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Autore: The_Lock    23/09/2014    3 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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0.3 - Der Golem

 

Sydney spense il motore della macchina e si diresse a grandi passi verso il giardino di casa di Alissa. Venerdì sera era arrivato senza che neanche i cinque ragazzi se ne potessero accorgere e l'intera aula magna era stata preparata a dovere.

Suonò il campanello, controllandosi i capelli biondi e lo smoking blu scuro che si intonava ai suoi occhi azzurro acceso. Alissa aprì la porta, rivelandosi in tuta e felpa.

“È uno scherzo?” domandò Sydney.

“È un piano perfetto!” rispose Alissa.

“Smettila. Vestiti ed andiamo.” le disse, entrando in casa e prendendola per mano la portò in camera sua- era stato tante volte a casa di Alissa che ormai la conosceva bene come fosse la sua.

“Tanto non ci vengo!” canticchiò lei, mentre Sydney le proponeva tutti i vestiti più eleganti che aveva in armadio.

“Oh avanti! È il ballo di inizio anno! Ci andiamo ogni volta!” miagolò, inginocchiandosi ai suoi piedi.

“E questa volta ci andrai lo stesso! Ma con un ragazzo!” gli sorrise, accarezzandogli la guancia.

“Io... vuoi farmi sentire in colpa?” domandò Sydney, guardandola dritta negli occhi.

“No! Voglio solo regalarti una bella serata con un ragazzo che, credo, ti piaccia.”

“Kyle non mi piace.” mormorò con voce poco convinta. “Ti prego! Vieni! Che faccia farà Kyle se vede arrivare solo me?” ipotizzò, mordendosi le labbra.

“Una bellissima faccia! Ora vai!” disse, convincendolo ad alzarsi, sistemandogli i capelli e buttandolo fuori di casa. “Non ti preoccupare, siamo solo al terzo anno!” gli gridò, mentre lui accendeva il motore.

 

Lydia aveva insistito affinché i ragazzi si incontrassero con un certo anticipo davanti alla sala per vedere se fosse tutto apposto. Tyler e Skylar si presentarono solo perché minacciati di perdere la vita da Lydia stessa: voleva ci fossero tutti, altrimenti avrebbe reso la loro vita un inferno e conoscendo Lydia ci sarebbe riuscita.

Erano tutti eleganti, tranne per Tyler che riuscì solo a indossare una camicia presa dall'armadio senza particolare attenzione. I cinque ragazzi entrarono e videro la sala in perfetto ordine: le piante erano alte e rigogliose ma senza essere troppo opprimenti, il servizio di catering aveva fatto un ottimo lavoro ed il dj stava montando la consolle.

Lydia portò tutti al buffet e riempì cinque bicchieri: voleva fare un brindisi.

“Alla nostra!” disse, alzando il bicchiere.

“Alla colla!” intervenne Tyler, alzando il suo bicchiere.

“Alla vernice!” disse Skylar.
“Ai vasi rotti!” sorrise Sydney.

“A questa serata!” disse Kyle con un leggero ghigno. I cinque brindarono e nello stesso momento in cui i cinque bicchieri si toccarono, le luci della sala lampeggiarono come eccitate.

“Strano...” mormorò Skylar, ricordandosi di quando aveva stretto la mano a Tyler e si era verificata una reazione simile.

“Bene, allora sparpagliatevi e divertiamoci!” disse Lydia, vedendo arrivare i primi studenti.

 

“Solo?”
“Solo!” Tyler e Skylar si sedettero e la musica fu sparata a palla, mentre il dj faceva stridere i dischi, rallegrando la maggior parte degli studenti seduti lì. Skylar si lasciò sfuggire un piccolo sbuffò che seguì con gli occhi, fino a vedere che devi tovaglioli su un tavolo lontano almeno 4 metri stavano cadendo, spinti dal vento.

Si sorprese a guardare quello spettacolo, soprattutto notando che ogni finestra era chiusa e che nessuno si era mosso vicino ai tovaglioli. Si diede del pazzo rincretinito, e si alzò per prendere un altro bicchiere.

Si voltò e vide Lydia che ballava elegantemente come una farfalla. Il vestito verde scuro che ne disegnava le curve perfette, il collo lungo e sottile da ballerina, i lunghi capelli rossi ondulati e gli occhi verdi come smeraldi che ora puntavano in sua direzione. Lydia gli sorrise, salutandolo con la mano e Skylar, impietrito, salutò con un cenno del capo e tornò a sedersi.

“Chi saluti?” domandò Doug, avvolgendola fra le sue braccia.

“Sky!”

“Chi?”
“Un mio amico.” spiegò.

 

Kyle si staccò da una ragazza, dicendole che sarebbe andato a prenderle da bere e si diresse verso il buffet. Vi trovò Sydney che scherzava con un suo amico basso, rachitico e sfigato, allora rimase lì fino a quando il mostriciattolo non se ne andò, e poi lo salutò.

“Dov'è Alissa?” chiese e subito Sydney si irrigidì.

“Lei... non... lei non... aveva la febbre.” annuì, guardando altrove, e Kyle si mise a ridere.

“Ne ho viste di persone che non sanno dire bugie, ma tu le batti tutte!” sorrise, bevendo un sorso. “Quindi il nostro terzetto è andato a farsi benedire?” domandò e Sydney fece spallucce. “Vieni.” gli disse, prendendolo per il polso e conducendolo sulla pista.

“Che vuoi fare?” domandò Sydney, iniziando a sudare freddo.
“Ti trovo una ragazza con cui ballare. La tizia con cui sto ballando ha un'amica carina!” gli disse, cercando le persone nella folla.

“No no, lascia perdere!” gli disse, strattonando il polso per liberarsi ma la presa di Kyle era salda.

“Allora! Non fare la bestia!” lo ammonì con un sorriso. “Tecnicamente siamo venuti al ballo insieme, quindi non posso permetterti di annoiarti!” disse, guardandolo negli occhi.

“Ok!” sospirò Sydney.

 

Tyler sbadigliò mentre si lavava le mani nel bagno maschile del terzo piano. Voleva un po' di pace e sapeva bene che sicuramente i bagni del primo e del piano terra avrebbero puzzato di canna e di marjuana e lui aveva voglia di passare una memorabile serata noiosa.

Sentì dei colpi come passi pesanti e dei lamenti gutturali provenire poco lontano da lì. Chiuse il rubinetto per ascoltare meglio, e sentì che i passi si stavano allontanando, allora uscì per vedere chi fosse il bufalo aggraziato, ma appena mise un piede fuori, le sue scarpe pestarono qualcosa di morbido e appiccicoso.

“Che... schifo!” si lasciò sfuggire, pensando al peggio. Ma usando la luce del cellulare capì che si trattava di un materiale simile alla creta. “Ma che...” disse, seguendo le orme per tutto il corridoio che conducevano al bagno delle ragazze. Fu indeciso se andare ad aprire la porta o meno, ma alla fine entrò, sentendo l'acqua scorrere.

C'era qualcuno di enormemente grosso piegato sul lavandino che beveva acqua in modo rumoroso. “Ehi amico, non credo sia potabile.” mormorò Tyler, accendendo la luce per poi trovarsi una bestia antropomorfa di venti metri che lo guardava con occhi gelidi. Dal suo corpo colavano pezzi di creta e sulla fronte aveva improntato un simbolo sconosciuto a Tyler.

La bestia si eresse e gli ruggì contro, ma Tyler non stette lì altri minuti e corse via, lungo le scale, fino quasi a cascare per terra se non fosse stato per Kyle che lo prese al volo.

“Ehi, hai esagerato con i drink?” domandò Kyle.

“N-no... c'è su... un... mostro!” mugugnò, trattenendosi dal tremare.

“Ah capisco. Sei andato di canna?” lo schernì, lasciandolo per dirigersi verso la porta di uscita, quando si sentì un ruggito che fece tremare i muri delle scuole. Chiunque fosse all'interno della sala non si accorse di nulla per via della musica, ma Kyle si girò e guardò Tyler impietrito.

“Ehi Kyle! Hai visto Lydia?” domandò Doug “Non la vedo da un bel po'.” aggiunse, dirigendosi verso il moro, che scosse il capo.

“Dove ha detto che andava?” domandò Tyler, mentre un brivido lo percorreva lungo la schiena.

“In bagno.”

 

“Non ha senso: perché Lydia sarebbe dovuta salire fino al terzo piano se doveva solo andare in bagno?” chiese Kyle.

“Non lo so, ma se fosse lì? Da sola con quel mostro?” domandò, passandosi una mano sui capelli rossi.

“Ok, senti mostro o meno andiamo a controllare se si trova nel bagno del terzo piano!” annuì, e insieme salirono le scale. “Descrivimi questa creatura.” sussurrò Kyle, mentre si avvicinavano al terzo piano.

“Altro due metri, sembrava fatto di creta e aveva uno strano simbolo in fronte!” spiegò. Kyle fu ben attento a non pestare le orme lasciate dal mostro e ad ogni passo pensò che la storia di Tyler aveva sempre più senso.

L'acqua continuava a scorrere nel bagno e Kyle entrò. La luce era accesa e spegnerla avrebbe solo indicato al mostro la loro presenza. Chissà, magari se si fosse mosso lentamente senza far rumore gli avrebbe lasciati stare.

“Lydia!” sussurrò, ma il rumore dell'acqua era troppo forte. “Mettiti dietro la porta.” disse, rivolgendosi a Tyler. Poi urlò “LYDIA?” e si nascose dietro la porta anche lui. Non tornò a guardare fino a quando non sentì il mostro tornare a bere, poi la vide. Lydia gli chiedeva aiuto dalla porta di una cabina leggermente aperta.

“Oh cazzo!” sussurrò.

“È lì?” domandò Tyler e lui annuì.

“Vado a prenderla, rimani qui!” disse, camminando più silenziosamente possibile, smettendo anche di respirare. Fece segno a Lydia di togliersi le scarpe e lei annuì. Mancavano pochi passi, Kyle leggeva la speranza di Lydia negli occhi, quando lui scivolò su un pezzo di creta e per poco non cadde a terra. Tuttavia il rumore prodotto fu abbastanza forte da far girare il mostro che lo guardò in cagnesco, ringhiando.

Scappare o rimanere lì fermo? Di certo Lydia non sarebbe stata così veloce ma almeno avrebbe potuto contare su un nascondiglio, ma il mostro sembrava abbastanza stupido quindi questo sarebbe potuto andare a suo vantaggio. Mentre Kyle ragionava su come scappare di lì con Lydia, Tyler prese l'ardua decisione di fare da esca, e prese a urlare contro il mostro che non ci pensò due volte ad inseguirlo.

 

Sydney uscì dall'aula magna con le orecchie che gli fischiavano per il troppo rumore. Fuori trovò anche Skylar che sembrava volenteroso nel perdere tempo leggendo i vari annunci sulla bacheca.

“Ehy! Hai visto gli altri?”

“No, ma...” iniziò Skylar, quando furono entrambi chiamati dalla preside Vandom.

“Windy, Waterline! Che ci fare qui? Andate immediatamente al terzo piano!” disse loro, spingendoli verso le scale.

“Cosa? Ma...” protestò Sydney, ma la Vandom non voleva sentire ragioni.

“Andate! I vostri amici hanno bisogno di voi!” spiegò ed i due ragazzi si scambiarono una lunga occhiata prima di partire per le scale. Arrivarono al terzo piano, vi entrarono senza esitazione e poi videro qualcosa di realmente bizzarro: Tyler inseguito da un mostro di creta alto due metri.

“Hanno messo qualcosa nei cocktail?” domandò Sydney, chinando la testa di lato. Furono subito raggiunti da Lydia e Kyle, entrambi affannati e con la faccia sconvolta.

“Avete visto Tyler?” domandò Kyle e Skylar indicò un punto in fondo al corridoio. Lydia e Kyle corsero e gli altri due li seguirono senza farsi troppe domande, un po' perché l'adrenalina era troppa, un po' perché la risposta avrebbe terrorizzato più della domanda stessa.

Tyler arrivò in un vicolo cieco. Si voltò e vide il mostro muoversi goffamente verso di lui, ruggendo e perdendo pezzi di creta. Il rosso si guardò attorno. Trovò un estintore e non ci pensò due volte ad usarlo: staccò la sicura, puntò il beccuccio contro le gambe della creatura e sprigionò un'enorme nuvola di nebbia biancastra che andò ad occupare l'intero corridoio. Il mostro ruggì ma non si sentivano più i suoi passi: forse si era fermato per la scarsa visibilità, allora Tyler ne approfittò per scappare via da quella situazione a suo sfavore.

Scivolò a pancia in giù sul pavimento non curante delle chiazze di creta e alla fine svoltò l'angolo, trovando i quattro ragazzi che lo inseguivano.

“Ehi! Stai bene?” domandò Lydia, mettendogli una mano sulla spalla. Tyler annuì, sconvolto, poi spiegò che aveva usato l'estintore contro il mostro e che era riuscito a fermarlo per qualche secondo.

Kyle si mosse, ma fu subito preso per la manica da Sydney.

“Che pensi di fare?” sussurrò.

“Vado a vedere se è ancora vivo!” spiegò.

“Chi se ne frega!? Andiamocene e avvertiamo qualcuno!” rispose, ma Kyle non lo stette ad ascoltare e si mosse verso il corridoio. L'estintore aveva seccato le gambe del mostro e ora non riusciva più a muoverle, ma la parte superiore del corpo funzionava ancora ma il moro non riuscì subito a capire cosa stesse facendo.

Aguzzò la vista e vide il mostro lacerarsi con le mani lungo la vita e Kyle capì immediatamente, indietreggiando e raggiungendo gli amici.
“Si sta staccando le gambe!” disse.
“Oh, che cosa disgustosa!” sbottò Lydia con tono leggermente snob.

“Ho lasciato l'estintore vicino a lui!” disse Tyler, mordendosi le labbra.

“Forse ce n'è un altro da queste parti...” mormorò Skylar, muovendosi in direzione opposta, fissando le pareti. I cinque ragazzi sentirono un tonfo provenire dall'angolo in cui il mostro era rimasto bloccato e Sydney si affacciò. Dalla creta avanzata dalla stazza del mostro nacquero due nuove gambe: più sottili e più agili che gli permisero di alzarsi immediatamente e di mettersi a correre il loro direzione.

“Via! VIA!” urlò, scappando per primo. Nessuno si affacciò a guardare il motivo per cui Sydney stesse scappando e tutti presero immediatamente a imitarlo, correndo verso le scale.

Il pavimento era parecchio scivoloso a causa delle chiazze di creta ormai sciolta, e Lydia, essendo l'unica senza scarpe, vi scivolò sopra, sbucciandosi un ginocchio.

“LYDIA!” urlò Skylar, facendo marcia indietro, ma il mostro era più vicino alla ragazza ed alzò la il braccio come per colpirla.

 

Lydia urlò e alzò le mani per proteggersi, attendendo il colpo; ma il colpo non arrivò. Sentì due mani sollevarla e poi osò aprire prima un occhio, poi l'altro. Il mostro era completamente bloccato. Riusciva a sbattere gli occhi vitrei, ma era fermo come una statua.

Alzò lo sguardo e vide Skylar che la aiutava a rimettersi in piedi, Lydia lo usò come appoggio e insieme si mossero lentamente verso gli altri.

“Che gli è preso?” domandò Tyler, ma nessuno rispose poiché furono entrambi distratti da un rumore di tacchi abbastanza familiare. Era la preside Vandom.

“Andate immediatamente nella classe di chimica!” disse e i ragazzi corsero verso la classe di chimica. Il mostro si liberò dalla presa invisibile e la Vandom generò un breve ma potente raggio rosa che andò a perforare la mano destra della creatura, facendogli saltare parecchie dita.

Poi raggiunse i ragazzi e chiuse la porta, aveva l'affanno.

“Cos'è quella cosa?” domandò Tyler.

“Un golem! È un omuncolo fatto di creta, ed ecco perché Lydia è stata in grado di fermarlo!” spiegò, sedendosi alla cattedra. La ragazza sussultò, e subito gli altri ragazzi la guardarono con occhi sgranati.

“C-che vuol dire?” domandò Lydia.

“Vuol dire che voi cinque siete i nuovi guardiani di Kandrakar: uno per ogni elemento che insieme garantiscono l'equilibrio universale. Sydney, tu sei il guardiano dell'Acqua. Kyle, tu comandi il Fuoco. Lydia, tu sei la detentrice della Terra. Skylar, tu il custode dell'Aria.”

“Ed io?” domandò Tyler.

“Tu, Tyler... tu hai l'energia sotto la forma più pura! Una forza che, se sviluppata bene, riuscirà a contrastare i quattro elementi messi assieme! Tu sei il custode del cuore di Kadrakar!”

 

Il Golem continuava a sbattere contro la porta, facendo tremare i cardini e l'intera stanza con il rimbombo dei colpi, ma i ragazzi erano scossi da altro in quel momento.

“Io... io non capisco.” mormorò Sydney, premendosi le tempie poiché colpito da un attacco di emicrania.

“Non c'è tempo per spiegare, non ora! Abbiate fiducia nei vostri poteri e tutto si concluderà in fretta!” detto ciò la Vandom avvicinò i due indici in posizione simmetrica e scomparve dietro piccole scintille rosee.

“Dove... ma cosa sta succedendo?” sbottò Lydia.

“Aiutatemi con questo tavolo!” disse Kyle, spingendo la cattedra contro la porta così da rallentare il mostro, ma non fecero in tempo che la porta fu aperta e il golem entrò, ruggendo e saltando sul tavolo.

“Fuori!” disse Tyler, prendendo Kyle per il colletto della giacca e uscendo dalla classe, ma il mostro si sovrappose fra di loro e l'uscita, sorridendo in maniera assassina.

“Bene. Non abbiamo altra scelta!” disse Skylar e lanciò un banco contro una finestra che andò in frantumi.

“Vuoi uscire dalla finestra?” domandò Sydney, ma il bruno fece di no con il capo. Mosse il braccio come stesse spostando una ragnatela invisibile davanti a sé ed una brezzolina leggera si creò, soffiando sul corpo fresco del golem, che non si fece intimorire ed iniziò a prendere a pugni qualsiasi mobile si trovasse davanti.

Skylar non perse la speranza, allora riprovò e questa volta uno sbuffo d'aria abbastanza forte fece muovere le varie tavole periodiche appese sulle pareti, finendo a soffiare contro il golem che si riparò con gli avambracci sui quali si crearono delle piccole crepe.

“È fatto di creta...” mormorò Sydney, per poi prendere fiato ed urlare “BISOGNA FARLO SECCARE!”

“Lydia, tienilo fermo!” urlò Kyle, mentre cercava l'accendino nella giacca. La rossa annuì e si avvicinò al Golem poiché immaginava che la paura avrebbe fatto scattare quel dispositivo che le schiudeva la magia. Al Golem bastò ruggire per spaventare Lydia e subito lei urlò, facendo scattare le braccia in avanti e bloccandolo come un giocattolo.

“Kyle usa il fuoco!” gli urlò Tyler, ma il moro gli rispose che non aveva un accendino con sé.
“Usa il becco bunsen!” disse Sydney.

“Ragazzi...” mormorò Lydia, iniziando a sentirsi stanca, lasciando andare il Golem a scatti sempre più frequenti. Skylar continuava a far entrare aria in maniera sempre più prepotente e Kyle era appena riuscito ad accendere la fiamma.

Qualcosa in Sydney gli disse di muoversi, di aiutare i suoi amici e tutte le persone che ballavano al pian terreno; poi pensò: il Golem è fatto di creta e per muoversi ha bisogno di...

“Acqua!” sussurrò. Il mostro alzò un braccio contro Lydia, Tyler le corse incontro per allontanarla ma appena lei fu fuori pericolo si udì un grande scrosciare d'acqua. Kyle si girò e vide Sydney che teneva le mani in alto e il braccio destro del Golem totalmente essiccato: il biondo aveva appena fatto cadere tutta l'acqua contenuta nel braccio.

Le urla del Golem furono terribili, ma Kyle non si fece distrarre. Lanciò uno sguardo a Skylar e il castano gli annuì. Con il massimo della concentrazione, Kyle lanciò una palla di fuoco contro Skylar che, a sua volta, generò un vento abbastanza forte da creare un muro di fiamme contro il mostro.

Lydia continuava a tenerlo fermo, Sydney continuava a disidratarlo, Kyle e Skylar lo stavano cuocendo. Tyler guardava affascinato lo spettacolo di terra, acqua, fuoco e vento che intervenivano insieme per debellare la creatura. Guardò in basso e vide le sue mani generare scintille arancioni.

Quando gli altri ebbero finito, Tyler generò una sfera arancione che fece sbriciolare il mostro in mille pezzi.

 

“È stato epico!” urlò Tyler, pulendosi i pantaloni dalla polvere di creta.

“Puoi dirlo forte! Quel muro di fuoco, e l'inseguimento...” rise Skylar al massimo dell'eccitazione.

“Io non pensavo esistessero cose del genere ed invece...” continuò il rosso.

“Ed invece sì. Wow che bello. Ora smettetela!” tagliò corto Sydney, camminando nero in volto, subito seguito da Kyle e Lydia, anche loro taciturni.

“Oh ,avanti! Non vorrai dirmi che non ti sei divertito!” rispose Tyler.

“Per niente!” sbottò, accelerando il passo.

“E tutto quello che ha detto la Vandom?” gli chiese pensieroso. Tyler era contento di quello che gli stava accadendo ed ora non voleva che qualcun altro gli rovinasse il momento: anzi tutti avrebbero dovuto essere abbastanza contenti, ed invece solo lui e Skylar sembravano apprezzare i poteri.

“Ma...”
“ZITTO!” ruggì, e subito le fontanelle dell'allarme antincendio si attivarono, bagnando tutti e tre i piani e mettendo fine anche al ballo di inizio anno.

“V-vado a prendere le scarpe.” disse Lydia.

“Ti accompagno.” si offrì Skylar ma lei si oppose vivamente, e alla fine ognuno dei cinque se ne andò per la propria strada.

 

Le sigarette di Kyle erano fradice e non avrebbe potuto fumarle né ora né mai. Sbuffò e le gettò in un cassonetto, per poi dirigersi verso il motorino ed indugiare se infilare o meno il casco: si sarebbe sicuramente ammalato poiché era bagnato fino alle ossa.

Voltò lo sguardo e vide Sydney che si toglieva la giacca dello smoking e si strappava il papillon di dosso senza slacciarlo procurandosi un leggero graffio al collo che lo fece imprecare.

“Tutto bene?” gli chiese Kyle e il biondo sospirò, evitando di guardarlo dritto negli occhi.

“Non va per niente bene! Niente va come sarebbe dovuto andare...” rispose, senza riuscire a controllare la lingua.

“Che intendi?” gli chiese.

“Senti. Voglio solo andare a dormire...” spiegò in modo un po' brusco, tirandosi i capelli all'indietro.

“Oh, ok.” disse, non osando usare la faccia tosta per chiedergli un passaggio, ma prima che il biondo accendesse il motore aprì la bocca e guardò il moro.

“Tu come torni?”

“In moto.”
“Ma sei bagnato.” osservò, e Kyle fece spallucce. “Vuoi un passaggio?”

 

Lydia aveva il trucco sciolto. Il mascara le colava sulle guance come fossero lacrime nere e il vestito le si appiccicava alle gambe, facendola inciampare ogni tre passi. Il pavimento scivoloso rendeva ancora più arduo il semplice camminare sui tacchi, ma la rossa resisteva tenacemente, fino all'uscita dove un po' di ragazzi si fermarono dal parlare per guardarla. Anche loro erano bagnati, ma lei era fradicia e aveva l'aspetto di una pazza.

Cercò Doug fra la folla ma non lo vide, scese gli ultimi gradini e lo trovò appoggiato al cofano della sua auto. Aveva la faccia arrabbiata, ma a lei non importava.

“Doug...” sussurrò, tremando dal freddo. Il ragazzo alzò lo sguardo e la rabbia sparì in un secondo, accorrendo immediatamente ad abbracciarla. “Doug...” riprese, liberandosi in pianto.

“Va tutto bene...” la consolava lui.

 

Skylar e Tyler stavano tornando a piedi, non curanti del vento fresco che ogni tanto faceva starnutire entrambi. Sembravano gli unici a godere a pieno di quella novità ed infatti Skylar alzava ogni tanto correnti d'aria di diversa intensità, facendo muovere le fronde degli alberi, mentre Tyler ogni tanto generava qualche scintilla arancione.

“Un giorno ci riuscirò!” sorrise Skylar.

“A fare cosa?” domandò Tyler.

“Imparerò a volare!”

 

  
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