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Autore: ChibyLilla    23/09/2014    2 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo! Finn è narratore della storia (ed un personaggio abbastanza importante) ma i protagonisti sono Blaine e Sam, soprattutto nella prima parte. Con una importante presenza di Kurt, naturalmente.
Dal primo capitolo: Non lo stupisce affatto la sua risposta evasiva. “Sono solo un po’ stanco.”
Non se ne stupisce perché in questo momento Finn sa che Kurt aveva ragione. C’è qualcosa nel comportamento di Blaine che non va.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Sam Evans, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Eeeeeeh si! Sono ancora qui!

Per prima cosa, se vi va, passate a dare un'occhiata a questa nuova (inutile) idea che mi è passata per la testa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2840421

Ora, tornando a noi... Questo capitolo forse non ve lo aspettavate così. Io decisamente me lo aspettavo diverso, con più fronzoli e più romanticismo. Ma poi è venuto fuori questo... Bohboh...

La domanda che vi pongo è: Secondo voi Sam che fine ha fatto?

Ti amo

“Puoi fermarti un attimo, per favore? Vorrei parlare.”

Blaine alza la testa dal tagliere e fissa Kurt indeciso. Se posa quel coltello dimostra di aver ceduto e così Kurt saprà di averla vinta, ma se non lo fa probabilmente non saprà mai cosa lui ha da dirgli. E se in generale Blaine è il tipo di persona che non sa dire di no, quando si tratta di Kurt gli è fisicamente impossibile negare qualcosa, a prescindere da cosa sia. E così con il miglior sguardo imbronciato di cui sia capace, posa il coltello accanto al tagliere.

“Dimmi.”

“Non so da dove cominciare,” ammette Kurt, facendo il giro del tavolo per avvicinarsi a Blaine e gli prende una mano tra le sue, accarezzandola piano.

“Non volevo trattarti come un bambino e mi dispiace. Sono soltanto preoccupato. Lo capisci, vero?” Blaine annuisce ed apre la bocca, ma Kurt gli impedisce di parlare, “Sono davvero preoccupato per te. E non come dovrebbe esserlo un amico. Non come Sam, né come Finn, se hai capito quello che voglio dire.”

Blaine scrolla le spalle, “No, non ho capito, Kurt.”

Finn non può far a meno di ghignare perché è assolutamente convinto che Blaine stia soltanto cercando di mettere Kurt alle strette e, se da un lato spera che stavolta abbia successo, dall’altro un po’ gli dispiace che Kurt finisca sempre con l’essere messo in difficoltà, anche quando cerca di essere gentile con Blaine.

“In tutta sincerità,” continua il moro, “mi stai soltanto confondendo le idee e-”

“Ti amo, Blaine.”

Okay, questo è un risvolto che Finn non aveva assolutamente previsto. Ma gli piace. Rachel accanto a lui mostra un sorriso soddisfatto, probabilmente lo stesso che ha lui dipinto sul viso in questo momento e nessuno dei due riesce a dire una parola.

“E voglio stare con te, okay? È-”

“No, Kurt. Per favore.”

Kurt trema quando sente la mano di Blaine muoversi per liberarsi dalla sua stretta e lo lascia andare a malincuore, fissandolo ad occhi spalancati. Fino a poche ore fa Blaine era stato chiaro sui suoi sentimenti e proprio ora che Kurt è pronto a dargli una seconda chance, lui la spreca in questo modo? Ma in fondo, probabilmente è Kurt ad essersi sbagliato. Non sarebbe dovuto tornare a Lima. Probabilmente avrebbe fatto meglio ad accettare l’invito a teatro di Adam e dei suoi addominali poco definiti, pensa in un momento di profonda irritazione.

“Che c’è adesso?” domanda stizzito.

“Non voglio che tu mi dica queste cose soltanto perché- Perché lo stai dicendo, in effetti?”

“Blaine, mi dispiace, pensavo che era quello che volessi sentirmi dire.”

Okay, gli è uscita davvero male. Prova a correggersi, a spiegarsi meglio, ma Blaine blocca le sue parole con una risata priva di umorismo.

“Il problema è che non me ne frega niente se lo stai facendo soltanto perché così sono costretto a starti a sentire se mi dici di non usare questo stupido coltello,” borbotta, riprendendo tra le mani l’oggetto incriminato e facendo tremare Kurt dalla testa ai piedi, “Oppure se lo hai detto solo perché ti faccio pena e pensavi che volessi sentirmelo dire.”

Cita le sue parole e la lingua di Kurt sprofonda nella sua gola. Sul serio, non prova neppure più a discolparsi, quella frase proprio non avrebbe dovuto pronunciarla.

“Non mi interessa,” Blaine si asciuga una lacrima col dorso della mano, distogliendo lo sguardo da Kurt, “Perché a me starebbe bene comunque. Mi starebbe bene se tu scegliessi di stare con me soltanto per questo ed è ridicolo,” ride ancora e Kurt ha appena deciso che la risata isterica di Blaine è il suono più brutto che abbia mai sentito, “Ma non voglio svegliarmi domani e sapere che sei tornato a New York e non è cambiato niente rispetto a tre mesi fa e tu continuerai a fare la tua vita e io sarò ancora qui.”

Kurt aspetta pazientemente che il monologo dell’altro sia finito. Ogni parola gli fa più male della precedente, ma si sforza per non interromperlo e anche quando Blaine ha finito resta zitto, si assicura di avergli lasciato dire tutto quello che voleva e ne approfitta per far chiarezza tra i propri pensieri e cercare di non peggiorare le cose.

“Ti ho ascoltato. Adesso posso parlare io?” domanda con cautela e Blaine annuisce, continuando a strofinare le mani contro il viso, incapace di tenere a freno le lacrime.

Finn si chiede se stia davvero facendo tutta quella scena soltanto per le parole di Kurt, o se sia il suo modo di reagire a tutto quello che sta succedendo.

“Okay. Prima di tutto non mi fai pena, Blaine. È una cosa davvero orribile da dire e non mi piace che pensi questo di me, ma non fa niente, di questo possiamo parlare dopo, okay?”

“Kay.”

“Mi fa star male vederti soffrire e sono sicuro che capisci questa sensazione. Tu più di chiunque altro la capisci.”

Se vuoi bene ad una persona riesci a sentire il suo dolore, stai male per lei quando la vedi soffrire ed è qualcosa che non ha niente a che fare con la pietà. Si, questo Finn riesce a capirlo, ma sa anche quanto sia difficile per Blaine accettare questa nuova situazione, accettare di essere in qualche modo debole agli occhi di Kurt o di chiunque altro.

“E se c’è voluto questo per farmelo capire, non posso farci niente. Avrei preferito dirtelo in un’altra circostanza, è vero. Ma non vuol dire che quello che provo non sia sincero.”

“Mh.”

“E lo hai detto proprio tu che gli amici non fanno quello che faccio io. Un amico telefona per sapere come stai, non costringe Rachel Berry a vestirsi a tarda sera e guidare per tutta la notte fino a qui. E mi dispiace se me ne sono accorto soltanto adesso. Mi dispiace se ti ho fatto sentire solo, ma prometto che ci possiamo lavorare. Okay? E poi è solo per qualche mese, poi verrai con me a New York.”

“Ora non pensi di stare un po’ esagerando?” domanda Blaine, sforzandosi per mantenersi coi piedi per terra. Ma suo malgrado non riesce a nascondere un piccolo sorriso.

“Posso?” domanda Kurt, avvicinandosi di nuovo e prendendo il viso di Blaine tra le mani e questa volta il più piccolo sembra sciogliersi al suo tocco.

“Io ti amo, Blaine Devon Anderson,” sorride, a un centimetro dalle sue labbra, “E penso che a questo punto Rachel e Finn possano anche lasciarci da soli.”

Blaine solleva le sopracciglia, sbattendo le palpebre e guardando verso la porta, evidentemente stupito nel trovare Finn e Rachel di fronte a sé.

“Ma quante volte mi hai ascoltato di nascosto, Finn?” domanda Blaine incredulo, poi rivolge la sua attenzione a Kurt, faticando per trattenere un sorriso, “Devo iniziare a preoccuparmi?”

“Direi più che altro che dovresti imparare ad essere più discreto.”

Blaine si sente stupido perché proprio non riesce a far sparire quel sorriso ebete dalla faccia e così prova a distogliere l’attenzione da se stesso, “Ragazzi, che fine ha fatto Sam?”

Rachel e Finn si guardano alle spalle, come aspettandosi di trovare proprio lì la bocca da trota del biondo e scrollano le spalle in sincrono quando si accorgono che è sparito.

Da buon amico quale è Blaine si offre di andare a cercarlo in giro per casa e Kurt e Rachel continuano a preparare la cena, mentre Finn guarda la TV.

Domani Kurt e Rachel partiranno e tutto tornerà come prima e Finn non crede a una parola di quello che Kurt ha raccontato a Blaine. Tutte le promesse sul provare a far funzionare la loro relazione, anche Rachel le ha dette. Anzi, Finn ha la sensazione che nel discorso che ha fatto suo fratello ci sia lo zampino della sua fidanzata e la cosa non gli piace affatto, gli fa sentire meno personale la conversazione che ha avuto con Rachel la sera prima della sua partenza per New York.

Gli dispiace un po’ per Blaine perché sa che ha creduto ad ogni singola parola di Kurt, proprio come aveva fatto lui la prima volta ed inevitabilmente gli tornano  in mente le parole di Sam, sull’evitare di sparire dalla vita di Blaine e su quanto delicata sia la sua situazione al momento. Ha fiducia in Kurt, ma è preoccupato che Blaine avrà soltanto un’altra delusione.

Alla fine scrolla le spalle, scacciando via tutti questi pensieri e concentrandosi sull’unica cosa davvero importante. Vorrebbe avere Rachel accanto a sé ancora per un po’ e non è giusto che debba ripartire così presto.

È questo che cerca di far capire a Kurt quando parlano, subito dopo cena, approfittando della calma generale che regna in casa.

“Stai facendo una tragedia senza motivo, Finn!” lo rimprovera suo fratello, accavallando le gambe e sistemando un ciuffo ribelle, “Rachel è piena di impegni, tu non hai idea di cosa significhi studiare alla NYADA.”

E questo Finn non riesce a reggerlo.

“No, infatti, perché io non sono alla NYADA. Ovvio. Ma ho i miei impegni e comunque trovo sempre il tempo per lei, proprio come Blaine ha cercato di trovare tempo per te.”

“Blaine è ancora al liceo.”

“Già, Kurt. È all’ultimo anno di liceo e ti ricordi come eri tu un anno fa?” Finn gioisce interiormente per essere riuscito a zittire suo fratello e si affretta ad aggiungere, “Credevi che fosse la cosa più difficile al mondo, credevi di non aver tempo per nulla. Eppure Blaine ha trovato il tempo per te-”

“Questo discorso sa di vecchio, Finn. Io e Blaine ne abbiamo parlato per ore. Anzi, sai benissimo che abbiamo finito di parlarne qualche ora fa ed abbiamo deciso di ricominciare da capo. Ora, non vedo dove vuoi arrivare, ma ti prego, lascia fuori dal discorso me e Blaine.”

“Voglio solo dire che tu e Rachel siete stati risucchiati nella vostra nuova vita,” ammette rassegnato. “Tu hai telefonato a casa quasi ogni giorno, eppure non hai trovato il tempo per telefonare a Blaine. Rachel probabilmente ha fatto la stessa cosa.”

Kurt incrocia le braccia al petto ed arriccia le labbra. Non riuscirà a far capire a Finn quello che vuol dire trovarsi catapultato in un’altra realtà da un giorno all’altro, così come non è riuscito a farlo capire a Blaine. Che senso ha continuare a parlarne?

Sta sprecando l’ultima sera con Blaine prima di dover tornare a New York e pensa che non ne valga la pena.

  
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