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Autore: genesisandapocalypse    26/09/2014    2 recensioni
Incomprensibile è la fuga di Deborah.
Incomprensibile è la scelta di Beatriz.
Incomprensibile è la bellezza di Jamaica.
Incomprensibile è il fastidio di Kriziana.
Incomprensibile è il pianto non avvenuto di Calum
Incomprensibile è l’autostima a terra di Michael.
Incomprensibile è la preferenza di Luke.
Incomprensibile è la gioia esagerata di Ashton.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Incomprensibile.

RICHIESTE E PICCOLI AIUTI.
 
Ad Adele, che mi sta risuonando nelle orecchie,
Alla mia scuola, che mi ha fregato più tempo del dovuto nel momento della sua nullafacenza,
Alla mia fantasia, che arriva sempre nel momento in cui i miei occhi vorrebbero chiudersi.
 
Beatriz sente il fiato pesante e l’agitazione circondarla, mentre scorge i capelli scoloriti di Michael uscire dalla scuola, seguito dalla ragazza con i capelli azzurri e i due ragazzi, uno l’opposto dell’altro.
Michael ha gli occhi più sgranati del solito e, questo, gli conferisce l’aspetto un po’ folle, eppure lei lo trova adorabile, forse perché gli ricorda un peluche, con quei capelli strampalati e gli occhioni verde-acqua.
Si porta una mano ai capelli, ricci e indomabili, e cerca di sistemarli un poco, poi si sistema la camicetta e si toglie e rimette un anello d’argento che ha al pollice.
È agitata, perché è la prima volta che esce con un ragazzo che ha adocchiato lei, e non il contrario.
Poi Michael è così carino, secondo lei, che le guance diventano di un colore molto simile al rosso pomodoro e, seppure cerca di nasconderle guardando per terra, dal sorrisetto di un Michael ormai troppo vicino capisce che le ha notate benissimo.
«Ehi,» borbotta lui, un po’ impacciato, perché non è assolutamente abituato a parlare con le ragazze, tanto meno con quelle belle.
Beatriz alza il viso e sorride, la sfacciataggine di prima è sparita e, al suo posto, c’è una timidezza piuttosto visibile.
«Ciao, Mike,» dice lei, piano, con la voce tanto delicata e dolce da poter risultare miele, poi si passa nuovamente una mano tra i capelli ricci, attenta a non incastrare le dita fra di essi.
Michael è emozionato, mentre incontra dietro la testa della ragazza gli occhi di Luke, intimidatori. Con una mano lo invita a continuare la conversazione con Beatriz, che ha le guance rosse e il sorriso più bello del mondo, oltre che il più tremolante.
«Beh, uhm - inizia, passandosi una mano tra i capelli e guardandole per un attimo le scarpe da ginnastica - come va?» non gli sembra il caso di arrivare subito al punto, sarebbe triste e frettoloso, poi dovrebbe andarsene subito, invece vuole continuare a guardarla per qualche altro minuto.
«Bene, stanca dopo l’ora di fisica, ma bene, e tu?» chiede lei di rimando, incrociando le mani e osservandogli ogni tratto del viso, perché è la prima volta che lo può guardare da così vicino. Le piacciono i suoi occhi, grandi, espressivi, verdi, le piace il modo in cui, con un’occhiata, riesce a esprimere tutti i suoi sentimenti. Le piace il suo naso, dritto, arrotondato un poco alla punta. Le piacciono le labbra, sempre leggermente sporgenti, rosate e carnose.
È bello, Michael, e nemmeno se ne accorge. Lei vuole proprio quello, vuole fargli accorgere della sua bellezza.
«Uhm, bene,» borbotta il ragazzo, poi le osserva le mani incrociate e infine riporta gli occhi al suo viso, li passa per ogni tratto del volto, studiando ogni minimo dettaglio.
«Insomma, domani sera hai da fare?» chiede, dopo un po’, dondolandosi di poco sui talloni.
Beatriz scuote la testa, con un altro sorriso: «no - dice, decisa e sicura - passami a prendere alle otto, d’accordo?» Michael sgrana gli occhi e annuisce, prima di acchiappare un biglietto che gli passa la ragazza, sorridente.
«A domani, Mike,» dice lei, prima di girarsi e andarsene, lasciandolo con un bigliettino in mano. La guarda avviarsi con calma verso una macchina grigia, dentro c’è una ragazza dall’aspetto più grande che le sorride.
Appena la macchina parte e gli amici gli si avvicinano, apre il biglietto. Sopra c’è scritto un numero di telefono e un indirizzo.
Sorride.
 
«Ehi, Luke!» una voce cinguettante arriva alle orecchie del biondo, che sgrana gli occhi e si guarda in giro, cercando un qualunque buco in cui lanciarsi e nascondersi per qualche minuto.
Sbuffa, irritato, perché sente la risatina di Calum e guarda i suoi amici scappare via, mentre lui rimane fermo e sente di nuovo quell’ochetta chiamarlo.
«Luke,» la voce di Jessica gli arriva alle orecchie ancora più stridula, data la vicinanza, quindi si trova costretto a girarsi e a fingere un sorriso. Una tra le più popolari della scuola, che si finge migliore amica di Beatriz anche se quest’ultima cerca sempre di scollarsela di dosso, si ritrova a spiccicarsi contro Luke, che alza gli occhi al cielo, leggermente disgustato da quel contatto fisico.
Jessica ha gli occhi azzurri e i capelli biondi, tipica australiana. È una civetta a cui tanti vanno dietro, o forse vanno dietro al suo culo, o alla sua “porta” sempre aperta.
Non ha nulla da ridire, sul suo aspetto fisico, Luke, perché alla fine è dannatamente figa. Il problema è che è irritante, fastidiosa, egocentrica, civettuola, stupida, finta e puttana, e a Luke non piace niente di ciò.
In tanti gli hanno dato del gay tanto volte, a lui, perché nessuno può rifiutare una bambolina come Jessica, ma diamine, come può andare anche semplicemente a letto con una che sa meglio come scopare che come mettersi un giacchetto?
Per carità, delle poche volte che l’ha resa felice e ci è andato a letto non può lamentarsi, ci ha dato dentro e si è divertito, ma si è dovuto mettere i tappi all’orecchie per le urla stridule e le chiacchiere insensate.
«Lukey, ti ho cercato tutto il giorno,» piagnucola lei, con il labbro inferiore all’ingiù, mentre acchiappa dal colletto della felpa nera e lo tira a sé, abbassandolo di poco perché, sì, lei è alta, ma Luke è uno spilungone.
«Ah sì? Non ti ho proprio vista, oggi, poi ho avuto da fare, sai..» borbotta, in realtà l’ha vista più volte, ma è semplicemente scappato. La cozza gli si spiaccica addosso e annuisce, sorridendo maliziosa.
«Sai, Lukey caro - brontola, baciandogli il collo e facendolo irrigidire - è stata una giornata così stressante - continua, passandogli una mano sul petto coperto dalla felpa - avrei tanto bisogno di uno sfogo,» aggiunge, allargando il sorriso.
Luke rabbrividisce quando le unghie rosa shocking gli accarezzano la mascella e finge un sorriso: «vorrei tanto Jessica - dice, acchiappando con le mani le braccia di lei e allontanandole dal suo corpo - ma, sai, oggi proprio non posso, sono impegnato,» aggiunge, serrando le labbra in una specie di sorriso e alzando le sopracciglia arcuate.
La ragazza sbuffa e si avvicina nuovamente a lui: «cosa mai avrai da fare più interessante del sesso? - dice lei, poi gli prende una mano e poggia il palmo aperto sul suo fondo schiena - non vorresti accarezzarlo senza uno schifoso jeans addosso? - poi porta la sua mano sul collo - non hai proprio voglia di baciarlo, Lukey?» sorride maliziosa e si passa la lingua sul labbro superiore.
Luke allontana la mano di scatto, perché vabbè che non gli piace, ma comunque è un adolescente con gli ormoni in subbuglio e Jessica sa benissimo che quello è il metodo per farlo cedere.
Si allontana di un passo, seppure le mani di lei siano arpionate alla sua felpa: «mi ‘spiace, Je’, ma oggi proprio no,» brontola, cercando di staccare quelle tenaglie con lo smalto un po’ troppo visibile.
Jessica sbatte i piedi a terra, non le piace quando qualcuno le dice di no, soprattutto se si tratta di sesso.
Luke Hemmings glielo dice troppo spesso, che non ha voglia, e a lei non sta bene, perché quel biondo lo vorrebbe 24 ore su 24 e invece si deve far bastare quel poco, quando riesce a beccarlo nei suoi momenti giusti e convincerlo.
«Smettila, Luke, lo so che non hai niente da fare - dichiara, piccata, incrociando le braccia al seno prosperoso - quindi basta mentire e scopiamo per bene,» aggiunge, facendo sgranare gli occhi al biondo per quel linguaggio scurrile che non si adatta al viso di una ragazza.
«No, davvero Jessica, ho da fare oggi,» borbotta ancora, sistemandosi il cappelletto grigio sul capo ed evitando accuratamente lo sguardo azzurro della ragazza, infastidita.
«E allora dimmi cosa avresti da fare, su!» sorride, perché se lui non troverà una risposta alla svelta allora lo acchiapperà e se lo porterà via a forza.
Luke si passa un dito sul colletto della felpa e sbuffa: «io, uhm…» non sa proprio che inventarsi, mentre guarda quella vipera fastidiosa di fronte a lui.
Ma proprio con lui vuole scopare? Non c’è nessun’altro che si offre volontario?
Può dire di dover suonare con Michael, lei lo sa che tal volta lo fanno, ma sono così scarse le volte che succede che risulta anormale.
Può dire di dover studiare, ma Jessica sa bene che si è avvantaggiato tutti i compiti e ha il pomeriggio decisamente libero.
«Deve lavorare ad un progetto con me, ecco cosa deve fare,» una voce fredda e calcolata gli fa girare gli occhi di scatto, incontra due pozzi castani e gelidi.
Jessica si volta, infastidita, perché ormai ce l’aveva nelle mani, prima di scontrarsi con la figura di una tappa tanto magra da sembrare un grissino.
«Beh, non puoi pensarci da sola, palo della luce?» dice, velenosa, guardando storto la ragazza di fronte a lei, che non si lascia scalfire dalla frase e ghigna, divertita.
Si avvicina di un passo.
«No, Barbie, non posso - dice, le mani minute si posano sui fianchi stretti - si da il caso che non sia la sua schiava,» aggiunge, poi si avvicina di qualche passo, tanto da arrivare accanto al biondo, che ancora non ha spiccicato parola, e acchiapparlo per una manica.
«Andiamo, biondino, abbiamo tanto da fare - dice, girandosi, dopo aver lanciato un’occhiata soddisfatta alla vipera - ciao, ciao, Barbie, vatti a cercare un altro giocattolo, per oggi,» aggiunge, scuotendo la mano libera in segno di saluto e sorridendo falsamente.
Si allontanano sotto i lamenti infastiditi della bionda e Luke si ritrova ad osservare da vicino il viso di Jamaica Greenland, la ragazza nuova, quella per cui si è ritrovato a sbavare tutta la lezione di letteratura.
Nota che è tanto piccolina da arrivargli a metà braccio e prova un moto di tenerezza.
«Perché l’hai fatto?» chiede, confuso, mentre lei si ferma e tira fuori una sigaretta, accendendola.
Gliela offre, ma lui non accetta. Non è mai piaciuto il fumo, a Luke, salutista com’è.
«Non ho mai visto un ragazzo rifiutare del sesso,» borbotta lei come scusa, senza guardarlo in faccia, portandosi la sigaretta alle labbra carnose e chiare. Luke studia ogni movimento, attento.
«Sono un sentimentale,» risponde lui, incrociando le braccia al petto e sorridendo leggermente, di rimando al sorriso divertito della ragazza.
«Comunque grazie, non l’avrei sopportata un minuto in più,» dice, sospirando, perché quella bionda è la sua rovina.
Lei si gira a guardarlo, incastrando i loro occhi. Ha uno sguardo particolare, freddo ma allo stesso tempo caldo. Gli occhi sono grandi e senza un filo di trucco, e questo li rende decisamente più luminosi.
«Figurati, mi fa piacere aiutare donzelli in difficoltà,» scherza, lasciando intravede una fila di denti bianchi.
Luke ride.
«Una vera eroina, devo dire,» dice lui, portando le mani al cellulare per vedere l’orario.
«Sarà ora di tornarsene a casa - brontola, poi si gira verso di lei, che ha finito la sigaretta e la sta schiacciando con la scarpa - ti accompagno a casa?» chiede, speranzoso, perché ha voglia di parlarci un altro po’.
Jamaica scuote la testa: «grazie, ma non ce n’è bisogno,» dice, aggiustandosi la felpa sulle spalle.
Il biondo alza le sopracciglia e sorride di nuovo: «sono in debito con te, quindi ce n’è bisogno!» esclama, portandosi una mano in tasca.
Jamaica sorride e poi scuote la testa di nuovo.
«No, davvero, non voglio che sprechi tempo,» ribatte, incrociando le braccia fine e guardando Luke, che fa una smorfia e inclina la testa.
«Ma dai!» esclama, allargando le braccia.
Jamaica ride e, con un dito, fa segno di “no”.
«D’accordo, d’accordo,» borbotta Luke e poi, appena Jamaica si gira per iniziare a incamminarsi, questo la segue.
«Da che parte abiti, scusa?» chiede, incuriosita e sospettosa.
Luke alza le spalle, gira lo sguardo e poi indica la direzione opposta.
«E che stai facendo, allora?» chiede, ancora, stranita.
Luke ride.
«Ti accompagno a casa, ovvio no?» Jamaica sbuffa, ma si arrende.
 
Kriziana nota con orrore la ricrescita nera e fa una smorfia davanti allo specchio. Si dovrebbe proprio rifare la tinta, ma non ne ha granché voglia.
Tra qualche minuto dovrebbe uscire e ritrovarsi con Michael per un giro al centro commerciale, che gli ha promesso di aiutarlo a scegliere qualcosa di nuovo per l’inverno ormai inoltrato.
Lei sa che deve solo comprare qualcosa di carino per Beatriz.
È ancora titubante sulla storia, perché Beatriz è la più bella della scuola e lei ha paura che scherzi con i sentimenti di Michael, per divertimento. Insomma, non che ritenga Michael brutto, uno che non può essere all’altezza di quella, ma quella tipa è “amica” di Kevin. Che si siano messi d’accordo?
Spera decisamente di no, perché Michael ha bisogno di essere felice e spera che Beatriz lo aiuti, gli stia vicino e, soprattutto, gli faccia alzare quell’autostima sotto le suole delle scarpe, anche se è troppo presto per parlare.
Diamine, come fa il suo migliore amico a vedersi così orribile? Le si è stretto il cuore in una morsa dolorosa quando l’ha sentito dire “una come te non uscirebbe mai con uno come me”.
Perché mai? Lui si ritiene non abbastanza, ma Kriziana lo ritiene pure troppo.
Sì, ok, Beatriz è splendida, ma lui si dovrebbe guardare con gli occhi di Kriziana. Lui è meraviglioso, è lucente, è solare, anche se sta passando un periodo un po’ così, come tutti loro d’altronde, ma rimane splendente. Uno che brilla così, come fa a non essere abbastanza?
Sbuffa, passandosi una mano tra i capelli e sentendo il cellulare trillare. Michael continua ad agitarsi e a chiedere quanti soldi potrebbe portarsi.
Ha ancora qualche minuto, prima di dover uscire di casa, quindi si sdraia sul letto e acchiappa il cellulare, cercando di far calmare Michael.
Il cellulare trilla di nuovo ma ‘sta volta è un altro numero.
Almeno tu potevi darmi una mano, prima!” è Luke, probabilmente si riferisce a Jessica, pensa lei, perché sennò non le viene niente in mente.
Perché mai? Te la sei già fatta, una volta in più non penso che ti guasta!” è nervosa, perché Luke la innervosisce, con quei suoi modi di fare, il fatto che le va sempre contro e che sembra farle presente, sempre, quante ragazze ha ai suoi piedi.
Lo sai che non la sopporto, a quella!” gli arriva quasi subito il suo messaggio. Lei alza gli occhi al cielo, perché lo sa che, alla fine, quel biondino, se si tratta di sesso, non è poi così schizzinoso.
A me non sembrava la settimana scorsa, quando te la stavi slinguazzando per bene al Kimical” bah, l’ha visto proprio come quella biondina gli si strusciava addosso e no, non si è spostato, nemmeno quando ha incrociato gli occhi con quelli di Kriziana, che lo guardava leggermente storto.
Era diverso, lì..” risposta del cazzo, pensa lei, perché non ha senso. La odia, a quella civetta, Kriziana, perché è insopportabile e si struscia troppo spesso addosso a Luke, non che le importi di lui.
Poi odia anche Luke e non capisce come faccia, quel tipo, ad essere il migliore amico di Deborah – sempre se lo è ancora -, insomma, è un idiota!, forse un po’ lo odia perché la stuzzica troppo spesso, perché la tratta male e poi le scrive messaggini in continuazione. Cosa vuole dalla sua vita?
Alla fine mi ha salvato la ragazza nuova, sai? Jamaica Greenland” Kriziana ringhia, perché non le interessa minimamente di chi l’abbia salvato, soprattutto se è una ragazza, nuova in più.
Ti sei scopato lei al posto della Johnson?” chiede, e se fossero stati faccia a faccia Luke avrebbe potuto notare l’acidità nell’affermazione.
E se anche fosse?” lo odia, ecco perché, per le sue frecciatine insensate. Non le importa niente, facesse come vuole, quel pezzo di idiota.
Fatti tuoi!” butta il cellulare sul letto e sbuffa, ma poi lo  riprende appena lo sente trillare.
Sei gelosa, White?” finisce la frase con un occhiolino e una faccina ridente. Kriziana freme di fastidio, perché è ovvio che non è gelosa, non le importa di certo delle scopate di quell’ebete.
Ti piacerebbe, Hemmings!” risponde, senza nessuna faccina, chiedendosi, poco dopo, perché Luke con tutti è un amore e con lei si trasforma in un deficiente.
Non saprei, sinceramente” Se lo immagina a ridere, sghignazzante, con le dita attorno al cellulare e la lingua che passa sul piercing.
È ora di uscire e, di certo, non ha voglia di continuare il discorso con quell’idiota.
Io vado, coglione, ho meglio da fare che parlare con te!” si infila le scarpe e prende le cuffiette, il portafoglio e le chiavi, poi infila il tutto nella borsa nera. Esce di casa e va alla fermata dell’autobus, con le cuffie nelle orecchie, poi il suono dell’arrivo di un messaggio la fa sussultare, bloccando la canzone che ha appena messo.
Ci si vede, amoruccio” sbuffa e fa partire la canzone di nuovo, lasciando perdere Luke e il fastidio che prova per quel tipo.
Si deve concentrare su Michael e nessun altro.

***
Ehilà,
scusatemi del mio ritardo, ma seriamente, la scuola nel momento di più nullafacenza, alla fine mi ha preso più tempo di quanto pensassi, peggio del periodo delle verifiche, oh!
Che ne pensate? Spero vi piaccia, anche se alla fine non è che è granché.
Belle, le nostre eroine, eh? Prima Beatriz, ora Jamaica.
Beatriz è un po' incomprensibile, prima spavalda, poi timida.
Jamaica è una tosta, ma è anche simpatica.
Luke, in fondo, è un sentimentale, anche se gli ormoni subbuglio li ha; anche lui si è lasciato andare a qualche nottatina hot.
Anche se è un amore, non si capisce proprio perché ha quel comportamento con Kriziana.
Io spero vi sia piaciuta!
Bye bye,

Judith.
 

 
  
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