Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    27/09/2014    6 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI


Il bar che si trovava in centro, proprio davanti al parco, era il più bello e il più frequentato della città. Fondato nel 1976, il locale era completamente arredato con mobili in legno, dall'aspetto antico, anche se in realtà era stato rimodernato da pochi anni. Si entrava da una grande porta a vetri e subito si veniva investiti dal profumo di caffè e dolci appena fatti, sulla sinistra poi vi erano tavoli e sedie in legno scuro situati vicino alle vetrate dalle quali si poteva guardare il parco e sulla destra c'era il bancone dove si preparavano gli ordini. C'erano tre camerieri, tutti studenti universitari che lavoravano lì per pagarsi gli studi. Si chiamavano John, Elizabeth e Georgina e adoravano il loro capo. Tutti adoravano Christian.

Suo padre era il proprietario del bar ma due anni prima aveva deciso di andare in pensione, così aveva lasciato tutto a suo figlio. Christian, ma tutti erano abituati a chiamarlo Chris, aveva ventiquattro anni ed era un ragazzo solare, gentile e responsabile: si era diplomato a sedici anni con il massimo dei voti e laureato in architettura ma era felice di gestire quel posto in cui adorava fare i compiti da bambino, appena uscito da scuola. Avere tre ragazzi che lavoravano per lui gli permetteva di non servire sempre ai tavoli, anche se a volte i clienti lo chiamavano per approfittarne e fare quattro chiacchiere; amava divertirsi ma era comunque una persona tranquilla, non aveva mai assunto droghe e aveva fumato solo qualche sigaretta quando era particolarmente nervoso per qualche esame. Aveva successo con le ragazze, anche grazie al suo bell'aspetto, ma ancora non aveva trovato quella giusta, il grande amore. Sapeva di essere giovane e di avere tempo, ma a volte l'idea di innamorarsi perdutamente lo stuzzicava e si ritrovava a chiedersi come sarebbe stato. Conosceva praticamente tutte le ragazze della sua età ma nessuna di loro aveva catturato il suo cuore e dubitava che potesse succedere. Non sapeva però che tutto ciò che desiderava stava per arrivare.

Era seduto a uno dei tavoli e beveva una spremuta d'arancia quando Jane, la figlia dei suoi vicini, entrò nel bar. Era affezionato alla ragazzina e si divertiva a chiacchierare del più e del meno con lei, che dimostrava di avere più cervello dei suoi coetanei. Quel giorno portava con sé delle buste piene, così come la ragazza che era con lei; si accomodarono al solito tavolo che occupava Jane, uno di quelli addossati contro la vetrata e le vedeva parlare di qualcosa di divertente, a giudicare dall'espressione felice della ragazzina. Christian terminò di bere e si alzò per avvicinarsi alle due clienti. Appena Jane lo vide, lo salutò con un grande sorriso che lui ricambiò subito.

<< Mattiniera anche durante le vacanze, eh? >>

<< Sai che mi annoio in casa! >> rispose lei ridacchiando.

<< Lo so, lo so. Che ti porto? Il solito? >> domandò lui, inarcando un sopracciglio e sorridendo con fare complice.

<< C'è bisogno di chiedere? >> disse Jane, utilizzando il suo stesso tono di voce.

Christian si voltò verso la ragazza che sedeva alla sua destra per chiederle cosa desiderasse ma le parole gli morirono in gola appena mise gli occhi su di lei: aveva la carnagione chiara, come se fosse di porcellana, con un sottilissimo strato di lentiggini a mala pena visibili sul suo naso delicato, le ciglia formavano una leggera ombra sulle sue guance, tanto erano lunghe e i capelli, lunghi e di un biondo chiarissimo, erano legati in una treccia che le scendeva sulla spalla sinistra. La trovò stupenda, la più bella ragazza che avesse mai visto, e la sua idea venne confermata da due penetranti occhi blu ghiaccio che lo stavano fissando curiosi. Christian si schiarì la gola e cercò di apparire il più disinvolto possibile, anche se gli sembrò un compito piuttosto arduo.

<< E a te cosa porto? >>

La giovane sbatté le ciglia più volte, corrugando leggermente le sopracciglia, e lesse distrattamente il menù che aveva tra le mani.

<< Una... Una cioccolata calda, per favore. >> disse educatamente, mantenendo poi lo sguardo fisso sulla superficie del tavolo.

<< Va bene. >> disse a sua volta il ragazzo, allontanandosi per andare a preparare ciò che gli era stato ordinato. Durante i pochi minuti che gli occorsero non fece altro che pensare al volto di quella ragazza, così bella e timida e si accorse di sorridere quando gli tornò in mente la sua voce, dolce ma con una punta di sensualità che tuttavia non doveva essere intenzionale, anzi. Gli era parso di captare anche un leggero accento che gli ricordava quello dei ragazzi che aveva conosciuto quando era in Norvegia, durante uno dei viaggi studio per l'università. Una volta terminato, Christian portò il vassoio verso il tavolo e distribuì le due tazze di cioccolata calda e il muffin che tanto piaceva alla ragazzina.

<< Grazie! >> esclamò Jane, mentre la sua amica si limitò ad annuire.

Sorrise a entrambe e tornò dietro al bancone, asciugando dei bicchieri per tenersi occupato.

È nuova qui, di sicuro. Potrei chiederle di uscire, per farle visitare la città magari. Non sarà un appuntamento ma allora potrei approfittarne per chiederle di vederci di nuovo.

Quei pensieri cominciarono a passargli per la mente, e per la prima volta sentì di essere assalito da un certo nervosismo.

Le farebbe piacere? Direbbe di sì o mi manderebbe al diavolo?

Lanciò uno sguardo al tavolo e proprio in quel momento Jane si alzò in piedi, allontanandosi per rispondere a una telefonata, probabilmente di una sua amica di scuola. La ragazza misteriosa era rimasta lì, con la schiena talmente dritta da non toccare neanche lo schienale della sedia, intenta a sorseggiare lentamente e con grazia la sua cioccolata calda. Christian inspirò profondamente e camminò nella sua direzione.

Ora o mai più.

<< Ciao. >> disse con più entusiasmo di quanto volesse in realtà.

Lei lo guardò, con un evidente miscuglio di curiosità e fastidio, e gli fece con educato cenno col capo. << Salve. >>

Salve? Decise di non commentare.

<< Prima non mi sono presentato. Sono Christian, ma tutti mi chiamano Chris. >> e tese una mano verso di lei.

La giovane spostò lo sguardo prima sulla mano, poi di nuovo su lui, tendendo la sua e dando una stretta decisa ma al tempo stesso delicata. << Piacere di conoscerti Christian. >>

Il ragazzo rimase sorpreso che l'altra avesse ignorato il nomignolo che gli era stato affibbiato anni prima, come se in un certo senso volesse distinguersi da tutti gli altri e mantenere le formalità. Doveva ammettere che questo atteggiamento lo intrigava. Inoltre, notò quanto la sua mano fosse tutto tranne che calda. Non era ghiacciata ma la sua pelle era piacevolmente fresca, abbastanza da non essere sgradita anche in pieno inverno.

<< E tu come ti chiami? >> le chiese appena lei sciolse la stretta.

<< Elsa. >>

Era un nome bello e perfetto per lei, anche se vagamente familiare. Non riusciva a ricordare dove lo avesse già sentito, però. Le sorrise e lei abbassò subito lo sguardo sulla tazza di cioccolata che teneva tra le mani. Decise di iniziare la conversazione.

<< Sei norvegese, vero? >> disse con nonchalance ma subito se ne pentì, perché Elsa saltò visibilmente sulla sedia e le sue mani tremarono vistosamente, tanto che un po' di cioccolata cadde sul suo maglione azzurro, all'altezza dello stomaco.

<< Oddio mi dispiace! Ti sei scottata? >> chiese Christian, sinceramente preoccupato.

<< No, non è niente. >> rispose, cercando di pulirsi con un fazzoletto di carta.

<< Aspetta. >>

Corse al bancone, prese una pezza pulita e la bagnò, tornando poi subito da lei. Appena si accorse che si stava avvicinando, e molto, Elsa gli lanciò un'occhiata di rimprovero; Christian era sicuro che se fosse stato un bambino probabilmente sarebbe scoppiato a piangere di fronte a quegli occhi ma si impose di essere un perfetto gentiluomo.

<< Sta' tranquilla, voglio solo aiutarti. >> le disse sorridendo.

Evidentemente era stato abbastanza convincente, perché la ragazza si limitò a guardarlo e lo lasciò fare. Christian afferrò con la mano sinistra il lembo del maglione e lo tirò, strofinando poi la pezza bagnata con la destra; era in ginocchio ed Elsa aveva la testa leggermente piegata in avanti, come per controllarlo, e proprio quella vicinanza gli permise di respirare il suo profumo.

No, non è un profumo, è solo l'odore della sua pelle. Sembra... Menta?

<< Hai un buon odore. >> e subito si morse la lingua e si prese mentalmente a pugni per aver detto una cosa del genere a una ragazza timida e riservata come Elsa che, ovviamente, lo fissò sconcertata.

<< G-grazie. >> sussurrò, incerta.

Continuarono a fissarsi per qualche istante, Christian era perso in quelle iridi di un blu incredibile, mai visto prima, e dovette fare uno sforzo per smettere di guardare la ragazza di fronte a sé, che ricambiava il suo sguardo con timidezza e un pizzico di... Curiosità?

Sorrise, ancora imbarazzato ma felice di non essersi beccato uno schiaffo e si alzò in piedi.

<< Il maglione è pulito, niente più cioccolata. >>

Elsa annuì ancora una volta, spostando poi la sua attenzione al parco che si vedeva dalla vetrata. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e scosse la testa, ridacchiando tra sé mentre tornava dietro al bancone.

Non è andata così male.



**


Jane aveva appena terminato di parlare al telefono con Cindy, una sua compagna di classe, e stava tornando verso il suo tavolo quando si bloccò, osservando il breve momento tra Elsa e Christian; all'inizio aveva sinceramente temuto per l'incolumità del suo amico, non sapendo come l'altra avrebbe potuto reagire, ma subito dovette ricredersi. Quando si sedette di nuovo di fronte a Elsa, poteva giurare di sentire il suo cervello lavorare a pieno regime. Stava ancora guardando le auto e le persone che affollavano la strada: Jane se lo dimenticava spesso ma tutto ciò che per lei era normale, per la regina era nuovo e forse spaventoso. Vide Elsa lanciare delle occhiate veloci a Christian e sorrise al pensiero che, probabilmente, potesse essere interessata a lui. E ne avrebbe avuto tutte le ragioni: era alto più di un metro e ottanta, aveva il fisico atletico grazie agli anni di pallanuoto, i capelli castano scuro erano perennemente spettinati e gli ricadevano disordinati sulla fronte e gli occhi, color nocciola, si illuminavano ogni volta che sorrideva. Era decisamente un bel ragazzo, Jane doveva ammetterlo. Ed era sicura che anche la sua nuova amica non fosse immune.

<< Allora... >> cominciò, seguendo distrattamente con l'indice destro una venatura del legno del tavolo. << Cosa ne pensi di Christian? >>

Elsa la guardò, inarcando un sopracciglio e sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. << L'ho trovato sfacciato e inopportuno. >>

Jane sbuffò divertita, sapendo a cosa si riferisse. << Ho visto cosa è successo con la cioccolata. Non l'ha fatto apposta, dai. Ma cosa ti ha detto? >>

La ragazza incrociò le braccia al petto, alzando il mento con altezzosità. << Mi ha detto “Sei norvegese, vero?”. Così, dal nulla. >>

L'altra la guardò sempre più confusa. << Be', in effetti hai un accento strano e lui è stato in Norvegia qualche anno fa, che c'è di male? >>

Elsa aggrottò leggermente le sopracciglia, forse un po' sorpresa, ma non intendeva cedere. << Accento o meno, non è bello prendersi certe libertà con gli sconosciuti. Questo mondo è davvero strano. >>

<< Perché non uscite insieme un giorno? Vi divertireste! >> propose Jane cambiando argomento, anche se di poco.

La regina sgranò leggermente gli occhi e poi scosse la testa. << Non è il caso. >>

<< Per quale motivo, scusa? Gli sei piaciuta subito, è così evidente! Se ti vergogni posso parlarci io! >>

Elsa afferrò con forza il bordo del tavolo con entrambe le mani e la guardò negli occhi. << No. Sono pericolosa, tutto questo mi sta mettendo alla prova e non so quanto riuscirò a controllarmi prima di crollare. Hai visto cosa ho fatto in quel campo? Quello è niente in confronto all'inverno che ho lanciato su Arendelle. Se davvero mi conosci, dovresti saperlo. >>

<< E allora perché parli con me? >> chiese Jane, che stava cominciando ad arrabbiarsi.

<< Infatti non dovrei. >> rispose l'altra con durezza.

<< Ma non dovresti dire la verità a Christian, solo uscirci un pomeriggio e- >>

<< Ho detto di no! >>

La voce di Elsa era bassa ma fredda, gelida, come l'aria all'interno del bar, la cui temperatura era scesa di colpo. Gli altri clienti rabbrividirono, Jane compresa, soprattutto quando notò lo strato di ghiaccio che si era formato sul tavolo, lì dove erano strette le mani della regina.

La ragazza si alzò di scatto e afferrò il cappotto, senza infilarlo, e tutte le buste di vestiti, raggiungendo l'uscita con lunghe e veloci falcate. Appena chiuse la porta alle sue spalle, la temperatura all'interno del locale tornò normale e tutti tirarono istintivamente un sospiro di sollievo. Jane non osava muoversi, continuava a fissare il punto in cui pochi secondi prima le mani di Elsa avevano generato il ghiaccio dal nulla.

<< Hey, tutto bene? >> si sentì chiedere da Christian.

<< Sì, è tutto ok. >> rispose, sperando di essere stata abbastanza convincente.

Si sentiva in colpa, mortificata per come Elsa le aveva risposto e sapeva di non poterla biasimare. Aveva altro per la testa e di certo non voleva perdere tempo con sciocchezze del genere. Però ci era rimasta male lo stesso. Sentì un nodo in gola e il forte desiderio di piangere ma subito riuscì a controllarsi, dato che non voleva attirare l'attenzione di Christian, che poi lo avrebbe riferito alla madre. Girò la testa e vide Elsa al parco, seduta su una panchina, perfettamente immobile; inspirò profondamente e si alzò, salutò il suo amico e si incamminò verso l'altro lato della strada, decisa a chiedere scusa alla regina di ghiaccio.






Buongiorno a tutti!!!

A esattamente una settimana di distanza, ecco il nuovo capitolo! Vi rivolgo la stessa domanda di Jane: cosa ne pensate di Christian? Piace? Non piace? Vorrei tanto saperlo :) Elsa alla fine si è un po' arrabbiata e ha lasciato Jane lì da sola....... Ma tanto faranno pace, don't worry ;) Come sempre, fatemi sapere le vostre impressioni se vi va :)

Alla prossima!!!

Sara



  
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