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Autore: Ossimoro Vivente    27/09/2014    1 recensioni
Rakèl era una ragazzina.
Una delle solite ragazzine da liceo che abitava in una casa normale con una famiglia normale. Non era nè ricca ne povera, nè bella nè brutta ma, come tutti, aveva il suo carattere: era sfigata.
Ovviamente sarà una storia non cagata da nessuno,ma... chissene frega,la metto comunque! xD
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL FALSO PORNO
 
 
Passarono alcuni giorni e la povera biondina dalla felpa rossa entrò in classe senza una minima speranza nel cuore.
Si sedette inerte sulla sua sedia e non salutò nessuno, tranne Sam, che aveva sempre la pazienza di fare la prima mossa e che cercava sempre di dimostrarsi simpatica, gentile e altruista. Se solo avesse mai avuto il coraggio, sarebbe subito andata da lei a chiacchierare e a sederle vicino dimostrandosi simpatica, gentile e altruista come lei. Ma non sapeva mai come comportarsi all’inizio, così si arrendeva.
Gabriel, Jona e Josef riuscirono a sedersi tutti all’ultima fila dei banchi e cercarono di mantenerli per loro in modo da impossessarsene tutto l’anno.
Solo quel giorno Rakèl si accorse che c’era un altro ragazzo: Christian. Per  via della sua bocca spesso cucita, non lo aveva mai sentito parlare, quindi non ci fece caso.
Gli parlava spesso Josef, sembravano il giorno e la notte quei due. Josef gli raccontava con schiettezza e gesti migliaia di annedoti, e Christian a volte rideva o contraccambiava con frasi sarcastiche. Ma in generale era molto silenzioso, Rakèl lo aveva capito ,proprio perché lo notò solo quel giorno.
Osservandoli cominciò a interessarsi a quella comitiva di ragazzuoli. Insieme sembravano molto divertenti, e infondo Gabriel era l’unico con cui potersi sfogare a litigare, e con la scusa poteva anche fare conoscenza con gli altri suoi amici.
Sta volta il banco vicino a lei fu occupato da una ragazza magra e alta con una particolarità che a Rakèl piacque molto: i capelli. Castani, e così ricci che, fossero lisci le sarebbero arrivati alla schiena, invece sembravano quasi a caschetto e si fermavano solo alle spalle.
Cominciò a comprenderla subito, senza neanche parlarle, proprio perchè non si sentì rivolgere la parola, e pensò che doveva proprio essere timida, come lei.
Aveva l’espressione perennemente seria, sapeva il fatto suo. Le piaceva quella ragazza.
Si chiamava Charlie.
Quando arrivò la prof di italiano, Rakèl si accorse di non avere il libro di antologia, perché da quell’anno era nata una nuova edizione, e per tutto l’anno non sarebbe servito studiare il libro dell’anno scorso. Un’altro svantaggio dell’essere bocciata. Potevano almeno darle tregua i soldi per i libri, e invece no. Altra sfiga: doversi d’ora in poi abituare a fare fotocopie ogni qualvolta che doveva studiare nel libro nuovo, nonostante le abbia già studiate l’anno prima. Decisamente frustrante.
Restò appoggiata sul banco rassegnata a guardarla spiegare, quando si sentì spingere qualcosa sul braccio. Era Charlie che le passò il libro guardandola inerte.
Rakèl ci pensò su. Non sapeva se dirle di lasciar stare per non darle fastidio, o accettare col pretesto di avere un minimo di complicità con lei.
Al diavolo. Accettò, e la riccioluta poggiò la rilegatura del libro sullo spazio che divideva i loro banchi.
-Grazie- Rakèl riuscì a farle vedere il suo primo sorrisino sincero dell’anno.
Charlie annuì sfuggendole un altro sorriso.
Le piaceva proprio quella ragazza.
 
Fu ricreazione.
Sam, si alzò sgranchendosi le braccia con gli occhi inumiditi dallo sbadiglio.
-Che sonno…può essere che sono sempre così pigra?-
Disse ridendo a Penny. Poi le due se ne andarono nei corridoi, mentre Sam strisciava ancora assonnata.
Rakèl provvide al suo panino al salame e provolone, mangiucchiandoselo a gambe incrociate sulla sedia.
Charlie parlava con Nikkie e Carla, che erano dietro. Nessuno le dava caso e la biondina non sapeva cosa fare.
Intanto i quattro ragazzi, sempre uniti, erano ai loro posti a chiacchierare e a stare per i fatti loro allo stesso tempo. Rakèl si girò verso di loro. Vide Jona e Gabriel che confabulavano vicini vicini davanti a un cellulare. Agli occhi della ragazza avevano un’aria molto losca, così non si trattenne dalla curiosità.
-State guardando porno?-
A Jona scappò un risolino, Gabriel alzò la testa verso di lei completamente serio.
-Sì-
-Per niente!- lo contraddisse Jona ridendo, e rivolgendosi a Rakèl.-Ti pare che faremmo una cosa del genere a scuola? A casa è molto più sicuro!-
-E allora che state guardando?-
-Il mio motore-
-Il suo probabile motore- lo corresse Gabriel.
Rakèl riflettè un’attimo. Racimolò un po’ di coraggio e si buttò:
-Wow! Posso vedere?-
Fu la prima di tante altre volte che Gabriel lo disse. Fu la parola che da quel giorno in poi Rakèl non si fece mai ripetere due volte, la parola che al sentirla fiatare saltava sempre dalla gioia dentro. Non ne potè fare più a meno:
-Vieni-
E venne.
 
Arrivata da loro, Rakèl si accorse che le immagini che stavano guardando derivavano dal web. La ragazza sbalordita chiese:
-Cavolo, stai usando il wi fi della scuola?! Come hai fatto ad avere la password?-
Jona cercò complicità da Gabriel, ma lui era serissimo. Poi rispose:
-Da alcune…fonti- E sorrise felino.
-Puoi darmi la password? Sarebbe bellissimo avere internet anche a scuola!-
-E’ artistico10-
-Wow, password originale-Disse Rakèl sarcastica.
D’un tratto si rese conto.
Era vicino a due ragazzi. Stava parlando con loro. Era sé stessa. E si divertiva.
Da quant’era che non si sentiva così?
Chiacchierò ancora un po’ con Jona, mentre Gabriel cercava di restare serio o di ridere solo alle battute del suo amico, ma ogni tanto, di sottecchi, provava a osservare quasi con sguardo di sfida Rakèl. Lei se ne accorgeva, ma faceva finta di nulla. Era meglio fare così.
Poi ci fu il momento di imbarazzo dove sentiva solo loro due parlare, mentre lei non aveva null’altro da dire. Si accorse che dall’altra parte c’erano Josef e Christian che chiacchieravano allegri con Miriam e Danielle che avevano davanti ai loro banchi.
Pian piano andò verso di loro e con una frase che si sarebbe senza dubbio evitata chiese imbarazzata:-Posso partecipare alla conversazione?-
I quattro si girarono verso di lei un po’ stupiti. La ragazzina si sentì subito osservata e arrossì con una buffa espressione in faccia.
Josef prese la parola quasi ridendo per la situazione, mentre subito dopo anche le due ragazze gli diedero ragione sorridenti.
-Certo che puoi!-
Il ragazzone cercò di essere disponibile lasciandole mezzo posto per sedersi.
-Se vuoi sederti, qui ti lascio pure il posto-
-No no, macchè posso farne a meno, tranquillo!-Si salvò Rakèl.
Era stato troppo gentile per farla sedere appiccicata a lui senza che arrossisse per tutto il tempo dall’imbarazzo di avere un ragazzo così vicino a lei.
Così poggiò le mani ai bordi del suo banco e abbassò le gambe facendo parte del cerchietto di compagni.
Rakèl non potè dire nulla di particolare, ma si divertì lo stesso: si fece qualche idea di coloro che da quel giorno in poi dovevano essere i suoi compagni.
Josef parlava con carisma di animali, e sapeva come far ridere Rakèl e gli altri spettatori, con opinioni così spontanee da suscitare ilarità.
Christian raccontò alcuni anedoti divertenti quando Rakèl meno se lo aspettava.
Miriam era una ragazza bella d’aspetto: capelli lunghi ondulati e biondi; carnagione perfetta, corpo da modella e viso affilato. A prima impressione, Rakèl la considerò una persona monotona, vanitosa e che segue la moda degli altri, ma sentendola parlare si accorse di quanto in realtà fosse divertente e simpatica.
Anche Danielle aveva un corpo da modella, ed era bella quanto Miriam, solo che aveva dei morbidi capelli castani che arrivavano alle spalle al posto dei riccioli d’oro che aveva la sua amica, e in compenso, a prima impressione, era molto dolce. Aveva la tendenza a parlare molto, sempre con un caloroso sorriso stampato in faccia. Tanto che Rakèl si ritrovò molte volte a deragliare l’argomento della compagnia e a  parlare di  tutt’altro con lei. Lo stesso capitava a Danielle anche con Josef, con cui -si accorse Rakèl- condividevano allegramente la passione per gli animali, e le vennero in mente due sole parole che l’avrebbero descritta davvero come si deve: Suadente Conversatrice.
 
 
La ricreazione finì, e appena Rakèl drizzò le gambe per tornare al suo posto, si rivolse verso di loro e esclamò:-E’ stato un piacere!-
La compagnia sbuffò un sorriso.
-Il piacere è tutto nostro- Le ricambiò Josef.
E mentre trotterellava verso il suo banco notò Gabriel già girato all’indietro che la stava guardando, sta volta con fare interrogativo.
Rakèl, tant’era felice, gli sorrise a occhi vivaci, fregandosene della sua reazione, che fu infatti ancora più interrogativa di prima.
La ragazza avrebbe fatto uno di quei salti che facevano nei cartoni animati ,con i tacchi che si toccavano in aria, se non fosse che sarebbe caduta rumorosamente a terra. Così lo scarabocchiò in un altro povero foglio stropicciato.
Tutto accaduto per un falso porno, e per un po’ di coraggio racimolato.
Rakèl riuscì per la prima volta a farsi degli amici.
   
 
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