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Autore: Verdeirlanda    26/09/2014    2 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: 
Non mi stancherò mai di ringraziare le meravigliose autrici che recensiscono ogni capitolo con affetto! Sono davvero felice che la mia storia vi piaccia.
E grazie a chi legge silenziosamente. ^^
Detto ciò, veniamo alla storia.
Finalmente entreremo nella Volta Celeste, e per esplorarla tutta ci vorranno alcuni capitoli. La mia intenzione è evitare di scrivere un capitolo troppo lungo e dispersivo, credo sia più pratico per chi legge frammentare la vicenda.
Precisazione finita, vi lascio alla lettura. :)
Baci!
VerdeIrlanda 
 
 
Parte prima.
 
Zoroastro si appoggiò su un gomito e guardò Beatrice negli occhi, le baciò la punta del naso. Lei gli sorrise, serena.
Il duello con Riario era ormai un eco che si affievoliva ora dopo ora, il suo Zo era lì con lei, sano e salvo.
Tornati nella loro stanza Beatrice non aveva esitato un secondo nel prendere tra le mani il viso di Zoroastro per baciarlo con passione disperata, passando le mani tra i suoi riccioli neri, spingendolo verso il letto. Pochi istanti prima aveva creduto di perderlo, aveva bisogno di averlo, di amarlo, di farsi amare. Zo l'aveva baciata a sua volta e aveva scherzato sul fatto che era tutto sporco di terra e sudore, ma lei spogliandolo aveva mormorato che non importava, e avevano fatto l'amore fino a rimanere senza fiato.
Stanca ma felice, Beatrice guardò Zoroastro e scostò con le dita alcuni riccioli che gli si erano appiccicati alla fronte imperlata di sudore, poi le sfuggì una risata infantile e gli scompigliò i capelli, Zo rise e tornò sopra di lei, abbracciandola, nascondendo il viso tra le piaghe del collo di lei, baciò la sua pelle umida, poi sospirò e appoggiò la testa sul seno di lei, chiuse gli occhi.
Beatrice iniziò ad accarezzargli i riccioli e il viso, anche le sue palpebre si chiusero.
"Ho davvero creduto che ti avrei perso oggi." mormorò Beatrice.
"È per questo che hai fatto l'amore in modo così appassionato, senza nemmeno darmi il tempo di farmi un bagno?" la prese in giro lui.
Beatrice sospirò e rispose: "Sì. E comunque credo di averti visto conciato peggio di così..."
"Sei un'impertinente!" rise lui e le diede dei pizzichi delicati sul fianco.
Beatrice sussultò e ridacchiò per il solletico: "Va bene va bene, scusa!"
Dopo un po' Zoroastro si sollevò di nuovo sui gomiti e la guardò, la baciò: "È merito tuo sai."
"Il fatto che tu sia così soddisfatto? Lo so..." scherzò Beatrice.
"Ma smettila!" esclamò lui pizzicandola di nuovo con dolcezza "È merito tuo se sono vivo. Hai convinto Ima a graziarmi."
Beatrice rise e poi gli prese il viso tra le mani, lo baciò: "È merito delle stelle, ci proteggono da quando ci siamo conosciuti."
"E questa teoria da dove è uscita?" 
Bea gli raccontò che Ima aveva avuto una visione del loro primo incontro, e Zoroastro rimase basito: "...per questo ti ha salvato, ha visto quella notte, era lì, nella radura." 
"Sicura di non averle raccontato del nostro primo incontro?" mormorò Zoroastro sdraiandosi accanto a lei "Forse glielo hai detto e lei ha usato questa informazione per aiutarci."
"No, non le ho mai raccontato di quella notte." rispose Beatrice "Zo, l'ho vista, per qualche istante sembrava che non fosse lì con noi, era assente, gli occhi vacui e il corpo rigido...ha avuto davvero una visione. Io credevo che i suoi sogni fossero indotti da misture allucinogene, ma ora sono convinta che lei riesca a vedere oltre il nostro mondo, ha davvero un dono."
Zoroastro la guardò: "Tutto questo è pazzesco, ma dopotutto dovremmo essere abituati a queste follie..."
Beatrice sorrise: "Non vedi il lato positivo."
"Che sarebbe?"
Beatrice si spostò sopra di lui, gli baciò le labbra e lo guardò negli occhi: "Che noi siamo legati da qualcosa di così profondo che trascende il tempo e lo spazio. Che nonostante tutto ciò che può accadere io e te staremo insieme, perché lo vogliono le stelle." 
 
 
Dopo una settimana Ima non aveva ancora acconsentito l'accesso alla Volta Celeste, e questo rendeva Leonardo sempre più nervoso, come se avesse un disperato bisogno di esprimere il suo genio. Beatrice era molto preoccupata per il fratello, lo conosceva e quando iniziava ad agitarsi così era pericoloso, sopratutto per se stesso, come un pazzo dormiente pronto ad esplodere. 
"Lo sai cosa succede quando mio fratello fa così." bisbigliò a Zoroastro mentre entrambi guardavano Leonardo intento a studiare la mappa di Leda, le dita dell'artista si muovevano in modo vorticoso "Si immerge totalmente nel suo obiettivo e diventa ossessivo, tutto ciò che conta è riuscire nell'impresa, e se non ci riesce..."
"Lo so." disse Zoroastro scuotendo la testa "E credo che il Libro delle Lamine lo abbia davvero rapito, è così da quando Antea gli ha raccontato dei Figli di Mitra."
"Dobbiamo tenerlo d'occhio Zo, sai come diventa Leonardo quando lavora a un progetto, tende ad estraniarsi e non il suo genio lo porta a non curarsi di se stesso."
"E degli altri." mormorò Zoroastro, Beatrice lo guardò interrogativa.
"Andiamo Bea, lo sai che è così. Voglio bene a Leonardo, ma quando fa così non esiste altro se non il suo obiettivo. Dobbiamo tenere gli occhi aperti per il suo bene, ma anche per il nostro." rispose lui, e Beatrice non poté fare altro che annuire, purtroppo Zoroastro aveva ragione.
Beatrice si sedette accanto a Leonardo, cercò di richiamare la sua attenzione ma lui continuò a tamburellare le dita sulla pergamena.
"Leo." ripetè toccandogli un braccio, e Leonardo si voltò verso di lei sorpreso, non si accorto della sua presenza.
"Che c'è?" chiese brusco.
"Ti volevo dire una cosa, credo possa essere importante."
Nico e Zoroastro si sedettero con loro, allora Beatrice raccontò di Ima e della sua visione del passato.
Leonardo ne fu entusiasta: "Quindi c'è un senso più ampio in tutto questo! Ah ah!" esclamò sorridente.
Nico fu meno contento di questa rivelazione, ricordava che Ima in una visione aveva visto entrare nell'ultima stanza della Volta solo Leo, Bea e il conte, e ora che conosceva le reali capacità sensitive della sacerdotessa era preoccupato, si chiese se questo significasse che a lui e a Zoroastro sarebbe successo qualcosa di terribile durante il percorso, ma non rivelò le sue preoccupazioni.
"Inoltre Ima ha aggiunto un dettaglio ieri, quando sono andata a chiederle della Volta. Mi ha chiesto chi fosse la donna vestita di bianco che ci osservava attraverso gli alberi, io sono caduta dalle nuvole, non ricordo di aver visto nessuno." continuò Beatrice "Ma Ima ha detto che io mi sono addirittura girata per guardarla."
"Forse era tua madre, ha detto a Zoroastro di essere tornata a Firenze alcune volte per vederti." disse Nico.
"È strano che non me ne ricordi..."
"Era buio, forse non l'hai davvero vista." concluse Zoroastro.
"Un problema alla volta, ci occuperemo anche di questa donna misteriosa, ma per ora dobbiamo concentrarci sul Libro delle Lamine." rispose Leonardo e indicò la mappa di Leda "Ragioniamo su questa."
Beatrice e Zoroastro si lanciarono uno sguardo eloquente, fu la ragazza a parlare: "Leo, non farti trascinare da questa ricerca, cerca di rimanere con i piedi per terra, devi essere lucido."
Leonardo mugugnò qualcosa e poi tornò a studiare la pergamena.
"Sono seria Leonardo, devi..."
"Oddio Bea stai tranquilla!" sbuffò Leo "Andrà tutto bene, fidatevi di me."
La ragazza sospirò, pregando che il fratello avesse ragione, ma una voce nella testa le diceva di stare in guardia.
 
 
Passarono diversi giorni prima che Ima facesse il grande annuncio, finalmente li avrebbe condotti alla Volta Celeste. Aveva fatto un sogno, gli dei erano finalmente quieti ed acconsentivano al loro ingresso.
Convocò gli stranieri al tempio, spiegò loro cosa avrebbero fatto: "Oggi insieme entreremo nella Volta amici miei. Dovrete aguzzare il vostro ingegno per superare i tranelli che sono costruiti per impedire ai non puri di cuore di entrarvi. Una volta giunti all'ultima stanza, quella in cui è custodito il Libro, potremo accedervi solamente io, Leonardo, Beatrice e Girolamo."
"E cosa dovremo fare solo noi quattro?" chiese Riario. 
"Nessuno sa cosa si nasconde nella Volta, lo scopriremo lì. Se non avete altre domande da pormi possiamo andare." concluse Ima, e dato che nessuno parlò ordinò ai soldati di scortare tutti alla Volta Celeste.
Ci volle un'ora di cammino attraverso le montagne per giungere in quel luogo misterioso.
Leonardo osservò l'entrata della Volta: "È quella?" mormorò emozionato, da tempo attendeva quel momento.
Ima annuì, e gli sorrise: "Nessuno vi entra da anni. Finalmente voi riporterete il Libro alla luce."
L'ingresso della Volta Celeste era una semplice apertura tra le rocce, sembrava la banale entrata di una grotta. Girolamo storse il naso mentre varcavano la soglia, aveva immaginato che un luogo così speciale avesse un ingresso diverso, più solenne, celebrativo. Ma riflettendo comprese che quel luogo era stato concepito per essere nascosto, una simile entrata aveva dunque senso.
Ima ordinò ai quattro soldati che erano con loro di far strada con le torce e condusse tutti lungo un corridoio stretto e umido che terminò aprendosi in una stanza rotonda dalle pareti di pietra liscia. I guerrieri infilarono le torce in quattro grandi candelabri infilati nel pavimento vicino alle pareti, Ima guadagnò il centro della stanza.
"Nessuno di noi è mai andato oltre questa camera." spiegò la sacerdotessa.
"Ci credo, è un vicolo cieco." commentò Zoroastro.
Gli stranieri notarono con stupore che i muri erano privi di porte e di qualsiasi altro accesso ad una stanza successiva. Le pareti tuttavia era decorate con pitture ormai sbiadite che raffiguravano uccelli colorati tipici di quella terra.
Leonardo socchiuse gli occhi nel riflettere e poi appoggiò l'orecchio al muro, vi diede dei pugni leggeri, scivolò lungo la parete, ripeté l'operazione diverse volte finché finalmente i colpetti emisero un suono sordo.
"Ah ah! Suona a vuoto!" esultò "Ci deve essere un'apertura qui dietro."
"E come ci arriviamo?" chiese Beatrice.
"Potremmo sfondare il muro..." propose Girolamo.
Ima lo guardò severa: "Distruggere la Volta sarebbe un insulto ai nostri dei. La Volta è come il corpo di una vergine, non si può violare."
Beatrice avvertì come un senso di nausea a quelle parole, Ima non lo sapeva ma Girolamo non era tipo da farsi scrupoli nel violare una donna.
Leonardo scosse la testa, e gesticolando disse: "No no, ragioniamo. I Figli di Mitra hanno creato questo posto in modo tale che solo i loro discendenti potessero accedervi. Ricordate? Hanno ideato delle soluzioni a cui possono giungere solo coloro che sono stati istruiti dalla setta, altrimenti la Volta sarebbe accessibile per chiunque."
"Giusto, quindi dobbiamo pensare come farebbe un Figlio di Mitra." disse Zoroastro.
"Mia madre prima di morire ci ha svelato l'enigma dei colori." ricordò Beatrice "Ci ha dato sicuramente altre informazioni. Leo, Leda ti ha cresciuto per alcuni anni e ti ha insegnato delle cose." disse guardando suo fratello e sperando nella sua memoria perfetta.
Leonardo rifletté, cercò di tornare a quegli anni, era piccolo allora, e Leda si occupava di lui in modo amorevole. Si ricordò di lei con il pancione, gli insegnava le filastrocche che un giorno avrebbe dovuto insegnare alla sua sorellina, lo guardava disegnare e costruire modellini con la pergamena, gli raccontava delle favole. Per un istante Leonardo fu invaso da una grande malinconia, Leda era stata una madre per lui, l'unica che avesse conosciuto in effetti. 
"È tutto troppo vago. Non ci sono indizi che mi permettano..." Leonardo si bloccò, guardò gli animali dipinti sui muri, sorrise "Ma certo..." si mosse in modo frenetico lungo la stanza, guardando in alto e in basso, stava cercando qualcosa. Poi si fermò, guardò Ima "Dì ai tuoi soldati di afferrare saldamente i candelabri, e di spingere tutti insieme verso sinistra quando gli farò un cenno!" 
Zo lo guardò curioso: "Leo, cosa..."
"Fidatevi, ho capito!" disse entusiasta l'artista.
Ima diede disposizione ai suoi uomini, i quali attesero l'ordine di Leonardo. 
A un suo cenno deciso i guerrieri iniziarono a spingere con forza. All'inizio non successe nulla, ma dopo pochi secondi la stanza iniziò a tremare, dal pavimento sbuffò una nuvola di polvere e alcuni sassi simili a ghiaia caddero dal soffitto, e i candelabri iniziarono a muoversi.
"Stanno girando!" gridò Nico, la striscia di pavimento in cui erano stati piantati i candelabri stava scivolando in modo circolare sotto la spinta dei guerrieri.
"Guardate!" esclamò Beatrice.
Il muro di pietra iniziò a scivolare di lato e l'apertura da cui erano entrati si spostò con esso fino a rivelare l'accesso alla stanza successiva, un buco rettangolare basso e largo. Ima guardava Leonardo con ammirazione, era vero ciò che avevano raccontato, i discendenti dei Figli di Mitra erano esseri dalla mente portentosa.
"Sei un genio!" disse Zoroastro mettendo un braccio attorno alle spalle dell'amico "Ma come hai capito il meccanismo?"
Leonardo lo guardò sorridendo: "Un gioco che Leda costruì per me. Due cerchi di pergamena concentrici, su quello interno mi fece disegnare degli animali, su quello esterno aveva ritagliato lei stessa delle finestrelle. Leda cantava una filastrocca e faceva girare il foglio interno, così si potevano vedere gli animali fare capolino dai ritagli. Lo trovavo molto divertente."
Ima sorrise a Leonardo: "Ora possiamo proseguire." disse, ordinò ai soldati di precederli nella nuova stanza.
"Ottimo lavoro artista." commentò Riario seguendo Ima e i guerrieri.
"Già, ottimo lavoro." Bea gli accarezzò una guancia, Leonardo le sorrise "È incredibile che ti sia ricordato di questo gioco."
"Merito dei pappagalli!" esclamò Leonardo "È stato questo dettaglio a ricordarmelo. Accidenti...Leda sapeva il fatto suo...mi ha davvero istruito e io non me ne sono mai reso conto." sorrise agli amici e si infilò nell'apertura.
Dopo aver attraversato un altro corridoio umido sbucarono in una stanza quadrata. 
"Adesso che cosa dobbiamo fare?" chiese Nico.
I presenti osservarono l'enigma che si trovava di fronte a loro, sulla parete alla loro destra c'era una porta bloccata nel muro da tre barre di ferro e sulla parete alla loro sinistra c'erano dodici quadrati d'oro non più larghi di un palmo incastonati nella pietra. Su ogni tassello dorato era inciso un simbolo.
Osservarono quei disegni con attenzione, quando gli occhi di Zoroastro si posarono sul quinto simbolo si sgranarono: "Non è possibile."
Beatrice si avvicinò a lui: "Ma come..." mormorò stupita, lei e Zo si guardarono negli occhi.
Zoroastro scosse la testa: "Deve essere un trucco, un caso forse." 
"Non esistono coincidenze, ormai dovremmo averlo capito." disse Leonardo.
Zoroastro si passò una mano tra i riccioli, nervoso era sorpreso più di tutti: "E allora cosa vuol dire...cosa significa tutto questo per noi..." deglutì "...per me?" 
 
...fine prima parte...
 
 
 
 
 
 
 
  
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