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Autore: Sebs    23/09/2014    2 recensioni
Dal momento in cui Sebastian Moran viene cacciato dall'esercito, crede di non avere un grande futuro davanti a sé, e non crede di averne bisogno.
Ma quando un distinto sconosciuto in Westwood gli si avvicina, tutto il suo mondo comincia a girare in senso contrario...
Chi è questo tipo? E perché sostiene di aver bisogno di lui?
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Irene, Adler, Jim, Moriarty, Quasi, tutti, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quattro.
 
La vita di due assassini, se si mettono da parte gli omicidi, è composta più che altro da appostamenti, osservazioni e cura dei dettagli.
Jim passava giornate intere fuori casa e giornate intere a casa a pianificare o a dormire, e lo stesso anche Sebastian.
Non c'erano molte notizie sconvolgenti, e la maggior parte dei loro casi apparivano al notiziario locale, ma non oltre. Festeggiavano quando la polizia ci arrivava tardi, e ogni volta che battevano il record di giorni intercorsi tra l'omicidio o il crimine vario e la notizia al telegiornale, si scolavano una bottiglia di vino o di qualche alcolico.
L'azienda aveva appena messo radici, quando Jim si trovò a vedere uno di quei programmi per casalinghe disperate che fanno la mattina. Parlavano di un nobile che se l'era fatta (con termini molto meno lusinghieri per il conte) con una prostituta d'alto borgo.
Jim avrebbe riso e sarebbe andato avanti a fare zapping, se non che questa prostituta utilizzava "metodi un po' particolari", come diceva la pudica mediatrice della discussione.
"Questi ricconi non hanno davvero niente da fare", pensò. Lui non aveva bisogno di ricorrere a metodi particolari per portarsi qualcuno a letto, o per soddisfare il partner. Sospirò, e continuò a fare zapping.
Sebastian tornò a casa dopo un po', con le buste della spesa.
"Il padre di Sebastian non era uno pieno di soldi?", pensò improvvisamente Jim.
-Sai, ho trovato un'altra socia -disse, alzandosi di scatto dal divano e andando nello studio.
-Davvero? -chiese Sebastian, iniziando a preparare da mangiare. -Hai pedinato anche lei fino a scoprire il gruppo sanguigno?
-Tu hai lasciato le medagliette sul tavolino del salotto. Io le ho solo modificate.
Sebastian seguì Jim nello studio e andò alle sue spalle per vedere cosa stava cercando. -Un sito porno di incontri?
-No. Questa donna è una dominatrice. Sai, di quelle che si fa pagare per picchiare e umiliare le persone fino a quando queste non raggiungono l'orgasmo.
Sebastian inghiottì a vuoto. -E con noi cosa c'entra?
-Un riccone è finito su tutti i giornali per essere stato con lei. Continui a fumare, Sebastian?
-Quindi ha delle belle conoscenze.
-Già. Se vogliamo crescere, dobbiamo portarla dalla nostra parte. Non credo si alleerebbe con la polizia, e quindi le offriamo il nostro appoggio. Non hai risposto alla domanda.
-Quindi vuoi offrirti come cliente o sbucarle alle spalle mentre si scopa qualcuno, come hai fatto con me?
-Tu non eri a letto con nessuno. E ancora non rispondi alla mia…
-Una sola. Non posso smettere da un giorno all'altro, non è umano.
-A volte mi chiedo perché ho accettato un braccio destro così morbido.
-Non so, vallo a chiedere alle persone che ho ucciso. Ops, sono morte perché le ho ammazzate io.
-Sì, sì, come vuoi. Fammi lavorare adesso.
-Mangi qualcosa?
-No, sto lavorando.
Sebastian tornò in cucina e si preparò da mangiare.
Conviveva con quel tipo da poco più di un mese e non aveva ancora capito come funzionava il suo cervello. O la sua convivenza con lui. Ma l'importante era che gli aveva dato un tetto sulla testa e un lavoro stimolante che non gli faceva sentire lo scorrere di ogni secondo con fatica.
Non pensava più all'arma, né a ciò che aveva fatto. Jim non ne aveva idea, e non chiedeva. Si era arreso dopo un po'.
Scoprì che anche cucinare lo rilassava, e quindi lo faceva ogni giorno alla stessa ora, come una specie di preghiera.
Preparato il piatto per sé, passò a riempire un piatto anche per Jim, che il più delle volte, assorto dalle sue ricerche, si trovava a mangiare i piatti freddi.
 
Quel pomeriggio Jim si fece accompagnare da Sebastian dove la Donna lavorava e abitava. -Vuoi venire anche tu?
Sebastian alzò le spalle. -Hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle?
-No, ho paura che mi confonda e che mi trovi legato come un salame con lei che regge qualche giochino strano.
Sebastian ridacchiò. -Jim Moriarty ha paura di una donna.
-Se tu avessi fatto le ricerche che ho fatto io… Alcuni sono davvero raccapriccianti.
-Oh, avanti. Non dirmi che fai la posizione del missionario con chiunque incontri?
-No, certo che no. Sarebbe monotono. Ma quei giocattolini strani… E i loro usi…
-D'accordo, ti terrò la manina. Andiamo.
Nell'istante in cui scesero dall'auto grigio metallizzata, la porta della casa si aprì. La ragazza li salutò, e disse che Miss Adler li aspettava nell'altra stanza, e che erano i benvenuti.
La signorina Adler era vestita con un abito nero che ne smagriva ancora di più la figura.
-Salve. Siete i due rappresentanti?
Jim si alzò e allungò la mano. Sebastian lo imitò, e la Adler le strinse.
-Beh, in realtà, siamo qui per proporle un'offerta molto vantaggiosa. Il mio nome è James Moriarty, e lui è Sebastian Moran, e di sicuro non ha sentito parlare di noi…
-Crede sul serio?
Si sedettero, i due uomini sul divano e la ragazza su una poltrona.
-Delle voci mi dicono che state creando una rete sotterranea, è così?
Sebastian guardò Jim, spaventato. Jim, però, non mostrò alcuna esitazione. -Esatto. Per questo volevamo chiederle se voleva entrare a farne parte.
-Credete che abbia bisogno di protezione, visto che è uscito alla luce quel piccolo, chiamiamolo così, scandalo?
Jim annuì. -Abbiamo tutti bisogno di poterci fidare di qualcuno. Io sono l'uomo che ne ha meno bisogno, ma ho deciso di prendere un altro uomo come braccio destro, per ogni evenienza.
-Capisco. E voi due vi fidate ciecamente l'uno dell'altro?
-Credo che ormai lui si fidi abbastanza di me per dormire a casa mia senza più stringere la sua pistola sotto il cuscino, e io mi fido abbastanza da non controllare più ciò che mi dà da mangiare. Quindi sì, credo che ci fidiamo abbastanza l'uno dell'altro. Ma avere una persona carismatica nella nostra cerchia, un'altra mente oltre le braccia guidate dal mio collega… Ci farebbe comodo.
Irene Adler si lasciò andare sulla poltrona. Sospirò, portò una mano al mento e osservò i due uomini che aveva davanti. -Il mio nome non dovrà comparire su nessun documento rintracciabile. Ci manderemo posta normale, è più facile da eliminare. Non ho bisogno di nessun incentivo, guadagno abbastanza qui. E non credete di poter avere sconti per i servizi o altre "occasioni speciali" solo perché siete uomini e io una donna. Intesi?
-Tranquilla, Miss Adler. Moriarty ha paura dei suoi giocattoli -disse Sebastian, per alleggerire l'atmosfera.
Miss Adler rimase sorpresa. Ma poi annuì. -Avrei dovuto capirlo che anche voi... giocate per l'altra squadra, o come dite voi uomini.
-Giocate per l'altra squadra?! -chiese Sebastian.
-Anche voi?! -domandò Jim.
-Beh, sì. Non lo sapevate? Credevo aveste la sfera magica o qualcosa del genere.
-Indago, Miss Adler, ma per questioni di lavoro. Le questioni private non mi interessano.
Irene Adler scoppiò a ridere. -Scusatemi allora. -Si alzò in piedi e i ragazzi la imitarono. Allungò una mano e strinse le loro. -Manderò la ragazza che è all'ingresso a ritirare il contratto. Ci si può fidare di lei. Il contratto che ha con me è molto più rigido di quello che mi farete firmare voi. E, un'ultima cosa, Braccio -disse, tenendo la mano di Sebastian anche dopo la stretta di commiato. -Comprati un bel completo come si deve, così hai proprio l'aria da criminale.
Jim fece di tutto per trattenere la risata. Uscirono da casa Adler ed entrarono in auto, Sebastian chiese se Jim aveva davvero intenzione di comprargli un vestito da damerino come il suo.
Jim mise in moto e scoppiò a ridere. -Se smetti di fumare, forse possiamo evitarlo.

 
  
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