Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: Akemi chan    27/09/2014    1 recensioni
Dopo aver visto il film mi è rimasto un po' di amaro in bocca per un semplice motivo: Pitch.
Normalmente i cattivi come lui li odierei, ma questa volta è stato diverso.
Alla fine del film mi dispiaceva per lui, perché in fondo voleva solo essere amato.
Fu in quel momento che pensai "Perché non farlo?".
Ed è così che è nata questa storia...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Capitolo 6- Il ragazzo blu


Jamie si asciugò le mani bagnate di sudore sui jeans, mentre fissava la porta alla ricerca di un po' di coraggio.
Jack gli si affiancò e gli mise una mano sulla spalla per fare forza ad entrambi.
"E se lei mi odia? E se mia mamma si fosse inventata il fatto che lei abbia chiamato? Cosa facciamo Jack?"
"Non saprei proprio. Entriamo, poi vedremo."
Il bambino girò piano la maniglia e spinse la porta della stanza.
La cugina però non era come se l'era immaginata; niente tubi per respirare o flebo, nulla.
Anzi, Annie sembrava stare meglio del solito vista l'aria riposata ed il colorito roseo.
Sentendo la porta aprirsi la ragazza si girò a guardarlo e gli rivolse un grandissimo sorriso, che lui non meritava.
"Jamie! Allora stai bene! Che sollievo!"
Più Annie gli sorrideva, più lui si sentiva un verme. Se non fosse stato per lui, la cugina ora non sarebbe all'ospedale.
Ad un tratto il sorriso della ragazza scomparve e lui iniziò a sudare freddo. Il momento di pagare era finalmente arrivato.
"Jamie, prova solo a dire che è colpa tua e mi arrabbio. E non provare a dire che non lo stavi pensando; te lo si legge in faccia."
Il bambino era stupito; le sue emozioni erano davvero così evidenti?
"Non sei arrabbiata con me?"
"Certo che no sciocco! Sono io quella che correva senza sapere dove stava andando e per lo più scalza. Tu stavi solo giocando!"
"Ma io mi sento comunque in colpa! Cosa posso fare per farmi perdonare?"
La cugina assunse un'espressione determinata, che non aveva mai visto sul suo viso.
"Voglio parlare con Frost."



La smorfia stupita sul viso del cugino distrusse tutta la sua determinazione.
Glielo aveva chiesto seriamente? Per quanto ne sapeva lei Jack Frost poteva anche non esistere, ma questo avrebbe messo in dubbio anche l'esistenza di Pitch.
"Perché vorresti parlare con Jack."
"Devo a chiedere a Frost delle...informazioni che solo lui può darmi."
Il bambino la guardò sempre più contrariato.
"Se vuoi posso fare io da intermediario. Chiedi pure."
"Ehm...no. Mi dispiace Jamie, ma la faccenda è personale. Allora?"
Jamie rimase in silenzio per un tempo che le sembrò infinito, poi borbottò qualcosa come se stesse parlando con qualcuno.
Annie non sapeva se dirgli di lasciar perdere o di muoversi, l'attesa la stava uccidendo.
Quando il cugino si decise a rivolgerle nuovamente la parola non le diede una notizia molto positiva.
"Jack ha detto che se vuoi parlargli devi credere in lui o non si fa niente."
La ragazza soffocò un'imprecazione e tentò di sorridere al cugino.
"E come pensa che io possa riuscirci?"
"Dice che non lo sa."
"Perfetto! Questo tipo non poteva essere più inutile di così!"
Decise però di non arrendersi, doveva seguire l'improbabile piano che aveva inventato per avere qualche speranza di rivedere Pitch.
"Digli che fra quattro giorni sarò dimessa e che riuscirò a credere in lui. Lo aspetto nel parchetto dove giochi di solito a mezzanotte."
Jamie litigò con quello che doveva essere Jack, per poi girarsi verso di lei annuendo.
"Ci sarà."


Quei pochi giorni passarono lenti, forse fin troppo.
Mentre era all'ospedale si era fatta raccontare il più possibile su Jack Frost, ma proprio non riusciva a credere che esistesse un tizio che andava in giro a congelare le cose per noia.
La sera dell'incontro Annie stava in camera a tormentare il cuscino mentre pensava se andare o meno. Era stata lei a decidere di parlare con quello spirito, ma ora aveva paura di non riuscire a vederlo.
Lì, nel silenzio della camera si chiese perché non lasciava semplicemente perdere, la sua vita sarebbe stata sicuramente più tranquilla e normale senza la presenza dell'uomo nero, eppure neppure quei pensieri bastavano.
Se non fosse stato per quell'idiota egocentrico lei non si sarebbe mai trovata in quella situazione assurda, a dover sgattaiolare fuori di casa in piena notte per andare a cercare informazioni su di lui.
Annie decise che come prima cosa, dopo aver trovato Pitch, lo avrebbe preso a schiaffoni per essersene andato in quel modo.
La sua indecisione sparì all'istante e uscì di casa.


Una folata di vento fece raggelare la povera ragazza, la quale era in quel posto da ormai venti minuti.
Jack avrebbe voluto dirle di andarsene a casa a riposarsi, ma non poteva.
In fondo erano in quella situazione proprio perché lei non poteva vederlo.
Annie sbuffò per l'ennesima volta e si diresse verso la sbarra.
Forse lo fece per noia oppure per scaldarsi, Jack non lo seppe mai, ma fatto sta che la ragazza si arrampicò sulla giostra ghiacciata e si tenne saldamente con le mani e con i piedi, somigliando ad un bradipo appeso ad un albero.
Si dondolò per un po', poi si mise a canticchiare e il Guardiano dovette avvicinarsi per poterla sentire.
"Ninna nanna oh...
Questa bimba a chi la do?
La darò alla befana
Che la tien una settimana.
La darò all'uomo nero
Che la tien un anno intero..."
Annie sospirò sconsolata.
"Magari potessi passare un anno solo con Pitch..."
Jack rimase sorpreso da quelle parole, ma la ragazza non fu da meno.
Accortasi di quello che aveva detto arrossì e presa dall'imbarazzo perse la presa e scivolò.
Molto probabilmente non si sarebbe fatta nulla, ma, non appena Jack la vide cadere, ripensò al giorno dell'incidente e fece comparire una lastra di ghiaccio sotto di lei.


Per i primi istanti non si accorse neppure di non essere più appesa alla barra, ma poi sentì qualcosa di freddo sotto la schiena che la sorreggeva.
Girò la testa lateralmente e si accorse di essere distesa su una lastra di ghiaccio che prima, ovviamente, non c'era.
"Oh merda... Allora esiste sul serio."
Come evocata dalle sue parole un'ombra comparve al suo fianco e lei scattò in piedi spaventata.
Rimase sorpresa quando si ritrovò di fronte ad un ragazzo che doveva avere più o meno la sua età.
Certo, per essere un sedicenne era molto strano, con i suoi capelli del colore della luna e gli occhi azzurri come il ghiaccio.
Oggettivamente parlando era bello e i suoi vestiti sembravano come cuciti su di lui.
Annie notò che nelle spalle della felpa blu c'erano dei fiocchi di neve, ma non sarebbe mai stata capace di dire se fossero veri oppure cuciti.
A completare il quadro dell'inusuale adolescente c'era un grande bastone dalla cui cima sembrava fuoriuscire del ghiaccio e la mancanza di calzature.
Il ragazzo le si avvicinò e la guardò preoccupato.
"Tutto bene?"
"Sì, penso. Quindi tu...sei Jack Frost?"
"Adesso mi vedi finalmente! Comunque  si, sono io."
Annie si lasciò scappare una smorfia delusa.
"Ti immaginavo diverso. Più infantile, cicciottello e...blu."
"Blu?"
Il ragazzo sembrava divertito da quella situazione.
"Sì, mi ero immaginata un Babbo Natale versione bambina e completamente blu. Non un ragazzo della mia età che potrebbe fare il modello."
"Grazie."
Jack le sorrise sornione e questo portò Annie a chiedersi se tutti gli spiriti non fossero capaci di sorridere, se non sembrando pronti ad imbrogliarti.
"Lo devo prendere come un complimento?"
"Se proprio vuoi. Ora però passiamo alle cose importanti."
"Giusto! Come mai volevi vedermi?"
La ragazza lo guardò con i sui grandi occhi grigi e si mostrò il più determinata possibile.
"Voglio vedere Pitch."
Se Jack non avesse saputo per certo la sua età, non le avrebbe mai dato più di cinque anni, perché in quel momento le era sembrata una bambina.
Com'era possibile che lei volesse vedere Pitch? Lui non le aveva mica fatto del male?
Dopo che l'uomo nero si fu arreso, lui è Sandman erano andati personalmente a controllare le condizioni di Annie e l'avevano trovata in lacrime, così l'omino dei sogni l'aveva fatta addormentare.
Ed ora lei pretendeva di incontrarlo? Che storia era?
"Perché dovresti volerlo incontrare?"
La sua voce uscì fredda come la neve.
"Affari personali..."
Annie non lo guardava neppure in faccia, così Jack lo prese come il segno di una bugia.
"Mi stai nascondendo qualcosa.
Pitch ti ha forse minacciata e ora tu vuoi vederlo per farlo scappare?
Ti obbliga ad aiutarlo quando è nei guai?
Quel tipo è malvagio non dovresti stare ad ascoltarlo, d'ora in poi ti proteggeremo noi se avrai paura e..."
"La vuoi smettere per favore."
Jack rimase impietrito dalla reazione della ragazza.
"Smettere di fare cosa?"
"Di insultare Pitch. Mi da fastidio quando qualcuno parla male delle persone a cui tengo senza nemmeno conoscerle.
Quindi, per favore, non farlo."
"Insultarlo senza conoscerlo? Stiamo parlando di Pitch Black! È l'uomo nero!"
"E allora? Non vuol dire che sia cattivo!"
Annie si costrinse a calmarsi, se Frost si fosse offeso, lei avrebbe perso ogni possibilità di riunirsi con l'uomo nero.
"Ma lui ha ferito anche te! Perché vuoi tanto rivederlo?"
"Perché mi sono innamorata di lui!"
Ecco, l'aveva detto. Erano anni che si teneva dentro di lei quelle poche parole, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirle.
"Cosa? Come?!"
Lo spirito della neve era talmente scioccato che non riusciva a formulare una frase.
“Come posso dirlo più chiaro di così? Lui mi piace…”
Le guance di Annie si imporporarono, ma lei non abbassò lo sguardo, anzi piantò i suoi occhi in quelli dello spirito.
“Quello che non capisco è il perché! Come puoi esserti innamorata di lui?!”
“E io che ne so!” ribatté la ragazza cominciando a scocciarsi di fronte all’ottusità di Frost.
“C’è forse un modo per spiegare come ci si innamora? Esiste una formula o una regola? La risposta è chiaramente no, ma non credo che tu possa capirlo se non ti sei mai innamorato.”
“Allora spiegami se io non posso capire! Così almeno posso dimostrarti che ti sbagli a voler essere legata ad uno come lui.”
Annie guardò un punto distante, come se stesse cercando qualcuno e, dopo aver sospirato un paio di volte cominciò a parlare.
“Come posso semplificarti la paura che mi assale quando, svegliandomi nel cuore della notte, non lo vedo?
 Come posso spiegarti il sorriso che devo trattenere o nascondere dietro a un lenzuolo quando lui mi prende in giro ed io mi devo fingere offesa?
 Semplicemente senza di lui non riesco a dormire tranquillamente, strano vero? Eppure, anche se lui non lo sa, la sua presenza per me è sempre stata rassicurante. Quando mi svegliavo lui era lì e subito mi calmavo, perché, dopo un po’ di tempo, tutte le mia paure sono state sostituita da una più grande: quella di perderlo.
Le prime volte mi dicevo che era perché era il mio unico amico, ma la spiegazione non reggeva.
Ho provato ad allontanarmi da lui il più possibile, perché non volevo che la mia paura diventasse così forte da non poter più essere controllata, ma il mio più grande fallimento è avvenuto poche sere fa. Pensavo che questa sarebbe stata la mia occasione per eliminarla definitivamente, ma era semplicemente troppo tardi e già dalla seconda sera sentivo la sua mancanza. Poi abbiamo litigato e lui se n’è andato via e io mi sento in colpa, perché avrei voluto dirgli delle cose completamente diverse, ma ero troppo arrabbiata. Io ora voglio solo vederlo, voglio solo chiedergli scusa e solo tu puoi aiutarmi. Te lo chiedo per favore Frost, portami da lui…”

Jack sentì un nodo serrargli la gola, ma non poteva dire ad Annie che era lui quello che aveva scoperto Pitch ed aveva chiamato gli altri Guardiani per catturarlo. Se non lo avesse fatto molto probabilmente i due si sarebbero già chiariti e la ragazza non sarebbe così triste, ma non riusciva a parlare, sapeva perfettamente che la ragazza lo avrebbe odiato poi.
La guardò e si ricordò che Jamie gli aveva detto che lei aveva cercato di sapere il più possibile sulla sua storia, in modo da poterlo vedere. Si domandò quanto freddo potesse avere in quel momento, con solo un giaccone sopra il pigiama e con le scarpe da ginnastica infradiciate per colpa della neve.
In quel momento sentì come un pungolo nel petto, forse a causa del senso di colpa, e voleva tanto dirle che l’avrebbe portata da Pitch anche subito, ma si costrinse a non farlo.
“Io…non posso. Mi dispiace Annie, ma abbiamo deciso che, per il tuo bene, tu debba stare lontana da lui.”
Annie si sentì come se lo slittino l’avesse colpita di nuovo. Spalancò gli occhi incredula e fissò Jack allibita. Lo spirito dovette abbassare la testa, incapace di sostenere il confronto con quello sguardo che metteva a nudo tutta la tristezza che era piombata sulla ragazza in quel momento.
“Chi ha deciso con te?! Come sarebbe a dire che non posso vederlo?!”
“Non posso dirtelo…”
“Come sarebbe a dire che non puoi?! C’è qualcosa che ti lasciano fare o no?!”
La voce rotta della ragazza gli stava facendo lo stesso effetto di un coltello piantato nella gola, ma lui sapeva di essere nel giusto. Lui stava agendo correttamente. Lui…lui era un codardo.
“Mi dispiace. Devo andare.”
Con l’aiuto del vento si alzò in volo, ma Annie gli afferò il bordo della felpa e lo trattenne.
“Ti prego non farlo…”
La sua voce era stata un sussurro perso nel vento, ma a Jack era arrivato chiaramente e il senso di colpa sembrò tentare di bucargli il petto.
“Scusa.”
Con uno strattone si liberò dalla presa della ragazza e si levò in alto il più velocemente possibile, senza mai voltarsi per guardare indietro.



Angolino autrice: Eccomi! Mi scuso tantissimo. Avevo detto che avrei pubblicato ogni sabato, ma sabato scorso è stato il mio compleanno (me n’ero completamente scordata) e quindi ho posticipato di una settimana. Chiedo nuovamente scusa, perché ho dovuto tagliare (di nuovo) un capitolo, ma sarebbe venuto fuori davvero troppo lungo.
Volevo ringraziarvi poi per le recensioni che mi hanno resa super felice ed in particolare volevo ringraziare tantissimo J. L’immagine che avete visto l’ha fatta lei e per questo io la AMO. Vi consiglio di andare a cercare la sua pagina Facebook perché merita tantissimo u.u (e a cui chiedo scusa perché, nonostante me l'abbia spiegato centinaia di volte, non sono riuscita a rimpicciolire l'immagine) 
Come ultima cosa cambio il giorno di pubblicazione e tento di caricare un nuovo capitolo ogni altra settimana, questo perché fra poco i miei impegni aumenteranno a dismisura.
Dopo questo vi saluto e vi chiedo per favore di dirmi cosa ne pensate di questo capitolo. A presto!




  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Akemi chan