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Autore: CixRed_    24/09/2014    2 recensioni
Dopo circa cinque secondi mi sussurra di rimando un ‘’Buonanotte Beth’’. Con il cuore leggero mi addormento, cullata dal respiro regolare di Daryl.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo.

Stiamo camminando da giorni. Giorni passati a sperare e a discutere.

All’improvviso mi sono ritrovata completamente sola con Daryl. Non è esattamente il massimo della compagnia, è scontroso e non ama particolarmente le mie chiacchiere.

Quel giorno faceva molto caldo, il sole splendeva in alto nel cielo sgombro dalle nuvole.

Ogni tanto mi capita di far vagare il mio sguardo annoiato su di lui, e ho notato alcune cose sul suo aspetto che prima ignoravo totalmente. Mi ritrovo incantata a guardare i suoi capelli che con i raggi del sole assumono delle sfumate rossicce.

Fa talmente caldo che decido di togliermi la felpa leggera e di rimanere solamente con la canotta. Noto che Daryl mi lancia delle strane occhiate. All’improvviso sento la necessità di riposarmi un momento, così mi fermo.

<< E ora perché ti sei fermata? >> chiede scocciato. Torna indietro e si sistema la balestra sulla spalla sinistra.

<< Perché sono stanca. >> rispondo con aria di sfida mentre lui sbuffa sonoramente.

Si guarda intorno e poi posa di nuovo i suoi occhi blu su di me. << Senti ragazzina non possiamo fermarci qui, è poco sicuro. >>

Gli lancio un’occhiata furente prima di rispondere. << Non chiamarmi ragazzina! >>

<< E come dovrei chiamarti allora? Tu sei una ragazzina. >> incrocia le braccia con aria annoiata mentre prende a calci un sasso.

<< Sai, ho un nome. A te piacerebbe se ti chiamassi per tutto il tempo ‘’vecchio decrepito’’? >> mi avvicino a lui sempre più arrabbiata.

Daryl alza un sopracciglio e mi studia. Finalmente inizia a tirare un po’ di vento e si sta decisamente meglio.

<< Non ne avresti mai il coraggio. >>

<< Tu dici? >> ribatto con un tono di voce acido continuando ad avanzare verso lui. Non lo sopporto. Mi tratta come se fossi una bambina estremamente noiosa.

Mi accorgo che i nostri visi sono pericolosamente vicini e avvampo senza neanche sapere il motivo. So solo che averlo così vicino mi imbarazza.

Daryl ghigna e si allontana leggermente da me. << Visto? Sei una bimba. E ora andiamo che tutta questa storia sta iniziando a stancarmi, o la piccola Beth deve ancora riposarsi? >>

Roteo gli occhi e mi metto in marcia. Tempo due secondi e Daryl compare al mio fianco.

Ormai è quasi buio, e noi stiamo ancora camminando nel silenzio più assoluto fino a quando il simpaticone mi strattona il braccio sinistro.

Mi giro verso lui e gli dedico uno sguardo pieno d’odio. << Cosa c’è ora? Ti da fastidio che io respiri? >>

<< C’è una casa laggiù. >> indica un punto nella radura dove se si aguzza la vista si intravede una casetta.

Eccitata come non lo ero da giorni mi introduco nella radura ma Daryl mi ferma. << Reprimi tutto questo entusiasmo e stai dietro di me. >>

<< Che vorresti insinuare? Guarda che sono capace di difendermi benissimo da sola! >> ribatto mentre lui continua a guardare con intensità la casa.

<< Oh ma ti vuoi stare zitta un attimo? Sei insopportabile. >> inizia a camminare verso la casa con la balestra pronta.

Ingoio quel boccone amaro e lo seguo. Inutile fingere, ci sono rimasta male. La casa non era così tanto distante ma Daryl procedeva lento, osservando ogni punto con attenzione e fermandosi appena udiva un rumore sospetto. Io mi limitai a seguirlo come un cagnolino, a rimurginare sulle sue parole e a guardarmi intorno.

<< Il gatto si è mangiato la tua lingua? E’ strano non sentire continuamente le tue chiacchiere. >> Daryl si gira verso me e mi guarda.

<< E ora che hai? >> mi chiede con un sospiro mentre mi guarda con quegli occhi chiari.

Lo guardo per un secondo e continuo a camminare. << Non ho assolutamente nulla. >>

<< Sei una pessima bugiarda, lo sai? Si vede lontano un miglio che hai qualcosa. >>

Continuo imperterrita a camminare con Daryl alle costole. << Solo solamente stanca, tutto qui. >>

Mi tira per un braccio e mi costringe a fermarmi. Ci guardiamo negli occhi per un’infinità di tempo fino a quando non interrompe il contatto per continuare a camminare. Lo seguo e mi accorgo che siamo proprio di fronte alla casa. E’ di due piani, bianca. Il mio compagno di viaggio mi fa cenno di avvicinarmi a lui.

Mi avvicino lentamente e lui mi si piazza davanti. << Ascoltami bene ragazzina, lì dentro potrebbe essere molto pericoloso, quindi stammi sempre vicina e non fare mai di testa tua, capito? >>

<< D’accordo… >>

Daryl mi scruta, come se non si fidasse, e dopo svariati secondi di osservazione annuisce.

Apre piano la porta facendo attenzione a non farla cigolare, io al suo fianco tengo nervosamente in mano la pistola carica. Procediamo piano, controllando con cura ogni stanza. Prima la cucina, il tavolo con uno strato spesso di polvere e due sedie spaiate, poi toccò al soggiorno, con il suo pianoforte a coda a cui mancano alcuni tasti e il bagno.

Dopo aver controllato per una seconda volta tutte le stanze si ferma davanti alla tromba delle scale e si rivolge a me. << Qui sotto sembra tutto apposto. >>

Annuisco debolmente.

<< Andiamo a vedere di sopra, forza. >> mi prende per mano e saliamo le scale. Ci troviamo su un corridoio stretto e lungo, i muri gialli pieni zeppi di ritratti polverosi. Daryl apre la prima porta, e si scopre essere un secondo bagno, decisamente più piccolino del primo. Continuando a procedere entriamo dentro l’ultima stanza, completamente spoglia se non fosse per un enorme letto matrimoniale con una coperta bianca. Una volta appurato che la casa è completamente vuota, Daryl decide di scendere per andare a sistemare le armi e il cibo, mentre io continuo a girare per la stanza. Accanto ai due lati del letto ci sono due comodini di legno. Mi ci fiondo e inizio a svuotare i cassetti. Mi metto seduta sul letto e comincio a rovistare. Trovo un anello, una confezione di pasticche che riconosco essere degli antibiotici, una cartina di una città che purtroppo non riesco a riconoscere e per finire delle sigarette. Rimetto al suo posto l’anello e invece tengo tutto il resto.

Mi alzo con il mio bottino e raggiungo Daryl al piano di sotto. Appena mi sente arrivare mi si avvicina, incuriosito.

<< Che hai trovato? >>

Poso sul tavolo della cucina tutte le cose e lui se le passa tra le mani. << Chissà di che città si tratti. Non c’è scritto il nome, strano. >> dice posando la cartina e prendendo al suo posto la confezione di pasticche.

<< Sono antibiotici, e sono ancora buoni. >> affermo mentre Daryl annuisce.

<< Beh fanno sempre comodo… non mi dire che quelle sono sigarette! >> si alza di scatto dalla sedia con gli occhi che luccicano.

Sorrido, sembra un bambino che ha appena visto un pacco pieno delle sue caramelle preferite. << L’ho portate qui apposta, so che tu fumi. >>

Lui mi rivolge una specie di smorfia, che assomiglia quasi ad un sorriso tirato. Si porta alla bocca una sigaretta, l’accende e chiude gli occhi. Lo guardo affascinata, desiderando all’improvviso di essere quella sigaretta.

<< Ragazzina se continui a guardarmi mi consumi. >> Daryl aveva aperto gli occhi, e mi stava guardando con uno sguardo divertito.

Divento rossa come un peperone e balbetto un per niente convincente ‘’Non stavo guardando te!’’

Lui si alza e si dirige verso la dispensa dove prima aveva disposto in maniera ordinata il poco cibo che possediamo.

<< Che vuoi per cena? >> mi chiede mentre prende in mano una bottiglia d’acqua.

Noto che ci sono scatole di tonno in gran quantità, mentre la carne scarseggia. << Il tonno va benissimo, grazie. >>

Con un grugnito afferra due scatolette di tonno e le dispone sul tavolo. Ci sediamo uno di fronte all’altra e mangiamo in silenzio. Una volta terminata la nostra lussuosa cena andiamo verso i borsoni e li trasciniamo al secondo piano, dove c’è la camera da letto. Entriamo, io butto con poca grazia il mio per terra e mi sdraio sul letto, sospirando.

<< Sei stanca? >>

Mi giro verso Daryl e annuisco. Lui si avvicina al letto e si mette seduto accanto a me. Rimaniamo così a lungo, ognuno perso nei propri pensieri.

Di tanto in tanto mi rivolge qualche sguardo penetrante che mi fa venire la pelle d’oca. Non capisco cosa voglia comunicarmi con queste occhiate.

Mi piace questa tranquillità, è piuttosto rara dato che di solito noi due passiamo le giornate a discutere. Mi scappa uno sbadiglio che non passa inosservato da Daryl, che infatti mi ordina subito di mettermi sotto le coperte.

<< Se non vuoi vedere una ragazzina nuda mentre si cambia ti conviene girarti. >> lo avverto con un tono minaccioso. Noto con piacere che arrossisce e si volta immediatamente. Mi alzo e mi spoglio velocemente.

<< Ecco, ho fatto. >> mi sistemo meglio la coperta e lui si gira piano, con gli occhi chiusi.

<< Secondo me sei nuda e vuoi farmi morire di crepacuore. >> afferma coprendosi con decisione gli occhi con le mani.

Lo guardo per un attimo e scoppio a ridere. Lui sbuffa << Cosa cazzo hai da ridere? Sei per caso impazzita? >>

<< Sei così buffo! Comunque tranquillo, ho la coperta fino al mento. >> rispondo con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.

Daryl apre gli occhi e mi rivolge uno sguardo omicida. Sussurra un ‘’cretina’’ e scuote la testa.

<< Che fai, hai deciso di passare la notte impalato in mezzo alla stanza? >> gli chiedo sorridendo mentre lui sbuffa nuovamente.

<< Ma quanto siamo spiritose stasera. Sto per spogliarmi ragazzina, quindi girati. >>

Mi giro di scatto verso il muro e sento Daryl che ridacchia soddisfatto. Stronzo.

Continuo a guardare imperterrita il muro anche quando sento che si è sdraiato.

<< Ora puoi anche girarti eh. >>

Mi volto piano, e me lo ritrovo vicinissimo. Non indossa una maglietta. Deglutisco a fatica, ignorando le sue occhiate divertite e mi sistemo meglio.

<< Buonanotte Daryl. >> sussurro piano, con la speranza che non mi abbia sentita.

Dopo circa cinque secondi mi sussurra di rimando un ‘’Buonanotte Beth’’. Con il cuore leggero mi addormento, cullata dal respiro regolare di Daryl.


  
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