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Autore: Chiaramor    22/09/2014    1 recensioni
Dopo due mesi di addestramento con Malcolm Marlyn Thea Queen è pronta a tornare a Starling City e a ricominciare, anche grazie all'aiuto di John Smith, un giovane ragazzo che saprà ridarle il sorriso.
Ma cosa ne sarà del suo rapporto con Oliver, Roy e Malcolm?
Una storia che non vede come protagonista solo Thea Queen ma anche Felicity, Oliver e tutto il team Arrow.
Dal terzo capitolo:
“Oliver, Oliver aspetta ti prego!” gridò Felicity correndogli dietro, “sono sicura che Roy non pensa veramente tutte quelle cose, è solo preoccupato per Thea.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Thea Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Oliver, Oliver aspetta ti prego!” gridò Felicity correndogli dietro, “sono sicura che Roy non pensasse veramente tutte quelle cose, è solo preoccupato per Thea.” Il parcheggio fuori dalla nuova “caverna” era vuoto, c'erano solo loro due e tanta amarezza. Oliver non si fermò e continuò a camminare verso la sua macchina. Appena appoggiò la mano sulla maniglia però si girò, mostrando a Felicity il suo volto scoraggiato. “Ho sbagliato tutto con Thea, fin dall'inizio. Roy ha ragione. E' arrivato il momento di parlarle.” Felicity si avvicinò a Oliver “se vuoi posso venire con te.” Oliver scosse la testa sorridendo “grazie, ma devo farlo da solo.” Stampò un bacio sulla fronte di Felicity e poi salì in macchina. La ragazza rimase qualche momento a fissare l'auto che si allontanava, senza riuscire a smettere di pensare alle labbra di Oliver Queen.


 

L'appartamento di John Smith era un piccolo monolocale al centro del Glades, marrone all'esterno e bianco all'interno, stretto e impersonale. Per quella sera però John aveva dato alla cucina un aspetto romantico, comprando candele e usando per la prima volta da quando ci abitava una tovaglia. “Wow...è...è decisamente un appartamento da maschio” commentò Thea Queen guardandosi attorno. “Lo so, non è nulla di speciale. Però è tutto mio, nessuno ci disturberà...” disse John sorridendo prima di baciare Thea. La ragazza ricambiò, ma poi il suo stomaco ebbe la meglio “sto morendo di fame!” I due si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare il cibo cinese comprato nel ristorante sotto casa. Ci fu qualche momento di silenzio e Thea notò che John voleva dire qualcosa, ma sembrava non trovare le parole. “E' tutto a posto?” gli chiese Thea prendendogli la mano. John sembrava agitato e ci mise un po' a risponderle. “Sai, ormai sono in città da un po' e la gente parla... ho sentito della voci a proposito di un certo Vigilante. So che ti ha salvato la vita in varie occasioni...” Thea ritrasse la sua mano, scuotendo la testa. “No, non voglio parlare di questo. Il Vigilante ha solamente rovinato la mia vita, allontanando da me il mio ex ragazzo che era fissato con lui, e non facendo nulla per salvare mia madre.” John, vedendo gli occhi di Thea arrossarsi si pentì subito di quella domanda. Provò a scusarsi asciugandole una lacrima. “Io no.....” Thea gli impedì di finire la frase. “Ti prego, tu mi piaci davvero tanto, sei una delle poche persone che fanno parte della mia vita ora. Non rovinare tutto con stupide domande sul vigilante.” John annuì e la serata procedette tranquilla.


 

Thea era nervosa all'idea incontrare suo fratello. Oliver le aveva mandato un messaggio la sera prima, chiedendole di incontrarla. Suo fratello le era mancato, era questa la verità. Anche se l'aveva delusa e tradita era comunque una parte di lei e in più Thea aveva bisogno di incontrarlo di persona e sbattergli in faccia tutti i suoi cambiamenti e il suo rancore. Sfogarsi le avrebbe fatto bene. “Hey Speedy.” Una voce tremante, proveniente dalle sue spalle, la fece sobbalzare. “Oliver...” “Sei stata via per molto tempo, ero preoccupato per te.” Oliver la guardava negli occhi. Thea indietreggiò, quasi per sottrarsi al suo sguardo. “Beh non dovevi, io sto bene. Anche senza di te.” Oliver alzò le spalle, tutte le sue speranze di riappacificazione stavano svanendo solo dopo pochi minuti. “Non sono qui per discutere Speedy, volevo soltanto rivederti. Mi sei mancata Thea, ho solo te ora.” Thea scosse la testa allontanandosi ancora di più. “E' tutto colpa tua se la mamma non c'è più, se siamo rimasti solo noi due. E' colpa di tutti i tuoi segreti e delle bugie. Non hai mai voluto raccontare niente di ciò che hai vissuto sull'isola e io l'ho accettato, ma il tuo passato ci ha messo in pericolo Oliver! IO SONO STATA RAPITA e mamma è morta. Quella sera non hai perso solo lei Oliver, hai perso anche me.” Finito di parlare Thea se ne andò, trattenendo le lacrime come Malcolm Marlyn le aveva insegnato a fare. Oliver non provò a fermarla e non impedì ai suoi occhi di diventare rossi.
 

 

Il Glades di sera non era certamente il luogo migliore in cui girare da soli se non si era in cerca di guai. Quella notte però una figura in giacca di pelle nera si aggirava per le strette vie del quartiere. Ciò che la persona, un giovane ragazzo dai capelli e occhi nerissimi, cercava non erano i guai però, ma era un'altra persona: Roy Harper. John Smith aveva chiesto in giro e aveva scoperto che il posto migliore per incontrarlo era nel retro di un locale del Glades. E come John aveva sperato il ragazzo era lì. “Roy Harper?” Roy, appena sentì pronunciare il suo nome si girò, e quando riconobbe la persona che lo stava cercando fece una faccia schifata. “Perchè mi cerchi?” John notò subito l'ostilità nella sua voce. “So che hai avuto dei contatti col Vigilante, che lavori con lui. Io ho bisogno di parlargli.” Roy alzò gli occhi al cielo e prima di girarsi gli disse: “le tue informazioni sono sbagliate, non conosco nessun Vigilante.” John lo afferrò per un braccio: “Amico, è per una questione importante.” Roy provò a sottrarsi dalla sua stretta ma il braccio di John era stranamente forte e lo stava tenendo fermo con una certa tecnica. “Io non sono tuo amico. So chi sei, stai uscendo con la mia ex. Ora toglimi le mani di dosso e sparisci!!” Con tutta l'adrenalina che aveva in corpo Roy riuscì a liberarsi e se ne andò. Doveva assolutamente parlare con Oliver: John Smith non poteva essere solo un comune cameriere.

 

 

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