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Autore: metaldolphin    23/09/2014    1 recensioni
Nuova isola, nuova inquietudine per uno Zoro meno tranquillo del solito... cosa accadrà sarà difficile da capire e spiegare, lasciando profonde tracce anche nel suo animo apparentemente imperturbabile.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nami


Quando tornai a bordo ero agitata ed il mio nervosismo si concretizzò quando gli altri mi dissero che Zoro era scomparso improvvisamente.
Cercammo il disperso in lungo e in largo, senza ottenere il minimo risultato: era come se fosse stato inghiottito nel nulla.
Sempre più ansiosa, non volli allontanarmi dalla zona e con me rimasero Franky ed Usopp. Gli altri tornarono alla nave, per non procurare eventuali altri guai (Rufy), per preparare qualcosa da mettere sotto i denti (Sanji) e nel caso in cui Zoro fosse tornato a bordo (Chopper, Robin e Brook).

La sera calò impietosa sull'isola e sulla radura in cui ci eravamo accampati.
Demoralizzata, sentivo la mancanza di Zoro, sparito così misteriosamente... il pensiero di poterlo perdere mi dilaniava.
Tutte le persone che avevo amato le avevo perse, in un modo o nell'altro.
A Cocoyashi mi restavano solo Nojiko e Genzo.
E quando finalmente ero riuscita ad appoggiarmi nuovamente a qualcuno, a quella sgangherata Ciurma, era soltanto perché li sapevo forti e capaci di fronteggiare il peggio nel modo migliore.

Non avrei mai creduto di poter perdere proprio lui.

Con quei pensieri tetri nella mente, guardavo le fiamme del piccolo bivacco scoppiettare con le sue guizzanti lingue arancioni, veloci e calde. Cosa singolare, mi venne in mente il fratello di Rufy, solare ed allegro proprio come quel fuoco con cui amava tanto giocare.
Non l'avevo frequentato molto, però mi era piaciuto quel ragazzo dal viso sottolineato da lentiggini che gli regalavano un aspetto quasi infantile... Forse, se non ci fosse stato Zoro ad occuparmi il cuore e la mente, avrei cercato di approfondire la sua conoscenza...
Poi mi dissi che era stato meglio così... La perdita di Ace, così ingiusta e violenta, mi avrebbe fatto ancora più male, a pensarci bene, e la cosa non sarebbe stata d'aiuto nemmeno a Rufy, se le cose fossero andate a quel modo... mi riscossi da quei pensieri, all'improvvisa idea che anche se avessi cambiato l'identità della persona amata, lo svolgersi della mia vita conduceva sempre allo stesso punto: amare qualcuno e poi perderlo.
Avrebbe potuto essere Ace, invece era Zoro, ma il finale non mutava.
Che fosse il mio destino, quello di restare sola?
Poteva essere la mia più grande paura, il futuro che mi aspettava?
Avrei dato tutti i tesori dell'universo perché non fosse così... Perché non riuscivo ad essere felice se non per periodi così limitati di tempo?
Cosa avevo fatto di così tremendo, per meritare una vita affettiva così difficile?
Sospirai profondamente, mi avvolsi nel plaid augurando la buonanotte agli altri e mi sdraiai vicino al calore del fuoco, nascondendo gli occhi gonfi di lacrime che premevano per venirne fuori.

Non dormii molto, preoccupata e nervosa a quel modo. L'alba arrivò, grigia e livida, illuminata da un sole dall'aria spenta ed innaturale, ma in tono col mio umore. 
Sanji ci divise una sostanziosa colazione, ma la consumai di mala voglia e solo sotto minaccia, poi parlammo e ci scontrammo sul da farsi: ognuno di noi aveva una propria idea sulla sorte del nostro compagno che sembrava essersi volatilizzato, e sulle soluzioni da adottare per ritrovarlo.
Decidemmo di esplorare l'intera isola a coppie, dividendola in settori dall'estensione simile, grazie alla mappa che avevo abbozzato il giorno precedente.
Franky mi affiancò, anch'esso preoccupato per il mio stato d'animo grazie alla sua spiccata sensibilità. Pensai che in questo superava molti uomini in carne ed ossa, il nostro Cyborg, monito vivente su come non ci si dovrebbe fermare alle apparenze.

Quasi a fine giornata, ci ritrovammo tutti al punto di ritrovo convenuto, stanchi, demoralizzati ed a mani vuote, nonostante avessimo setacciato quel misterioso lembo di terra palmo a palmo.
Sconfortata,  non riuscii più a trattenermi, scoppiai in lacrime e gli altri non riuscirono a dire altro che poche parole di circostanza, non sapendo che pesci prendere, di fronte a quella situazione così assurda. 

Sanji sbottò: -Non può mica essere scomparso nel nulla quell'idiota!

Quella sera chiusi gli occhi e dormii profondamente, più per la stanchezza che per effettiva voglia di farlo: la sua mancanza al mio fianco, mi provocava un malessere ed un disagio che altrimenti non mi avrebbero fatto chiudere occhio.
   
 
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