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Autore: BlueSon    25/09/2014    4 recensioni
Salve dolcezze. Come Va?
Mentre pensavo a come importunarvi ancora con le mie fanfiction ho scovato tra i vecchi quaderni questa storia. La scrissi dopo aver letto uno dei favolosi romanzi di Johanna Lindsey. =D Sorpresa delle sorprese (la cosa ha meravigliato anche me :P) ho deciso di rendere protagonisti di quest'avventura Bulma e Vegeta. Ovviamente non mancheranno scene che riguardano la mia coppia preferita Goku e Chichi. Che dirvi di questa storia? Romantica sicuramente e diversa comunque dal libro. I nostri amati personaggi saranno catapultati nel 1882 in una zona moooooolto calda. Ma non voglio prendermi troppo spazio in questa introduzione. Leggere per credere. Un bacio e un ringraziamento particolare a chi lascerà spazio alle recensioni.
Nota: Carattere OOC inserito su consiglio per il personaggio di Vegeta.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Amore Caldo

Notte…notte di chi non avrebbe mai pensato che potesse esistere paura più grande e più spinosa. Bulma aveva appena lasciato il bagno pronta per infilarsi nel suo letto e dormire fino al giorno del Giudizio Universale. Era davvero stanca e non solo fisicamente. Troppi pensieri vagavano nella sua testa con il solo scopo di confonderla da due giorni a quella parte. Stava per chiudere gli occhi quando sentì un improvviso tonfo provenire dall’ingresso della casa. Il cuore le si fermò in quello stesso istante e  brividi violenti le rizzarono persino i capelli lasciati sciolti per la notte come sempre. Deglutì silenziosamente prima di alzarsi. Prese il suo scarpone poiché fu la prima cosa che le balzò in testa e si avventurò fuori la porta della sua camera. Solo allora si rese conto di quanto avrebbe desiderato trovarsi di fronte un apache, un bandito qualsiasi piuttosto che Vegeta accasciato al suolo con una freccia conficcata nella spalla destra.
“Santo cielo, Vegeta!” sbottò in preda al panico.
“Aiu..aiutami” biascicò lui.
La fronte era bagnata di sudore e una scura macchia di sangue ricopriva la spalla dell’uomo da entrambi i lati. Bulma lo aiutò ad alzarsi e a sedersi su una sedia.
“Chi è stato?” chiese quasi senza pensarci.
“Non importa.” imprecò Vegeta in un sussurro “Devi togliermela.”
Bulma spalancò le sue iridi azzurre.
“Sei impazzito?”
“Devi starmi a sentire.”  
“Vado a chiamare Goku. Ci metterò pochissimo.”
“Non c’è tempo Bulma. O me la togli tu o faccio da solo. Fa male, maledizione!”
Bulma avrebbe voluto piangere. Come poteva fare una cosa del genere con le mani che le tremavano come foglie? Vegeta era bianco come un lenzuolo e lei non lo aveva mai visto in quello stato. Tirò un profondo sospiro.
“Cosa devo fare?”
“Baciami.” pensò lui per un momento, per un folle istante in cui avrebbe desiderato tutto fuorchè trovarsi in quella situazione con lei.
Nello stesso momento in cui, un paio di giorni fa, le aveva detto che non voleva legami si era subito pentito. Avrebbe voluto lasciare Goku con un pretesto qualsiasi e raggiungerla. Voleva stare con lei. Desiderava solo quello. Purtroppo un apache gli aveva depistato la strada e prima che potesse metterlo in fuga quel farabutto gli aveva puntato contro una freccia. Poi era scappato via. Ricordava a tratti come era arrivato fino a casa. Doveva moltissimo al suo cavallo.
“Vai in bagno. Prendi degli asciugamani, delle bende e del disinfettante.” disse dimenticando la brutta sensazione provata quando la punta della freccia gli aveva aperto la carne trapassandolo da parte a parte.
Bulma obbedì in silenzio tornando nel giro di qualche secondo. Aveva preso tutto l’occorrente. Anche ago e filo.
“Ora?”
“Ora spezza la lancia davanti.”
“Vegeta non so…non sono io la persona…”
“Lo sto chiedendo a te. Stammi a sentire per una dannata volta.” sbuffò lui.
In un’altra situazione Bulma lo avrebbe schiaffeggiato senza alcun rimorso. Ora però non ne aveva il coraggio. Gli occhi di Vegeta brillavano come gioielli. Istintivamente portò la mano alla sua fronte maledettamente calda.
“Vegeta hai la febbre?” chiese stupidamente.
“Bulma se non mi togli questa stramaledetta freccia prenderò infezione e dopo non sarei più in grado di fare da solo.”
Anche Bulma aveva cominciato a sudare.
“Ok, ok.”
Perché se aveva acconsentito le sue mani continuavano a tremare? Quasi gli strappò la camicia da dosso. Tirò fuori un altro sospiro e con tutta la calma che poteva raccogliere in quel momento spezzò la punta cercando di non muovere troppo quella sottile ma dolorosissima parte di legno. Vegeta smorzò un grido di dolore che si palesò tutto sul suo volto.
“Scusami.”
L’uomo scosse la testa.
“Ora…ora devi togliermela da dietro e…”
Non ebbe più la forza di continuare. Bulma ammirò quello spirito di coraggio. Uno come Yanko al suo posto sarebbe già morto di paura. Bulma fece il giro della sedia e munita di asciugamano e disinfettante doveva trovare in lei quella stessa forza per fare qualcosa che non avrebbe mai nemmeno immaginato. Vegeta si era fidato di lei e lei non poteva deluderlo. Vegeta non parlava più e Bulma capì che quello era il momento. L’ultima cosa che voleva era rialzarlo di nuovo dal pavimento per un suo svenimento. Tirò la freccia e questa volta Vegeta non riuscì a reprimere un urlo straziante. Bulma fermò il sangue con l’asciugamano imbevuto di disinfettante.
“Va bene” sussurrò lui sfinito.
 Bulma tornò a respirare, il suo cuore cercò di riprendere un ritmo regolare. Doveva solo cucirlo per evitare che uscisse altro sangue. Forse il peggio era passato.
 
 
Erano passate circa un paio d’ore. Bulma si era svegliata di soprassalto proprio come se si fosse appena svegliata da un incubo. Sbattè più volte le ciglia per mettere a fuoco l’immagine. Davanti a lei c’era Vegeta che dormiva profondamente nel suo letto. Un panno d’acqua fredda gli ricopriva la fronte così come quella fasciatura che lei con cura gli aveva preparato ricopriva la spalla. Si guardò per un attimo notando che la sua vestina era ricoperta qua e là di qualche goccia di sangue. Trattenne con tutte le forze un conato di vomito dopodichè tolse il panno sulla fronte dell’uomo e vi poggiò la mano. Non aveva più la febbre costatò lei con un sorriso. Doveva essersi addormentata lì vicino. Si alzò con calma per andare in cucina notando che vi erano ancora segni che indicavano cos’era successo poco prima. Bulma prese le asciugamani e le bende sporche di sangue. Avrebbe voluto buttare via tutto ma non poteva. Optò di liberarsi solo delle bende e di lavare gli asciugamani. Con un paio di lavaggi in più le macchie erano scomparse. Ovviamente non aveva intenzione di stenderle fuori ma le lasciò in ammollo. Dopodichè si gettò velocemente nella vasca cercando di lavare via anche la brutta serata che aveva trascorso. Aveva avuto davvero paura. Forse mai così tanta in vita sua. Indossò una nuova vestina pronta per andare a dormire. Quando però uscì dal bagno si stupì nel ritrovarsi Vegeta sulla soglia della porta della sua camera. Come faceva a stare in piedi?
“Vegeta, che ci fai in piedi?” chiese quasi rimproverandolo “Dovresti riposare.”
“Non ce la faccio a dormire.” disse lui.
Bulma si portò le mani ai fianchi.
 “Questa è bella. Ti ho lasciato pochi minuti fa che dormivi alla grossa.” disse sorridendo cercando di smorzare un po’ la tensione.
Vegeta dovette apprezzare quel tentativo perchè le sorrise divertito.
“Forse allora ho riposato abbastanza. Tu piuttosto hai dormito?”
“Un po’. Ora però ci ritorno. Sono davvero stanca.” ammise.
Bulma non aveva dimenticato cosa Vegeta le aveva detto qualche giorno prima. Voleva sì riprendere le distanze ma non ce la faceva nemmeno a essere così fredda o distaccata. No, il suo cuore proprio non riusciva a sopportarlo. Il suo cervello sembrava volerle dare una mano perchè mandò segnali alle gambe di fare un giro e incamminarsi verso la sua stanza, ma la sua testa non aveva fatto i conti con quel bellissimo cowboy poiché Vegeta le si era avvicinato prendendola per la mano e facendola voltare di nuovo. I loro occhi si incontrarono.
“Dormi con me.” le sussurrò a due centimetri dall’incontrare le sue labbra.
Perchè i loro cuori si erano messi a correre? Da chi e da cosa volevano fuggire? Forse più che fuggire da qualcuno volevano semplicemente raggiungerlo. Vegeta le accarezzò dolcemente la guancia. Bulma chiuse per un attimo gli occhi godendo di quella sensazione di calore e benessere.
“Tu hai detto…”
“So benissimo cosa ho detto e so anche di essermene pentito. Voglio dormire con te. Nient’altro.” le sussurrò scontrando il suo naso con il suo.
Bulma ebbe timore che fosse la febbre a parlare. Istintivamente gli riportò la mano alla fronte e Vegeta rise.
“Sono lucido, donna, non preoccuparti.”
Allora quello era un bellissimo sogno pensò sorridendo. Vegeta era lì vicino a lei, poteva sentire la sua presenza accanto alla sua e le sue labbra a breve distanza dalle sue. Moriva dalla voglia di baciarlo ma aveva paura di rompere quell’incantesimo.
“Terrai le mani a posto?” gli chiese a fior di labbra.
La bocca di Vegeta si aprì in un ghigno.
“Lo prometto.” Le rispose malizioso.
Bulma sorrise felice notando come le cose stavano prendendo la giusta piega. Lo guidò nella sua stanza e un po’ imbarazzata lo fece sistemare al suo fianco. Nel momento in cui Vegeta la cinse con il braccio sinistro il suo cuore fece le capriole. Si accoccolò sul suo petto notando che anche il suo di cuore tamburellava impazzito. Tuttavia la stanchezza era tanta e dopo poco Bulma crollò fra le braccia dell’uomo che tanto l’aveva fatta innamorare.
 
Ed è l’amore che permette all’uomo di fare l’impossibile! L’amore sfida la sorte, il tempo, ogni tipo di avversità. L’amore guarisce ferite vecchie ma tuttora aperte come la mancanza, il dolore, l’abbandono. L’amore è la porta che dà sull’oblio in una stanza dove non c’è passato ne futuro, ma solo il momento in cui l’amore esiste e vive. In quel momento il posto in cui il sentimento più forte del mondo voleva abitare era la camera da letto di Bulma. La giovane donna si era appena svegliata. Stiracchiandosi passò la mano su qualcosa di duro. Era il possente torace di Vegeta che dormiva beatamente accanto a lei. Le guance si colorarono subito di rosso ma non riuscì a fermare la mano che timida ricercatrice percorreva l’ampio petto, gli addominali scolpiti per poi risalire tra l’attaccatura della spalla ferita e il collo fino ad arrivare al viso finalmente rilassato. Smise di accarezzarlo nello stesso istante in cui lo sentì parlare.
“Non smettere.”
L’ammonimento aveva sortito l’effetto contrario. Bulma ritirò immediatamente la mano continuando a mantenersi su un lato. Vegeta girò la testa per guardarla.
“Scusami.” borbottò lei impacciata.
L’ultima cosa che voleva era trovarsi in una situazione compromettente come quella. Non avrebbe saputo dirgli di no se solo lui avesse provato…
“Scuse accettate. Però ora continua.” rise lui prendendo la mano di lei e riportandola sul suo petto.
Ancora una volta Bulma notò come il cuore di lui battesse velocemente. Si rincuorò del fatto che probabilmente quella situazione era importante anche per lui. O stupidamente sperava che fosse così. Toccare la sua pelle la elettrizzava e per un attimo riuscì anche a sostenere il suo sguardo. Fu quell’attimo però che la lanciò dritta verso il baratro. Non sarebbe mai potuta tornare indietro né lei lo voleva. Per questo accettò con gioia e impazienza quello stesso attimo in cui Vegeta unì le loro labbra in un bacio che sembrava non fosse mai destinato a finire. L’uomo si mise anche lui di lato stringendola forte con la mano destra. Per un attimo Bulma ricordò che la sua ferita poteva riaprirsi. In fondo non era un’infermiera.
“Vegeta, la ferita…” gli ricordò in un attimo in cui presero ossigeno.
Vegeta sorrise.
“Da quanto ho capito sei molto brava nel cucito quindi non mi preoccupo.”
Rise divertita mentre la mano che lui aveva appoggiato sul suo fianco la stava incendiando. Vegeta la guardò nei suoi profondi occhi azzurri.
“Io non voglio che tu possa pensare che io ecco…io avevo premeditato tutto. Io non ti prenderei mai in giro…”
“Ah no?” chiese Bulma alzando un sopracciglio.
“Non fino a questo punto. Bulma io…io ho bisogno di te.”
Quelle parole le riscaldarono come se le avessero lanciato addosso lava bollente. La sua mano esploratrice salì fino alla sua spalla.
“Io…”
“Dimmi solo sì o no.” fu subito schietto lui.
Impossibile descrivere le emozioni che entrambi stavano provando. Sarebbe stato più facile catturare il vento. Bulma aveva solo una risposta da dare. Oramai si era già gettata nel dirupo. Avrebbe accettato tutte le possibili conseguenze ma per il momento non aveva nient’altro da dire se non…
“Sì.”
Lo baciò prima che Vegeta potesse ripensarci ma lui non aveva mai avuto dubbi. Sin dall’inizio l’aveva trovata bellissima e in cuor suo aveva desiderato da subito condividere qualcosa di più con lei. Solo non aveva messo in conto che quel qualcosa di più non riguardasse solo l’appagamento fisico ma anche quello del cuore. In quell’istante Bulma stava riempiendo un vuoto dentro di lui che nemmeno Goku o altri erano riusciti a colmare. Bulma gli stava donando qualcosa di grande e di importante e lui avrebbe gustato ogni più piccolo istante, ogni centimetro della sua incantevole pelle dimenticando anche un possibile dolore alla spalla. Bulma sentì il cuore pompare più velocemente. Doveva forse dirgli di non averlo mai fatto con nessuno? E se poi lui si sarebbe tirato indietro? Non voleva che capisse il perchè stava donando proprio a lui la parte più importante del suo corpo. Vegeta con un bacio le fece dimenticare ogni preoccupazione. Bacio che dalle labbra scese lungo li collo, la lingua perlustrò dolcemente il suo orecchio e Bulma sentì improvvisamente il suo corpo in fiamme. Bruciò ancora di più quando sentì Vegeta arrivare con la bocca fino alla scollatura generosa della veste. Ansimò inesperta ma felice. Voleva quello, voleva tutto quello che stava succedendo. Vegeta la ricoprì di baci fino a risalire alla sua bocca. Le loro labbra si rincontrarono, le lingue sfrenate si legarono. Bulma istintivamente circondò con la gamba libera il fianco di Vegeta senza pensare cosa lui avrebbe fatto. Infatti Vegeta accarezzò la sua gamba salendo dal ginocchio fino ai glutei. Bulma ansimò ancora ma facendosi forza con l’altro braccio salì su di lui sedendosi sul bacino da dove poteva sentire la sua erezione premere contro i calzoni. Arrossì vistosamente tuffandosi sulla sua bocca e cercando di fare quello che lui aveva fatto prima con lei. Seguì la linea del collo per poi scendere sul petto e sugli addominali con baci che tracciavano una miccia. Ancora un po’ e Vegeta sarebbe esploso. Quando lei si alzò per guardarlo, lui scattò a sedere incrociando le gambe e permettendo a lei di sedersi praticamente in braccio. Con mani esperte la liberò della veste guastandosi la vista di lei in intimo. Bulma avrebbe voluto mostrarsi più audace ma lo sguardo pece di Vegeta le faceva salire la temperatura corporea e di conseguenza arrossire. Vegeta le baciò dolcemente i seni catapultandola direttamente in cielo. Bulma ansimò sorpresa di come fosse bello fare l’amore con lui. Si aggrappò alla sua testa leonina chiamandolo in un grido di piacere. Vegeta sentì la sua virilità pulsare contro la femminilità di lei e decise che forse doveva affrettare i tempi. Non le chiese cosa preferisse: il suo volto sconvolto dal piacere e dal rossore furono la risposta a milioni di domande. Cambiando posizione la fece distendere sotto di lui e Bulma capì che era giunto il momento. Aveva deciso di tenergli nascosta la sua verginità sperando di riuscire a convincerlo. Con grande coraggio sbottonò i suoi pantaloni. Non seppe come ma Vegeta se ne liberò insieme alle mutande. Bulma arrossì fino all’inverosimile. Perchè Vegeta doveva essere bello e arrogante anche lì? L’uomo capì dove lo sguardo di lei aveva puntato e la cosa lo eccitò maggiormente. Voleva farla sua. Non poteva più aspettare.
“La colpa è tua se sono diventato così.” le sussurrò a fior di labbra prima di baciarla.
Quando Vegeta entrò il lei il dolore fu così acuto e forte che Bulma non potette non nascondere una smorfia. Si nascose subito dietro la sua spalla ma a Vegeta non sfuggì quell’espressione. Un fulmine gli attraversò la mente. Che lei fosse….no, glielo avrebbe detto. Ma il dolore va via, si scoglie come neve al sole. Inizia il piacere, piacere immenso. Bulma inarca la schiena accogliendo quella nuova e incantevole sensazione. Vegeta si tranquillizza e affonda la spinta. L’urlo di lei che ne derivò fu la scarica di adrenalina che lo fece muovere. Bulma si aggrappò all’unica spalla disponibile mentre sentiva che tutto il suo corpo rispondeva a quei movimenti persino la sua bocca, la sua gola che si aprivano a continui gemiti mentre invocava il suo nome come se Vegeta fosse lontano mille miglia! Invece lui era lì, dentro di lei, e stavano facendo l’amore, l’amore vero, come quello che aveva sempre sognato. Vennero insieme in un posto dove solo gli innamorati possono arrivare anche da vivi. Destinazione raggiunta. Benvenuti in Paradiso!

 
Buonasera donzelle,
dite la verità? Chi aveva pensato che non avrei pubblicato oggi? XD
Invece eccomi qua, con un esame in meno sulle spalle e tanta voglia di relax prima di un nuovo anno. Capitolo più piccolo ma ricco di emozioni che ne dite? Finalmente direte voi. Eh beh, ci voleva proprio.
Non so quanto il capitolo precedente vi sia piaciuto e spero di non avervi deluso o almeno di aver riparato con questo. Mi allungo un attimo (non mi colpite XD ) per ringraziare tutte voi. So di non aver mandato messaggi di ringraziamento ma sono stata molto impegnata e il tempo l’ho usato solo per pubblicare. In questi giorni ringrazierò una per una ve lo prometto. Che dire se non grazie per la presenza che mi dimostrate ogni volta non solo con le recensioni ma anche con le visualizzazioni? Ringrazio voi che avete inserito la storia tra le seguite o tra le preferite. Vi ringrazio davvero dal profondo del cuore. :D
Un abbraccio e una dolcissima notte a tutte.
Alla prossima, BlueSon
  
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