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Autore: saramichy    22/09/2014    2 recensioni
Non sono stata soddisfatta della fine di questa quinta stagione, perciò ho deciso di scrivere un'ipotetica sesta stagione per questo telefilm.
Dal prologo:
Non poteva sopportare di vivere in quella mansarda un minuto di più, avrebbe cancellato il ricordo di Marco dal suo cuore, senza per questo togliere a Marta il padre. Con un piano già preciso in testa, scese in cucina per parlare con sua madre.
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Non sopportava di piangere come un bambino di due anni, si rialzò dal letto e prese una decisione: sarebbe andato a studiare al DAMS di Roma, ma avrebbe abbandonato casa Cesaroni. C'erano troppi ricordi tristi e lui aveva bisogno di ricominciare daccapo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viaggio a Parigi

Viaggio a Parigi:


Eva si era comportata da perfetta giornalista durante l'intervista con Maya e Marco e dopo averla consegnata a Iva si era concessa una piccola pausa dal lavoro. Aveva intenzione di andare a Parigi per mettere apposto le ultime cose: non aveva ancora mollato ufficialmente il lavoro e adesso era tempo di spezzare i legami con quella città per sempre.

Tornata a casa, aveva atteso che Rudi rientrasse dall'università e aveva deciso di chiedergli un piccolo favore. Non intendeva portare con sé Marta, lei non si era trovata bene nell'anno passato in Francia e non voleva che la bambina pensasse di dover essere di nuovo allontanata dalla famiglia.

«Rudi, devo chiederti una cosa. Dovrei andare a sistemare alcune situazioni a Parigi nel fine settimana, ma non voglio portami dietro Marta, me la terresti?»

Rudi guardò la sorellastra di sbieco, c'era qualcosa che non gli tornava, ma decise che in fondo poteva fare a meno di chiedere spiegazioni ed aiutarla.

«La tengo con molto piacere, chiederò aiuto anche ad Alice, così giusto per avere una mano in più.»

«Tra voi due va bene, vero? Avete fatto pace?»

«Si, abbiamo fatto pace.»

Eva lo guardò stranamente, come se iniziasse a capire solo allora qualcosa che già era successo anche a lei.

«Oh mio Dio! State insieme, è così?»

Rudi la guardò colpito dal fatto che Eva fosse stata così brava a capire la sua situazione, ma in fondo avrebbe dovuto pensarci perché lei era passata nella stessa situazione.

«Noi... è complicato Eva. So che non dovrei dirlo proprio a te, ma tu sei stata nella nostra stessa situazione e abbiamo decisamente bisogno di aiuto adesso.»

Eva annuì, sapeva che i due probabilmente stavano uscendo insieme di nascosto dai genitori e la cosa che la preoccupava di più era che potessero avere una reazione drastica come avevano fatto con lei e Marco.

«Tranquillo, perché non chiami Alice e le chiedi di venire qui per il fine settimana? Così avrete un po' di tregua da mamma e Giulio, con il tempo passerà e io vi aiuterò a dirgli la verità, d'accordo? Tenete duro fino alla prossima settimana e poi cercheremo insieme un modo per dirglielo. Vedrai che capiranno e non dovrete subire quello che abbiamo passato io e Marco, te lo giuro.»

Rudi cercava rassicurazione e comprensione e forse l'aveva trovata nella persona più adatta, proprio perché a lei era successa la stessa cosa.

«D'accordo, spero che Alice non mi uccida. Non voleva dirlo a nessuno, nemmeno a te o Marco, ma io avevo davvero bisogno di qualcuno che capisse come stavano davvero le cose.»

«Vedrai che alla fine, anche lei starà meglio, so che è difficile, ma avere qualcuno dalla vostra parte è un passo in avanti. Io e Marco non avevamo nessuno e siamo stati spazzati via come un uragano, prima che mamma e Giulio potessero capire che eravamo innamorati.»

«Lo ami ancora? Insomma, non sono affari miei ma io ti ho sentito quest'estate. Di notte mentre dormivi, tu piangevi e so che era colpa sua.»

«E' difficile da spiegare, Rudi. Io lo amo ancora, molto. Ma lui è andato oltre, adesso ha Maya e aspettano un bambino e non tornerebbe mai indietro da me e Marta. Io voglio solo che lui sia felice e se lo è con Maya allora per me va bene.»

«Io non riesco a credere che lui sia stato così stupido. Insomma aveva te e Marta, perché diamine è tornato indietro da Parigi e si è messo in questa situazione? Doveva lottare per riaverti, è stato veramente un cretino.»

«Rudi, sono stata io a mentire a tuo fratello. Non esisteva nessun altro uomo, io avevo solamente paura che lui potesse tradirmi di nuovo e l'ho allontanato. E' stata tutta colpa mia e merito di soffrire.»

«Eva, non dirlo nemmeno per scherzo. Io ti conosco e se tu avevi paura e lo hai allontanato, forse voleva solo dire che avevi bisogno di tempo per stare sola e capire meglio i tuoi sentimenti.»

«Grazie, sei davvero molto carino, ma non sempre le cose vanno come vorremmo e forse il nostro rapporto si è logorato troppo per poterlo ricostruire.»

Rudi si avvicinò e la abbracciò, cercando di rassicurarla. Lui per Marta ed Eva ci sarebbe sempre stato e poteva anche cercare di far capire a suo fratello tutto quello che stava combinando. Poi Eva andò a preparare le valigie per la partenza e Rudi chiamò Alice al telefono.

«Ali, senti tua sorella deve andare a Parigi per risolvere delle questioni di lavoro, ti andrebbe di venire qui per il fine settimana e aiutarmi a tenere Marta?»

Alice in un primo tempo non capiva come potesse invitarla così facilmente a casa, ma poi intuì che Rudi doveva aver detto la verità ad Eva.

«Glielo hai detto, vero? Sei proprio un pasticcione, comunque vengo volentieri. Dico a mamma e Giulio che Eva non vuole lasciarti da solo con la bambina, ci vediamo più tardi.»

«Non vedo l'ora e anche Marta!»

«Si, ci scommetto.»

Detto questo la ragazza riagganciò il telefono e andò dalla madre per darle la notizia. Lucia era alquanto perplessa perché Eva aveva deciso di andare a Parigi, ma diede il suo assenso ad Alice per passare il week-end con Rudi e Marta.

*****

Intanto a casa di Eva, la ragazza stava preparando un borsone per il viaggio. Marta aveva capito perfettamente che la mamma doveva sbrigare degli affari di lavoro a Parigi, ma sarebbe tornata molto presto e poi avrebbe passato del tempo con i suoi zii ed era molto contenta di questo.

Mentre Eva infilava le ultime cose nel borsone, squillò il campanello ed arrivò Alice. Marta si precipitò alla porta urlando.

«Mamma, è arrivata la zia Alice!»

Aprì la porta e si lanciò in braccio ad Alice.

«Ciao, Ali.»

«Ciao, tesoro della zia, come è andata a scuola oggi?»

«Bene, la maestra dice che sono brava.»

«Complimenti, ma vista tua madre non ne dubitavo.»

«Ti fermi con me e lo zio Rudi, vero?»

«Certo che sì, mica posso lasciarti qui a giocare con lo zio tutto il tempo, devi anche studiare.»

«Sono contenta, zia. La mamma è di là in camera a preparare il borsone per il viaggio.»

«D'accordo, vado a darle una mano perché tu intanto non dici allo zio di pensare a cosa fare da mangiare per stasera?»

«Si, io voglio la pizza. Zio Rudi, vero che possiamo farcela mandare a casa?»

«Ma certo, amore dello zio. Vieni qui che telefoniamo alla pizzeria.»

«Arrivo.»

Alice sorrise, era così bello vedere la bambina contenta e felice, ma soprattutto così attaccata a Rudi e a lei. Rudi prese in braccio la bambina e prese il telefono. Alice, invece, andò in camera da sua sorella per aiutarla.

«Ehi, sorellona, come va? Ti devo dare una mano?»

«No, Ali, grazie. Mi basta che tu tenga d'occhio Rudi e Marta questo fine settimana, per stasera va bene la pizza ma domani preparale della carne o della minestra, mi fido di te.»

«Certo Eva, non preoccuparti, ci sono io qui. Che cosa devi fare a Parigi?»

«Devo andare al lavoro a prendere le mie cose, devo licenziarmi visto che adesso lavoro qui e poi altre cose meno importanti.»

«D'accordo, non è che devi vedere Jean, vero?»

«No, Ali, tranquilla, quel capitolo della mia vita è chiuso.»

«Va bene, se lo dici tu ci credo.»

Le due sorelle si abbracciarono e poi tornarono in soggiorno. Eva salutò Rudi e Alice e diede un bacio a sua figlia.

«Fai la brava con gli zii, studia e non farli arrabbiare e mi raccomando vai a letto presto la sera.»

«Si, mamma, sarò un brava bambina.»

«Tranquilla, la mamma tornerà presto.»

Detto questo, il tassista suonò il campanello ed Eva scese le scale salutando ancora una volta i ragazzi e la bambina con la mano. Mentre saliva sul taxi, Eva pensò all'ultima volta che aveva lasciato Roma e al dolore che provava per il tradimento di Marco. Ora le cose erano diverse, ma la ragione del suo abbandono era quasi sempre la stessa, doveva prendersi un po' di tempo lontano da Marco e andare a Parigi per sistemare le cose era la soluzione migliore secondo lei. Non aveva detto niente nemmeno a Carlotta, non voleva che lei le potesse ostacolarla e sperava che mantenesse il segreto della sua gravidanza con Walter perché il ragazzo aveva la bocca larga e non sapeva proprio trattenersi, quindi avrebbe potuto spifferare tutto a Marco e lei non voleva che lui lo sapesse.

Una volta arrivata in aereoporto, Eva fece il check-in e imbarcò il borsone, poi salì sull'aereo pensando a quanti lavori l'aspettavano a Parigi.

Il volo atterrò in perfetto orario e la ragazza andò nella casa che tempo addietro lei e Marco avevano affittato, aprì la porta e i ricordi l'assalirono: scene di risate, scene di grida e di urla. Chiuse gli occhi e cercò di non pensarci, andò in camera e si trascinò sopra il letto per poi addormentarsi subito dopo.

*****

La mattina dopo, Eva si svegliò e andò a parlare con la padrona di casa, dicendole che aveva trovato un lavoro più vicino alla famiglia e che quindi doveva abbandonare la casa. La padrona era molto dispiaciuta, ma sapeva che era una scelta fatta per lavoro e quindi insindacabile, le sarebbe mancata quella ragazza sempre gentile e corretta e la bambina che aveva portato un po' di allegria nel condominio.

Dopo aver abbandonato la casa, Eva si diresse al lavoro per dare le dimissioni. Entrata nella redazione del giornale, si trovò di fronte Jean e lo salutò, il ragazzo a sua volta pareva essere molto contento di vederla.

«Bonjour, Jean.»

«Eva, tu es de retour, quel plaisir!»

«Je ne suis pas revenu pour rester, Jean. J'ai obtenu un emploi à Rome..»

«Tout va bien avec ton fiancé?»

«Pas bien, je dirais, il a trouvé une nouvelle fiancée.»

«Désolé Eva, je sais que tu l'aimais.»

«Il n'est pas important, ce qui se passe avec Louis? J'espère bien.»

«Entre moi et Louis bien, merci. Ne vous inquiétez pas. Louis savait ce que nous faisions, il n'est pas en colère contre vous..»

«Je suis content pour vous, au moins un d'entre eux est heureux.s.»

I due si abbracciarono, Eva era stata veramente preoccupata per Jean e Louis. Aveva finto di stare con Jean solo per fare andare via Marco e non farlo stare male, ma era preoccupata che Louis potesse non capire, invece, almeno per loro due le cose erano andate per il meglio. Dopo aver parlato con Jean andò dal capo e spiegò la situazione, poi lasciò per sempre quella redazione che ormai non le apparteneva più.

Dopo aver tagliato i ponti con il passato, Eva andò a fare una passeggiata sugli Champs Elisée, era bella Parigi: era proprio una città da innamorati. Ad ogni angolo si potevano vedere coppiette di sposini o di fidanzati passeggiare mano nella mano, anche lei e Marco lo avevano fatto i primi tempi, ma poi era cambiato tutto e le cose erano precipitate.

Aveva sempre voluto avere una famiglia unita, ma le uniche cose che le erano rimaste adesso erano Marta e quel bambino che portava in grembo, frutto dell'amore che lei ancora provava per Marco. Non aveva mai pensato all'aborto, figurati si era tenuta in grembo Marta quando pensava fosse figlia di Alex ed era rimasta sola a vent'anni e non ci pensava di certo adesso che il bambino era di Marco. Lei sarebbe bastata ad entrambi i suoi figli e sapeva che Marta sarebbe stata contenta di avere un fratellino o una sorellina.

Fece pranzo nelle vicinanze dello studio della sua ginecologa, quella che l'aveva aiutata dopo l'aborto e poi andò dentro per una visita. La donna le fece un'ecografia e si accertò che tutto andasse bene, poi prescrisse delle vitamine per la gravidanza ad Eva e le disse che tutto andava bene, ma che se fosse tornata a Roma doveva trovarsi un ginecologo laggiù, non poteva di certo fare avanti e indietro in aereo nelle sue condizioni.

Eva lo sapeva già, ma aveva voluto che fosse lei la prima a farle una visita perché aveva paura che potesse riaccadere la stessa cosa dell'ultima volta. La dottoressa le spiegò che per adesso andava tutto bene e non c'erano motivi per cui la gravidanza non potesse arrivare fino alla fine, doveva solamente evitare lo stress e mangiare normalmente.

Uscì dallo studio più tranquilla e determinata a fare in modo che nessuno potesse nuocere al bambino che cresceva dentro di lei. Era presto per sapere il sesso, ma lei in cuor suo sapeva che era un maschietto o almeno lo sperava tanto.

Eva cercò poi un posto dove in albergo dove dormire quella notte, il mattino dopo l'aereo l'aspettava per tornare finalmente a casa.

*****

Marco, dopo l'intervista era rimasto in uno stato catatonico, non sapeva come scusarsi con Eva ed aveva aspettato che fosse la ragazza a contattarlo, ma lei non lo aveva fatto, quindi si decise ad andare a casa di Eva.

Naturalmente la tempestività non era mai stata dalla sua parte e quando si presentò davanti alla porta, Eva era già arrivata a Parigi. Ad aprire fu Rudi che lo fece entrare in casa.

«Marta, guarda chi è venuto a trovarti.»

La bambina si alzò dal tappeto dove stava colorando e si diresse urlando contro il papà.

«Ciao papà, sono contenta che sei venuto. Sai sono a casa con lo zio Rudi e la zia Alice, mamma è partita.»

Marco rimase pietrificato mentre la bambina gli diceva quelle cose, poi dopo averla presa in braccio e baciata sulla guancia, si girò verso Rudi e chiese spiegazioni.

«Dov'è andata Eva?»

«Aveva delle cose da sbrigare a Parigi, credo dovesse ancora lasciare la casa e il lavoro.»

«Peccato, ero venuto per parlarle, comunque visto che non c'è mi fermo un po' con Marta, non ti dispiace vero?»

«No, Marco, vai tranquillo.»

Dopo qualche minuto arrivò Alice con la borsa della spesa, la ragazza era alquanto agitata perché aveva provato tutta la mattina a telefonare ad Eva ma lei non aveva risposto.

«Rudi, hai sentito Eva stamattina? Io ho provato a telefonarle ma non mi risponde.»

«Tranquilla Alice, doveva andare al lavoro e magari non ha avuto tempo.»

Marco iniziava a preoccuparsi, poteva essere successo qualsiasi cosa ad Eva e se Jean fosse tornato alla carica e lei lo avesse rifiutato e lui si fosse voluto vendicare? Scene terribili si affacciavano alla sua mente e cercò insistentemente di non pensarci. Si fermò persino a pranzare con la figlia e i ragazzi senza dire niente a Maya, la quale preoccupata gli telefonò e venne rassicurata subito.

A metà pomeriggio, quando ancora non si avevano notizie di Eva, Marco era alquanto agitato pure lui, mentre Alice era in preda all'ansia. L'unico che manteneva la calma era Rudi che cercava assurde spiegazioni alla sua assenza. Marta non faceva caso alle preoccupazioni dei grandi, soprattutto perché lo zio Rudi la distraeva facendola giocare.

La sera arrivò ed Eva non si era ancora fatta sentire, Rudi mise a letto la piccola Marta e poi andò in soggiorno a parlare con gli altri. Alice voleva chiamare la polizia, ma Rudi le disse che nessuno si sarebbe mosso prima di quarantotto ore, Marco aveva chiamato Maya dicendole che si fermava a dormire con Marta perché Eva non era a casa, ma poi le sue preoccupazioni lo avevano tenuto sveglio tutta la notte.

«Ragazzi, credo che sia stata una giornata piena per Eva, vedrete che domani mattina prima di prendere l'aereo ci telefonerà sicuramente. Adesso ci conviene andare a letto e riposarci, cercate di non far vedere a Marta che siete preoccupati, la bambina deve stare tranquilla.»

Rudi era l'unico a guardare i lati positivi e spedì tutti a letto con quell'ultima affermazione. L'indomani mattina, Rudi si svegliò presto e preparò la colazione per tutti, poi ricevette una telefonata da Eva.

«Pronto, ti davamo per dispersa. Tua sorella si è preoccupata, perché ieri non hai risposto alle sue telefonate?»

«Scusa non mi sono accorta che Alice mi aveva telefonato, non ho avuto un minuto libero, sto per prendere l'aereo, sarò a Roma tra qualche ora.»

«Ti aspettiamo, ah Eva, qui c'è Marco, ha detto che deve parlarti. Se non vuoi lo mando a casa.»

«Tranquillo Rudi, sono ancora in grado di parlare con il padre di mia figlia, non ho bisogno della balia.»

«Va bene, cercavo solo di essere d'aiuto. Ci vediamo presto.»

«Dai un bacio a Marta da parte mia e digli che sto arrivando.»

«Okay.»

Una volta che Marco, Alice e Marta si svegliarono, Rudi disse che Eva aveva telefonato e sarebbe stata a casa tra qualche ora. Alice era più tranquilla, mentre Marco decise di rimanere lì ad attendere il ritorno di Eva: doveva assolutamente parlargli.

Nessuno dei quattro sapeva che il ritorno di Eva sarebbe stato alquanto movimentato.





  
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