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Autore: chialovegood    26/09/2014    1 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla guerra magica. Hogwarts è stata ricostruita e i tre protagonisti sono tornati a scuola. Le lezioni riprendono, ma si verranno a scoprire nuovi particolari su una delle studentesse della scuola. Fred non è morto. I serpeverde non sono cambiati di una virgola,sopratutto una ragazza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Movieverse | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando tornammo alla Tana qualche giorno dopo la Signora Weasley accolse tutti calorosamente e abbracciò il figlio come fece il padre al figlio prodigo. 
Ci fu una grande cena dove tutti parlarono dei vecchi ricordi d’infanzia e il Signor Weasley insistette per ritirar fuori alcuni album di foto dei figli e del matrimonio.
Vidi tutti i fratelli Weasley da piccoli e non mi risparmiai sul commentare quelle di Fred e del suo primo bagnetto.
Quando fummo soli, in camera, non risparmiai a Fred neanche un colpo.
“Fred ma quanto non eri carino con il farfallino al collo?”
“Piantala Granger, non sei divertente..”
“Eddai un po’ di vita.. Rilassati Weasley”
“Vuoi un po’ di spirito Herm?”
“Cosa..?”
Non feci in tempo ad aprire bocca che mi saltò addosso sul letto e iniziò a farmi il solletico schiacciandomi due costole.
“No Fred.. Sai.. Che.. Soffro.. Il.. Solletico..”
Non riuscivo più a smettere di ridere e non riuscivo a respirare.
“Fermati!”
“Devi dire la parolina magica!”
“Perfavore”
“No l’altra!”
“Ti prego!”
“Non ci siamo proprio!”
E aumentò il ritmo delle dita.
Non ce la facevo più, probabilmente sarei scoppiata.
“Dille e ti lascio libera giuro!”
Non sapevo proprio quale fosse finchè non mi venne in mente qualcosa che potesse funzionare.
“Giuro che ti lascio se non la smetti!”
“C’hai provato Granger ma non ci casco stavolta!”
“Uff.. Ma qual è! Ahi!”
“Facile facile.. Due paroline..”
E dirlo prima che voleva sentirsi dire QUELLE due paroline no?
“Ti amo Fred”
Smise di solleticarmi la pancia e si avvicinò pericolosamente alla mia faccia.
“Anche io Herm”
Mi stampò un bacio sulle mie labbra secche.
Passai la lingua per inumidirle e feci due occhi da gattina sperduta.
“Herm! Tu mi vuoi morto!”
E fece finta di svenire di fianco a me.
Mi alzai sulle braccia e lo guardai.
Mi venne un sorrisino malefico.
Fred teneva gli occhi chiusi e così mi affrettai a salirgli sulla pancia in modo da tenergli le gambe ferme.
“Serve un po’ di rianimazione non credi?”
Portai le mani sul suo petto.
Aprii gli occhi di scatto e prima che potesse dire qualunque cosa gli strizzai i capezzoli per vendicarmi del solletico.
Quello che ne seguì fu un urlo di puro dolore che probabilmente gli frantumò le corde vocali.
“Shh! Soffri in silenzio o farai invidia a Clarabella con questi acuti!”
Al nominare quel nome smettemmo di ridere, era come un dissennatore, portava via la felicità.
E questo lo capii dagli occhi di Fred.
“Scusa.. Potevo evitare”
“No, non è per quello.. Stavo pensando..”
“A cosa?”
“A come fargliela pagare”
“Fred non mi sembra il caso. Adesso un Prefetto si mette a fare scherzi..”
“Ma non devi farlo tu..”
“Si ma..”
Pensai a tutto quello che mi aveva fatto, a come aveva rovinato la mia esistenza, e ci riflessi un attimo.
“Herm.”
“No lo farò, mi ha rovinato l’esistenza fin troppo. Ora è tempo di regolare i conti..”
“Ma il tuo incarico..”
“Hei l’hai detto tu che non devo pensare troppo a quello che faccio.”
“Si ma io non intendevo..”
“Domani organizzeremo tutto nei dettagli”
Sembravo quasi un generale di un esercito.
Passai la notte a pensare a quale tipo di fattura avrei potuto lanciarle ma non era abbastanza. Ci voleva qualcosa di più grosso, che le facesse capire di smetterla di sentirsi Dio.

La mattina dopo parlai a Ginny della mia idea.
“Non vedo l’ora di fargliela pagare a quella stronzetta”
“Ginny niente di eccessivo, deve essere una specie di rieducazione, niente di troppo punitivo.”
“Sarà una condanna esemplare..”
Non mi stava ascoltando. Era partita con i suoi film mentali di morte o qualcosa di simile, era un po’ inquietante.
A noi si aggiunsero Harry, George e Ron.
Luna era troppo buona per certe cose.
Neville e Cho se ne tirarono fuori, in fondo a loro non aveva niente di male, ma ci diedero il loro sostegno morale.
Così progettammo il nostro schema d’attacco.

Quando tornammo dalle vacanze i nostri uomini volevano partire all’azione, ma bisognava aspettare. Saremmo stati troppo prevedibili con una mossa troppo affrettata.
Clarabella ci stava a debita distanza con il suo gruppetto di cagnoline costantemente alle calcagna.
Era quasi impossibile trovarla sola o isolata dalle sue “fans”.
Però arrivò il giorno perfetto.
Un sabato pomeriggio libero per tutti.
Tutti erano in posizione, Clarabella si trovava esattamente al centro del chiostro della scuola.
Ron si avvicinò e fece finta di caderle addosso rovesciandole il caffè sul suo completo firmato Chanel.
“Ma che diavolo fai pezzo di idiota?”
“Oddio scusa non ti ho vista!”
“Come fai a non vedermi? Eppure un vestito così non passa inosservato! E poi guarda! Oddio che macchia!”
“Faccio io non ti preoccupare”
Clarabella era priva di bacchetta e questo fu un punto a nostro vantaggio.
Ron sfoderò la bacchetta e la diresse sul completo Chanel.
“Riddikulus!”
Il vestito si trasformò in un vestito lungo e verdastro con una pelliccia rossa ai bordi, ricordava quasi la zia di Neville.
In testa i capelli erano sparati in aria e il trucco era colato sulla faccia.
Al collo portava un furetto che si rivelò vivo dopo qualche secondo.
La ragazza urlò disgustata e corse verso il corridoio dove una montagna di studenti la guardarono scompisciandosi dalle risate.
Io e gli altri bloccammo sia le scale che le porte. 
Per cui quell’arpia fu costretta a passare in Sala Grande davanti agli occhi di tutti.
Nessuna delle sue “amiche” la volle aiutare conciata in quel modo e priva di bacchetta scappò verso Ron in cerca di aiuto.
“Muoviti a riportarmi come prima!”
“Per..”
“Perché se no ti ammazzo!”
“Non credi che dovresti essere più gentile?” ringhiò Ginny.
“Tu, stupida Weasley!”
“Non sei nella posizione di dettare legge” dissi io.
“Abbiamo anche il Prefetto Granger adesso! Pensa cosa direbbe la preside a questo riguardo..”
“Non è un tuo problema” disse Fred alle mie spalle.
“Voi dovete riportarmi com’ero prima!” 
“Non credo proprio” dissero George e Harry in coro.
“Ridatemi il mio vestito!”
“Perché?” disse Ginny.
“Perché ve lo ordino”
“Ma non ti vergogni?” disse Ron.
“Non ti sei nemmeno pentita di quello che ci hai fatto?” dissi io.
“Io.. Io..” Clarabella era senza parole, era stata messa davanti all’evidente sconfitta.
“Delle scuse sarebbero gradite” ringhiò Ginny di nuovo.
“Mi scuso..”
Clarabella aveva le lacrime agli occhi, e questo mi bastava. Non volevo farla soffrire, aveva imparato la lezione. Ad ogni azione corrisponde una reazione.
Sfoderai la bacchetta.
“Finite Incantatem”
“Granger..”
“Vattene.” Dissi fredda. 
Ma non potei rimanere indifferente a lei. Qualche minuto dopo la raggiunsi nel bagno delle ragazze di Mirtilla Malcontenta.
“Buongiorno Hermione era da tanto che non ti vedevo..”
“Buongiorno Mirtilla.. Una ragazza è venuta qui per caso?”
Gli spuntò un sorrisetto sulla faccia.
“Si.. Proprio là, terzo bagno..”
Una serie di singhiozzi proveniva da una porta semi socchiusa.
“Cosa vuoi Granger? Farti baffo di me ancora?”
“No. Sono qua per parlare.”
“Direi che hai già detto tutto”
“Tu mi hai portato a questi estremi”
“Lo so.”
“Perché non ti sei mai fermata?”
“Non lo so, io ho sempre fatto tutto quello che volevo”
Strano che si aprisse con me.
“Perché hai fatto quello a Ron?”
“Divertimento? Noia?”
“Ma un po’ di umanità ce l’hai?”
“Certo! E piantala di puntare il dito verso di me!”
“Puntare il dito? Ma ti rendi conto che in tutti questi anni la mia vita è stata un inferno a causa dei tuoi commenti?”
“Io non.. Non pensavo che tu ci rimanessi tanto male. Nel senso, sapevo che eri forte e quindi mi divertivo a prenderti in giro.”
“Divertimento eh?”
“Esattamente. È quello che si aspetta la gente da me.”
E a quell’affermazione rabbrividii. Possibile che la gente pensasse che Clarabella fosse solo una stronza senza cuore? Bhe in effetti aveva la faccia da so-tutto-io ma mi hanno insegnato a non giudicare il libro dalla copertina.
Clarabella smise di piangere e uscì dal gabinetto. Aveva gli occhi gonfi, il mascara colato e i capelli scompigliati. 
Stava per andarsene quando la trattenni.
“Aspetta, non andare. Tu hai bisogno di parlare.”
“Certamente, ma non con te”
“E con chi altro? Con le tue seguaci? Con quelle che prima ti hanno rinnegata solo perché avevi i capelli un po’ troppo arruffati?”
“Bhe..”
“Quelle ti sparlano dietro peggio di un incantesimo Parlantina” 
Si sedette su un lavandino e mi rivolse un sorriso timido.
“Dimmi cosa vuoi sapere Granger”
“Dimmi tu per cosa vuoi essere ascoltata.”
“Io non mi metto mica a nudo con una come te”
“Una come me?”
“Certo, una..”
“Mezzosangue. Clarabella quelle distinzioni di sangue non esistono più da quando abbiamo sconfitto Lord Voldemort. Pensavo ti tenessi aggiornata”
Le scappò un risolino.
“Si ma io sono una sanguepuro e..”
“E i tuoi genitori ti hanno sempre educata così e blablabla.. Roba già sentita un miliardo di volte”
“Si, ormai i miei genitori dovrebbero capire che se non fosse stato per i Babbani la razza dei maghi si sarebbe estinta”
“Appunto”
“Comunque siamo troppo diverse”
“E perché?”
“Perché tu sei Hermione Granger..”
“Bhe fino a prova contraria questo è il mio nome di battesimo..”
“Non in quel senso. Tu sei la strega più brillante di Hogwarts”
“E quindi?”
“E quindi io e te non avremmo mai potuto andare d’accordo. Io sono Clarabella Scorn, figlia degli Scorn, antica famiglia di purosangue Serpeverdi”
“Non arrivo al punto”
“Tu.. Non sarai mai come me.”
“Oh.. Bhe ma non capisco da dove partano i tuoi pregiudizi”
Ci fu un attimo di silenzio. La bionda ci pensò su un attimo e mi rispose.
“In effetti non lo so neanche io. Forse.. “
“Forse..”
“Forse sei meglio di me e ti invidio. Ecco l’ho detto. Contenta?”
WOW. Se questo è un sogno non svegliatemi. Mai avrei pensato che lei invidiasse me.
“Ma io.. Non ho nulla di speciale”
“Nulla? Corpo perfetto, stai simpatica a tutti, spontanea, pagella impeccabile..”
“Ma tu hai detto..”
“Si lo so, ho sempre criticato il tuo aspetto, i tuoi modi di fare, era per invidia.”
“Wow..”
“Sinceramente vorrei essere te. Sei sempre amata e sei sempre circondata da amore”
“Bhe tu hai un sacco di amiche”
“Tutte false, una peggio dell’altra. Mi vengono dietro per i ragazzi e per le ville di mia proprietà. Non perché pensano che sono simpatica. Io detto le leggi e loro eseguono”
“Ma non credi che una vita così sia una vita brutta, non vorresti amicizie vere?”
“Si, ma non saprei gestirle. Io davanti agli altri voglio apparire sicura.”
Ginny fece capolino dalla porta dell’entrata.
“Herm, tutto ok? Clarabella..”
“Bene Granger. Io non dirò niente alla preside del piccolo incidente di oggi. L’ha passata liscia per stavolta Prefetto Granger.”
“Clarabella..”
“Non c’è altro da dire”
E uscì dal bagno.
“Ma che caratterino.. Comunque che ti ha detto Herm?”
“Niente Ginny, abbiamo chiarito. Non ci darà più fastidio”

Ma nel mio cuore sapevo che lei non era così acida. In realtà lì sotto c’era un cuore che voleva essere capito e amato da qualcuno di sincero.
Ron ci aveva provato, ma era una cosa fisica. Chissà, magari un giorno l’avrei vista camminare mano nella mano al ragazzo giusto per lei.
E allora avrei visto un sorriso più vero e degli occhi meno ghiacciati.

Per tutto il resto dell’anno scolastico Clarabella non mi infastidì più, evitava di far fare commenti alle sue “amiche” e ogni tanto mi lanciava qualche occhiata, ma a volte anche qualche sorriso.
Non era cambiata di una virgola, sgorbutica sempre, ma meno saccente. A quanto pare era ancora della sua idea, essere accettata per come non era veramente; indossando una maschera.
A quanto pare non riuscivo ancora a fare miracoli, non potevo cambiare la gente.
Io però ero cambiata. 
Io ero felice.
Pur sempre ansiosa, ma felice.
E c’era chi mi ricordava di esserlo.
Io e Fred stavamo ancora insieme quando ci diplomammo.
Superai tutti gli esami con il massimo dei voti e anche Fred grazie a qualche ripetizione riuscì ad uscire dalla scuola senza che la signora Weasley lo uccidesse.
Ron riprese a inseguire il suo sogno e insieme a Harry proseguirono i loro corsi di studio per diventare Auror.
Ora solo all’idea di un matrimonio gli venivano i conati di vomito.
Ginny scelse la carriera di medimaga.
E che ci crediate o no, a distanza di anni le coppie rimasero le stesse e iniziammo ad andare in vacanza insieme. 

Ormai eravamo grandi, i tempi della scuola ci sembravano così lontani, ma non eravamo cambiati di una virgola. Più alti, più vecchi e più maturi (si fa per dire). 
E si, i Weasley restavano i soliti ragazzini.
E a distanza di anni non smettevano di farsi scherzi l’un l’altro.
Io e Fred ci siamo trasferiti nell’appartamento sopra il negozio a Diagon Alley.
Ho deciso che avrei proseguito la mia carriera al Ministero della Magia portando avanti la campagna per i diritti degli elfi domestici.
Poi un giorno successe, me lo ricordo ancora come fosse ieri.

Mi alzai di malavoglia, avevo un gran malditesta e Grattastinchi non ne voleva sapere di andarsene sul suo puff a dormire.
Fred era già uscito come tutte le ultime mattine, lessi il suo solito messaggio sul tavolo.
“Buongiorno amore mio, sono al negozio con George per un incontro con degli investitori
Ci vediamo stasera, passo a prendere cinese e giappo. Per te va bene? So che sono i tuoi preferiti”

Mi misi la solita divisa; gonna, camicia e giacca. Mi smaterializzai direttamente nel mio ufficio. Non avevo voglia di avere contatti umani, ma c’era chi ci aveva già pensato al mio malditesta.
Sul tavolo c’era una tazza di caffè e una brioches al cioccolato con granella. Un bigliettino scritto velocemente diceva:
“Alla dormigliona che non è ancora in ufficio.
Noi andiamo a Londra per dei controlli.
Buona giornata.
Ron e Harry.
P.S: Il CAPO è di cattivo umore, noi ti abbiamo avvisato!”


Perfetto
La giornata si prospettava molto, troppo lunga.
La mia assistente entrò, come al solito senza bussare. 
“Buongiorno signorina Granger”
“Buongiorno Lavanda”
Esatto, Lavanda Brown è la mia assistente.
“Sono arrivate quelle corrispondenze via gufo che mi chiedeva ieri.”
“Benissimo. Ho qualche appuntamento importante per oggi?”
“Avrebbe quella riunione con il Ministro nel suo ufficio alle undici e due visite per maltrattamenti da parte di creature magiche; un ippogrifo e un centauro.”
“Grazie mille. “
Appoggiai le dita sulla nuca e mi massaggiai le tempie per alleviare il malditesta.
Riguardai i punti della riunione con il CAPO, era una cosa abbastanza semplice. 
Dovevamo discutere su alcuni punti riguardo i finanziamenti del C.R.E.P.A.  e alcune scartoffie.
Le undici meno venti.
Mi diressi verso l’ufficio del capo, arrivata davanti alla porta tirai un grande sospiro per prepararmi.
Bussai.
“Avanti” disse una voce da dentro.
“Signore. Avevamo quella riunione per i finanziamenti e le carte legali per quei processi..”
“Prego signorina Granger, si accomodi.”
Chiusi la porta e andai a sedermi.
L’aria che tirava in quell’ufficio non era per niente buona.

Dopo un’ora uscii da quel maledetto ufficio con il doppio del malditesta e due ore di straordinari per quella sera.
Andai nel mio ufficio e sbattei la porta dietro di me.
“Tutto bene signorina?”  mi chiese Lavanda preoccupata.
“Si, dovrò stare qui per due ore di straordinario stasera. Se hai voglia vai pure a casa appena stacchi. Non stare qui. Se non sbaglio stasera c’è la luna piena”
Da quando Lavanda era diventata un lupo ci siamo molto avvicinate, non di molto, ma non la odio più.
E quella sera doveva stare rinchiusa alla Tana con la signora Weasley.
Non era semplice per lei, nessuno dei suoi parenti l’aveva accettata in casa dopo l’accaduto.
Io potevo solo darle un lavoro e aiuto per quello che valeva.
“Grazie Hermione”
Mi sorrise dietro i suoi grandi occhiali e quei capelli ancora indomabili.
Come ovvio per me non ci fu una pausa pranzo decente.
Gufi che continuavano ad arrivare, strillettere di chi si lamentava per questo e per quello e gente che entrava senza neanche bussare.
Erano le cinque del pomeriggio, dovevo ancora avvertire Fred che non ci sarei stata per la nostra cena e qualcuno mi cercava al primo livello, con urgenza.
Il che non presagiva nulla di buono.
Dal corridoio si udiva una voce di donna che mi sembrò molto familiare.
“Signor Ministro lei non può permettere una cosa di questo genere! Centauri nella mia proprietà! Inammissibile”
Possibile che la gente si faccia così tanti scrupoli per dei centauri?
“Signora.. Lei può capire benissimo che i centauri vanno trattati con rispetto, loro non sono cattivi e..”
“E sono esseri molto intelligenti.” Finii la frase. Una chioma bionda si voltò verso di me e fu impossibile non riconoscerla. Clarabella. Mi venne un mezzo infarto nel vederla in quella circostanza. Era accompagnata da un uomo con capelli corvini e occhi azzurri molto più alto di lei, che aveva una faccia molto gentile e simpatica. Non sembrava la ragazza che avevo conosciuto a scuola. Nei suoi occhi qualcosa era cambiato..
“Lei è la signorina Granger.” Spiegò il ministro poi continuò. “Lavora all’ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.”
L’uomo che accompagnava Clarabella mi fece un cenno di saluto mentre lei mi guardava sconcertata.
“Granger.. Quella Granger? La stessa Hermione?”
“Esattamente Clarabella..”
“Signorina Granger.. Vi conoscete?”
Mi spuntò un sorriso ricordando i tempi della scuola.
“Diciamo che abbiamo avuto dei trascorsi signor Ministro, saprò come gestire la cosa, seguitemi nel mio ufficio. Vi faccio preparare una tazza di thè dalla mia segretaria. Ti ricordi di Lavanda Brown, Clarabella?”
“Certamente.. Se mi volete scusare signor Ministro..”
“Certamente Signora.. Signor Dowson..”
“Arrivederla Signor Ministro” disse l’uomo con una stretta di mano.
Accompagnai i miei ospiti nel mio ufficio e li feci accomodare nella saletta del mio ufficio. Chiesi a Lavanda se ci poteva portare del the caldo e mi accomodai.
“Quindi.. A cosa devo la vostra visita, signori?”
“O Hermione cara, mi ha fatto molto piacere rivederti. Ricordo come se fosse ieri la nostra ultima conversazione.”
In effetti me ne ricordavo anche io. Era cambiata impercettibilmente da allora. Ma ora era molto evidente che non fosse più la stessa.
“Anche io Clarabella, vedo che ti sei anche sistemata… Molto lieta signor Dowson.”
“Molto lieto signorina Granger, vede mia moglie mi ha parlato molto di lei. Di come sia cambiata la sua visuale di vita”
“Ne sono onorata, molto, ma preferirei passare subito a questioni burocratiche. Vede ho due ore di straordinari che mi aspettano. Sicuramente ci incontreremo per un the per parlare dei tempi della scuola Clarabella.”
“Ne sarei felice, vedi Hermione.. oggi stavo uscendo per andare a far compere e ho visto alcuni centauri vicino al mio giardino e credendo che volessero rubare gli ho urlato contro, sai meglio di me come sono fatta, poi vedendo quel povero bambino ferito volevo aiutare, ma tu sai anche quanto siano scorbutici i centauri se gli si fa un torto. Per cui si sono messi a rovinarmi tutto il prato, qualcuno dovrà pur pagare, non credi?”
Ascoltavo esterrefatta. Non aveva ancora passato un insulto ai centauri, doveva essere cambiata molto. 
“In effetti questi essere ci procurano non pochi problemi, soprattutto in questa stagione di caccia. Il modo in cui ti sei relazionata è sicuramente il meno propenso però vedremo cosa possiamo fare, ci dovrà essere uno scambio equo”
“è quello che volevo anche io cara.”
“Vedrò cosa posso fare, manderò subito una corrispondenza a un centauro che mi è amico, nella loro comunità non sono accettate simili barbarie per motivi futili. Vi farò avere un incontro a cui sarò lieta di partecipare. Vedrai che si risolverà tutto. Tu devi solo fare una cosa”
“E cioè?”
“La tua casa è in campagna no?”
“Esatto”
“Benissimo, da quei boschi passano molti centauri, sono sicura che un po’ di cibo e un po’ di acqua lasciata lì per le emergenze non gli dispiacerà affatto nei periodi più freddi”
“Grazie cara”
“Di nulla. Se volete scusarmi, avrei bisogno di un’aspirina visto che ho ancora due ore da passare sulle scartoffie di là”
“Signorina lei dovrebbe andare a casa, è molto stanca” disse il marito.
“A quanto pare il Ministro ha deciso così”
“Ci parlerò io Hermione, è amico dei miei genitori”
Mi sorpresi, lei che aiutava me? Mi sorrise, e vidi un sorriso vero e occhi felici. Anche suo marito era felice di aiutarmi, doveva aver trovato quello giusto.
“Grazie signori, grazie infinite”
Poco dopo ricevetti un biglietto dal Ministro con scritto che potevo andarmene grazie al mio contributo dato a due dei più importanti finanziatori del Ministero e che avevano lasciato una cifra perspicua  per i finanziamenti del C.R.E.P.A. 

Così mi smaterializzai a casa dove appena entrata, Fred mi aspettava davanti a un tavolo per due, addobbato con fiori e candele.
“Amore.. Cosa stai facendo in piedi con quel mazzo di fiori?”
“Sto facendo la cosa migliore che mi sia venuta in mente in vita mia”

ANGOLO AUTRICE:
Ben ritrovati piccoli nargilli! So di essere stata assente, colpa della scuola! Ho avuto zero tempo per scrivere e mi dispiace un sacco! Comunque non temete! Siamo quasi giunti alla fine di questa storia, mi emoziono anche un po’. I nostri due piccioncini sono cresciuti.. e Fred sta per organizzare qualcosa di grosso!
Non vi spoilero nulla, anche se forse dovreste aver già capito tutto….
Ringrazio chiunque abbia letto e recensito la storia!
Alla prossima!
-Lovegood
  
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