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Autore: The Writer Of The Stars    24/09/2014    4 recensioni
Questa è una storia come tante. é una storia che parla di adolescenti,come se ne conoscono tanti. Loro però sono solo un po' più sfortunati. Ma questo non significhi che non abbiano voglia di vivere al meglio. Comincia tutto così. In un aula canto di un liceo come tanti, dove un gruppo di ragazzi si incontrano, si conoscono e capiscono di avere in comune molto più di ciò che pensano. Sarà un professore un po' fuori dal comune a spingere i ragazzi a vivere la loro vita al meglio, a non farsi sconfiggere dalle avversità, ad unirli sotto un'unica passione. La musica. Bulma è cresciuta da sola, con una madre che non la vuole e non l'ha mai voluta.Vegeta è stato abbandonato dalla madre e non ha più tracce del padre. Goku vive in un orfanotrofio e Chichi vive in precarie condizioni economiche con suo padre. Sarà la forza dell'amore, dell'amicizia e la voglia di farsi valere che spingerà un gruppo di sfigati canterini a mostrare il loro vero valore. E a farli diventare qualcuno.
Questa è la mia prima long, ambientata in un universo alternativo. Spero che vi piaccia e conto di aggiornare regolarmente. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dolce. Delicato. Tenero. Travolgente. Cosa dirvi di quel bacio? Era così, non riuscivo a trovare aggettivo più adatto a quell’indescrivibile momento. Forse una cosa posso dirla. Magico. Fu il bacio più magico e bello di tutta la mia vita. Le nostre labbra si erano unite in un bacio delicato, ma nonostante ciò si cercavano quasi come una morbosa necessità. Ci fu poi un attimo, in cui realizzammo che se non ci fossimo staccati a breve, probabilmente saremmo morti per asfissia, tanto bello da lasciare il fiato, quel bacio. Sciogliemmo il contatto con una lentezza incredibile, aprendo lentamente gli occhi con una lentezza esasperante. I nostri occhi ora si fissavano increduli, stupiti. Intorno a noi, nessuno fiatava, tutti erano rimasti a fissarci sorpresi. Solo in quel momento realizzai dove ci trovavamo, ricordandomi che eravamo proprio nel bel mezzo di una gara canora. A rompere quell’imbarazzantissimo silenzio, ci pensarono le note iniziali di un altro brano, che si espansero nel silenzioso teatro. L’esibizione doveva continuare, dovevamo riprenderci e continuare quella gara.
Lanciai un ultima occhiata a Vegeta, andando poi a posizionarmi al mio posto, pronta per la prossima canzone. Avremo avuto molto di che parlare dopo, io e lui. (http://www.youtube.com/watch?v=1hTfCwLpbaw esibizione)
Così, dopo quell’iniziale momento di imbarazzo, iniziammo ad esibirci con il nostro secondo brano. Il pubblico iniziò a farsi trascinare dal ritmo allegro della canzone e dalle nostre voci, iniziando quindi a battere le mani a tempo. Chichi, C18, Goku, Vegeta, io, in quel brano ognuno di noi cantava. Io e Vegeta cantavamo ed eseguivamo la coreografia con una carica spiazzante, nonostante continuavamo a lanciarci occhiate a vicenda. Eravamo confusi, ma in qualche modo dopo quel bacio sentivo che qualcosa era davvero cambiato, sentivo una nuova carica dentro di me, un’energia inaspettata, considerando come era cominciata la giornata. Non mi importava di cosa pensava o di ciò che aveva pensato la gente intorno a noi, di fronte a quel bacio inaspettato. L’importante era che ora fossimo tutti lì, insieme, ad esibirci con una canzone che avevamo provato fino allo sfinimento nel mese scorso. E che Vegeta mi avesse baciata. Il resto, era superfluo.


Terminata quella canzone, partì immediatamente il successivo ed ultimo brano per noi Voci fuori dal coro. (http://www.youtube.com/watch?v=GoDj7PumWM0 esibizione)
Affidato stavolta a C18, noi facevamo da coro e al contempo da ballerini, mentre la nostra amica bionda intonava la grintosa “Valerie” di Amy Whinehouse. Essendo me e Yamcha i due “migliori” ballerini all’interno del gruppo, per quel brano finale dovemmo scatenarci in una complessa coreografia tutta salti e capriole. Oh, e il tutto, continuando a cantare. Tra una giravolta e un casquè, lanciai diverse occhiate a Vegeta, notando lo sguardo corrucciato indirizzato al povero Yamcha. Era già geloso … avremo davvero avuto molto di cui parlare quella sera. Il pubblico continuava ad esultare e qualcuno aveva anche cominciato a ballare, lasciandosi trasportare dall’allegria e dall’euforia del momento. E così, con una bella presa finale insieme a Yamcha e intonando l’ultima nota, la musica finì, scemando in mezzo agli applausi incontrollabili del pubblico. Uno vicino all’altro, sorridemmo entusiasti, inchinandoci di fronte a tutti quegli applausi, solo per noi. Lanciammo un’occhiata veloce al Professor Dawson, seduto in prima fila. Sorridemmo teneramente. Si era commosso.
Volete sapere cosa successe dopo? Oh beh, niente di che. Vincemmo solo le Regionali. E stavolta, quei palloni gonfiati degli Usignoli, dovettero andarsene, ringhiando arrabbiati e sconfitti. Forse avevamo ancora qualche asso nella manica, qualche piano malvagio per sabotare noi Voci fuori dal coro. Ma in quel momento, in mezzo all’abbraccio entusiasta di tutti i miei amici, non me ne importava proprio niente. Chi lo avrebbe mai detto? Noi, convinti di non riuscire nemmeno a qualificarci per le Provinciali, avevamo vinto le Regionali. È proprio vero che la vita è incredibile.


“Ragazzi!” ci venne incontro il nostro insegnante, gli occhi ancora lucidi e la voce emozionata. “Professore!” esultammo, correndogli incontro e stritolandolo in un abbraccio da lasciare il fiato. Nonostante ciò, non disse nulla, limitandosi a ricambiare l’abbraccio, a sorridere, e a nascondere la smorfia di fastidio, causata dalla mancanza di aria. Ma in fondo, non gli importava. Se sarebbe morto, avrebbe potuto dire di averlo fatto in mezzo a quei ragazzi che gli stavano cambiando la vita. Quei ragazzi che lo adoravano, che in lui vedevano una figura di riferimento, un mito, che consideravano lui e il Glee Club la loro ancora di salvezza. Nel pensare che quel mostro di Freezer voleva portarglieli via, gli occhi tornarono ad inumidirsi, e colto da un riflesso involontario, strinse maggiormente a sé,quei ragazzi. Quei ragazzi, per cui avrebbe dato anche la vita. I suoi ragazzi. Le sue Voci fuori dal coro.


“Ehm, Vegeta, Bulma, potreste venire un secondo?” ci chiese imbarazzato, dopo aver sciolto l’abbraccio. Annuimmo comprensivi. Era logico che volesse parlarci, dopo quanto accaduto su quel palcoscenico. Allontanandoci un po’ dal resto del gruppo, ci avvicinammo al nostro insegnante, curiosi di sapere cosa avesse pensato di fronte a quel bacio. “Ragazzi, vedete, vi faccio i miei più vivi complimenti, siete stati tutti bravissimi, davvero eccezionali. Però ecco, sapete, quel bacio dopo il vostro duetto, non era proprio consono alla situazione … ” Era super imbarazzato. “Ci è andata bene che i giudici hanno creduto facesse parte dell’esibizione, altrimenti a quest’ora saremmo stati squalificati dalle gare.” Spalancammo gli occhi. Accidenti, aveva ragione. Vedendo le nostre espressioni, lui tornò poi a sorridere. “Comunque, è andato tutto bene per fortuna, perciò ora non preoccupatevi. Però ecco, credo che voi due abbiate bisogno di parlare e di chiarirvi un po’ le idee …” io e Vegeta ci guardammo per un secondo, annuendo imbarazzati. Con un sorriso raggiante, il nostro insegnante riprese. “Molto bene. Sapete,non che sia stato un gesto brutto o altro, anzi ora che ci penso era davvero molto romantico. Però, vedete, per evitare altre sorprese di questo tipo alle Nazionali, vi consiglio di farvi una bella chiacchierata.” Detto questo, ci sorrise, dando un’amichevole pacca sulla spalla ad un Vegeta alquanto imbarazzato. “Ah, e comunque, niente male Vegeta, complimenti.” Disse scherzoso, facendo l’occhiolino ad entrambi. Rossi come due peperoni, balbettammo qualcosa che doveva significare come un “Ma no, di che parla?” che risuonò invece solo come un confuso borbottio. Sghignazzando, il nostro insegnante si allontanò, avvicinandosi agli altri ragazzi. “Ragazzi, ce l’abbiamo fatta!” esultò accompagnato dalle grida di gioia dei nostri amici. Io e Vegeta continuavamo a fissare il pavimento imbarazzati, senza pronunciare parola. Non andava bene, accidenti. Dovevamo dire qualcosa, dopo quello che era accaduto sarebbe stato il minimo. Accorgendomi che Vegeta non aveva alcuna intenzione di cominciare, decisi di rompere io il ghiaccio. “Allora … ehm, quindi …” balbettai. “Mi dispiace.” Disse lui. Sbarrai gli occhi. Vegeta continuava a fissare il pavimento, non accennava a voler alzare lo sguardo. Che voleva dire “mi dispiace”?! “C –che intendi dire, scusa?” balbettai, con il cuore in gola. “Per ieri. Mi dispiace, non volevo farti preoccupare.” Disse lui, lo sguardo ancora rivolto al terreno. Leggermente sollevata, cercai di rassicurarlo. “Non importa, tranquillo.” “Si che importa invece!” sbottò, alzando lo sguardo verso di me. Sembrava quasi arrabbiato, ma solo io riuscii a capire che dietro quei modi di fare bruschi e aggressivi, c’erano solo tanta tristezza e frustrazione. “Va sempre così. I –io finisco sempre col far soffrire le persone che mi stanno accanto, coloro a cui tengo. Anni fa mio nonno, mia nonna e adesso anche tu … io – io …” strinse i pugni con rabbia, tornando a guardare il pavimento. “Ti chiedo scusa.” Concluse infine in un sussurro. “Vegeta …” dissi con le lacrime agli occhi. “Se non vorrai più avermi vicino, va bene, è giusto. Tu –tu meriti di meglio che uno come me.” sussurrò imbarazzato. Sgranai gli occhi colmi di lacrime. “Vegeta ma che dici?! Io ti voglio bene, voglio averti al mio fianco. E non solo come amico …” azzardai in un sussurro, abbassando la testa imbarazzata. Vegeta invece alzò gli occhi verso di me, con uno sguardo sorpreso in volto. La gente intorno a noi parlava, il teatro era ancora gremito di persone e dietro le quinte non era da meno. Ma lì, in quel piccolo angolino, vicino ad una delle quinte, io e Vegeta non sentivamo nulla di ciò che accadeva intorno a noi. Troppo impegnati a captare uno i sussurri dell’altro, alla ricerca di una qualche dichiarazione, di un qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il nostro rapporto. “Anche io.” sussurrò poi lui. Alzai gli occhi lucidi, sgranandoli. In un nano secondo, gli fui addosso, la testa sul suo petto e le braccia strette attorno a lui. Imbarazzato e rigido come uno stoccafisso, chiese sorpreso. “E - e adesso che ti prende?! Per quale diavolo di motivo piangi?!” mi lasciai sfuggire un risolino tra le lacrime, alzando lo sguardo dalla sua camicia, ormai inzuppata dalle mie lacrime. Lo guardai negli occhi, e sorridendo risposi, le stesse parole del giorno prima, ma stavolta dolcemente e felice. “Perché ti amo, idiota.” Detto questo, posai le mie labbra sulle sue, dando il via al nostro secondo bacio, di quella incredibile giornata. “Owww …” si lasciò sfuggire qualcuno. Sentendo ciò, ci staccammo per un secondo, guardando in direzioni di colui, o meglio coloro, che si erano lasciati sfuggire quell’esclamazione. Erano tutti lì: Chichi, Goku, Yamcha, il professor Dawson, tutti. Tutti ci guardavano, sorridendo dolcemente, e se fossimo stati in un cartone animato, avrebbero anche avuto gli occhi a cuoricino. “Ma che carini!” esclamò Chichi, accompagnata anche dagli altri, che iniziarono ad applaudire entusiasti, attirando quindi l’attenzione dei presenti. Io e Vegeta eravamo diventati più rossi di due pomodori maturi. “Ma voi che ci fate qui?! Non dovreste essere di là a cambiarvi!?” chiesi imbarazzata. Goku sorrise, grattandosi la testa impacciato, rispondendo poi. “Eh eh, potevamo secondo voi perderci una scena del genere? A proposito, come mai vi siete fermati? Quel bacio era così carino …” “Kaarot, ma che vai blaterando!?” sbottò Vegeta, ormai diventato viola. Senza ascoltarlo, Goku riprese: “Ohhh, ma sapete che siete adorabili insieme? Chichi lo diceva che prima o poi vi sareste messi insieme … ma come hai fatto ad indovinare, Chichina?” chiese poi confuso alla corvina. Quest’ultima non rispose, presa com’era a fantasticare su me e Vegeta, scrivendo probabilmente la sceneggiatura di un nuovo film romantico, come quelli che piacciono a lei, con me e lui protagonisti. Ancora persa nei suoi pensieri, balbettò sognante: “Ah, l’amore vince sempre …” seguita da un alquanto malizioso Yamcha: “Comunque complimenti Vegeta, non credevamo baciassi così bene!” disse, suscitando le risate generali di tutti i presenti, persino le mie. “Hai ragione, non credevo fosse così romantico!” raddoppiò il carico Goku, con quell’affermazione. L’unico che ovviamente non rideva era Vegeta, che ormai al limite del rosso vermiglio, sbottò imbarazzato ed infuriato: “Ma come vi permettete, idioti! E fatevi gli affari vostri, una volta tan …” ma non fece in tempo a finire la frase, poiché si ritrovò travolto da un altro mio bacio. A cui ovviamente, non poté rifiutare.

Nota autrice:
salve a tutti, gente! Come va? Eccoci con il ventinovesimo capitolo della storia! Spero non risulti un po’ OOC, ma sapete, una dichiarazione da parte di Vegeta è alquanto difficile da scrivere … io l’ho immaginata così! Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi invito a rilasciare anche una piccola recensione, se ne avete voglia. Mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questa storia! ;) vi ringrazio ovviamente già da ora per l’attenzione, ho notato che la storia ha avuto moltissime visualizzazioni, grazie mille! *-* Va bene, vi saluto e vi lascio a questo capitolo … io vado a fare Greco … -_-
al prossimo capitolo!
Saluti
TWOTS
   
 
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