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Autore: SisterofNicoDiAngelo    27/09/2014    4 recensioni
"Tu non sai niente di me."
"Allora svelami di cosa hai paura!"
"Non sono un ragazzino, Jackson!"
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"Mi stai per caso corteggiando?"
"Io?"
"Sì, tu Perseus."
"Non ti sto corteggiando!"
"Allora perché mi hai regalato questa rosa?"
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"Eddai Leo non andartene!"
"Non posso lasciarla andare via! So che non tornerà mai, e capirò quanto sono stato talmente stronzo per..."
"Non sei uno stronzo, Leo ragiona!"
"Mi dispiace Percy ma non posso continuare più così."
{PERCICO}
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bianca di Angelo, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Crew al completo e piccole complicazioni.
 


Venne fuori che Leo aveva un sacco di amici, il primo che trovammo fu il “robot-man” ovvero un ragazzo che si chiamava Jason Grace. Roba da matti, era veramente bravo.  A proposito di matti, di seguito Leo  andò incontro a due ragazzi che giocavano con le insegne di una pizzeria, travestiti da papera e uno da orso. I gemelli Stoll, ovviamente. Si salutarono con una stretta di mano, mentre io Annabeth e Jason (che si era privato di tutte quelle vesti d’orate, mostrano i propri addominali e pettorali con solo una canotta celeste, jeans stretti e vans) rimanevamo alle loro spalle ridendo e parlando del più e del meno. Poi Annabeth ci portò a conoscere Talia, una che si faceva rispettare fin troppo bene. Aveva i capelli raccolti in una treccia con le punte blu, il ciuffo le ricopriva parecchie volte l’occhio ma lei lo rimetteva dietro all’orecchio per almeno venti o trenta volte di seguito. Con del ketchup inondò quasi un quarto del piatto, lo richiuse facendolo volteggiare in aria e lo passò al cliente accanto lanciandoglielo.
« Lei è Talia, mia sorella. » Disse Jason con orgoglio.
« Fa dei banana split da paura! » Commentò uno dei fratelli Stoll, Connor.  L’altro gridò un “eccitante” ricevendo così un’occhiataccia dal biondino ma Connor continuò con “solo di giorno” così da farlo calmare. Quella ragazza sapeva come muoversi: in meno di 10 secondi riempì sei bicchieri di vetro passandoceli uno ad uno sul bancone liscio e beige. Poi passammo al gruppo di amiche di Annabeth.
Piper McLean, Katie Gardner e Silena Beauregard, erano tre ragazze molto belle infatti scoprii  che la prima era fidanzata con Jason. Ma queste ragazze vivevano in Texas, quindi ci misero un bel po’ per raggiungerci a Los Angeles, in un palazzo disperso, per di più in una grandissima città. Per partecipare dovevamo essere dodici, e per il momento ne eravamo dieci quindi la ricerca avevamo deciso tutti di completarla il giorno dopo. Leo era preoccupato come non mai: non sapeva dove trovarne di liberi un ragazzo e una ragazza che ballassero perfettamente come il resto della crew. La prima notte la passammo insieme nel mio appartamento che fortunatamente era carino e grazioso per tutti ma una cosa non era ancora stata decisa.
« Chi sarà il capo? » Domandò Talia.
« Io. » Io e Annabeth rispondemmo in coro, per poi fissarci sbigottiti.
« Io ho deciso di partecipare al concorso! IO! » Cominciai.
« Senza me eri spacciato Jackson quindi io! » Esclamò la bionda.
« Oh-oh. » Disse Leo scuotendo il capo, più che sbigottito era preoccupato. Si batté una mano sulla fronte e sbuffò rumorosamente. « Ora ricominciano  a ballare. »
 
Ero intento a fissare l’alba, fin quando non mi si presentò Silena accanto. Alle sei della mattina eravamo distratti solo per fissare come il sole nasceva per un’altra giornata. Non avevo notato di quanta bellezza era dotata Silena: occhi azzurri e profondi. Capelli raccolti in una coda da cavallo laterale e labbra sottili e carinissime, scommetto che erano morbide quanto quelle di un cuscino.
« Non è bellissimo? » Commentò esterrefatta, indicandolo come una bambina gioiosa dopo aver ricevuto il regalo di Natale.
« Già, amavo fissare l’alba con la mia ragazza. »
« E ora dov’è? » Domandò curiosa la mora accanto, che mi si avvicinò pericolosamente.  Deglutii solo a risponderle, perché era un colpo al cuore dirgli che mi aveva usato per far parte della crew. Era davvero una fitta al cuore, un brivido percorse la mia schiena per il freddo in circolazione e mi strinsi nelle spalle quasi nascondendomi nell’ombra.
« Mi..mi ha lasciato. » Ammisi.
« Non ci credo. » Esordì Silena mostrando un sorriso. « Come può aver lasciato uno come te? »
« Ci conosciamo da più o meno quattordici ore, e ti garantisco che sono un rompiscatole peggio di Leo Valdez quando dorme. E chiariamoci, Leo Valdez quando dorme sembra uno tsunami in piena notte. » Ridemmo all’unisono, e lì ci rendemmo conto che eravamo soli, piccole particelle in un grande mondo.
« Mi dispiace per te. » Disse. « Fossi in lei, non ti avrei mai e poi mai lasciato. Voglio essere onesta, Percy, secondo me non ti meriti tutto questo perché sembri un ragazzo davvero dolce e molto determinato. Forse non era adatta per te, questo è solo l’ennesimo ostacolo dell’amore. »
« Grazie. » Risposi sorpreso. « Nessuno mi ha mai detto tutto questo.. »
« Pura verità, Percy. » Silena mi baciò la guancia dolcemente rimanendoci attaccata per qualche decina di minuti –credei che era un modo per farmi sentire meno solo, ci riuscì a meraviglia–  e mi diede una pacca amichevole sulla spalla. « Solo pura verità. »
« Grazie Silena. » Ripetei sorridente. Per un attimo entrò nell’appartamento e ne uscì armata di un plaid colorato e caldo che appoggiò sulle mie spalle.
« Tira un aria gelida alle sette meno venti di mattina, sai Jackson? La prossima volta mettiti i pantaloni. » Sbiancai, aveva ragione. Non mi resi conto che per cinque minuti ininterrotti ero accanto a lei solo in boxer. Ohw, prima figura di merda? Fatta.
 
Per gli ultimi due ballerini sapevamo che era un caso perso ma Leo purtroppo non aveva altre idee:

“Nico è il migliore che abbia visto, nel brekkare, e ha anche una sorella. Meglio no? Siamo in dodici, dieci più due non fa male a nessuno”.

Non avevo nulla contro Nico, anzi, sembrava essere simpatico ma si chiudeva sempre in se stesso. Liberava tutta quella passione e frenesia nel tango, amava far imparare ai bambini come ballare dolcemente in una canzone romantica. Non potevo biasimarlo, potevo insegnare anch’io ma non ero molto portato con i bambini piccoli. L’ultima volta che avevo fatto da babysitter era andata a fuoco l’intera cucina. Entrammo, io e tutta la crew, nel “cha, cha, cha! Palace” e finimmo per fissare Nico che impostava una canzone romantica (perfetta per il tango) ma la mia domanda era “con chi dovrà ballare se non c’è nessuno?”.
« Nico! Avremmo un piccolo favore da chiederti! » Disse Leo con voce stridula.
« Che cappio vuoi, Valdez? » Chiese Nico scocciato, lo vidi alzare gli occhi al cielo.
« Cappio? Che cos’è un cappio? » Domandò il ricciolino rivolto a me, gli diedi una sberla veloce sulla nuca, e gli feci cenno con il capo verso Nico.
« Certo che sei davvero un’idiota, Leo! » Sbraitò aggiungendoci un’altra sberla. A poco tutta la crew l’avrebbe preso a schiaffi ma evitammo di farlo poiché si allontanò come se fossimo degli estranei. « Volevamo chiederti, seriamente e cortesemente se tu volevi partecipare con noi a The Vortex..ci stai? » Gli domandò Annabeth, con sguardo da cucciolo e labbro inferiore gonfio: solita e tenera faccia da cagnolino bastonato.
« Ad una sola condizione.. » Propose il corvino con un sorrisetto compiaciuto. « Dovrete far partecipare anche Bianca. Lei è stata la mia maestra fin da piccolo. »
« Stavate parlando di me? »
Bianca era meravigliosa, per essere sincero. Indossava un vestito rosso fuoco che si adattava molto alla sua carnagione, e i suoi capelli castani scuri le scendevano fino a sopra l’addome ricci e mossi. Ai piedi dei semplici tacco 12 per ballare insieme al fratello che la fissava quasi meravigliato. Anzi, senza quasi, era veramente meravigliato e abbagliato dalla lucentezza del vestito e dalla bellezza della sorella maggiore.
« Spero che questo mascalzone di mio fratello vi abbia parlato bene di me, io odio le bugie. Vero Nico? »
« Verissimo. » Rispose il più piccolo balbettando. Vi ho mai detto che Nico aveva 19 anni, meno tre anni rispetto a tutti che ne avevamo tra i 20 e 25? No? Ora lo sapete, era importante!
« Bravo cucciolo, ditemi ragazzi cosa volete. » Bianca gli diede un bel buffetto sulla guancia e si rivolse a noi con fare materno. Era più piccola di me, di ben un anno. Io, Thalia e Annabeth eravamo i più grandi rispetto alla crew.
« Vogliamo che voi partecipaste con noi a The Vortex. » Questa volta fui io a parlare, e in 5 secondi Bianca mi fu addosso con i suoi 58 kg (che portava bene!). Sotto lo sguardo divertito della crew e quello arrabbiato di Nico, la mora mi baciò tutto il viso ringraziandomi. Avevo appena perso al certezza che lei fosse matura al 100%, almeno quel 45% era tutta immaturità tale e quale come quella di Peter Pan.
« Sarà un piacere. » Sussurrò al mio orecchio, si rialzò graziosamente aiutandomi e si stirò il vestito con le mani.
« Quando iniziano le prove? » Chiese Nico sbuffando.
« Anche adesso. » Rispose Leo contento. « Come..volete voi, ovviamente. »
« Io..andrei prima a mangiare. » Ipotizzò Travis, dando una pacca sulla spalla al fratello accanto, più grande di Connor di almeno dieci centimetri. « Possiamo? » Chiesero poi in coro.
« Certo, perché me lo chiedi!? » Katie saltò in spalla al gigante, che urlò di gioia uscendo dal “Cha, cha, cha Palace”. La crew li seguirono urlando dalla gioia, ma io e Nico rimanemmo nella sala da ballo. Gli porsi la mano per afferrare la sua.
« Vieni? » Gli chiesi. Arrossì da capo a piede, e la sua mano strinse il più forte possibile (se poteva) il mio polso, trascinandomi finché non raggiungemmo i nostri amici che ordinavano al Mc più vicino alla scuola. Nico andava matto per il Mc Donald, mangiava gli avanzi di tutti eppure non aumentava di chilo. Aveva un corpo minuto e la pelle quasi olivastra, ma non di più. Stava mangiando l’ultima patatina mentre noi tutti stavamo decidendo dove fare il video da mandare al sito di The Vortex.
« Potremmo farlo nella sala no? » Disse Bianca fissando il fratellino accanto.
« No, assolutamente no. » Rispose Piper, che fino a ieri non disse niente. Non avevo mai sentito la sua voce, e quasi tutti furono entusiasti per il suono delle parole di Piper. Sembrava tanto chiuse in se stessa, ma dalla rivelazione di Jason era molto sensibile e romantica che aveva avuto molti problemi con i genitori e nell’amore.
« Allora dove? » Chiese Connor sbuffando.
« Quanto sei sciocco, Connor! » Commentò il fratello, Travis. « Potremmo farlo in strada no? »
« Non è un’idea brutta, ma neanche perfetta. Io dico di no. » Disse Nico pulendosi le mani con il fazzoletto. Con lui fummo d’accordo tutti, oltre il diretto interessato che sbuffò poggiando il capo sulla spalla del gemello.
« Allora dove andremo? » Chiese Jason sospirando.
« Al mio laboratorio, no?! » Propose Leo alzandosi di scatto dalla sedia. « La domenica È chiusa e noi potremmo.. »
« Questo sì che è un lampo di genio, amico mio! » Katie gli saltò addosso abbracciandolo, gli mosse un po’ i capelli e rise. « Quando però?! »
« Domani, perché stasera abbiamo un impegno, io Percy e ovviamente Annabeth. » Aggiunse Leo facendoci l’occhiolino. Di cosa parlava?
« Okay, come vuoi tu. » Dissi io alzando le mani in segno di arresa. « Ma adesso dividiamoci e prendiamo il necessario per domani pomeriggio! Su! »  Ci dividemmo in maschi e ragazze con due macchine. Le ragazze vollero andare per prendere camici e jeans scuri. Io e i ragazzi invece andammo in vari negozi per cercare una videocamera perfetta per registrare un video di almeno un minuto e mezzo. Eravamo una buona squadra in fondo. Avremmo cominciato un nuova vita insieme. Tutti e dodici, non ero mai stato così felice in quel momento.
 
« Altre polpette di carne? » La Mrs. Valdez mi porse un secondo piatto, ma con la bocca piena scossi il capo per risponderle in modo sincero “no, sono pieno!”.
« Io ne vorrei altre mamma. » Disse Leo porgendo il piatto.
« Ingordo! » Commentò questa sbuffando, ne mise altre mentre il ricciolino da finto offeso mormorava un “grazie mamma”.
« Sono squisite, Esperanza. » Commentò Annabeth con un sorrisetto.
« Oh, grazie mille Annabeth, dopo ti do la ricetta..così le cucini a lui. » Mi indicò ammiccandole. « Vedi quanto mangia? »
« Io mangio? » Ghignai fissando il ricciolino, intento a divorarsi l’ultimo pezzo di polpetta. «  Comunque, erano buonissime. » Dissi pulendomi le labbra sporche di salsa con un fazzoletto.
« Forse è caprone.. » Suppose il Mr. Valdez, con un sorrisetto compiaciuto.
« Capro..caprone? » Ripetei sgranando gli occhi.
« Sì, caprone, bee. »
« Il caprone è una prelibatezza nel nostro paese. » Spiegò Leo mangiando un’ultima polpetta. Tess gli restava accanto con lo sguardo basso per l’imbarazzo.
« Tess! » Esclamai attirando la sua attenzione all’istante. « Come va con Leo? »
« Bene, credo. » Rispose cercando fiducia negli occhi dell’altro che la baciò al solo suono della risposta.
« Benissimo, non voglio sentire più il “credo”, okay? »
« Okay. » Annuì la rossa sorridendogli.
« Beh, è meglio se andiamo.. » Continua Leo afferrandole la mano. « Scusatemi, ma io e Tess andiamo a farci una passeggiatina fino a casa. Ti va, amore? »
« Vedi di non farla stancare, Valdez. » Commentò Annabeth sarcastica.
« Carina Annabeth, divertiti a pulire i piatti. » Le ammiccò e prese la fidanzata a braccetto. « Buonanotte! »
« Buonanotte. » Rispondemmo noi quattro in coro. Come non detto, finimmo per lavare i piatti e asciugarli mentre i Mr. e Mrs. Valdez ballavano con sottofondo una dolce e romantica melodia.
« Li vedi? » Disse Annabeth facendo cenno verso di loro. Mi voltai verso di loro e notai quanto si divertissero insieme, ballando lentamente.
« Lo farò anch’io. » Commentai sorridente. « Trascinerò mia moglie in salotto e balleremo felici. »
« La vita non è tutta rosa e fiori, Jackson. »
« Perché mi dici questo Annabeth? Credi che tu se hai avuto una vita difficile dovrebbero averla anche gli altri? » Dissi calmo posando l’ennesimo piatto nello scola piatti. Strinse le mani in due pugni e si sistemò i capelli arrabbiata.
« E perché? Credi che arriverai all’età del signor Valdez a ballare accanto alla tua mogliettina? »
« E tu cosa ne sai se ci arriverò? »
« Succede ormai a tutti! » Ringhiò fissandomi torva.
« Io non sono “tutti”! » Rimanemmo in silenzio, con la musica a palla nelle orecchie mentre sistemavo e asciugavo i piatti per Esperanza. « Io non sono “tutti” e di certo non ti deve importare se morirò o meno prima di ballare un valzer con mia moglie. »
« Se ne avrai una. » Commentò scocciata. « Perché chi mai prenderebbe uno come te? »
« Marie lo ha fatto. La mia fidanzata lo ha fatto! Ha preso uno come me! »
« E ora dov’è? A Miami, vero? » Domandò con sorriso beffardo.
« Sì. E’ a Miami, ti importa? »
« Non è qui, purtroppo. » Si appoggiò alla penisola che ci divideva e rise.
« E’ una relazione a distanza! » Ringhiai.
« Leo mi ha detto che Marie o come si pronuncia ti ha lasciato perché non riusciva a mantenerla. Poverino, anzi, poverina. » Disse alzando le spalle.
« La smetti di torturarmi e di insultarmi? »
« Non ti sto insultando, Percy. Ti faccio notare che neanche la tua vita è rosa e fiori come credevi. » Sospirò roteando gli occhi.
Rimisi l’ultimo piatto al proprio posto e indossai il mio giacchetto di pelle nera, passandole davanti. « Pensa alla tua invece, costumista. »
Socchiuse gli occhi arrabbiata, mentre io le rivolgevo uno sguardo fulminante. Infine arrivai fino al soggiorno, dove Esperanza e suo marito Efesto si baciavano dolcemente.
« Ehm. » Tossii attirando la loro attenzione. « Con permesso, Esperanza è stato tutto buonissimo. Grazie per la cena, Efesto.. e buonanotte. »
« Buonanotte caro. » Disse Esperanza. « Grazie per il lavoretto in cucina. Domani a Leo gli farò spazzare il vialetto, giusto la punizione per non averti aiutato. E Annabeth? »
« Non ne ho la minima idea chi è Annabeth. » Alzai le spalle come solo un ragazzo con problemi di amnesia sapeva fare, Efesto mi guardava torvo ma feci finta di non notarlo affatto. Annabeth mise piede nel salone poco dopo che sbattei la porta violentemente, frustato a morte. Infilai le mani nelle tasche e per un momento, mi sentii come se stessi viaggiando nell’ombra, deciso che quel viaggio mi avrebbe portato chissà dove.

 
Uccidetemi per l'enorme ritardo di ventisei giorni contati. Scusatemi con questo capitoletto di 20 pagine di Word. Qui la crew è al completo, e c'è la prima lite fra Annabeth e Percy.
Spero vi piaccia  :s 
Perdonatemi...

With Love, dite addio a "Youandi_23_07_10" e dite benvenuta alla nuova "SisterofNicoDiAngelo".  :D

 
  
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