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Autore: Follow The Sun    24/09/2014    2 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One direction and two possibilities. 
Capitolo 20.


Sentii mia madre correre di sopra, indaffarata come al solito.

Non voleva darlo a vedere, ma era stufa, nervosa e dall'arrabbiatura facile, in quel periodo, e le indomabili condizioni pietose di Carol, non facilitavano le cose.
Sinceramente, tra le spese per Sophie e quelle della scuola, nessuno ci capiva nulla.
Robert e mia madre litigavano di tanto in tanto, anche se per cose banali, io ci stavo male.
Non riuscivo a pensare ad una vita senza Sophie.
Lei era indispensabile nella mia vita, mi rendeva felice anche con poco, anche quando mi mandava a quel paese, sempre, lei riusciva a farmi spuntare un sorriso.
Il fatto è che lei voleva sembrare forte, determinata e seria, ma non ci riusciva alla perfezione, lei infatti era una delle ragazze più dolci e sensibili del pianeta Terra.

-Harry dammi una mano- 
Tolsi la rivista dalla mia faccia e mi misi seduto.
Sophie se ne stava bloccata a metà scala, con le stampelle in aria ed una faccia sconvolta.
-sì...arrivo- mi alzai definitivamente sbuffando e mi avvicinai a lei.

La presi in braccio e la portai su per le scale, nella sua stanza, dove riposava beatamente Carol.
-ha finito di creare casino in questa casa?- domandai facendola sedere sul letto di fianco alla sua amica.
-sono sveglia-
Oh.
Oh, no.

Beh, classica figura di merda.

-scusami, ora è meglio che vada- mi infilai una mano nei capelli ricci e uscii dalla stanza.
-aspet...aspetta- 
Una Carol barcollante si avvicinò a me e mi circondò le spalle con le braccia.
La guardai confuso.
Cosa aveva in mente di fare?
-non ti sopporto- scoppiò a piangere e si liberò sulla mia maglietta.
Non sapevo assolutamente che fare, era una situazione imbarazzante.
Notai Niall, sbirciare dalla porta del bagno.
Era solo un idiota che si divertiva alle mie spalle.
-Carol, Carol- le picchiettai la schiena nel vano tentativo di farla risvegliare dal suo pianto, ma niente.
Se ne stava lì, rannicchiata sul mio petto, con la testa affondata nella mia maglietta, potevo sentire le sue lacrime bagnate sfiorarmi la pelle, le sue lacrime calde.
Potevo intuire il motivo per cui stava piangendo.
Certo, il motivo ero io.
Ero solo uno stronzo, un egoista, un manipolatore di persone che amano i biscotti, insomma; ma io ero così, non più non meno.

Dopo alcuni secondi, rimasta ferma, zitta, inchiodata a me, corse via asciugandosi le lacrime e lasciandomi intravedere tutto il trucco sbavato sul suo viso candido e sano.
E come pensavo, la mia maglietta bianca, era completamente sporca di trucco.
Una chiazza nera occupava gran parte del tessuto bianco, non la odiai affatto, odiai me stesso per non averle offerto un fazzoletto.

Scossi la testa in segno di disapprovazione, ci ero abituato ormai agli schizzi di quella ragazza.

Niall e Carol stavano parlando, in cucina.
Si abbracciarono, e dopo un po', lui, da buon'anima, le asciugò le lacrime.
Una cosa mi passò subito per la testa.
"Ma Niall è ovunque in questa casa, o solo io l'ho notato?"
In un minuto prima era in bagno, e subito dopo, in cucina.
Coincidenze? Non credo.

-allora a domani?- chiese Carol a Niall, con un sorriso timido stampato in volto.
No, si erano sul serio dati un appuntamento?
Conoscevo quello sguardo, Carol faceva così quando era tremendamente imbarazzata.
E probabilmente, in quel momento, lo era davvero tanto.


Niall's pov.

Che idea fantastica!
Secondo me poteva davvero funzionare.
Dovevo assolutamente parlarne con Sophie, assolutamente.

Carol, all'inizio, non ne era per niente convinta, però, dopo un po', riuscii a farle cambiare idea.
Però, se avessi perso la scommessa, avrei dovuto offrirle una cena per due da Nando's.
Speravo con tutto il cuore che ci sarebbe andata con me, ma era poco probabile.

Alzai lo sguardo e vidi Harry sbirciare dalla finestra Carol che si stava allontanando piano piano.

Punto uno, completato.

Salii le scale, urtando "casualmente" Harry facendolo risvegliare dai suoi oscuri pensieri, e mi avviai verso la stanza di Sophie per raccontarle tutto.
Speravo tanto che l'avrebbe presa bene.

-Sophie Blue è attesa alla porta- bussai tre volte a aspettai dietro alla porta.
-chi cazzo è?- chiese con tono poco lieve.
Probabilmente aveva il ciclo, se no non sarebbe normale.
Però una ragazza normale non poteva cambiare umore così da un momento all'altro.
Che strano.

-sono Niall- risposi appoggiando la testa allo stipite della porta di legno.
-oddio, scusaa- aprì di fretta la porta, abbracciandomi più forte che mai.
-scusa, scusa, scusa, davvero, scusami, voglimi bene lo stesso- strinse ancora di più la sua presa al mio busto, rendendomi difficile fare qualsiasi tipo di mossa, anche perché se avesse stretto ancor di più, il taglio avrebbe cominciato a gonfiarsi, di nuovo.

-Sophie...- la chiamai per farle notare che mi faceva male, ma non sembrò cambiare posizione.
-mi fai...- continuai, cercando di far appoggiare le mie mani sulle sue braccia.
-male- finii, esausto, tremando.
Lei mi lasciò in un colpo solo, ed io, mi appoggiai al muro, lasciando cadere la testa all'indietro.
Lei, invece, essendo senza stampelle, combatté per non cadere.
-scusa, sono un disastro- si mise una mano in faccia e fece una risata isterica.
-tranquilla- mi coprii la pancia con un braccio e con l'altro le accarezzai il volto.

Ed anche se non ero sicuro di quello che stavo facendo, piegai leggermente la testa e le lasciai un bacio a stampo.
Quel contatto magico, se pur essendo stato un gesto di poco valore, primordiale, suscitò in me un mare di emozioni.
Sollievo e felicità danzavano dentro me, e non c'era momento più bello di quello.
Avrei tanto voluto urlare al mondo intero la mia felicità, ma non credo sarebbe bastato.
Anche se l'unica cosa fattibile in quel momento, era godersi l'atmosfera e lasciarsi cullare l'uno nel respiro dell'altro.
I nostro nasi, restarono completamente in contatto tra di loro per tutto il tempo, finché i nostri sogni ad occhi aperti furono interrotti da alcuni passi provenienti dalle scale.
-tu sei caduta e io ti stavo aiutando- le sussurrai nell'orecchio per poi ottenere in risposta un risolino.

-voi due, che fate per terra?- Harry ci indicò e si avvicinò con sguardo afflitto.
-ma non vedi?- alzai la testa per guardarlo meglio e gli sorrisi.
-era caduta e la sto aiutando- continuai prendendo la ragazza tra le mie braccia per i fianchi aiutandola ad alzarsi da terra.
Lei sembrò ridacchiare al contatto dei miei polpastrelli sui suoi fianchi.
Si rimise in piedi da sola e volteggiò nella sua stanza, come se niente fosse, sembrava il ritratto della felicità.

-a volte mi chiedo come facciate tutti ad essere così felici- sussurrò Harry abbassando la testa e torturandosi i capelli con le mani.
-Harry, amico, bisogna solo inseguire i propri sogni, devi fare ciò che ti insegna il cuore- cercai di guidarlo, ripensando agli avvenimenti di pochi minuti prima.
In qualche modo, sapevo di poter farlo ragionare, non era un ragazzo poi così difficile.
Aveva solo bisogno di una spinta.

-facile a dire per te- alzò gli occhi al cielo - o al soffitto - e dilatò le narici.
-è la cosa più facile che ci sia, la vita è una sola, riempila di felicità e amore- lo invitai posandogli una mano sulla spalla e picchiettandoci le dita.
Lui annuii poco sicuro, ma era già un passo avanti, sapevo che con tutto ciò, avrei sistemato un sacco di cose.

Sì, solo Niall Horan, poteva fare queste cose.

Oh, ma davvero Niall Horan sono io?

Uau, non ci credo.


Carol's pov.

Forse lo avevo fatto apposta, o forse chissà, ma fatto sta, che avevo abbracciato Niall sotto agli occhi curiosi di Harry.
Se lo meritava, cazzo.
Magari non gliene poteva fregare più di tanto, ma a me importava.

Mentre imboccavo la strada per tornare a casa, notai un sacco di coppiere affiatate nel parco vicino.
Erano tutti così carini.
Spesso mi chiedevo che cosa potesse davvero fermare l'amore.
Insomma, l'amore è un sentimento magico, è già scritto dal destino chi sarà il tuo vero amore nella vita.
E come dice il detto, "al cuor non si comanda", e penso che siano solo parole buttate al vento.
Non volevo essere pessimista, ma se Harry avesse provato anche quel poco interesse verso di me, in qualche modo, me lo avrebbe dimostrato, anche con dei piccoli gesti.
Ma non è mai successo.
O forse sì.
Magari quello "sfioramento di labbra" che non chiamerò bacio per questioni personali, significava qualcosa.
Cioè, è strano che una persona faccia così per un biscotto, andiamo!

Nel salire i gradini dell'entrata di casa mia, urtai, per sbaglio, una persona.
Caddi di peso a terra, e la mia testa andò a sbattere rumorosamente contro allo stipite di marmo della porta d'entrata.

-merda, guarda dove cazzo vai- se non mi fossi trattenuta avrei nominato anche tutti i santi, dal primo all'ultimo.
-no, scusa piccola, scusa- riconobbi subito quella voce, era Liam.
Da quando mi chiamava "piccola"?
Non era da lui.
Per niente.
Però a lui piaceva mia sorella.
-Liam?- chiesi facendo una faccia strana, tra lo stupore e lo schifo.
No, non schifo perché mi facesse schifo lui, ma perché ero disgustata dal nomignolo appena affidatomi.
-sì, scusa- mi porse la mano e mi trascinò in piedi.
-è successo qualcosa?- chiesi, massaggiandomi la testa.
-oh, beh, lo sai...Sophia è una gran bella ragazza- abbassò lo sguardo arrossendo, ma allo stesso tempo, notai che gli erano venuti gli occhi lucidi.
-no..- lo abbracciai, tendendolo ben stretto.

Dondolammo un po' nell'abbraccio, finché la porta di casa mia si aprì, venendo poi sbattuta e provocando un gran rumore.
-Joe?- vidi l'ex di mia sorella camminare lungo il vialetto.
Lui si girò e mi sorrise.
Indossava il suo solito cappellino morbido grigio che lasciava intravedere il ciuffo corvino.
Si avvicinò a me sempre con il suo solito sorriso sbilenco in volto, ed i suoi occhi freddi si posarono su Liam, che sembrava essere attratto dal terreno sottostante.
Bello eh?
-Liam, lui è Joe, Joe..- presentai a Liam il ragazzo, ma proprio mentre stavo per fare lo stesso con l'altro, mi interruppe.
-lo so chi è- gli lanciò un'occhiataccia, a cui il moro rispose abbassando la testa.
-oh, beh, bene- congiunsi le mani e sorrisi.
-Liam, tu vieni con me o vai già via?- chiesi indicando la porta.
Lui scosse la testa e posò lo sguardo sul suo orologio da polso.
-sono in ritardo, ho lezione al pomeriggio oggi- detto ciò corse via salutando con la mano.
-solo una cosa- Joe attirò la mia attenzione -dì a quel ragazzo di non disturbare Sophia- concluse sospirando.
Lo guardai male, infondo, lui non era nessuno per decidere chi avrebbe dovuto frequentare mia sorella.
-Joe, avete rotto da un bel pezzo, sei sempre il benvenuto, lo sai, ma ormai credo che lei, insomma, stia guardando avanti- spiegai fingendo di esserne dispiaciuta.
Lui alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, finse una risata e mi guardò intensamente negli occhi.
-non è lei ciò a cui sto puntando- sorrise e mi diede due pacche sulla spalla.
-ciao- finì la conversazione e se ne andò, lasciandomi lì, in piedi, con un sacco di pensieri per la testa.

Cosa significava quel "non è lei ciò a cui sto puntando"?
Forse si riferiva a me?
No, non poteva essere.
Io per lui ero sempre stata come una sorella minore.
E non avrei potuto vederlo diversamente.
Non avrei potuto, non avrei dovuto, non avrei voluto.


Ero stanca, sì, decisamente stanca.
Negli ultimi tempi stavano succedendo troppe cose, davvero fin troppe.
Non mi sembrava neanche vero.

Sophie e Niall all'ospedale, Sophie che fa pace con Zayn e ci dorme pure assieme, Harry che dorme..con me, Liam che flirta con Sophia, Harry che scopre tutto quanto, e poi sempre lui che mi tiene la mano, tenta invano di conquistare le mie labbra, Zayn gay.

Troppe cose.

Corsi su per le scale di casa mia, non tenendo nemmeno conto di chi ci sia in casa, ormai anche se uscivo o entravo, non importava a nessuno.
Però quando mia madre era in casa, voleva addirittura che le mandassi un messaggio appena sarei uscita di casa.
Pazzesco.

Mi buttai letteralmente sul mio letto.
Finalmente.

Davvero, non vedevo l'ora di riposare, di cambiare mondo, di cambiare modo di pensare, di vivere, in quel momento c'eravamo solo io e la musica, nient'altro.


Niall's pov.

La chiamata di Liam stava durando fin troppo, erano circa sei minuti e quaranta secondi di chiacchiere senza uno scopo preciso.

-ma allora mi spieghi chi ha fatto cosa?- gli domandai per l'ennesima volta, sperando in una risposta sensata.
-Sophia e il suo ex, si stavano prelevando la saliva a vicenda- spiegò lui, alzando leggermente il tono di voce, per essere ascoltato più chiaramente.
-ah, mi dispiace amico- cercai di rassicurarlo.
-se ti va usciamo e ne parliamo- proposi di uscire, avrei fatto di tutto pur di non passare il tardo pomeriggio a fare le pulizie di primavera con Sophie ed Harry che indossavano quel ridicolo grembiule rosa.
E se Sophie mi avrebbe fatto una foto mi avrebbero umiliato a vita.
sì, potremmo prendere qualcosa da bere...- si schiarì la voce e sentii che era già in giro per le caotiche vie di Londra.
Arricciai ancora il filo del telefono e lanciai un'occhiata verso il salotto.
Per fortuna non c'era nessuno ad ascoltare la conversazione.
-come una pizza- risposi alla sua affermazione, estasiato di poterne mangiare ancora, dato che nell'ospedale non mi era impossibile.

Passarono alcuni interminabili secondi di assoluto silenzio, Liam probabilmente ci stava pensando su, lui non era affatto uno che faceva le cose di fretta, si prendeva tutto il tempo possibile.
-per me va b..- e lì mi sentii trascinare via dal telefono.

-No! No! No!- urlai disperato, cercando di liberarmi dalla presa della ragazza e raggiungere il telefono fisso, ancora in modalità "chiamata".
Liam stava parlando a vuoto.
-zitto biondino dei miei stivali, dato che hai fatto il cattivo, ti tocca il bagno- mi informò, piazzandomi davanti a quella dannata porta di legno.
-dai..- le feci labbruccio e la faccia da cucciolo che non falliva mai, o quasi.
Lei in risposta scosse la testa, era ovvio.

-ricordati che ti voglio bene- mi accarezzò i capelli e mi lasciò un leggero bacio sulla guancia.
Sentivo letteralmente le guance andare a fuoco, il sangue dentro me scorrere più velocemente.
Per avere tutto quel ben di Dio, avrei pulito anche tutti i bagni del quartiere.

*
Finii di pulire il bagno verso le otto di sera, tutti erano in sala da pranzo a gustarsi il fantastico pollo della signora Cox, che io adoravo, ma che non avrei potuto mangiare finché ogni minimo centimetro del bagno non sarebbe stato splendido e splendente.
E avevo svolto il mio compito nel migliore dei modi.

Stanco morto, scesi le scale, aggrappandomi pesantemente allo scorrimano della scala.

-Niall, finalmente!- Harry ghignò sotto ai baffi.
Ci godeva un casino a vedermi soffrire.
E lui aveva solo riordinato la sua stanza.
Sophie, invece, era al telefono con qualcuno, non avevo capito chi.

Mi sedetti vicino a lei e le sorrisi.
Lei ricambiò e continuò ad ascoltare l'interlocutore dall'altra parte del telefono.

-sì, quindi Josh, giusto?- chiese, aggrottando le sopracciglia.
Passarono circa due secondi e lei scoppiò a ridere.
-ma sì, Joe, Josh, è uguale- rispose ridendo.

Nel frattempo, stavo giocherellano con la forchetta nel mio piatto, formando degli strani disegni con la salsa di verdure.

-beh, sicuramente domani a scuola mi parlerai di questo John- disse, sicura di se' con un sorriso a trentadue denti.
-sì, Joe, scusa- quasi urlò, beccandosi un'occhiataccia da suo padre.

3:08 a.m. 11 Marzo 2010, Londra.

L'orologio fosforescente sulla parete segnava le tre e otto minuti.
Harry era sul suo letto, uno spiraglio di luce gli illuminava il volto, aveva la bocca spalancata, e russava da far paura.

La cena di qualche ora prima mi era rimasta sullo stomaco.
Mi sentivo lo stomaco in subbuglio e alcuni spaventosi conati di vomito si presentavano in me ogni cinque secondi.

Corsi fuori dalla stanza, accesi la luce del bagno, e mi ci fiondai dentro.

E lì, vomitai.

Mi facevo schifo da solo, sentivo l'amaro in bocca, una sensazione disgustosa, la voglia di lavarmi la bocca con l'ammorbidente.
Schifo, era la prima parola che mi veniva in mente in quel momento.

Ed ecco che mi venne ancora l'urto del vomito.
Tossii un paio di volte, premendo la mia mano sullo stomaco, ancora dolente a causa del taglio.

E subito la porta si aprì.
La ragazza dal pigiama rosa con gli orsetti mi corse incontro, evidentemente preoccupata.

-Niall, tutto bene?- mi abbracciò e appoggiò la sua testa nell'incavo del mio collo.
-no, credo- risposi, sporgendomi di più al gabinetto.

Dopo alcuni minuti, passati a tossire, mi lavai per bene la bocca ed i denti, tornandomene vicino a Sophie, che si era beatamente addormentata tra il gabinetto ed il bidè, proprio sopra alla bilancia.
Mi sedetti di fronte a lei, ammirandola nella sua perfezione.
Era così bella mentre dormiva.

Le scostai una ciocca di capelli dietro all'orecchio e le baciai la fronte.

Mi feci spazio di fianco a lei e la feci sdraiare, ancora da addormentata, su di me.

Buonanotte Principessa.





Salve!
Sono in ritardo?
No, beh, oggi ho tante cose da dirvi :3

Innanzitutto, ci stiamo sempre di più avvicinando alla fine di questa storia, e sono triste.
Dovrei arrivare circa a 25-26 capitoli, quindi boh, questa cosa mi rende triste.
Non penso di fare un sequel, anche perché le recensioni sono e saranno poche, ed in più, se dovessi fare un sequel, di sicuro i capitoli non saranno più di 15/20, a meno che non mi venga in mente una di quelle fantastiche idee brillanti.

E poi volevo dire un'altra cosa...
Quando questa storia sarà finita, non vi lascerò di certo a bocca asciutta! No no!
Sto infatti progettando altre due storie...
Una di queste, è una ff Larry. (sì, sono Larry, ma non odiatemi, vi prego :3)
Ed è molto, molto triste, quindi se volete una storia strappalacrime siete nel posto giusto ;)
Non credo che sarà molto lunga, cioè, i capitoli non saranno tanti, ma almeno ogni capitolo sarà un bel papiro.

E l'altra sarà su Louis Tomlinson.
Perché lui è semplicemente adorabile.

Quindi, se vi va di leggerle, in futuro, sapete dove trovarmi.

Riguardo alla storia, compare un nuovo personaggio, Joe, ve lo spiego subito io chi è :3
È un gran figo.. Se non figlio della nostra Carmela! 
Ammettetelo che vi era mancata.

E boh, Niall come al solito e molto dolce, è troppo.. Boh.

Ogni volta che scrivo lo spazio autrice mi dimentico sempre cosa devo dire, e poi mi viene in mente dopo, ma poi non ho più voglia di aggiungere le cose, perciò vado avanti sempre così.
Perdonatemi, ma la professoressa di latino, visto che è tanto simpatica (certo, come no), ci ha riempiti di roba da studiare. Che bello.

Io, questa volta, mi sono ricordata le domande.

• cosa vi piace di più di questa storia? ( e per le nuove arrivate) • cosa vi ha "spinte" a leggere o seguire la storia?

• come volete che sia il carattere di Joe? Più dolce o più stronzo?

Fatevi sentire, mi raccomando, lo sapete che mi strappate sempre un sorriso con le vostre recensioni.
E se volete, la posta è sempre aperta,  (ovviamente sul mio profilo in messaggio privato).

E niente, belle mie, io vi saluto.

A presto,
-ValeLoka00
  
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