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Autore: NightWatcher96    24/09/2014    4 recensioni
Stiamo aspettando qui fuori da un tempo indeterminato, ormai. Tutti condividiamo lo stesso sentimento, la stessa idea: sperare in bene per te, piccolo fratellino.
Buffo quanto mi stia mancando la tua voce allegra e talvolta un po' fastidiosa, capace di riempire una casa intera. Continuo a pensare a te, guardando ogni momento le bianche porte della sala operatoria, sperando che il tuo nuovo cuoricino funzioni.
Avrei voluto darti il mio, ma so che io non sarei più stato al tuo fianco e tu avresti sofferto ancora più atrocemente di settimane... o anni, addietro.
Mi ritornano in mente vividi ricordi, scolpiti indelebili nel mio cuore...
Fluff. TMNT 2012
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Andiamo. Tanto qui abbiamo finito- mormora TigerClaw, calciando un fianco di Leo.

I miei occhi si chiudono e sprofondo in uno stato di incoscienza, mentre sento risate sinistre e un grido di rabbia.

-DONNIE! NO!-...

 
....
 

-Ciao, ragazzi!-.

Una rossa amica di nostra conoscenza è appena entrata nella nostra tana, portando una borsa marrone contenente qualcosa. Una graziosa sciarpa lilla con cuoricini rosa è avvolta sul suo esile collo.

I suoi occhi azzurri squadrano il silenzioso salotto, alla ricerca di un volto familiare.

-Buonasera a te, April-.

La nostra amica si volta verso la zona notte, dove l'alta figura del maestro fa capolino con una scodella vuota nelle mani e un volto poco radioso. Un mix di emozioni negative è scolpito su di esso.

April ricambia, continuando a fissare il laboratorio buio di Donnie.

-Leonardo, Raphael e Donatello sono fuori per pattugliare. Michelangelo è a letto- spiega, muovendosi verso la cucina con lei.

-E' malato?- domanda quest'ultima, apprensivamente.

-Sì. Febbre e non ho la più pallida idea di come sia potuto accadere- spiega mesto il sensei, aprendo il rubinetto del lavello della cucina. -Inoltre, ciò che mi preoccupa sono due punti. Il primo riguarda le fitte al petto e la stanchezza di Michelangelo. Con tutte le sue medicine, ultimamente sembra che non facciano effetto-.

-E il secondo?- chiede subito April.

Il sensei la osserva attentamente, tornando a specchiare la sua cupa espressione nel getto freddo che riempie la scodella e straripa oltre il bordo, in uno scroscio costante.

-Sento che è accaduto qualcosa ai miei ragazzi-.

-SENSEI!-.

L'urlo improvviso esplode nel salotto della tana, in un riverbero che raggiunge addirittura la camera più lontana del corridoio, cioè, quella di Mikey.

Il maestro e April si scambiano uno sguardo preoccupato e si affrettano a raggiungere la provenienza del grido, sbiancando di colpo a ciò che fa di loro testimoni.

Leonardo ansima, con un livido al fianco destro mentre io faccio capolino privo di sensi sul suo guscio. Da come gli tremano le gambe, il peso dei miei muscoli non è una passeggiata.

-Leonardo!- esclama il maestro Splinter, inginocchiandogli accanto quando mio fratello crolla sulle ginocchia.

Mio padre mi raccoglie in braccio senza alcuna fatica, dimostrano l'incredibile forza nel suo corpo magro e mi distende sul divano, adocchiando uno spettacolo poco gradevole sulla mia spalla sinistra. Intorno al morso, infatti, un alone rossastro raccoglie uno biancastro, puntinato da macchie brune. La carne corrosa si mostra all'aria, in cancrena, dove al suo centro un accenno di bianco compare.

Clavicola e spalla. E queste due ossa presentano una crepa inumidita da un liquido giallognolo.

Il tutto è coronato da un odore tremendo di pus, sangue e carne marcia.

April distoglie lo sguardo, aiutando piuttosto Leo a sedersi sulla poltrona molleggiata di Mikey, avendo cura di spostare i joystick e i miei fumetti sparsi in terra.

-Bambino mio...- espira attonito il sensei.

Mi rendo conto che la visione della mia spalla che lentamente marcisce non sia affatto un bello spettacolo.

-Leo, dov'è Donnie?- chiede April, stringendogli la mano.

Mio fratello non trattiene un gemito e schiude i suoi occhi opachi, ansimando un po'. La cosa che sorprende sono le gocce di acqua salata crescenti ai canaletti lacrimali. Sta piangendo.

-TigerClaw e Rahzar ci hanno tesi un'imboscata. Hanno preso Donnie...-.


 
-DONNIE, NO!-.
Il genio era caduto dal cornicione, ma fortunatamente una scala antincendio aveva smorzato la sua caduta, salvandogli la vita.

Ansimante, Leonardo cercò di issarsi in piedi, agganciando un braccio intorno al costato per proteggerlo istintivamente da una possibile caduta prona, a causa dei suoi ondeggiamenti indotti da vertigini e bianche esplosioni di dolore in tutto il corpo.

-Donnie...- espiro con voce incrinata e respiro tremante.

Il mio povero gemello giaceva sulla spalla di TigerClaw, che volava via con il suo jetpack, mentre Rahzar ululava con gioia perversa, saltando di cornicione in cornicione.

-Donnie! DONNIE!- urlò inutilmente Leo, crollando miseramente in ginocchio.

Strinse il pugno libero e lo sbatté in terra una, due, tre volte. Il dolore che pulsava nella carne martoriata volontariamente non riusciva a placare l'abisso di disperazione nel petto.

Aveva fallito.

Forse, il sensei aveva fatto bene a non sceglierlo come leader...
 


April balza in piedi, con le mani premute sulla bocca in stato di shock. Hanno preso Donnie. Lo hanno portato via chissà dove. E non hanno nemmeno un indizio.

Forse è finito da Shredder o forse dai Kraang. Abbiamo scoperto che questi due malvagi sono in combutta e si promettono a vicenda qualcosa che da soli non possono ottenere.

-Donnie?-.

Il sensei drizza le orecchie, alzando il volto con aria afflitta verso la porta che sbocca sul corridoio. Occhi vitrei e azzurri hanno un riflesso di lacrime in essi. Da come muove il corpo, con fatica che trascina le membra intorpidite dalla febbre, è scioccato.

-Donnie... dov'è Donnie?- sussurra, protendendo le braccia tremanti.

April distoglie lo sguardo, spostandosi di lato per dare una chiara visione dello sguardo indurito di Leonardo, che dopo vari secondi di silenzio, scatta in piedi.

-E' stato rapito! E non è affatto solo colpa mia! Anche tua!- grida, spintonandolo sul petto con colpetti dell'indico. -Se tu fossi venuto con noi, Raph non si sarebbe ritrovato in queste condizioni e Donnie non sarebbe stato catturato! Bravo!-.

Un colpo sferzante. Uno sguardo di collera. Un altro stupito. Un rumore di carne colpita.

Mikey trema visibilmente, concentrandomi su di me.

Il maestro Splinter è ancora in posizione di sberla, con la mano protesa.

-Le tue parole sono insensate, Leonardo. L'aura di gelosia che ti avvolge ti rende un ninja vulnerabile!- rimprovera adirato il maestro. -Attribuire una colpa inesistente su tuo fratello ti rende meschino, subdolo e mi disonora.
Dov'è finito il mio primogenito premuroso nei confronti dei tuoi fratelli? Stai ferendo Michelangelo in un modo che nemmeno immagini!-.

Leonardo barcolla indietro, premendo la mano sulla guancia arrossata. I suoi occhi sono ristretti nella collera ma non osa guardare altrove.

-Mi dispiace...- sussurra Mikey.

Improvvisamente, la sua visione comincia a roteare, mentre il suo corpo si sbilancia in avanti, in una traiettoria dolorosa contro il pavimento.

-SENSEI!- indica April, terrorizzata.

Eroicamente, mio padre si gira, saldando i piedi divaricati in terra solo per accogliere Mikey nelle sue braccia e sollevarlo in stile sposa, come fosse stato un neonato.

-Michelangelo...- mormora piano il maestro, con occhi spalancati.

Il mio fratellino non risponde: perle di sudore colano lungo la sua fronte e respira incostantemente.

-Non riesco a capire... perché le medicine non stanno più funzionando...?- geme mio padre, appoggiando la guancia sulla testa bollente di Mikey.

La febbre si è alzata ancora, sfumando di rosso le sue gote pallide.

-Perché è più di una settimana che non gli ho dato più le medicine. Per vendicarmi-.

Il sensei si volta con scatto felino verso Leonardo, che ha osato parlare e rivelare una cattiveria malvagia, non degna del cognome Hamato.

-Tu...- sussurra papà, prima di esplodere di rabbia. -Non tornare fino a quando non avrai capito, Leonardo! Sei il disonore di questa famiglia! Hai cercato di uccidere tuo fratello e non te lo posso perdonare-.

Leonardo non dice nulla: raccoglie le katana appoggiate in terra e fa per andarsene, quando un pugno si abbatte contro la sua guancia, scaraventandolo contro il televisore.

-M... male... maledetto...-.

Il caso ha voluto che mi svegliassi proprio nel momento giusto per udire la rivelazione di Leo e la rabbia darmi la forza per alzarmi.

Ringhio stancamente, cercando di concentrarmi sui suoi occhi infranti, nella mia visione bordata di rossa furia omicida. Il morso di Rahzor mi sta facendo perdere l'autocontrollo.

Leo mi guarda con occhi addolorati.

-Non sei più mio fratello!- sibilo velenosamente. -Va via! Non tornare più! Tu che hai giurato di proteggerci sempre, uccidi! Solo per una tua stupida fissa?! Bastardo!-.

-Non avrei dovuto, lo so... ma Mikey ha reagito bene senza medicine!- si difende.

-Senza medicine, Michelangelo ha un calo graduale delle funzioni vitali! Il suo cuore rischia di fermarsi! Lo sapevo che quei bicchieri non erano ciò che tu volevi farci credere! Hai approfittato della fiducia del mio fratellino!- ruggisco, ansimando.

-I… io volevo fargli del male, capito?-.

Trascino il mio corpo dolorante verso di lui e lo afferro per le cinghie sulla spalla, sollevandolo di poco verso il mio viso madido di freddo sudore. I miei occhi arrossati e dilatati lo guardano con odio.

-Nessuno tocca il mio fratellino- sibilo, scagliandolo in terra. -NESSUNO!-.

Lo sbatto malamente su un fianco, mentre il sudore trapela dalla mia pelle umida, inumidendo ulteriormente la maschera. April ci guarda scioccati ma non osa dire nulla.

E’ spaventata quanto noi.

-Mi dispiace, Mikey…- geme piano Leo.

Il mio fratellino giace mollemente tra le braccia di mio padre, che si rifiuta di guardare i suoi occhi cobalto intrisi di lacrime mai cadute. E’ troppo adirato per poter provare ad ascoltare le sue spiegazioni.

-Vattene- ruggisco, tremando visibilmente.

-Ma tu…-.

-VATTENE!-.

Mi sento male... non ce la faccio più... ma ecco che lui va via prima che i miei occhi roteano nella parte posteriore della mia testa e crolli sul divano.

Voglio solamente il mio gemello… voglio semplicemente Donnie.

Dove sarà mai?
  
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