Passarono
un
paio di giorni, ma non avevano fatto nessun progresso. I libri da
consultare
erano davvero tanti e Dean non era di grande aiuto.
La terza sera
Dean disse a Sam, “Sammy, ho bisogno di uscire un
po’ da qui. Andiamo a
prenderci una birra da qualche parte”.
“Sei sicuro di
voler uscire? Nel tuo… stato?”, gli rispose Sam un
po’ preoccupato.
“Quale stato?
Non sono mica incinta. Dai, andiamo, per oggi abbiamo letto abbastanza.
Quando
questa storia sarà finita non aprirò
più un libro per qualche mese”.
Sam non era
molto convinto, ma acconsentì. Aveva le scatole piene dei
piagnistei di Dean
per quel giorno.
Presero l’Impala
e andarono in un bar ad una decina di chilometri di distanza.
Stranamente Dean
non aveva voglia di guidare e lasciò che lo facesse Sam,
senza neanche fare
commenti sul suo stile di guida, come faceva quelle rare volte che gli
cedeva
il volante.
Sam pensò che non
era un buon segno.
Quando
arrivarono Sam parcheggiò e prima di scendere disse al
fratello, “Dean, per
favore cerca di non dare spettacolo. E prova a comportarti come una
donna”.
Dean lo guardò
con aria confusa.
“Che vuoi dire,
fratellino?”
“Voglio dire che
uno scaricatore di porto è più femminile di te.
Prova a muoverti e a parlare
con un po’ più di grazia”.
“Vuoi dire come
te?”, rispose sarcastico.
“Ah ah. Molto
divertente. Sai che ti dico. Fai come vuoi. La figura di merda la farai
tu, non
io”.
“Sai quanto me ne
importa. Ho altri problemi al momento. Come trovare il modo di tornare
ad
essere me stesso”.
Detto questo
Dean scese dalla macchina e si diresse verso il locale, arrabbiato,
senza
aspettare il fratello.
Sam lo seguì
dopo un paio di minuti e lo trovò seduto al bancone del bar.
Si sedette accanto
a lui e notò che stava fissando insistentemente la barista,
indubbiamente una
bellezza.
Gli diede una
gomitata sul fianco e disse, “Dean, smettila!”.
“Ahi, ma che
vuoi? Cosa sto facendo di male?”, gli rispose con aria
ingenua.
“Stai spogliando
la barista con gli occhi. Ti sei dimenticato che sei una
donna?”, gli chiese
Sam, cercando di non farsi sentire da nessuno.
“Non sono una
donna. Sono sempre io, intrappolato in un corpo di donna”.
“Si, come ti
pare. Però smettila lo stesso. Finché rimarrai
così cerca di soffocare i tuoi
istinti”, gli disse Sam in tono brusco.
“Come se fosse
una cosa facile”, rispose Dean, girandosi di nuovo verso la
barista e facendole
cenno di venire lì.
“Cosa vi porto
ragazzi?”, chiese la donna in maniera gentile.
“Un Whiskey e
una birra per me. Un’aranciata per lui”, le disse
Dean, con un sorrisino
beffardo.
Sam lo guardò di
traverso e disse alla barista, “No, una birra anche per me,
per favore”.
“Ok, arrivano
subito”. La ragazza si girò e andò a
prendere quello che le avevano chiesto,
mentre Dean le guardava il sedere.
Non c’era molta
gente nel locale, che a dire il vero non era un granché. Era
piuttosto vecchio,
tutto in legno, con una ventina di tavoli e un jukebox in un angolo.
Alle pareti
erano appese foto di moto Harley Davidson.
Sul lato opposto
al bancone del bar c’era un biliardo e in quel momento non
stava giocando nessuno.
Dean lo indicò
al fratello e gli disse, “Che ne dici di una partita?
E’ una vita che non
giochiamo”.
“Veramente non
ho molta voglia Dean. Magari un’altra volta”,
rispose il fratello.
“Sei proprio
palloso Sam”.
Dean finì la
birra e si alzò, dirigendosi verso il biliardo.
C’erano dei
motociclisti seduti ai tavoli lì vicino. Dean li
guardò e disse “Chi ha voglia
di fare una partita? Scommettiamo duecento dollari?”
Alcuni fecero
qualche commento non proprio gentile, poi uno di loro si
alzò e rispose, “Ok bambolina, facciamoci
questa partita”.
Era un uomo di
una quarantina d’anni, non molto alto ma robusto, calvo e con
la barba, vestito
di pelle nera con le braccia coperte di tatuaggi.
Sam aveva
osservato la scena dal bancone e pensò, preoccupato, che
probabilmente Dean si
sarebbe messo nei guai. Quella non era una compagnia adatta ad un donna.
Iniziarono a giocare
e con sua enorme soddisfazione Dean constatò che le sue doti
di giocatore erano
rimaste intatte.
Finirono la partita
in poco più di dieci minuti e tra un tiro e
l’altro si scolò un'altra birra e
un paio di tequile che gli avevano offerto i motociclisti che si
stavano
divertendo un mondo a guardalo giocare.
Vinse senza
sforzo e l’uomo, un po’ contrariato, propose la
rivincita, stavolta
scommettendo il doppio. Dean ovviamente accettò con
entusiasmo, anche se
cominciava a sentirsi un po’ brillo.
Quel tizio
l’avrebbe pagata per averlo chiamato bambolina.
Sam a quel punto
si avvicinò, temendo che la cosa prendesse una brutta piega,
e disse, “Diana,
si sta facendo tardi, che ne dici di andare?”
Il motociclista
guardò Sam con aria indispettita dicendogli in maniera
brusca, “Ehi amico, lei
mi deve una rivincita. Vedi di farti gli affari tuoi”.
Sam stava per
rispondergli a tono ma Dean si intromise.
“E’ tutto ok,
Sam. Gioco questa partita e andiamo”.
Il fratello
acconsentì malvolentieri e tornò a sedersi al
bancone, sempre più convinto che
le cose sarebbero finite male.
Dean vinse anche
la seconda partita a mani basse, nonostante avesse iniziato a sentirsi
poco
bene, con il sottofondo dei commenti sarcastici dei motociclisti nei
confronti
del loro amico, che si era fatto stracciare da una donna.
“Va bene
bellezza, mi arrendo. Vieni a prendere i tuoi soldi”, disse
l’uomo, agitando le
banconote con la mano.
“Dean si
avvicinò ma quando fu a pochi centimetri l’uomo lo
attirò a se in maniera
brusca e gli disse, “Prima però dammi un bacio,
dolcezza”.
“Lasciami
scimmione”, gli urlò Dean divincolandosi, senza
riuscire a liberarsi dalla
stretta.
“Su piccola, non
fare tanto la difficile. Non voglio farti del male”,
continuava ad insistere
l’uomo.
A quel punto
Dean, avendo capito che quell’energumeno era molto
più forte di lui, fece
l’unica cosa che gli era venuta in mente.
Gli diede una
testata sul viso con tutta la forza che aveva.
L’uomo lo mollò
immediatamente urlando per il dolore.
“Brutta stronza,
mi hai rotto il naso”, gli gridò contro, mentre il
sangue cominciava a colargli
sulla maglietta.
Poi, in preda
alla rabbia, gli diede uno schiaffo così forte da far volare
Dean contro il
muro.
A quel punto
Sam, che era andato in bagno e non aveva assistito alla scena
dall’inizio, si
precipitò verso l’uomo e lo stese con due pugni.
Vide che gli
altri motociclisti, nel frattempo, si erano alzati e si dirigevano
verso di lui
con aria minacciosa.
Allora Sam tirò
fuori la pistola e la puntò contro di loro.
“Rimanete dove siete”,
gridò e prese Dean per un braccio.
Lo trascinò verso l’uscita, mentre i motociclisti
li guardavano rabbiosi, senza osare avanzare.