per lui delicato,ma dubito che uno sciacallo come
lei
possa avere tali accortezze.
Quelle parole le uscirono come un sibilo,una velata minaccia. Mai lui
aveva
veduto la
Preside
così sinceramente adirata. Sembrava che avesse voluto
uccidere la
Skeeter e chi conosceva la
giornalista molto meglio del ragazzo si sarebbe meravigliato di come
improvvisamente questa si ritirò senza nemmeno proferire
sillaba. La
McGrannit tirò
dunque dritto verso un gruppo isolato di lapidi portando con
sè il giovane che
si lasciava trascinare senza pronunciare una parola. Era sempre stato
così
d'altronde,taciturno e riservato. Non legava mai troppo con nessuno
almeno a
quello che veniva riferito alla Preside e nonostante fosse un brillante
studente in molte materie,uno dei pochi non Serpeverde che Severus
Piton
elogiasse,non interveniva quasi mai alzando la mano o esprimendo un
parere. In
molti a scuola lo chiamavano NeroMuso perchè era sempre
imbronciato e per uno
sciocco errore che aveva fatto al suo primo anno quando tentando di
incantare
una boccietta di inchiostro questa gli era esplosa in faccia
imbrattandolo. In
pochi avevano rispetto del cognome che portava anche perchè
di rispettoso la
sua famiglia aveva più molto poco. Quando si fermarono la McGrannitt
si chinò a
guardarlo e lui fece una smorfia infastidita. Lo stava trattando come
se fosse
un bambino e ciò non gli era mai piaciuto. Di fatto a volte
avrebbe preferito
che non lo si trattasse in alcun modo particolare. Che non lo si
trattasse per
nulla.
-Aleister..Non voglio forzarti a ricordare..Solo che sappiamo
che è accaduto
qualcosa l'altra sera,lo sappiamo tutti e due. Non c'è nulla
che vorresti
dirmi??
Lui pareva quasi aspettarselo. La Preside
gli aveva posto la stessa domanda che avevano fatto
più e più volte quelli del Ministero ma lui aveva
sempre dato la stessa
identica risposta. Scosse infatti lentamente la testa. La McGrannitt
fece una
faccia leggermente delusa. Capiva comunque quanto lui fosse sconvolto.
Quando
gli Auror avevano raggiunto casa sua tutto era finito. Avevano trovato
i due
cadaveri di suo padre e della donna che aveva sposato dopo che lui e
sua madre
si erano lasciati,a terra mentre i fratellastri di Aleister neppure si
sapeva
dove fossero finiti. Le tracce di sangue in ogni caso non promettevano
certo
nulla di buono. I due morti a terra erano stati di sicuro colpiti da un
Avada
Kedavra ma di quei due ragazzi,santo cielo...pregavano di non
ritrovarli
neppure, viste le premesse. Quando mai quei maledetti Mangiamorte erano
stati
così efferati,da arrivare ad uccidere due ragazzi in maniera
tanto violenta e
senza l’aiuto della magia? Secondo
qualche fonte perfino il Signore Oscuro doveva essere intervenuto per
compiere
quella strage. Ma perchè? Perchè
scomodarsi,tralaltro per una famiglia che
aveva perso il suo buon nome da tanto tempo? Perché esporsi
quando tutto il
mondo magico era sulle sue tracce?? I pensieri di Minerva McGrannitt
scivolarono nuovamente ai due morti. Edward Crowley e Ramona Danielson.
E
quindi alla famiglia del padre di Aleister. Il più grande
esponente dei Crowley
era stato Aleister Crowley Sr. Conosciuto anche tra i Babbani,Crowley
era visto
da loro come un ciarlatano o un satanista ma alcuni credevano sul serio
in ciò
che sosteneva. In ogni caso anche questi individui non erano affatto
pericolosi
per il Mondo Magico e quindi Crowley era tollerato. Aveva compiuto in
passato
anche imprese certo non paragonabili a quelle di Silente ma neppure
ignorabili
dal Ministero,e quando questi gli chiese di lasciare il mondo
Babbano,egli
inscenò la sua morte tornando a vivere nel Mondo Magico. Il
figlio era stato
molto diverso. Edward Crowley era stato un bravo alunno a Hogwarts e
aveva
sposato un'altra allieva,per lungo tempo la sua migliore amica,Emily
Garrett.
Usciti dalla scuola però le cose per i due erano cominciate
ad andare male. Edward
aveva perso tutto o quasi tutto il patrimonio di famiglia e alla fine
aveva
lasciato la moglie che da allora nessuno aveva più visto.
Rimasto solo e con un
figlio,Edward Crowley si era dunque sposato presto con un altra
donna,una
babbana,Ramona Danielson,vedova e con due figli a carico. Cosa avevano
mai
potuto fare quei due per meritare una tale fine? E perché
nonostante il brutale
assassinio di suo padre,Aleister si ostinava a non parlare? La Preside
di Hogwarts non
sapeva come interpretare quel silenzio. Perché non aiutava
il Ministero a
rintracciare quegli assassini? Sembrava quasi come se li stesse perfino
proteggendo. No era una idea troppo assurda per essere vera. Alla fine
si
rassegnò attribuendo il tutto solo allo sconvolgimento di
ciò che aveva visto.
Era stato lasciato vivo,solo lui e dubitava che Voldemort o chi per lui
lo
avesse fatto per pietà. Chissà,magari era
riuscito per miracolo a sfuggire e
spaventato aveva passato ore di terrore sperando che quegli assassini
non
tornassero a finire il lavoro. Posò una mano sulla spalla di
Aleister.
-Scusami
Aleister…comprendo
quanto possa essere dura. Ti stiamo pressando troppo. E’
comprensibile che tu
non abbia ancora voglia di parlarne. Lo farai quando ti sentirai
pronto…Ti
prometto che fino ad allora nessuno oserà metterti fretta.
Gli toccò
delicatamente la
schiena con la mano e lo spinse leggermente riconducendolo man mano
verso il
gruppo di persone attorniato sulle fosse che avrebbero conservato per
sempre i
corpi di suo padre e della sua matrigna. La Skeeter
si era dileguata e quella sembrava l’unica
cosa positiva di quella giornata. Quando giunsero nuovamente alla tomba
la
McGrannitt abbassò
nuovamente lo sguardo su Aleister. Lui aveva assunto nuovamente
quell’aria cupa.
Lei lo guardò accorato quindi si portò una mano
al cuore convinta che fosse il
suo modo di mostrare il suo dolore.
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Ma
nello sguardo di Aleister c'era solo indifferenza..
Nella sua mente non c'era orrore..
Forse solo riconoscenza...
Riconoscenza per colui che lo aveva liberato da un tale peso...
Da qualcosa che gli martoriava l'esistenza...