Nuove conoscenze
Belle
e Touko corsero velocemente per le scale che
portavano alla sala adibita allo spettacolo di quella sera. Non appena
entrarono videro che molta gente aveva già preso posto,
segno inequivocabile
che il Musical sarebbe cominciato a momenti.
Le due ragazze si avviarono verso
il loro posto cercando di destare meno attenzioni possibili, ma una
volta
arrivate Touko vide che l’amica stava salutando un ragazzo
già seduto nella poltroncina
vicino alla loro.
«Ciao Alan! Sono contenta che alla fine tu sia potuto
venire!» cinguettò Belle.
«Figurati è un piacere» sorrise affabile
il tipo che
evidentemente doveva chiamarsi Alan.
Di per sé non era un brutto ragazzo, circa sulla
ventina, sbarbato e con dei laccatissimi capelli biondi, ma Touko sin
da subito
lo giudicò un ragazzo insulso.
Il suo primo pensiero fu che l’amica si fosse
finalmente trovata un ragazzo e così fece per sedersi nel
posto più esterno,
lasciando libera la poltrona vicino al biondo, ma Belle la
fermò e scosse la
testa, facendo sedere Touko accanto ad Alan. Dopo un momento di
confusione
iniziale la ragazza capì: ecco di cosa si trattava la
sorpresa di Belle.
Nemmeno la brunetta ci voleva credere, ma la sua
“gentile” amica le aveva
procurato un appuntamento al buio. Le sembrava di vivere una di quelle
patetiche commedie rosa, che lei tanto detestava, dove due sconosciuti
si
conoscono per caso e solo dopo cinque minuti si innamoravano
felicemente.
Patetiche.
Tuttavia sperò fino all’ultimo di aver frainteso
la situazione e che
il ragazzo fosse solo un amico di Belle capitato lì per
caso, ma le sue
speranze si infransero quando lui le sorrise sornione e le disse
«Non pensavo
che la campionessa di Unima fosse così
bella».
“Cretino” fu il primo pensiero
di Touko.
Se quello era un tentativo per abbordare, era uno dei peggiori che
avesse mai visto.
Cercò di focalizzarsi sullo spettacolo che stava iniziando
quando sentì la mano di lui che sfiorava la sua cercando di
apparire dolce.
Al
contatto si ritrasse quasi subito.
Chi era lui per poterla anche solo sfiorare?
Non voleva apparire schizzinosa o problematica, anche se un
po’ lo era, ma quel
ragazzo iniziava a stargli altamente antipatico.
Si voltò verso Belle con uno sguardo
a metà tra il terrorizzato e il perplesso, ma
l’amica era troppo concentrata
sullo spettacolo così le poggiò una mano sul
braccio e la bionda si girò di
scatto allarmata
«Che c’è?» le chiese
preoccupata.
«Chi sarebbe lui?» domandò Touko
indicando Alan.
«Oh lui è Alan»
«Grazie tante, ma perché è
qui?»
«Lui è la tua sorpresa». Ecco la
conferma per i
sospetti della brunetta. Se quello era tutto un piano
dell’amica allora finiva
in cima alla lista dei peggiori.
Quella era la sua vita, come si era permessa
Belle di intromettersi e di organizzarle quel patetico incontro. Solo
il
pensiero le dava i nervi. E lei che aveva accettato di sorbirsi quella
serata
solo per non deludere l’amica… avrebbe fatto
meglio a rifiutare.
Tuttavia provò a non pensarci e tornò a guardare
lo
spettacolo sopra il palco, doveva ammettere che si aspettava di peggio
da un
Musical e fu quasi tentata di rilassarsi, ma al quinto tentativo di
abbordaggio
da parte di Alan, la classica mossa dello sbadiglio-abbraccio, Touko lo
fulminò
con gli occhi e si alzò stizzita dalla poltroncina.
Non le importava che
fossero solo a metà spettacolo, o che la sua azione avrebbe
disturbato gli
spettatori, si mise semplicemente
a
camminare nel corridoio principale fino a raggiungere la porta della
sala. Una
volta raggiunta la aprì e uscì, imbocco le scale
e si fermò nella hall del
teatro.
Solo in quell’istante si accorse della stupidità
della sua azione:
aveva lasciato lì Belle da sola, senza nemmeno una
spiegazione. Fortunatamente la
bionda uscì dalla sala pochi secondi dopo, evidentemente
l’aveva seguita, e
Touko pensò subito di scusarsi, ma l’amica si mise
le mani nei fianchi e con un
atteggiamento seccato le chiese «Ma si può sapere
cosa ti succede stasera,
prendi e te ne vai, lasciando il povero Alan da
solo!».
Il fatto che Belle
proteggesse quell’individuo fu la goccia che fece traboccare
il vaso, così i suoi
buoni propositi andarono in fumo perché la giovane le
rispose per le rime.
«Pensavo fosse la serata del mio compleanno, non la
serata prendi un tizio qualunque e fallo conoscere alla tua
amica!» esclamò
indignata.
«Alan non è un tizio qualunque, è un
aiutante della
professoressa Aralia!»
«Non m’importa chi sia o cosa faccia. Non dovevi
portarlo qui!» Touko era furiosa.
«Giusto, perché la “signorina
associale” detesta
conoscere nuove persone o…» la bionda parve
ponderare bene le parole «stare in
compagnia dei suoi vecchi amici» sussurrò
amaramente.
«E questo cosa centra? Tu non avevi il
diritto…» provò
a dire la brunetta colpita sul vivo.
«Ma ti ascolti quando parli? Volevo solo che potessi
conoscere qualcuno e che ti rifacessi una vita dopo quel maledetto di
N…».
La bionda si accorse troppo tardi di aver
nominato il
loro vecchio nemico e subito si alzò le mani per coprirsi la
bocca, ma Touko
aveva già sentito e una lacrima, forse di rabbia o forse di
tristezza, le stava
scendendo sulla guancia pallida. Non avrebbe dovuto mettere N in mezzo
al
discorso perché sapeva che per l’amica era una
ferita ancora aperta, nonostante
il tempo trascorso, ma la frenesia del battibecco glielo aveva fatto
dimenticare.
Touko si asciugò la lacrima e si voltò verso
l’uscita
del Pokémon Musical.
«Comunque sia, non dovevi immischiarti nella mia
vita»
sussurrò con risentimento.
Poi camminando lentamente si avviò verso la grande porta
in vetro e uscì.
Erano sempre più vicini, poteva sentirlo.
Non poteva
credere che “lui” lo avesse trovato anche
lì.
Eppure doveva continuare a
correre, non poteva assolutamente fermarsi altrimenti i suoi
inseguitori lo
avrebbero raggiunto. Gli arbusti gli graffiavano la faccia e ormai non
sentiva
più le gambe, mentre i polmoni sembravano aver preso fuoco
da soli. Era sfinito
ma il suo unico pensiero era quello di fuggire.
Correre, correre, correre era
assolutamente proibito fermarsi. Per quanto stanco si sentisse, per
quante
poche forze avesse in corpo non poteva darla vinta a
“lui”, l’uomo che gli
aveva rovinato la vita, l’uomo che ora detestava
più di qualsiasi altra cosa al
mondo.
Mentre pensava a tutto ciò, distraendosi, non si accorse
della presenza
di un tronco che giaceva nel sottobosco e così cadde.
Provò a tirarsi su, ma
subito si sentì mancare e capì che non sarebbe
più riuscito ad alzarsi, era
arrivato al limite.
Provò a prendere una
Pokéball, ma lo zaino dove si
trovavano era stato sbalzato qualche metro in là dopo la
caduta e lui non
riusciva a raggiungerlo.
Era troppo stanco persino per respirare.
Disteso a terra
esausto e inerme, ebbe la consapevolezza di essere arrivato al
capolinea, a
momenti sarebbe stato raggiunto e allora per lui sarebbe stata la
fine…
Sentì in lontananza dei passi che in poco tempo si
fecero sempre più vicini fino a quando dal fitto del bosco
spuntarono due
figure completamente vestite in grigio, ma che portavano lo stendardo
del Team
Plasma. Alla sola vista di quelle due iniziali, TP, una rabbia
incredibile gli
montò in petto.
«Finalmente ti abbiamo preso N» disse la prima
figura
con un sorriso di trionfo stampato in viso.
Sì, perché il fuggitivo era proprio
lui, Natural Harmonia Gropius.
Nonostante avesse i capelli verdi disordinati e
crespi a causa dei mesi di latitanza, la pelle incrostata di sangue e
sporcizia
e le vesti ridotte a brandelli N era ancora riconoscibile
dall’atteggiamento
fiero e dall’espressione triste e determinata che non lo
abbandonava mai.
«Cosa volete da me?» chiese il giovane senza
scomporsi.
«Ghecis vuole tanto vederti» lo canzonò
la seconda
figura.
«E chi dice che io voglia lo stesso?»
«Risparmia il fiato principino» gli disse la prima
figura avvicinandosi.
Contro ogni previsione era una donna.
«Sono re» disse serio N.
Doveva solo guadagnare un po’ di tempo e poi…
Un ruggito squarciò il cielo, mentre un enorme drago
bianco si stava avvicinando minaccioso ai tre umani.
N esultò tra sé: Reshiram,
il Pokémon leggendario che aveva lasciato libero per non
doverlo rinchiudere in
una Pokéball, stava venendo ad aiutarlo.
I due scagnozzi del Team Plasma
rimasero immobili di fronte a quella surreale apparizione
finché Reshiram
atterrò di fronte a loro. Quando la donna vide la coda del
drago diventare incandescente
capì che se non si fossero mossi avrebbero rischiato troppo,
ma ormai era tardi.
Il leggendario scatenò una potente Incrofiamma che in
qualche secondo provocò
un incendio nel bosco Girandola così ricco di alberi e
arbusti.
Poi si avvicinò
a N e lo invitò a salire sulla sua groppa. Il ragazzo con le
ultime forze prese
il suo zaino e si issò sul manto candido di Reshiram il
quale spiccò
immediatamente il volo.
Infine prima di lasciarsi andare al meritato riposo il
ragazzo sussurrò al Pokémon «Portami da
lei».
Le
luci del parco divertimenti in lontananza erano un
vero spettacolo. Touko le stava osservando da parecchi minuti
affacciata alla
ringhiera che dava sul canale artificiale che circondava
Sciroccopoli.
Non
sapeva perché, dopo essere uscita dal Pokémon
Musical, non se ne era tornata
direttamente alla Lega in sella al suo Unfezant. Le strade della
città si erano
leggermente svuotate, forse per l’ora tarda, e
così aveva deciso di godersi la
malinconia che le dava la vista della luminosa ruota panoramica.
Evidentemente era
masochista, ma al momento non le importava. Le interessava solamente
crogiolarsi in quel breve attimo di tristezza che si stava concedendo,
d’altronde i momenti che dedicava a se stessa, alla vera
Touko, erano rari.
Vedendo
quel grande cerchio luminoso in mezzo al parco divertimenti la brunetta
ricordò
fugacemente il giorno in cui lui, N, l’aveva fatta salire a
tradimento in
quella ruota panoramica.
Non ricordava molto quei momenti.
Aveva voluto dimenticare
con tutto il cuore quel periodo della sua vita dove il ragazzo era
stato
presente. Sì, perché quel ragazzo, per cui ora
provava un odio smisurato, era
stato il suo fallimento personale e lei non ammetteva
fallimenti.
A suo tempo
aveva sbagliato a fidarsi di lui e ora ne pagava le conseguenze, se lo
meritava.
Touko era sempre stata dura con sé stessa e pensare di
essere caduta così facilmente nel tranello di N la faceva
infuriare; lui
l’aveva abbandonata per sempre e questo fatto non lo aveva
mai accettato.
Il rumore vicino di un battito di ali attirò la sua
attenzione così la brunetta si voltò nella sua
direzione, ma ciò che vide la
lasciò senza fiato: un Charizard stava atterrando
tranquillamente in mezzo alla
città.
Dalla sua schiena scese quello che doveva essere il suo allenatore.
Capelli castani, coperti da un frontino, e due penetranti occhi mattoni
caratterizzavano
la sua strana figura mentre Touko si accorse che non sarebbe stata in
grado di
definire l’età di
quell’individuo.
Quest’ultimo, una volta posato i piedi sulla
terra ferma, le rivolse un’occhiata stanca e con un tono
svogliato le chiese
«Sapresti dirmi dove posso trovare Nardo?».
La brunetta
rimase ammutolita per qualche istante, ancora perplessa
dall’entrata teatrale
del nuovo arrivato, ma poi si riscosse e rispose sbrigativa
«Non è qui».
«E non è che sapresti dirmi
dov’è?» chiese
l’interlocutore che stava già perdendo la pazienza.
«Perché dovrei dirlo a te?» rispose
Touko che voleva
capire il perché quello strano individuo stesse cercando
l’ex campione.
«Perché devo parlare con il campione di
Unima»
«Allora puoi parlare con
me» disse la brunetta in tono
di sfida.
«Ah, e tu vorresti farmi credere che una bambinetta
come te sarebbe riuscita a battere Nardo?».
Se c’era una cosa che Touko detestava era quando le si
dava della bambinetta.
«Sì» rispose laconica.
«Non ci credo»
«Come ti pare» rispose lei voltandosi nuovamente
verso
il parco divertimenti.
Anche quella conversazione era patetica, tant’è
che le
venne il dubbio che “patetica” fosse la parola
chiave della serata.
Tornò a
volgere lo sguardo verso la ruota panoramica, ma la presenza dello
strano
individuo la disturbava così si sbuffò
spazientita e senza guardarlo gli chiese
irritata «Cosa ci fai ancora qui?»
«Te l’ho già detto, a quanto pare siamo
duri di
comprendonio… sto cercando il campione di Unima»
«E io ti ho già detto che ce l’hai di
fronte…»
«Dimostralo» esclamò il ragazzo
«Come posso fare, di grazia?»
Questo si grattò il capo con espressione indecifrabile. Sembrava avesse qualcosa in mente ma la brunetta non ci fece molto caso, non le interessava poi molto.
«Che ne dici di una lotta? Ti sfido».
Touko parve pensarci per qualche istante. Era un po’
che non si cimentava in una bella lotta, escludendo quelle mensili con
Komor, e
forse un po’ di allenamento le avrebbe fatto bene.
«Ci sto. Dove e quando?»
«Domani mattina ti aspetto nel Bosco Smarrimento.
Lì
vedremo se sei veramente il campione» sorrise furbescamente
il ragazzo.
Poi rimontò in groppa al suo
Charizard e spiccò
nuovamente il volo, ma venne fermato a mezz’aria dalla voce
di Touko
«Aspetta! Come ti chiami?» gli urlò la
ragazza dal
basso.
Da quanto tempo qualcuno non gli faceva questa
domanda. Avrebbe voluto dimenticarsi del suo nome, ma purtroppo per
quanto ci
avesse provato non c’era mai riuscito.
Il suo nome, la condanna che faceva sì
che in ogni posto andasse tutti lo riconoscessero.
«Red. Semplicemente Red» urlò di rimando
lui, con una
nota di malinconia nella voce.
Poi il Charizard si alzò e scomparve nel buio del
cielo notturno.
Spazio
indefinito (per ora)
Et
voilà ecco l’apparizione di Red, spero non sembri
troppo banale. La “descrizione” si attiene al Rosso
di “Pokémon: Le Origini”
dato che nel videogioco personalmente non riesco a vedere ne colori di
capelli
ne tantomeno la faccia.
Allora sinceramente questo capitolo non mi convince al
100%, c'è qualcosa che non mi piace. Spero comunque sia stato perlomeno leggibile
(autostima all’attacco) e… non ho altro da dire.
Ringrazio Andy Black, Ashura_exarch
e SM99 per le gentili recensioni e ringrazio anche chi inizia a seguire
questa strampalata
storia.
Un
saluto e al prossimo capitolo!