Eeeeeeh si! Sono ancora qui!
Per prima cosa, se vi va, passate a dare un'occhiata a questa nuova (inutile) idea che mi è passata per la testa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2840421
Ora, tornando a noi... Questo capitolo forse non ve lo aspettavate così. Io decisamente me lo aspettavo diverso, con più fronzoli e più romanticismo. Ma poi è venuto fuori questo... Bohboh...
La domanda che vi pongo è: Secondo voi Sam che fine ha fatto?
Ti amo
“Puoi
fermarti un attimo, per favore? Vorrei parlare.”
Blaine alza la
testa dal tagliere e fissa Kurt indeciso. Se
posa quel coltello dimostra di aver ceduto e così Kurt
saprà di averla vinta,
ma se non lo fa probabilmente non saprà mai cosa lui ha da
dirgli. E se in
generale Blaine è il tipo di persona che non sa dire di no,
quando si tratta di
Kurt gli è fisicamente impossibile negare qualcosa, a
prescindere da cosa sia.
E così con il miglior sguardo imbronciato di cui sia capace,
posa il coltello accanto
al tagliere.
“Dimmi.”
“Non
so da dove cominciare,” ammette Kurt, facendo il giro
del tavolo per avvicinarsi a Blaine e gli prende una mano tra le sue,
accarezzandola piano.
“Non
volevo trattarti come un bambino e mi dispiace. Sono
soltanto preoccupato. Lo capisci, vero?” Blaine annuisce ed
apre la bocca, ma
Kurt gli impedisce di parlare, “Sono davvero preoccupato per
te. E non come
dovrebbe esserlo un amico. Non come Sam, né come Finn, se
hai capito quello che
voglio dire.”
Blaine scrolla
le spalle, “No, non ho capito, Kurt.”
Finn non
può far a meno di ghignare perché è
assolutamente
convinto che Blaine stia soltanto cercando di mettere Kurt alle strette
e, se
da un lato spera che stavolta abbia successo, dall’altro un
po’ gli dispiace
che Kurt finisca sempre con l’essere messo in
difficoltà, anche quando cerca di
essere gentile con Blaine.
“In
tutta sincerità,” continua il moro, “mi
stai soltanto
confondendo le idee e-”
“Ti
amo, Blaine.”
Okay, questo
è un risvolto che Finn non aveva assolutamente
previsto. Ma gli piace. Rachel accanto a lui mostra un sorriso
soddisfatto,
probabilmente lo stesso che ha lui dipinto sul viso in questo momento e
nessuno
dei due riesce a dire una parola.
“E
voglio stare con te, okay? È-”
“No,
Kurt. Per favore.”
Kurt trema
quando sente la mano di Blaine muoversi per
liberarsi dalla sua stretta e lo lascia andare a malincuore, fissandolo
ad
occhi spalancati. Fino a poche ore fa Blaine era stato chiaro sui suoi
sentimenti e proprio ora che Kurt è pronto a dargli una
seconda chance, lui la
spreca in questo modo? Ma in fondo, probabilmente è Kurt ad
essersi sbagliato.
Non sarebbe dovuto tornare a Lima. Probabilmente avrebbe fatto meglio
ad
accettare l’invito a teatro di Adam e dei suoi addominali
poco definiti, pensa
in un momento di profonda irritazione.
“Che
c’è adesso?” domanda stizzito.
“Non
voglio che tu mi dica queste cose soltanto perché-
Perché lo stai dicendo, in effetti?”
“Blaine,
mi dispiace, pensavo che era quello che volessi
sentirmi dire.”
Okay, gli
è uscita davvero male. Prova a correggersi, a
spiegarsi meglio, ma Blaine blocca le sue parole con una risata priva
di
umorismo.
“Il
problema è che non me ne frega niente se lo stai facendo
soltanto perché così sono costretto a starti a
sentire se mi dici di non usare
questo stupido coltello,” borbotta, riprendendo tra le mani
l’oggetto incriminato
e facendo tremare Kurt dalla testa ai piedi, “Oppure se lo
hai detto solo
perché ti faccio pena e pensavi che volessi sentirmelo
dire.”
Cita le sue
parole e la lingua di Kurt sprofonda nella sua
gola. Sul serio, non prova neppure più a discolparsi, quella
frase proprio non
avrebbe dovuto pronunciarla.
“Non
mi interessa,” Blaine si asciuga una lacrima col dorso
della mano, distogliendo lo sguardo da Kurt,
“Perché a me starebbe bene
comunque. Mi starebbe bene se tu scegliessi di stare con me soltanto
per questo
ed è ridicolo,” ride ancora e Kurt ha appena
deciso che la risata isterica di
Blaine è il suono più brutto che abbia mai
sentito, “Ma non voglio svegliarmi
domani e sapere che sei tornato a New York e non è cambiato
niente rispetto a tre
mesi fa e tu continuerai a fare la tua vita e io sarò ancora
qui.”
Kurt aspetta
pazientemente che il monologo dell’altro sia
finito. Ogni parola gli fa più male della precedente, ma si
sforza per non
interromperlo e anche quando Blaine ha finito resta zitto, si assicura
di
avergli lasciato dire tutto quello che voleva e ne approfitta per far
chiarezza
tra i propri pensieri e cercare di non peggiorare le cose.
“Ti ho
ascoltato. Adesso posso parlare io?” domanda con
cautela e Blaine annuisce, continuando a strofinare le mani contro il
viso,
incapace di tenere a freno le lacrime.
Finn si chiede
se stia davvero facendo tutta quella scena
soltanto per le parole di Kurt, o se sia il suo modo di reagire a tutto
quello
che sta succedendo.
“Okay.
Prima di tutto non mi fai pena, Blaine. È una cosa
davvero orribile da dire e non mi piace che pensi questo di me, ma non
fa
niente, di questo possiamo parlare dopo, okay?”
“Kay.”
“Mi fa
star male vederti soffrire e sono sicuro che capisci
questa sensazione. Tu più di chiunque altro la
capisci.”
Se vuoi bene ad
una persona riesci a sentire il suo dolore,
stai male per lei quando la vedi soffrire ed è qualcosa che
non ha niente a che
fare con la pietà. Si, questo Finn riesce a capirlo, ma sa
anche quanto sia
difficile per Blaine accettare questa nuova situazione, accettare di
essere in
qualche modo debole agli occhi di Kurt o di chiunque altro.
“E se
c’è voluto questo per farmelo capire, non posso
farci
niente. Avrei preferito dirtelo in un’altra circostanza,
è vero. Ma non vuol dire
che quello che provo non sia sincero.”
“Mh.”
“E lo
hai detto proprio tu che gli amici non fanno quello che
faccio io. Un amico telefona per sapere come stai, non costringe Rachel
Berry a
vestirsi a tarda sera e guidare per tutta la notte fino a qui. E mi
dispiace se
me ne sono accorto soltanto adesso. Mi dispiace se ti ho fatto sentire
solo, ma
prometto che ci possiamo lavorare. Okay? E poi è solo per
qualche mese, poi
verrai con me a New York.”
“Ora
non pensi di stare un po’ esagerando?” domanda
Blaine,
sforzandosi per mantenersi coi piedi per terra. Ma suo malgrado non
riesce a
nascondere un piccolo sorriso.
“Posso?”
domanda Kurt, avvicinandosi di nuovo e prendendo il
viso di Blaine tra le mani e questa volta il più piccolo
sembra sciogliersi al
suo tocco.
“Io ti
amo, Blaine Devon Anderson,” sorride, a un centimetro
dalle sue labbra, “E penso che a questo punto Rachel e Finn
possano anche
lasciarci da soli.”
Blaine solleva
le sopracciglia, sbattendo le palpebre e
guardando verso la porta, evidentemente stupito nel trovare Finn e
Rachel di
fronte a sé.
“Ma
quante volte mi hai ascoltato di nascosto, Finn?” domanda
Blaine incredulo, poi rivolge la sua attenzione a Kurt, faticando per
trattenere un sorriso, “Devo iniziare a
preoccuparmi?”
“Direi
più che altro che dovresti imparare ad essere più
discreto.”
Blaine si sente
stupido perché proprio non riesce a far
sparire quel sorriso ebete dalla faccia e così prova a
distogliere l’attenzione
da se stesso, “Ragazzi, che fine ha fatto Sam?”
Rachel e Finn si
guardano alle spalle, come aspettandosi di
trovare proprio lì la bocca da trota del biondo e scrollano
le spalle in
sincrono quando si accorgono che è sparito.
Da buon amico
quale è Blaine si offre di andare a cercarlo in
giro per casa e Kurt e Rachel continuano a preparare la cena, mentre
Finn
guarda la TV.
Domani Kurt e
Rachel partiranno e tutto tornerà come prima e
Finn non crede a una parola di quello che Kurt ha raccontato a Blaine.
Tutte le
promesse sul provare a far funzionare la loro relazione, anche Rachel
le ha
dette. Anzi, Finn ha la sensazione che nel discorso che ha fatto suo
fratello
ci sia lo zampino della sua fidanzata e la cosa non gli piace affatto,
gli fa
sentire meno personale la conversazione che ha avuto con Rachel la sera
prima
della sua partenza per New York.
Gli dispiace un
po’ per Blaine perché sa che ha creduto ad
ogni singola parola di Kurt, proprio come aveva fatto lui la prima
volta ed
inevitabilmente gli tornano in
mente le
parole di Sam, sull’evitare di sparire dalla vita di Blaine e
su quanto
delicata sia la sua situazione al momento. Ha fiducia in Kurt, ma
è preoccupato
che Blaine avrà soltanto un’altra delusione.
Alla fine
scrolla le spalle, scacciando via tutti questi
pensieri e concentrandosi sull’unica cosa davvero importante.
Vorrebbe avere
Rachel accanto a sé ancora per un po’ e non
è giusto che debba ripartire così
presto.
È
questo che cerca di far capire a Kurt quando parlano,
subito dopo cena, approfittando della calma generale che regna in casa.
“Stai
facendo una tragedia senza motivo, Finn!” lo rimprovera
suo fratello, accavallando le gambe e sistemando un ciuffo ribelle,
“Rachel è
piena di impegni, tu non hai idea di cosa significhi studiare alla
NYADA.”
E questo Finn
non riesce a reggerlo.
“No,
infatti, perché io non sono alla NYADA. Ovvio. Ma ho i
miei impegni e comunque trovo sempre il tempo per lei, proprio come
Blaine ha
cercato di trovare tempo per te.”
“Blaine
è ancora al liceo.”
“Già,
Kurt. È all’ultimo anno di liceo e ti ricordi come
eri
tu un anno fa?” Finn gioisce interiormente per essere
riuscito a zittire suo
fratello e si affretta ad aggiungere, “Credevi che fosse la
cosa più difficile
al mondo, credevi di non aver tempo per nulla. Eppure Blaine ha trovato
il
tempo per te-”
“Questo
discorso sa di vecchio, Finn. Io e Blaine ne abbiamo
parlato per ore. Anzi, sai benissimo che abbiamo finito di parlarne
qualche ora
fa ed abbiamo deciso di ricominciare da capo. Ora, non vedo dove vuoi
arrivare,
ma ti prego, lascia fuori dal discorso me e Blaine.”
“Voglio
solo dire che tu e Rachel siete stati risucchiati nella
vostra nuova vita,” ammette rassegnato. “Tu hai
telefonato a casa quasi ogni giorno,
eppure non hai trovato il tempo per telefonare a Blaine. Rachel
probabilmente
ha fatto la stessa cosa.”
Kurt incrocia le
braccia al petto ed arriccia le labbra. Non
riuscirà a far capire a Finn quello che vuol dire trovarsi
catapultato in
un’altra realtà da un giorno all’altro,
così come non è riuscito a farlo capire
a Blaine. Che senso ha continuare a parlarne?
Sta sprecando
l’ultima sera con Blaine prima di dover tornare
a New York e pensa che non ne valga la pena.