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Autore: M o o n    22/09/2014    3 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una luce esiste per tutti
 

8. Di pessimi chiarimenti e gelidi flashback
 
«Non mi presenti il tuo nuovo amico?»
Già, decido di andare a fare una passeggiata per rilassarmi e chi trovo? La ragazza da cui dovrei stare alla larga – ma di cui ho bisogno, lo ammetto – con un tizio a me sconosciuto in atteggiamenti abbastanza amichevoli. Sua sorella, Tish, attaccata alla mano di quell’individuo, mi fece un gigantesco sorriso per poi venire ad attaccarsi alle mie gambe.
«Octavian!» urlò allegra.
«Ciao, Letitia» salutai, per poi alzare lo sguardo su Katrina. Era immobile e tesa.
Il tizio sconosciuto spostava lo sguardo da lei a me confuso.
«Che cosa vuoi?» disse lei, acidamente.
Mi sentii immediatamente uno schifo. Che decisione stupida che avevo preso.
«Kat va-?» iniziò il ragazzo.
«Sì, Dave, non preoccuparti» rispose di getto.
Il ragazzo fece una smorfia. «Io sono Dave»
«Octavian» risposi.
«Piacere» disse, poco convinto.
Guardai anche Matt, che aveva un’espressione diffidente e confusa.
«Katrina, possiamo parlare?» chiesi, sperando in un sì.
Avevo un piano: spiegarle tutto e portare avanti la nostra amicizia in segreto.
«No» rispose fredda e decisa.
«Ma-» continuai.
«Ho detto no. Non voglio e non ho tempo» il suo tono era un misto di rabbia e delusione.
«Katrina ti prego, è importante» supplicai.
«Ma ci senti? No!» rispose, perdendo la pazienza. Sbuffando camminò, con Matt che cercava di tenere il suo stesso passo e Dave che si affrettò a staccare Letitia da me e seguire Katrina.
Strinsi i pugni, fissando quel Dave, e decisi di seguirli.
Quando li raggiunsi afferrai il polso di Katrina, per fermarla.
«Lasciami» sibilò a denti stretti.
«Katrina-»
«Lasciami» ripeté furiosa, ma senza alzare troppo la voce.
«Hey, amico. Lasciala» si intromise quel Dave, da bravo cavaliere idiota quale era.
Roteai gli occhi e mi concentrai su Katrina, guardandola negli occhi. Lei ricambiò lo sguardo, e restammo in quella posizione per secondi infiniti.
Stavamo parlando con lo sguardo.
I suoi occhi azzurri erano pieni di rabbia, delusione, tristezza...
«Dave» chiamò lei.
«Sì?» si affrettò a rispondere lui.
«Per favore, torna a casa con i bambini» disse, spingendo leggermente Matt verso di lui.
«Ma-» iniziò lui, ma lei lo baciò sulla guancia, frenandolo.
Il mio stomaco si contorse.
Disgustoso.
«Ci vediamo dopo»
«A dopo»
Si congedarono, e lei tornò a fissarmi con rabbia.
«Fra poco più di dieci minuti devo essere a lavoro» sbuffò.
«Così presto?» chiesi confuso. Come mai aprivano così presto, ora?
«Ho cambiato lavoro» si limitò a rispondere, iniziando a camminare e tenendo le distanze da me.
«Fantastico» risposi, facendo calare un silenzio assurdamente imbarazzante.
Questo era preoccupante. Troppo preoccupante.
I nostri silenzi erano rilassanti e piacevoli, in genere. E ora...
Lei procedeva a passo spedito con le braccia strette al petto e l’aria indispettita mentre io cercavo di avvicinarmi il più possibile per iniziare un discorso a cui mancavano, però, ancora le parole.
«Mi spieghi cosa accidenti ti sta succedendo?!» esplose lei, ad un tratto.
Okay, avevo meno di tre secondi per pensare ad una risposta “corretta” da darle.
Uno..
Due..
T...
«Fortuna che volevi parlare» borbottò lei.
«Katrina è...»
Imitò la mia voce. «“complicato”? Hai rotto solo per dirmi “è complicato”?»
«No, no» risposi.
«E allora spiegamelo!» strillò arrabbiata.
«Be’... ci sono questi ragazzi... volevo entrare a far parte del loro gruppo...» iniziai titubante «E Drew Tanaka è in questo gruppo»
«Non sono sicura di voler sapere il continuo» mormorò.
«Per rimanere con loro dovevo fare una cosa... una sfida»
«Ok... i dettagli tieniteli per te» mi fermò, assumendo un’espressione disgustata.
«Che dett- No! Non è successo nulla fra noi!» spiegai velocemente, cercando di non arrossire. «Lei ha detto che se volevo essere dentro – presi un profondissimo respiro – dovevo rinunciare a te»
Si fermò e mi guardò scioccata «Come, scusa?»
«Già... crudele»
«Volevi parlarmi solo per dirmi questo?! Hai idea di quanto tu sia... sia... Non trovo nemmeno le parole! il che è grave, pensai -  Sparisci. Subito.» mi urlò contro, con gli occhi lucidi di lacrime.
«Kat» le presi la mano, ma lei si divincolò subito. «Io- io... lo so, fa schifo... io... maledizione» dissi. Mi sentivo come se dovessi ingoiare una viscidissima rana velenosa. «Io ci tengo a te, in un certo senso» ammisi con fatica. Lei non sembrò impressionata. Anzi, mi guardò male.
«Lo vedo» rispose acidamente.
«Volevo, insomma... continuare ad essere tuo amico, ma in segreto» le esposi il mio piano.
Lei mi guardò dall’alto al basso e poi scoppio a ridere amaramente.
«Santo Cielo, Octavian» sputò fuori quelle parole amaramente. «Ti rendi conto di quanto tu sia egoista e infantile? Amicizia segreta? Seriamente? Solo perché vuoi continuare ad essere nel gruppo dei fighetti?» mi schernì. «Wow, credo di essere all’asilo»
Cercai di replicare, ma lei mi fermò con una mano alzata.
«Fammi un favore» disse.
Alzai lo sguardo che avevo precedentemente rivolto verso il basso.
«Vattene. Non parlarmi più. Fa come se non esistessi» mi disse guardandomi con odio. «Che è quello che dovresti fare»
Si girò e continuò da sola per la sua strada a passo svelto.
Rimasi immobile per non so quanto tempo.
Fantastico. Niente più Katrina.
Avevo voglia di prendere a pugni Jonathan e la sua allegra combriccola ma, siamo sinceri... sono stato io l’idiota che ha accettato tutte queste assurdità.
Chiusi gli occhi, stringendo forte i pugni, e cambiai direzione. Avevo bisogno di chiudermi in casa, da solo, per pensare.
Mentre compivo il meccanico movimento per camminare, i ricordi mi colpirono in pieno, come un secchio d’acqua gelida.
 
«Sono Katrina, piacere» si presentò. La sua voce era dolce, esattamente come il suo accento.
«Sì, ho sentito prima» risposi un po’ troppo acido.
 
Katrina non si era fermata a quell’acidità che riservavo a... be’, a tutti.
Lei aveva insistito con il suo sarcasmo e la sua vitalità così tanto da penetrare quella spessa membrana di antipatia che mi nascondeva a tutti.
 
«Devi capire, tesoro, che quell’indemoniata non ti fa una bella immagina» mi spiegò Drew con finta dolcezza. Il cuore batteva forte e avevo solo voglia di girare i tacchi e lasciar perdere tutto. Sapevo cosa avrebbe detto ora.
«Insomma, guardala» arricciò il naso dal disgusto. «Rappresenta ciò che è più sfigato di questo mondo!» continuò.
Infilai le mani in tasca per evitare di stringerle intorno al suo collo e serrai la mascella. Drew mi guardò e fece un sorrisetto che lasciava trasparire moltissima cattiveria.
«Tesoro» mi apostrofò con fare mellifluo. «Tu meriti di più! Tu meriti gente come noi, capito? Lasciala perdere quella. Fa come se non esistesse. Lasciala per sempre» finì ridacchiando.
Mi girai a guardare gli altri. Will e Alissa mi guardavano mortificati, mentre il resto della banda sorrideva e annuiva concordando con Drew.
Presi un respiro profondo.
No, scordatevelo. Addio e grazie di niente.
«Ok» dissi invece, ostentando sicurezza. «Ci sto»
 
Perché?
Oh, maddai. Ci arriverebbe chiunque.
Ho l’enorme bisogno di sentirmi potente e importante. Inutile negarlo.
A tornare indietro, ormai, non ci guadagnerei nulla.
Da come mi ha parlato Katrina oggi be’... potrei tornare da lei strisciando e implorando perdono, ma non cambierebbe nulla.
Forse non mi perdonerebbe nemmeno se le regalassi i suoi personaggi immaginari preferiti.
Credo che in quel caso prenderebbe quei tizi e mi manderebbe via con tanti saluti.
Anzi, se li risparmierebbe anche i saluti.
Non avevo più speranze con lei.
Persa.
Persa per sempre.
 
♠ ♠ ♠
 
«Sai cosa non capisco?» esordì Will ad un tratto, mentre guardavamo il resto del nostro gruppo poggiati contro un muro della discoteca dove ci avevano trascinati.
«Cosa?» dissi alzando la voce, a causa della musica molto alta.
«Perchè» rispose guardandomi negli occhi.
Lo guardai accigliato.
«Perché cosa chiesi, infastidito da quell’atteggiamento da “hey leggimi nel pensiero”.
«Perché hai accettato» disse come se fosse scontato. «Tu e quella ragazza, Katrina vero?, sembravate parecchio legati. Perché hai accettato le condizioni di Drew?»
E il premio come miglior domanda a cui non so dare risposta va a... Will Solace.
«Ci siamo appena conosciuti» replicai. «Che ne sai delle mie amicizie?»
«Vi ho osservati»
Sgranai gli occhi.
«Scusa?»
«Il territorio scolastico non è così appartato» si giustificò. «Ti dirò, certe volte sembravate proprio fida-»
«Stai zitto» lo bloccai acidamente, sentendo lo stomaco stringersi in una morsa.
«Va bene» disse. «Se poi ti serve una spalla su cui piangere o un piano per uccidere Drew... chiamami. Per questi ultimi ho un armadio pieno» rise lui, strappandomi un sorrisetto.
«Octavian! Vieni a ballare dai!» disse Teresa, venendomi incontro e afferrandomi il polso.
«No, Teresa, io non-»
«Vuoi vivere, Oct? Vai e basta» mi consigliò serio Will, sussurrando.
Abbassai la guardia, permettendo a Teresa di trascinarmi via.
Oct.
Mi aveva chiamato Oct.
La sua voce mentre pronunciava il mio dimiutivo andò a trasformarsi, lentamente,  in quella di Katrina, facendomi provare una profonda malinconia.
 
 
Luna’s corner
 
Buooonssssalveee <3
Cosa ci vuole per una bella giornata? Un bel capitolo pieno di litigi e disperazione <3
… farei meglio a correre ai ripari gne.
Alloooour, oggi sono davvero di poche parole – godetevi questi preziosi momenti – perché boh, non so che dire :3
Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Grazie alla mia Mells per betarmi (?) i capitoli e, ovviamente, un GRAZIE GRANDE QUANTO UNA CASA a voi che mandate avanti questa storia!
Ve se ama, regà <3
 
Luna
  
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