UN Nuovo Sconvolgente Piano
Il capostazione guardò con aria stanca il suo
orologio da polso quindi fece
un cenno ad alcuni inservienti che cominciarono a caricare l'ultimo
treno merci
in partenza dal binario 5. Erano ormai le undici e fra meno di mezzora
sarebbe
finalmente andato a letto. Tirò un sonoro sbadiglio quindi
con gli occhi che si
appannavano per la stanchezza. Erano oramai vent'anni che lavorava a
King's
Cross e mai una volta aveva timbrato il cartellino con un margine di
ritardo
che sforasse i due minuti. John,colui che avrebbe dovuto dargli il
cambio
sarebbe arrivato a momenti ma voleva in ogni caso assicurarsi che tutto
procedesse bene e che quel treno potesse finalmente partire a pieno
carico
rispettando l'orario per non intralciare il traffico ferroviario.
Mentre si
puliva gli occhiali con un fazzoletto però intravide due
figure che camminavano
lentamente,passando davanti al suo casotto e dirigendosi verso una
delle panche
poco distanti. Si grattò i pochi capelli che gli restavano
chiedendosi chi
fossero quei due ma poi tornò a concentrarsi sul treno che
ormai era stato
quasi del tutto caricato. Il capostazione uscì dal piccolo
casotto e battè una
mano sulla superficie metallica del treno quindi attirata l'attenzione
degli
inservienti chiese bonario...
-Avete ancora molto da fare? Io fra poco dovrei andare a
dormire e arriverà
John a darmi il cambio ma vorrei essere sicuro che il treno parta in
orario.
-Non si preoccupi signore...Abbiamo quasi finito.
Il capostazione annuì ancora soddisfatto,anche
stavolta aveva svolto il suo
lavoro e come sempre c’era un certo appagamento quando sapevi
di aver fatto il
tuo dovere e avevi la possibilità di tornare a casa con il
cuore più leggero. A
quel punto quindi trotterellò lontano da loro tornando a
concentrarsi su quei
due uomini,di nero vestiti,che ora si trovavano seduti su una delle
panche e
sembravano parlottare tra di loro. Non amava i vagabondi e quelli
sembravano
essere proprio dei pessimi soggetti. Fece così una smorfia e
decise di andare a
dare un occhiata. Camminò baldanzoso verso di loro e tirando
su il petto si
diede un aria autoritaria. Decisione ci voleva con certa gente. Dove
sarebbe
andato a finire il mondo se un onesto capostazione doveva farsi mettere
i piedi
in testa da due ceffi come quelli?Quando arrivò presso di
loro i due si
voltarono di scatto,come sorpresi di vederlo. L'uomo assunse subito un
aria
supponente e guardandoli di sottecchi chiese,cercando di dare alla sua
voce
quanta più autorità possibile:
-I signori desiderano?? Stiamo caricando un treno e non
vorremmo persone che
intralcino il nostro lavoro. Indi per cui vi pregherei di cercare un
altro
luogo dove sedervi.
Uno dei due digrignò i denti ma l'altro
portò subito una mano dinanzi a lui
e cercò di calmarlo. Poi alzò lo sguardo verso il
capostazione e l'uomo tremò
leggermente dinanzi a quegli occhi in cui non vedeva altro che odio.
Era impossibile
che qualcuno anche solo vagamente umano potesse guardare un individuo
con una
tale espressione carica d’astio. Chi diavolo erano quei
due??? La voce
dell’uomo gli arrivò alle orecchie
calma ma profonda...
-Non stiamo dando fastidio a nessuno..E tantomeno credo che
possiamo
intralciare in qualche modo il vostro lavoro.
Il capostazione rimase per qualche secondo interdetto ma poi
scosse la
testa. Era riuscito in qualche modo a riprendersi dal primo impatto che
quei
due ceffi così innaturali gli avevano dato e ora
cercò di tornare per quanto
possibili ad assumere quell’aria autoritaria che
così goffamente era riuscito
ad assumere prima. Si aggiustò gli occhiali e dopo essersi
schiarito la voce cercò
di sovrastare i due sebbene il suo corpo pur grassoccio non avrebbe
potuto
certo spaventare due tizi tarchiati come quelli. Inoltre doveva
ammetterlo,quei
due lo terrorizzavano. La loro sola vista lo pietrificava e faceva
fatica a
controllarsi e a tenere quell’aria imperiosa così
artefatta.
-Signori..Ne ho visti di vagabondi da quando lavoro qui e
credetemi sono
vent'anni. E sò benissimo che avete deciso di appartarvi su
questa panchina per
la notte. Abbiate quindi la compiacenza di desistere dai vostri intenti
e di
lasciare immediatamente la stazione.
Il tizio che poco prima gli era sembrato il più
aggressivo dei due emise una
specie di ringhio quindi sibilò sempre mantenendo i denti
stretti..
-Chi hai chiamato vagabondo,sporco babbano???
L'altro tentò di fermarlo ma l'uomo tirò
fuori uno strano pezzo di legno
puntandolo contro il capostazione.Si poteva quasi vedere il suo viso
imperlato
di sudore e i suoi denti stretti,gli occhi fiammeggianti di rabbia. Per qualche secondo il tempo
sembrò quasi
fermarsi poi egli vide divenire tutto verde e la voce roca dell'uomo
che
urlava...
-AVADA KEDAVRA!!
Improvvisamente il capostazione fu sbalzato all'indietro con
una forza
paragonabile forse solo a quella di un maglio che colpitolo al petto lo
spedisse violentemente contro la parete metallica costituita dal treno
ancora
fermo sul binario. Ed è proprio quello che fece il
pover'uomo,andando a
scontrarsi con la schiena contro uno dei vagoni per poi ricadere in
avanti
oramai privo di vita. Gli inservienti erano stati naturalmente messi in
allarme
e il tizio che sembrava fra i due il più dotato di controllo
di sè afferrò
l'altro per poi costringerlo a seguirlo. I due corsero per qualche
metro
costeggiando il binario,quanto bastava perchè quegli uomini
ora chini sul corpo
esanime del capostazione,non potessero vederli. Fatto ciò si
smaterializzarono
immediatamente lasciando la stazione di King's Cross che dopo il gesto
avventato di uno dei due era divenuta troppo pericolosa.
Quando i due ricomparvero,in un vicolo della periferia di Londra,un
ammasso di
case abbandonate che nessuno visitava e che avevano fatto loro da
dimora per
qualche tempo,il Mangiamorte che aveva compiuto l'omicidio solo pochi
minuti
prima si ritrovò sbattuto contro il muro dall'altro che
inchiodandogli le
spalle con le mani lo guardava con fare rabbioso. Aveva perso tutto
l'autocontrollo di cui prima era stato capace e ora sembrava quasi
abbaiare in
faccia al suo compagno.
-Maledetto Idiota!! Quando ti dissi che per essere
maggiormente al sicuro
dovevamo uscire dal Mondo Magico avrei dovuto sapere che avresti fatto
una
boiata simile.
L'altro abbassò lo sguardo per poi però
sibilargli in faccia...
-Odio tutta questa feccia..odio i babbani...odio vivere tra di
loro...
-Ti ho già detto che presto tutto
finirà,dannato cretino! Ero lì proprio per
comunicarti questo...Ora però mi verrebbe solo voglia di
ammazzarti qui e ora e
non dirti nulla...
L'altro sembrò per un attimo temere le parole del
primo ma poi allungando il
volto verso di lui e a sua volta assunse un aria minacciosa stringendo
gli
occhi e guadandolo in faccia,l'altra mano alla bacchetta seppur avesse
le
spalle inchiodate dalle sue mani forti.
-Fai molta attenziono Dolohov!! Non ti permetto di parlarmi
così...
-Chiudi il becco Avery o potrei davvero inquietarmi..ciò che
hai fatto potrebbe
farci piombare quei dannatissimi Auror fra capo e collo e non ho
intenzione di
tornare ad Azkaban!!
Avery si ammutolì mentre Dolohov ora lo afferrava
per il colletto e lo
tirava più all'interno del vicolo. Allora lo
lasciò andare permettendogli di
camminargli a fianco mentre tornavano verso la casa malandata che
faceva loro
da alloggio. Le imposte erano cadenti e la porta era caduta a terra non
appena
i due avevano tentato di sfondarla con un calcio. Il legno marcio era
andato in
pezzi come nulla. I due si guardarono attorno prima di entrare nella
stamberga
e salire le scale diroccate. Un silenzio profondo correva ora tra i due
anche
se Avery sembrava alquanto curioso di sapere cosa Dolohov doveva
dirgli. Era
stato via per molto tempo e poi gli aveva fatto comunciare di
incontrarsi a
King's Cross per un resoconto. Ciò che era accaduto prima lo
aveva innervosito
così come il fatto che Antonin fosse stato l'unico ad essere
convocato
nonostante gli anni di fedele servizio che lui aveva prestato al
Signore
Oscuro. Sì perchè quei due individui se non si
fosse ancora capito erano due
Mangiamorte. Due Mangiamorte braccati per giunta e il gesto
sconsiderato di
Avery non aveva di certo fatto sì che la loro presenza nel
mondo babbano non fosse
notata dagli esponenti del mondo magico. Dolohov entrò in un
altra stanza,un
piccolo salotto,lasciandosi cadere su una poltrona che alzò
nugoli di polvere
causando una repentina tosse da parte di Avery. L'altro mangiamorte lo
fulminò
e Avery non potè che bloccare la sua tosse come poteva
sedendosi a sua volta su
una sedia malandata che sembrava pronta a rompersi da un momento
all'altro.
Scricchiolò sinistramente quando l'uomo si sedette su di
essa ma lui neppure ci
fece caso attendendo invece che Dolohov gli facesse il resoconto che
lui
attendeva impazientemente. Antonin rimase però ancora per
qualche secondo in
silenzio prima di far udire finalmente la sua voce.
-Avrai udito di quegli strani omicidi avvenuti nel Mondo
Magico nell'ultimo
periodo..Il Ministero ha sguinzagliato i suoi Auror per indagare su
questa
ondata di assassinii ma non sono riusciti a venire a capo di nulla..i
Nostri
hanno fatto un lavoro davvero egregio devo dire.
Avery sbarrò gli occhi stupito,la bocca aperta e le
mani che tremavano
leggermente.
-Il Lord Oscuro c'entra con quegli omicidi??
-Ovviamente..E ce ne sarebbero stati molti altri se altre
famiglie avessero
rifiutato di obbedirgli. Avrai avuto notizie dell'uccisione di
quell'ubriacone
di Crowley...
-Certo..Ma cosa se ne sarebbe mai fatto il Lord dell'aiuto di
un pusillanime
simile? Suo padre era un grande mago ma lui...ha sperperato tutto il
denaro di
famiglia..ha infangato il suo nome..sua moglie neppure si sà
che fine abbia
fatto dato che dopo un mese si è risposato con una sporca
babbana..
-Ma lui non voleva il suo aiuto..voleva suo figlio...
Avery non riusciva a capire. Voldemort era fuggito alla morte
in maniera
davvero rocambolesca dopo il tradimento di Piton e ora gli restava un
unico
Horocrux,il suo Serpente Nagini. Potter era quasi riuscito a farlo
fuori e ora
doveva essersi proprio bevuto del tutto il cervello,con tutto il
rispetto
parlando. Cosa se ne faceva di un ragazzino? Dolohov notò la
sua espressione
perplessa e sorrise malignamente,atteggiandosi come un maestro che
doveva
erudire un allievo troppo stolto per capire...
-...E non ha certo preso solo lui. C'è stato chi lo
ha seguito con
accondiscenza,naturalmente. Come le sorelle Krueger...
Avery ebbe un velocissimo flashback. Conosceva le figlie di
Krueger. Ne
aveva visto gli occhi iniettati di odio,e ricordava quanto la loro sola
presenza incutesse un terrore che solo in presenza del Lord aveva
spesso
provato. Non faticava certo a credere che lo avessero seguito con
accondiscenza
e quasi tremava lui stesso al pensiero di cosa quelle due avrebbero
potuto fare
se alleate con il mago più terribile dai tempi di
Grindelwald. Tossì ancora una
volta,ma più per rompere la tensione che aveva addosso che
per altro.
-Ma cosa vuole farsene il Lord? Cosa vuole farsene di un
gruppo di
ragazzini??
Dolohov rise ancora una volta stavolta facendo quasi tremare
Avery. Prima
aveva fatto lo spavaldo ma sapeva che quell'uomo avrebbe potuto
spazzarlo via
come nulla. Antonin si sporse verso di lui sogghignando.
-Creare un altro Potter...
Avery sembrava ancora più confuso. Detto
ciò però Dolohov si alzò lasciando
la stanza e quindi evitando qualsiasi altra domanda del Mangiamorte,
che
rabbioso, prese a calci il battiscopa marcito che correva lungo la
parete per poi
afferrare la sedia e scagliarla verso il muro opposto. Il legno
andò subito in
mille pezzi e l'uomo cominciò ad ansimare sbollendo pian
piano la rabbia.
Odiava essere tenuto in disparte..lo odiava da morire...