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Autore: binca    24/09/2014    6 recensioni
Non sempre è bello sapere quello che le persone cercano di tenere nascosto.
Non sempre le persone sono cattive, violente per loro scelta, molte volte succede anche per il semplice fatto che da piccoli cresciamo con questo insegnamento.
Leonardo è un ragazzo con grossi problemi famigliari, stuprato quando era piccolo non ha più interesse per la vita. Passa le sue giornate a drogarsi, ad ubriacarsi venendo costretto a prendersi cura dei fratelli più piccoli che hanno solo lui come punto di riferimento, ma cosa succederà quando Alessia, ragazza tranquilla e che crede ancora nel vero amore, entrerà a far parte della sua vita?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CIAO A TUTTI, SCUSATE IL RITARDO MA MIO MOROSO SI E’ TRASFERITO ALL’ESTERO PER L’UNIVERSITA’ E HO DOVUTO AIUTARLO A TRASLOCARE D:
SPERO CHE IL NUOVO CAPITOLO
VI PIACCIA ^^
BACIONEEEE





 
CAPITOLO VENTIQUATTRO
 
 
 
Sul terrazzo della casa osservavo il mare che in lontananza si stagliava sugli scogli. Le parole della psicologa mi giravano per la testa senza farmi dormire e così avevo deciso di uscire. Ancora due settimane e poi avrei dovuto tornarmene a casa senza più vedere ne Marco ne Leonardo per tutto l'anno. Ero triste, triste per quello che stava succedendo intorno a me e per quello che sarebbe successo nei giorni seguenti.
Come se non bastasse Mara al contrario di me sarebbe resta a vivere dal padre, con la promessa che si sarebbe impegnata molto nella scuola pubblica li vicino. La invidiavo, per la prima volta nella mia vita la invidiavo davvero tanto e sembrava che suo padre se ne fosse accorto, tanto che si era offerto di parlare con i miei genitori dato che se ci fossi stata anche io, sarebbe stato più tranquillo a lasciare la figlia girovagare per il paesino vicino, ma io avevo paura di un rifiuto dei miei e per quello, cercavo di trascinare i tempi il più possibile. Sapevo che sarebbe stato impossibile, per loro era già tanto che trascorressi li l’estate e non vedevano l’ora di farmi tornare a Verona.
Con quel pensiero in testa rabbrividii al freddo della sera tornando a rimuginare sugli avvenimenti del giorno appena trascorso.
Era buffo, ma volevo sapere a tutti i costi perchè Leonardo avesse fatto una cosa del genere al fratello anche perchè, le cose, per come la vedevo io stavano andando bene, ultimamente non facevano altro che abbracciarsi e darsi baci e allora perché era successo quello che era successo?
«Ale sei qui?» Sentii sussurrare dopo un po', mentre due braccia robuste ormai fin troppo conosciute, mi cingevano la vita.
«Hey… » fu la mia risposta senza togliere gli occhi dall'oceano.
«Dove sei stata oggi? Ti ho cercata tutto il giorno». Rabbrividii a quelle parole. Dirgli che ero stata da sua mamma non aveva senso, immaginavo che se non glie l’aveva detto lei mi conveniva decisamente starmene zitta per non parlare della visitina dalla psicologa.
Eppure in qualche modo dovevo tirare fuori il discorso di Andre, ma dato che lo sguardo del ragazzo era insistente, decisi di arrivare al punto della situazione con calma.
«Dovevo fare delle cose e mi sono dimenticata il telefono a casa, scusami...»
«Cose di che tipo?»
«Lascia stare…» mormorai, sperando che non insistesse troppo ed infatti fu così perché subito iniziò a baciarmi il collo con le sue labbra carnose. Il suo profumo della play boy che si impossessava di me, il cuore che mi batteva a mille, le gambe che mi tremavano. Non potevo continuare così, dovevo parlarci e chiudere quella storia una volta per tutte, anche se lo amavo, era ora di finirla.
«Leo, dobbiamo parlare»  sibilai girandomi improvvisamente.
«Di cosa?»
«Di Marco…» Sussurrai per non svegliare il bambino che dormiva a neanche cinque metri da noi, mentre il suo cellulare cominciava a vibrare.
Silenziosamente lo guardai negli occhi. Io avevo affrontato l'argomento, ma sembrava davvero che Dio o qualsiasi cosa ci fosse stata li su, in cielo, non volesse farmi sapere la verità.
«Amore scusami un attimo...» mormorò incerto, mentre io annuivo osservandolo allontanarsi.
Sembrava fosse davvero una faccenda importante e non avevo nessuna voglia di intromettermi data la sua espressione, così presi il cellulare e mi sedetti su una sedia di plastica aspettando il suo ritorno.
Eppure li, nel più totale dei silenzi riuscivo a comprendere delle parti di discorso che mi facevano rabbrividire. Non avevo la più pallida idea della persona con cui stava parlando, ma era chiaro che non fosse una persona gradita. Stavo per entrare a controllare Marco quando un urlo mi fece sobbalzare
"Non è vero, sei tu un puttaniere"  urlò ancora Leonardo per la centesima volta. Si sentiva che era incazzato e spaventato.
Quella voce glie l'avevo sentita usare solo quando avevamo parlato del ricovero di Lorenzo e tutto ciò mi risultava strano.
"Non è vero smettila " sentii urlare all'improvviso prima di vedere la figura del ragazzo scappare lontano non prima di aver lanciato il cellulare il più lontano possibile sulla spiaggia. Ancora più sorpresa scavalcai la veranda incamminandomi verso l'aggeggio elettronico.
Come se non bastasse, con mia grande sorpresa la chiamata non era ancora finita e così, con la voce tremante presi coraggio e me lo portai all'orecchio.
«Pronto ... ?» dissi incerta della risposta, mentre dall'altra parte una voce maschile mi fece rabbrividire.
«Chi sei, un'altra puttana come mia moglie?»
A quelle parole restai immobile per qualche altro secondo prima di spegnere il telefono e guardarmi intorno per cercare Leonardo.
Ero spaventata, il nome sul display indicava chiaramente che l'uomo con cui avevo appena parlato era il padre dei quattro bambini, ma perché mi aveva detto una cosa del genere, che diavolo stava succedendo?
 
***
 
 
«Ale!» Mi chiamò una voce all’improvviso facendomi sussultare ancora di più.
«Marco, che ci fai in piedi a quest'ora?»
«Ho sentito Leo scappare piangendo» si giustificò il piccolo prima di avvicinarsi a me per abbracciarmi forte forte.
«Era meglio se restavi a dormire, sono quasi le due di notte!»
«Ma che cos'è successo?» A quelle parole mi strinsi nelle spalle, incapace di dargli una risposta sensata. Non lo sapevo neanche io cos’era successo, come potevo rispondergli?
Leo aveva ricevuto una chiamata da suo padre e per tutto il tempo aveva inveito e urlato prima di scappare piangendo, cosa dovevo dire a quel batuffolo che mi osservava con i suoi grandi occhioni?
«Torna a letto piccoletto. Ne parliamo domani» Detto ciò lo presi a manina e lo condussi nel suo letto, mentre un'idea strana si impadroniva di me.
Se io non ero in grado di capire il mio ragazzo, forse qualcun'altro ne sarebbe stato capace e mentre gli occhi del bambino diventavano pesanti nonostante le protesta per voler rimanere sveglio, ben presto lo vidi crollare.
Una volta essermi accertata di ciò, con il cuore che batteva a mille presi il cellulare pregando che il numero non fosse privato e poi mi misi ad ascoltare gli squilli sperando che non fosse troppo tardi.
 
***
 
«Pronto?» Domandò una voce assonnata dall'altra parte della cornetta.
«Hem.. ciao, sono Alessia».
«Alessia, la ragazza di Leonardo? »
«Si…» risposi incerta.
«Come hai avuto il mio numero?» Chiese sorpresa, con una voce spaventata.
«Beh ecco, l'ultima volta che mi hai chiamata ti devi essere dimenticata di mettere il privato».
«Ah.. Beh che ti serve? »
Ascoltando quella frase mi zittii all'improvviso.
Ero incerta se chiederle aiuto o no, ma fino ad allora era stata la persona che sapeva più cose su Leonardo. Lei mi aveva fatto aprire gli occhi, lei mi aveva consigliato di parlare con Marco, lei aveva tormentato la mia vita da quando mi ero fidanzata, cercando sempre di aiutarmi anche se forse in maniera sbagliata.
«Ho bisogno del tuo aiuto. So che tu stai cercando di farmi allontanare da Leo però dici anche di essere la mia salvatrice e quindi…»
«Io non cerco di allontanarti da lui, voglio solo che tu non faccia troppi errori».
«Questo lo capisco ma.. »
«Senti, è tardi e non credo che tu mi abbia chiamato per discutere di questo giusto?» Domandò facendomi sorridere appena.
«Già... »
«Ecco e allora dimmi, che cosa c'è ?»
«Leo questa sera ha ricevuto una chiamata...»  mormorai incerta pentendomi subito di aver aperto quell'argomento con una persona che non avevo mai visto.
«E quindi?»
«E quindi lui è andato in paranoia, continuava a dire che non era vero e robe varie poi ha preso ed è scappato via».
«Non credevo lo facesse ancora...» Mormorò la ragazza dall'atra parte della cornetta lasciandomi di stucco anche perchè si sentiva che nella sua voce c'era molto dolore.
«Che intendi dire?»
«Io non so se è giusto dirtelo perchè qui non si parla più di lui, ma della sua famiglia...era suo papà…»
«Si, l'avevo intuito, c'era scritto anche sul telefono».
«Vedi, Leo sente suo padre poche volte ma quando succede è perchè quell'uomo lo chiama una volta al mese per dirgli sempre le stesse cose».
«E cioè?» Chiesi sulle spine.
«Se non ricordo male, le parole esatte sono : “Tua mamma è una puttana, una che va con tutti” e robe del genere e quando lui piange, gli dice : “Ecco vedi, piangi perche sai che è vero!” »
«Stai scherzando?» Ora tutto aveva un senso, le parole di Leonardo, la sua faccia arrabbiata e triste, il tono di voce che aveva avuto, il perché odiasse tanto parlare di suo padre.
«No.. » Mormorò la mia salvatrice per tutta risposta.
«Ma... tu come sai tutte queste cose?» Mi decisi finalmente a chiedere.
«Non ne posso parlare mi dispiace, comunque trovalo perchè quando succede ha sempre una ricaduta e so che stai cercando di farlo rigare dritto ora non chiamarmi più ti prego, buona serata» Detto ciò mi buttò giù, lasciandomi con un palmo di naso.
Mi stavo andando a cacciare dentro qualcosa che era più grande di me, ormai lo avevo capito, ma non potevo neanche più tirarmene fuori.
 
CIAO!
COSA NE PENSATE, FINALMENTE E’ ENTRATO IN SCENA ANCHE IL PADRE ^^

Chi è peggio?
Mammina o papino?

Fatemi sapereeeeeeee
 
  
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