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Autore: lagunablu    22/09/2014    5 recensioni
Unima. Sono passati tre anni da quando il team Plasma è stato battuto, ma ora una grave minaccia incombe sulla regione e rischia di sconvolgere da vicino la vita di una nuova Touko. La ragazza questa volta non è sicura di potercela fare, o per lo meno non da sola.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Nuove conoscenze

Belle e Touko corsero velocemente per le scale che portavano alla sala adibita allo spettacolo di quella sera. Non appena entrarono videro che molta gente aveva già preso posto, segno inequivocabile che il Musical sarebbe cominciato a momenti.
Le due ragazze si avviarono verso il loro posto cercando di destare meno attenzioni possibili, ma una volta arrivate Touko vide che l’amica stava salutando un ragazzo già seduto nella poltroncina vicino alla loro.
«Ciao Alan! Sono contenta che alla fine tu sia potuto venire!» cinguettò Belle.
«Figurati è un piacere» sorrise affabile il tipo che evidentemente doveva chiamarsi Alan.
Di per sé non era un brutto ragazzo, circa sulla ventina, sbarbato e con dei laccatissimi capelli biondi, ma Touko sin da subito lo giudicò un ragazzo insulso. 
Il suo primo pensiero fu che l’amica si fosse finalmente trovata un ragazzo e così fece per sedersi nel posto più esterno, lasciando libera la poltrona vicino al biondo, ma Belle la fermò e scosse la testa, facendo sedere Touko accanto ad Alan. Dopo un momento di confusione iniziale la ragazza capì: ecco di cosa si trattava la sorpresa di Belle. Nemmeno la brunetta ci voleva credere, ma la sua “gentile” amica le aveva procurato un appuntamento al buio. Le sembrava di vivere una di quelle patetiche commedie rosa, che lei tanto detestava, dove due sconosciuti si conoscono per caso e solo dopo cinque minuti si innamoravano felicemente. Patetiche. 
Tuttavia sperò fino all’ultimo di aver frainteso la situazione e che il ragazzo fosse solo un amico di Belle capitato lì per caso, ma le sue speranze si infransero quando lui le sorrise sornione e le disse «Non pensavo che la campionessa di Unima fosse così bella». 
“Cretino” fu il primo pensiero di Touko.
Se quello era un tentativo per abbordare, era uno dei peggiori che avesse mai visto. 
Cercò di focalizzarsi sullo spettacolo che stava iniziando quando sentì la mano di lui che sfiorava la sua cercando di apparire dolce. 
Al contatto si ritrasse quasi subito.
 
Chi era lui per poterla anche solo sfiorare? Non voleva apparire schizzinosa o problematica, anche se un po’ lo era, ma quel ragazzo iniziava a stargli altamente antipatico. 
Si voltò verso Belle con uno sguardo a metà tra il terrorizzato e il perplesso, ma l’amica era troppo concentrata sullo spettacolo così le poggiò una mano sul braccio e la bionda si girò di scatto allarmata
«Che c’è?» le chiese preoccupata.
«Chi sarebbe lui?» domandò Touko indicando Alan.
«Oh lui è Alan»
«Grazie tante, ma perché è qui?»
«Lui è la tua sorpresa». Ecco la conferma per i sospetti della brunetta. Se quello era tutto un piano dell’amica allora finiva in cima alla lista dei peggiori. 
Quella era la sua vita, come si era permessa Belle di intromettersi e di organizzarle quel patetico incontro. Solo il pensiero le dava i nervi. E lei che aveva accettato di sorbirsi quella serata solo per non deludere l’amica… avrebbe fatto meglio a rifiutare.
Tuttavia provò a non pensarci e tornò a guardare lo spettacolo sopra il palco, doveva ammettere che si aspettava di peggio da un Musical e fu quasi tentata di rilassarsi, ma al quinto tentativo di abbordaggio da parte di Alan, la classica mossa dello sbadiglio-abbraccio, Touko lo fulminò con gli occhi e si alzò stizzita dalla poltroncina. 
Non le importava che fossero solo a metà spettacolo, o che la sua azione avrebbe disturbato gli spettatori, si mise  semplicemente a camminare nel corridoio principale fino a raggiungere la porta della sala. Una volta raggiunta la aprì e uscì, imbocco le scale e si fermò nella hall del teatro. 
Solo in quell’istante si accorse della stupidità della sua azione: aveva lasciato lì Belle da sola, senza nemmeno una spiegazione. Fortunatamente la bionda uscì dalla sala pochi secondi dopo, evidentemente l’aveva seguita, e Touko pensò subito di scusarsi, ma l’amica si mise le mani nei fianchi e con un atteggiamento seccato le chiese «Ma si può sapere cosa ti succede stasera, prendi e te ne vai, lasciando il povero Alan da solo!». 
Il fatto che Belle proteggesse quell’individuo fu la goccia che fece traboccare il vaso, così i suoi buoni propositi andarono in fumo perché la giovane le rispose per le rime.
«Pensavo fosse la serata del mio compleanno, non la serata prendi un tizio qualunque e fallo conoscere alla tua amica!» esclamò indignata.
«Alan non è un tizio qualunque, è un aiutante della professoressa Aralia!»
«Non m’importa chi sia o cosa faccia. Non dovevi portarlo qui!» Touko era furiosa.
«Giusto, perché la “signorina associale” detesta conoscere nuove persone o…» la bionda parve ponderare bene le parole «stare in compagnia dei suoi vecchi amici» sussurrò amaramente.
«E questo cosa centra? Tu non avevi il diritto…» provò a dire la brunetta colpita sul vivo.
«Ma ti ascolti quando parli? Volevo solo che potessi conoscere qualcuno e che ti rifacessi una vita dopo quel maledetto di N…».

La bionda si accorse troppo tardi di aver nominato il loro vecchio nemico e subito si alzò le mani per coprirsi la bocca, ma Touko aveva già sentito e una lacrima, forse di rabbia o forse di tristezza, le stava scendendo sulla guancia pallida. Non avrebbe dovuto mettere N in mezzo al discorso perché sapeva che per l’amica era una ferita ancora aperta, nonostante il tempo trascorso, ma la frenesia del battibecco glielo aveva fatto dimenticare.
Touko si asciugò la lacrima e si voltò verso l’uscita del Pokémon Musical.
«Comunque sia, non dovevi immischiarti nella mia vita» sussurrò con risentimento.
Poi camminando lentamente si avviò verso la grande porta in vetro e uscì.

 

 
Erano sempre più vicini, poteva sentirlo.
Non poteva credere che “lui” lo avesse trovato anche lì.
Eppure doveva continuare a correre, non poteva assolutamente fermarsi altrimenti i suoi inseguitori lo avrebbero raggiunto. Gli arbusti gli graffiavano la faccia e ormai non sentiva più le gambe, mentre i polmoni sembravano aver preso fuoco da soli. Era sfinito ma il suo unico pensiero era quello di fuggire. 
Correre, correre, correre era assolutamente proibito fermarsi. Per quanto stanco si sentisse, per quante poche forze avesse in corpo non poteva darla vinta a “lui”, l’uomo che gli aveva rovinato la vita, l’uomo che ora detestava più di qualsiasi altra cosa al mondo. 
Mentre pensava a tutto ciò, distraendosi, non si accorse della presenza di un tronco che giaceva nel sottobosco e così cadde.
Provò a tirarsi su, ma subito si sentì mancare e capì che non sarebbe più riuscito ad alzarsi, era arrivato al limite. 
P
rovò a prendere una Pokéball, ma lo zaino dove si trovavano era stato sbalzato qualche metro in là dopo la caduta e lui non riusciva a raggiungerlo.
Era troppo stanco persino per respirare. 
Disteso a terra esausto e inerme, ebbe la consapevolezza di essere arrivato al capolinea, a momenti sarebbe stato raggiunto e allora per lui sarebbe stata la fine…
Sentì in lontananza dei passi che in poco tempo si fecero sempre più vicini fino a quando dal fitto del bosco spuntarono due figure completamente vestite in grigio, ma che portavano lo stendardo del Team Plasma. Alla sola vista di quelle due iniziali, TP, una rabbia incredibile gli montò in petto.
«Finalmente ti abbiamo preso N» disse la prima figura con un sorriso di trionfo stampato in viso. 
Sì, perché il fuggitivo era proprio lui, Natural Harmonia Gropius.
Nonostante avesse i capelli verdi disordinati e crespi a causa dei mesi di latitanza, la pelle incrostata di sangue e sporcizia e le vesti ridotte a brandelli N era ancora riconoscibile dall’atteggiamento fiero e dall’espressione triste e determinata che non lo abbandonava mai.
«Cosa volete da me?» chiese il giovane senza scomporsi.
«Ghecis vuole tanto vederti» lo canzonò la seconda figura.
«E chi dice che io voglia lo stesso?»
«Risparmia il fiato principino» gli disse la prima figura avvicinandosi.
Contro ogni previsione era una donna.
«Sono re» disse serio N.
Doveva solo guadagnare un po’ di tempo e poi…
Un ruggito squarciò il cielo, mentre un enorme drago bianco si stava avvicinando minaccioso ai tre umani.
N esultò tra sé: Reshiram, il Pokémon leggendario che aveva lasciato libero per non doverlo rinchiudere in una Pokéball, stava venendo ad aiutarlo. 
I due scagnozzi del Team Plasma rimasero immobili di fronte a quella surreale apparizione finché Reshiram atterrò di fronte a loro. Quando la donna vide la coda del drago diventare incandescente capì che se non si fossero mossi avrebbero rischiato troppo, ma ormai era tardi. Il leggendario scatenò una potente Incrofiamma che in qualche secondo provocò un incendio nel bosco Girandola così ricco di alberi e arbusti. 
Poi si avvicinò a N e lo invitò a salire sulla sua groppa. Il ragazzo con le ultime forze prese il suo zaino e si issò sul manto candido di Reshiram il quale spiccò immediatamente il volo. 
Infine prima di lasciarsi andare al meritato riposo il ragazzo sussurrò al Pokémon «Portami da lei».

 

 

Le luci del parco divertimenti in lontananza erano un vero spettacolo. Touko le stava osservando da parecchi minuti affacciata alla ringhiera che dava sul canale artificiale che circondava Sciroccopoli. 
Non sapeva perché, dopo essere uscita dal Pokémon Musical, non se ne era tornata direttamente alla Lega in sella al suo Unfezant. Le strade della città si erano leggermente svuotate, forse per l’ora tarda, e così aveva deciso di godersi la malinconia che le dava la vista della luminosa ruota panoramica. Evidentemente era masochista, ma al momento non le importava. Le interessava solamente crogiolarsi in quel breve attimo di tristezza che si stava concedendo, d’altronde i momenti che dedicava a se stessa, alla vera Touko, erano rari.
Vedendo quel grande cerchio luminoso in mezzo al parco divertimenti la brunetta ricordò fugacemente il giorno in cui lui, N, l’aveva fatta salire a tradimento in quella ruota panoramica. 
Non ricordava molto quei momenti.
Aveva voluto dimenticare con tutto il cuore quel periodo della sua vita dove il ragazzo era stato presente. Sì, perché quel ragazzo, per cui ora provava un odio smisurato, era stato il suo fallimento personale e lei non ammetteva fallimenti. 
A suo tempo aveva sbagliato a fidarsi di lui e ora ne pagava le conseguenze, se lo meritava.
Touko era sempre stata dura con sé stessa e pensare di essere caduta così facilmente nel tranello di N la faceva infuriare; lui l’aveva abbandonata per sempre e questo fatto non lo aveva mai accettato.
Il rumore vicino di un battito di ali attirò la sua attenzione così la brunetta si voltò nella sua direzione, ma ciò che vide la lasciò senza fiato: un Charizard stava atterrando tranquillamente in mezzo alla città. 
Dalla sua schiena scese quello che doveva essere il suo allenatore. Capelli castani, coperti da un frontino, e due penetranti occhi mattoni caratterizzavano la sua strana figura mentre Touko si accorse che non sarebbe stata in grado di definire l’età di quell’individuo. 
Quest’ultimo, una volta posato i piedi sulla terra ferma, le rivolse un’occhiata stanca e con un tono svogliato le chiese «Sapresti dirmi dove posso trovare Nardo?».
La brunetta rimase ammutolita per qualche istante, ancora perplessa dall’entrata teatrale del nuovo arrivato, ma poi si riscosse e rispose sbrigativa «Non è qui».
«E non è che sapresti dirmi dov’è?» chiese l’interlocutore che stava già perdendo la pazienza.
«Perché dovrei dirlo a te?» rispose Touko che voleva capire il perché quello strano individuo stesse cercando l’ex campione.
«Perché devo parlare con il campione di Unima»

«Allora puoi parlare con me» disse la brunetta in tono di sfida.
«Ah, e tu vorresti farmi credere che una bambinetta come te sarebbe riuscita a battere Nardo?».
Se c’era una cosa che Touko detestava era quando le si dava della bambinetta.
«Sì» rispose laconica.
«Non ci credo»
«Come ti pare» rispose lei voltandosi nuovamente verso il parco divertimenti. 
Anche quella conversazione era patetica, tant’è che le venne il dubbio che “patetica” fosse la parola chiave della serata. 
Tornò a volgere lo sguardo verso la ruota panoramica, ma la presenza dello strano individuo la disturbava così si sbuffò spazientita e senza guardarlo gli chiese irritata «Cosa ci fai ancora qui?»
«Te l’ho già detto, a quanto pare siamo duri di comprendonio… sto cercando il campione di Unima»
«E io ti ho già detto che ce l’hai di fronte…»
«Dimostralo» esclamò il ragazzo
«Come posso fare, di grazia?»
Questo si grattò il capo con espressione indecifrabile. Sembrava avesse qualcosa in mente ma la brunetta non ci fece molto caso, non le interessava poi molto. «Che ne dici di una lotta? Ti sfido».
Touko parve pensarci per qualche istante. Era un po’ che non si cimentava in una bella lotta, escludendo quelle mensili con Komor, e forse un po’ di allenamento le avrebbe fatto bene.
«Ci sto. Dove e quando?»
«Domani mattina ti aspetto nel Bosco Smarrimento. Lì vedremo se sei veramente il campione» sorrise furbescamente il ragazzo.

Poi rimontò in groppa al suo Charizard e spiccò nuovamente il volo, ma venne fermato a mezz’aria dalla voce di Touko
«Aspetta! Come ti chiami?» gli urlò la ragazza dal basso.
Da quanto tempo qualcuno non gli faceva questa domanda. Avrebbe voluto dimenticarsi del suo nome, ma purtroppo per quanto ci avesse provato non c’era mai riuscito. 
Il suo nome, la condanna che faceva sì che in ogni posto andasse tutti lo riconoscessero.
«Red. Semplicemente Red» urlò di rimando lui, con una nota di malinconia nella voce.
Poi il Charizard si alzò e scomparve nel buio del cielo notturno.

 

 

Spazio indefinito (per ora)

Et voilà ecco l’apparizione di Red, spero non sembri troppo banale. La “descrizione” si attiene al Rosso di “Pokémon: Le Origini” dato che nel videogioco personalmente non riesco a vedere ne colori di capelli ne tantomeno la faccia.
Allora sinceramente questo capitolo non mi convince al 100%, c'è qualcosa che non mi piace. Spero comunque sia stato perlomeno leggibile (autostima all’attacco) e… non ho altro da dire. Ringrazio Andy Black, Ashura_exarch e SM99 per le gentili recensioni e ringrazio anche chi inizia a seguire questa strampalata storia.

Un saluto e al prossimo capitolo!

  
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