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Autore: ___Page    24/09/2014    1 recensioni
C'era chi li considerava due fifoni.
Nessuno sapeva che erano loro i più forti, capaci di fari i conti con le proprie emozioni ogni singolo giorno.
Ma lo sapevano tra loro, Usop e Nami, e si sostenevano a vicenda.
Perché gli spiriti affini, quando si trovano, non possono non riconoscersi.
"Sette colori per un fandom [Anime e Manga] Challenge indetta da DoctorChi sul forum di EFP"
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Usop
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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COMPUTER
 



-Merda!-
L’imprecazione lo raggiunse attraverso l’etere.
Usop si portò rapido una mano all’orecchio premendo l’auricolare con il medio.
-Nami, che succede?!- domandò preoccupato.
-Io… Cazzo… Usop credo che sia una bomba!-
-Cosa?!?!-
-Appena ho inserito la chiave USB per copiare i dati è scattato il timer!-
-Vattene da lì! Subito!!!-
Dannazione!
Se lo sentiva che non avrebbe dovuto lasciarla andare da sola.
Era vero che era un lavoro per lei, intrufolarsi di soppiatto e rubare i dati dal computer di quella grande multinazionale, sospettata di frode e altre malefatte.
Ma qualcosa, a livello viscerale, gli aveva detto che non sarebbe stata una missione come tutte le altre.
Si era impuntato a chiedere il supporto di Zoro ma Violet era stata irremovibile.
Purtroppo si rendeva conto della pericolosità della missione ma dai piani alti non aveva avuto il permesso di togliere l’ex sicario dalle calcagna del boss mafioso, che teneva d’occhio ormai da quattro mesi.
Sanji e Rufy erano via in missione e quelle informazioni servivano alla Galley L.A. subito.
-Eddai Usop! Che problema c’è?! Se ci sei tu a coordinarmi posso fare qualunque cosa!- gli aveva detto, facendogli l’occhiolino e tirandogli la lingua e l’informatico si era lasciato convincere.
Stupido!
Sempre seguire l’istinto! Sempre!
-Non posso andarmene!-
La voce di Nami risuonò nuovamente dopo alcuni istanti di intollerabile silenzio.
Usop sgranò gli occhi, mentre il panico  prendeva a scorrergli nelle vene.
-Come sarebbe a dire che non puoi andartene?!-
-Le porte si sono bloccate! L’intera stanza è controllata dal computer!-
-Anche la bomba?!-
-Il computer è la bomba!-
Cazzo!
Questa era davvero la peggiore delle notizie.
Se anche Ace, ancora impegnato qualche piano più giù, fosse riuscito a raggiungerla, per quanto esperto fosse non avrebbe potuto fare niente contro un ordigno del genere.
Si trattava di un meccanismo che non si poteva disinnescare a mano.
-Usop…- lo chiamò Nami, con voce improvvisamente flebile e malferma -Puoi registrare un messaggio, per favore?-
L’informartico sgranò gli occhi a quella richiesta.
No!
Assolutamente no!
-Nami, non ci pensare nemmeno! Vedrai che ti tireremo fuori di lì!-
Un’amara risata raggiunse le orecchie del nasone.
-Lo sai meglio di me che non c’è niente da fare… Sono blindata dentro e resterà tutto bloccato fino all’esplosione… Ormai è tardi…-
Usop digrignò i denti furibondo, le dita saldamente ancorate alla tastiera del suo pc.
Non era possibile!
Doveva esserci una soluzione!
Doveva!
Un’idea gli balenò nella testa.
-Nami!- la richiamò per poi fare una pausa, titubante -Posso provare a disinnescarla da qui!- affermò, con una sicurezza che non gli apparteneva.
La sentì trattenere il fiato.
Forse c’era ancora speranza?!
-Dici sul serio?!-
-Posso provarci! Posso provare a crackare il sistema, inserirmi nel data base e prendere il controllo del computer! L’ho fatta centinaia di volte quando ero ancora un Hacker! C’è solo un problema…-
-Quale?!- domandò subito la ragazza.
-Se sbaglio qualcosa… Se… Se si accorgono del mio tentativo o se si attiva qualche sistema di sicurezza, potrei accelerare la detonazione…-
Nami rimase zitta alcuni secondi, nei quali la sentì prendere un profondo respiro.
Poi parlò e dal suo tono Usop capì che stava sorridendo.
-So che mi tirerai fuori di qui!- mormorò convinta.
Usop sorrise.
Lui e Nami si erano conosciuti cinque anni prima, quando erano entrati a fare parte dei Mugiwara per scampare il carcere.
Da allora lei era diventata un punto di riferimento per lui.
Era la sua più cara amica, sincera sostenitrice e fedele alleata.
Non avrebbe permesso a uno stupido ammasso di cavi e schede ram di portarsela via.
Ghignò, mentre le dita prendevano a muoversi rapide e sicure sui tasti, provocando un ticchettio di sottofondo alla loro comunicazione.
-Puoi giurarci!- 
  
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