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Autore: principessa1793    27/09/2014    5 recensioni
Sono trascorsi 25 anni dalla nascita degli ultimogeniti della famiglia Mendoza Pinzon e del primogenito di Mario Calderon. Quelli che allora erano bambini,ora sono donne ed uomini che si troveranno a vivere la loro vita lavorativa all'Ecomoda. Nasceranno nuovi legami e forti sentimenti. Se siete curiosi... date un'occhiata!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un imprevedibile futuro'
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[Giulia]
Oggi non riesco a fare nulla. Ho sempre davanti agli occhi il suo sguardo di ghiaccio,contrapposto ai suoi occhi innamorati di questa mattina. Come possono cambiare le cose nel giro poche ore! Questa mattina ero la donna più felice del mondo e sono bastate quattro parole su qualche rivista per rovinarmi la vita. La verità è che non riesco a biasimare Jean per la sua reazione perché se fosse stato l’inverso,avrei fatto di peggio.
“ Giulia,posso?” mi domanda quello che dovrebbe essere il mio fidanzato.
“ Immagino dovrei congratularmi per il casino che hai messo su…complimenti!” gli rispondo.
“ Io non c’entro niente!” ribatte.
“ Si certo,come no! Sono stata io a gridare al mondo che ci sposeremo,vero?” gli dico sarcastica.
“ Io credevo fosse stata una tua idea!” mi risponde.
“ Hai proprio una bella faccia tosta,lo sai? Non ti sembrava che avessi abbastanza problemi con i miei genitori? No,dovevi dare il colpo di grazia alla tensione che ha accumulato mio padre!” gli dico.
“ Perché diavolo non mi credi?” mi domanda.
“ Perché grazie a te,il mio rapporto con mio padre è andato a farsi benedire!” gli rispondo. E anche la mia storia con Jean.
“ Ha persino accettato l’invito dei miei genitori,magari c’è ancora una speranza!” mi dice.
“ Tu non conosci mio padre! Sei un illuso se pensi che questa cena si concluderà con una partita di canasta tra i nostri genitori! E adesso se non ti dispiace,voglio stare sola,quindi ci vediamo stasera,sempre che decida di venire!” gli rispondo.
“ Che vuoi dire? La cena è in nostro onore!” mi dice.
“ Peccato che andrà uno schifo e che non abbiamo mai parlato di matrimonio! Ci conosciamo da 5 minuti,porca miseria! E tu annunci al mondo che stiamo per sposarci! La verità è che io non so più nemmeno se voglio continuarla questa storia! E adesso lasciami da sola!” gli dico,prima di farlo uscire dal mio ufficio. 
 
[Susanna]
Il mio caro fratellone ha accelerato i tempi con la piccola Giulia,mentre io con quei due sono ancora in alto mare. Hermes credo che ormai abbia chiaro il mio gioco,quindi temo non cadrà nella mia rete. Mi tocca dirottare tutte le mie attenzioni sul caro Roberto e sul suo 10% di eredità. È l’unico modo che ho per restare ricca e sono certa che mi divertirò a sedurre Bob.
“ Ehi” gli dico per richiamare la sua attenzione,mentre passa per i corridoi.
“ Ciao! Mi dispiace per come ti ha trattato Hermes in sala riunioni!” mi dice.
“ Non è colpa tua! Come ti senti?” gli domando.
“ A pezzi,ma tento di sopravvivere senza alcool e senza pensare a quello che mi è successo!” mi risponde. Troverò io un modo per allontanarti dai tuoi pensieri!
“ E questa sera pensi di andare a quella cena?” gli chiedo.
“ Perché? Tu non ci sarai?”mi domanda.
“ Sei matto? No! Mi annoierei a morte e poi di sicuro parleranno del matrimonio,dei tempi andati e non mi sembra proprio il caso di sorbirmi i loro bei discorsetti per tutta la sera!” gli rispondo.
“ Già…anche quando io e Pilar abbiamo organizzato la nostra cena di fidanzamento,si sono toccati questi argomenti!” mi dice.
“ Ci pensi ancora,vero?” gli domando.
“ Si,ma mi passerà!” mi risponde.
“ E quindi anche tu non andrai alla cena?” gli chiedo.
“ Diciamo che ne faccio volentieri a meno per ovvie ragioni!” mi risponde. Bene…è la mia occasione.
“ E quindi cosa fai stasera?” gli domando.
“ Non saprei proprio...penso che cercherò un film da vedere in tv e mangerò pizza riscaldata!” mi risponde.
“ Eh no! Così sembri mio nonno,scusa! Perché non usciamo insieme? Possiamo andare a cena fuori e poi in discoteca!” gli propongo.
“ Veramente non adoro particolarmente le discoteche!” mi risponde. Davvero esistono persone a cui non piace la discoteca?
“ Non è che lo dici per non uscire con me?” gli domando.
“ No,anzi…sai cosa ti dico? Ti invito io! Andiamo a cena al Le Noir,ok?” mi chiede. Siiii! Questa sera raggiungerò il mio traguardo!
“ Ok,allora passi a prendermi alle 7 e mezza,ok?” gli domando.
“ Si. L’indirizzo lo conosco,quindi…a stasera!” mi risponde,prima di rintanarsi nel suo ufficio. Questa sera dovrò essere una bomba.
 
[Armando]
Che giornata schifosa! È iniziata male e finirà peggio… che qualcosa di più orribile che andare a cena dai Valencia? Non credo! Quando ho accettato l’invito,Calderon mi ha guardato come se fossi diventato un alieno e lo capisco,ma dovevo farlo: questa cena mi aiuterà a chiarirmi le idee su questa storia e a comprendere se quel ragazzo è sul serio innamorato di mia figlia o se tutto questo è solo un modo dei Valencia per non perdere prestigio.
“ Allora?” mi domanda Betty,scuotendomi dai miei pensieri.
“ Allora cosa?” le chiedo.
“ Ti sei drogato,Armando? Tu hai accetta un invito a cena a casa dei Valencia!” mi dice.
“ Lo so e ti assicuro che solo al pensiero,mi viene voglia di bere veleno!” le rispondo.
“ E allora perché diavolo hai accettato?” mi domanda.
“ Betty,perché io devo sapere dove finisce il sentimento di quel ragazzo verso nostra figlia e dove inizia quello verso il nostro prestigio. Io non penso che tutto questo sia una beffa del fato nei nostri confronti,ma una beffa dei Valencia si. Basta leggere quegli articoli per capire e per farsi rodere dal tarlo del sospetto che questo matrimonio è solo per giovare a quella famiglia di profittatori!” le spiego.
“ E cosa vuoi fare?” mi domanda.
“ Lo vedrai,amore mio… se quella specie di bionda rifatta e quel disgraziato di Daniele Valencia vogliono prendersi gioco di noi e del nostro lavoro,saremo noi a prenderci gioco di loro e a scoprire le loro carte!” le rispondo.
“ Non hai intenzione di gridare,vero?” mi domanda.
“ No,ma Daniele Valencia si renderà conto che non basterà un matrimonio d’affari per impossessarsi del mio patrimonio.” Le rispondo.
“ Armando,mi fai paura!” mi dice.
“ Fidati di me,tesoro! Questa sera ti divertirai…ti sembrerà di essere al circo quando vedrai le facce di Daniele e della bionda finta quando entrerò in scena!” le rispondo.
 
[Carlos]
Nick sta salvando un documento,mentre sono seduto sul divano nel suo ufficio.
“ Allora?” mi chiede,mentre finalmente può darmi attenzione.
“ Niente…mi sembra che tuo padre non ti abbia ucciso,come pensavi!” gli rispondo.
“ E menomale! Anche perché sarebbe capace di metterci tutti al muro e fucilarci per tutto quello che siamo riusciti a combinare in sole 2 settimane!” ribatte.
“ Quello che nasconde qualcosa secondo me è Hermes!” insinuo.
“ Cioè? Non penserai mica che sia diventato gay!” mi dice.
“ No,ma penso che il palato di tuo fratello sia diventato ancora più fine!” ribatto.
“ Dai,parla chiaro!” mi esorta.
“ Non hai notato nulla in sala riunioni?” gli chiedo.
“ A parte mio padre imbufalito,i giornali che mi dipingono come il cognato di Giulio Valencia,no!” mi risponde.
“ E neppure in questi giorni hai notato nulla?” gli domando.
“ Se mi dici cosa hai notato tu,facciamo prima!” mi risponde.
“ Ho notato che Hermes non è mai nel suo ufficio…e le rare volte che lo si trova lì,non è mai da solo!” dico.
“ Pensi che abbia iniziato qualche storiella?” mi chiede. Annuisco.
“ Oddio! Conoscendo mio fratello,potrebbe trattarsi di quella cretina delle pubbliche relazioni,anche se lo escludo visto come l’ha trattata in sala riunioni!” ipotizza.
“ No,non ho mai pensato a Miss San Marino,anche perché farebbe prima a regalare a tuo padre una corda per impiccarsi… ce lo vedo: “ SUICIDIO IN CASA MENDOZA:IL MAGNATE SI IMPICCA PERCHÉ DUE DEI SUOI FIGLI SI IMPARENTANO CON DANIELE VALENCIA”! Altro che il casino che ha messo su tua sorella!” rispondo.
“ In effetti! E allora chi pensi che sia?” mi domanda.
“ Non hai mai cercato Hermes in questi giorni?” gli chiedo.
“ No,ma deduco che tu l’abbia fatto!” mi risponde.
“ Esatto e sai dov’era?” gli domando. Fa cenno di no con la testa.
“ Nell’ufficio della Doinel…della bambolina con cui stava per accapigliarsi il giorno dell’insediamento” gli confesso. Mi guarda sconvolto.
“ Tu pensi che … lui e la Doinel…insomma…” farfuglia.
“ In quel caso tuo fratello ha fatto un affare…lei un po’ meno…sperando che non voglia usarla come fa con le altre!” gli rispondo.
“ E pensi ci sia un modo per appurarlo?” mi domanda.
“ Si…basterà appellarci a quello che Shakespeare ha definito il mostro dagli occhi verdi!” gli rispondo. Annuisce con fare cospiratorio.
 
[Charlotte]
In tutto questo casino ci mancava anche mio fratello,che ha mandato a farsi benedire il suo self control,lasciando il lavoro così d’emblée.
Capisco la sua delusione,la sua amarezza e il suo dolore,ma qui non siamo i padroni e non possiamo fare come ci pare. Non metto in dubbio che Giulia gliel’abbia combinata grossa,ma in fondo è anche un po’ colpa sua,perché avrebbe dovuto prendere di petto la situazione subito,così da venire a conoscenza della verità da subito e mettersi l’anima in pace,invece di giocare a nascondino con i suoi sentimenti.
Busso alla porta dell’ufficio di Hermes per comunicargli che mio fratello è tornato a casa,sperando di riuscire a spezzare una lancia in suo favore,anche se il suo comportamento è indifendibile.
“ Avanti” risponde. Entro nel suo ufficio e il suo sguardo si sposta dal monitor del pc per posarsi su di me. Chiudo la porta alle mie spalle.
“ Ciao” esordisco.
“ Ciao,come mai sei qui?” mi domanda.
“ Non volevo disturbarti,ma devo parlarti di una cosa!” gli rispondo.
“ Non mi disturbi,ma di solito sono sempre io a rubarti qualche bacio nel tuo ufficio e tu non vieni mai a trovare me!” ribatte. Arrossisco.
“ Non è per questo che sono qui!” gli rispondo. Si alza dalla poltrona.
“ Peccato!” esclama.
“ Mio fratello non si è sentito bene e ha preferito andare a casa…volevo solo comunicartelo perché siamo tuoi dipendenti e tua sorella lo sa già!” gli dico.
“ Bene…mi dispiace per tuo fratello,ma qui stiamo tutti male!” mi risponde.
“ Che intendi dire?” gli domando.
“ Solo che la riunione di stamattina è stata quasi più pesante di quella di ieri e che se andiamo avanti in questo modo,il prossimo che si mette in malattia sono io!” mi risponde.
“ Già…poi ridotto come Rambo,otterresti facilmente i giorni di congedo!” commento. Sorride.
“ Beh…quello che dovevo dirti,te l’ho detto,quindi torno in ufficio!” gli dico,ma mi trattiene per un braccio e mi stringe fra le braccia.
“ Guarda che devo andare!” gli faccio presente,mentre si siede sulla scrivania e mi blocca tra le sue braccia mediante le gambe. Mi ritrovo in piedi di fronte e lui,che mi guarda maliziosamente.
“ Guarda che non sono così vecchio,quindi non dimentico le cose! Io e te avevamo un discorso in sospeso in sala riunioni!” mi fa presente,mentre anche le sue mani si spostano alla base della mia schiena per tenermi ferma.
“ Sei fissato!” gli rispondo.
“ Pensi mai a me?” mi domanda.
“ E questa domanda?” gli chiedo. Perché vuole sapere se penso a lui?
“ Voglio saperlo!” afferma.
“ Anche questo è uno scotto per essermi allontanata da te questa mattina?” gli domando.
“ No,è solo una curiosità!” mi risponde.
“ Vorrà dire che resterà tale,perché mi avvalgo della facoltà di non rispondere!” ribatto,mentre cerco di liberarmi dalla sua stretta. Le sue labbra sono sulle mie,mentre le sue mani gli accarezzano il viso.
Mi sento in un’altra dimensione, un mondo atemporale dove non esiste nulla. È così che ci si sente quando si sta bene con qualcuno? Posso davvero stare bene con un uomo come Hermes Mendoza?
Le sue labbra si spostano sul mio collo,mentre le mie dita accarezzano i suoi capelli.
“ Non vuoi proprio rispondermi?” mi sussurra. Scuoto la testa come cenno di diniego. Bussano alla porta e mi stacco da lui,cercando di sistemarmi al meglio. Lui ha qualche traccia di rossetto attorno alle labbra,che mi affretto a rimuovere immediatamente.
“ Avanti” risponde lui. Entra Susanna,che ci guarda in maniera circospetta.
“ Che vuoi?” le domanda piuttosto seccato Hermes.
“ Stasera andrai alla cena a casa mia?” gli domanda lei.
“ No,sono già ridotto come un pugile e non vorrei,con il lancio dei coltelli che ci sarà stasera, ritrovarmi domani in condizioni peggiori!” le risponde con un certo cinismo.
“ E tu?” mi domanda Susanna.
“ Ah io neppure! Ci tengo alla mia incolumità,Susy! E poi mi è parso di capire che neppure tu,ci andrai!” le rispondo.
“ No! Appuntamento galante…poi ti racconto! Ma che ci facevi qui?” mi chiede.
“ Parlavamo di lavoro!” improvvisa Hermes.
“ Io adesso vado a lavorare!” risponde Susanna.
“ Mi raccomando…non sbeccarti lo smalto appena messo!” ribatte Hermes,mentre io trattengo a stento la risata. Susanna va via stizzita per la battuta di Hermes,mentre lui accenna un sorriso.
“ Bene,adesso io vado!” gli dico.
“ Eh no…avevamo un discorso in sospeso!” mi risponde,mentre mi attira di nuovo nella sua morsa.
“ Un altro? Lo scotto l’ho pagato,ci stavano per beccare e adesso io non ho più nulla da fare qui!” ribatto.
“ Non hai risposto alla mia domanda!” mi fa presente.
“ Se è una curiosità come hai detto e non una questione di vita o di morte,puoi benissimo dormire tranquillo senza conoscerne la risposta!” gli rispondo.
 
[Hermes]
Adoro il suo modo di tenermi testa. È una delle poche persone che riesce a farlo e che sa farmi tacere mediante la dialettica.
“ Pensi tu che io riesca a dormire con una domanda del genere in testa!” le rispondo.
“ Potresti prenderti una camomilla o il Valium…sono ottimi rimedi contro l’insonnia!” ribatte. Le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“ Che ti costa rispondermi?” le domando.
“ Mi costa che non ho fatto nulla in ufficio da questa mattina e che se non vado subito a lavorare,mi toccherà passare la notte qui!” mi risponde.
“ Ah guarda,che potrei restare con te! Posso darti una mano,anche tutte e due!” ribatto,mentre un sorrisetto lascivo mi compare sul volto.
“ No,grazie,me la cavo benissimo da sola!” mi risponde. Sto per baciarla di nuovo,ma qualcuno decide di interromperci bussando alla porta. Non si può mai stare tranquilli in questo ufficio! Le rubo un casto bacio prima di lasciarla andare e pronunciare la parolina magica per far entrare chi mi cerca con tanta insistenza. Entra mio fratello Nick in compagnia di Carlos.
“ Ah,sei impegnato…casomai passo dopo!” afferma,vedendo che non sono solo in ufficio.
“ No,dottor Mendoza,restate pure … io stavo andando!” gli risponde Charlotte.
“ Allora passerò dopo nel suo ufficio per riscuotere ciò che mi deve,dottoressa Doinel!” le dico. Alza gli occhi al cielo con un meraviglioso sorriso sulle labbra.
“ Arrivederci!” saluta,prima di uscire dal mio ufficio.
“ Carina,no?” mi dice mio fratello.
“ Chi?” gli domando.
“ La sedia! Come “chi?”? La bambolina che è uscita dal tuo ufficio in questo momento!” mi risponde Carlos. Bambolina…ci mancava anche questa!
“ La dottoressa Doinel?” chiedo conferma.
“ Si, perché ce n’era più d’una nel tuo ufficio quando siamo entrati?” mi domanda Nick.
“ No,ma poi a te cosa importa scusa? Sbaglio o hai una relazione quasi decennale con Carmen Calderon?” gli chiedo.
“ Si e sono fedelissimo a lei e al nostro amore…” mi risponde.
“ Buon per te! Siete venuti qui solo a rompere o c’è qualcos’altro? “ gli chiedo.
“ Perché? Ti abbiamo per caso disturbato mentre stavi facendo qualcosa di peccaminoso con la bambolina?” mi domanda Carlos. Porca miseria ha un nome…ma perché diavolo si è fissato a chiamarla “ bambolina”?
“ No…e poi non sono io il Mendoza con gli affarucci segreti da 8 anni,ma Nick!” ribatto.
“ Sei sicuro che tra te e la Doinel non c’è niente?” mi chiede Nick.
“ Ah…perché vuoi saperlo?” gli domando.
“ Una ragazza così bella… potrebbe sistemarsi con il nostro Carlos! Sarebbero carini insieme! E poi ne stavamo parlando qualche giorno fa e mi ha confessato che non gli dispiace per niente!” mi risponde. Facesse sistemare Carmen con Carlos,se proprio ci tiene a farlo accasare! Ma perché proprio Charlotte?
“ Quella lì è tutta curve…divina!” commenta Carlos. Lo guardo male!
“ A parte che la dottoressa Doinel è una mia coetanea e Carlos sarebbe più piccolo di lei di 5 anni e poi non credo le interessi!” cerco di liquidare l’argomento.
“ E tu che ne sai? Magari è una da toy boy…una tardona a cui piacciono più piccoli!” mi dice Nick. Maledizione! Sento una morsa allo stomaco al pensiero che possa avverarsi ciò che ha detto Nick.
“ Io diventerei volentieri il suo toy boy!” commenta Carlos.
“ Tardona? Per 5 anni di differenza? E comunque so quello che dico perché è già fidanzata!” sbotto. Ok,ho mentito,ma mi hanno esasperato con la storia di Carlos,di farlo accasare,del toy boy…ma insomma!
“ Davvero? E con chi? Lo conosciamo? Tu come lo sai? Te l’ha detto lei?” mi domanda curioso Nick.
“ Basta! Non sono un inviato della CNN! L’ho vista una sera in un locale con uno e suppongo sia il suo ragazzo e adesso se non c’è altro…” gli rispondo,cercando di esaurire l’argomento una volta per tutte,anche se temo sia inutile.
“ Quindi non ne sei certo?” mi chiede Carlos.
“ Giusto! Forse erano amici!” esclama Nick.
“ Ah Nick! Si baciavano… vuoi i dettagli? E adesso se non ti dispiace… vorrei lavorare!” gli rispondo bruscamente. Ok,non c’è nessun fidanzato nella vita di Charlotte,ma con Carlos proprio non la vedo bene…
“ Veramente ti dovrei chiedere una cosa!” mi dice Nick.
“ Ancora? Vuoi il dossier sulla vita privata della dottoressa Doinel? Sei quasi più pettegolo delle donne e se non la pianti,faccio rapporto alla mia adorata cognatina,che ti prenderà volentieri per le orecchie quando saprà che fai domande in giro su un’altra donna!” sbotto.
“ E lui com’è?” mi chiede. Bastaaa! Cos’è un clone? Una specie di Nick versione gay pettegolo?
“ Bello…hai presente Stallone in Rocky? Uguale…nel senso che è muscoloso come lui…e deve picchiare altrettanto forte!” gli rispondo esasperato. Adesso che si immaginano un bel Rocky Balboa accanto a Charlotte,dovrebbero piantarla con le domande!
“ Strano…una come quella lì non l’avrei mai vista con una specie di Tarzan tutto muscoli e niente cervello!” commenta Carlos.
“ Non ho mai detto che il ragazzo di Charlotte non ha cervello…e comunque non mi va di parlare di questa storia! C’è altro che devi dirmi? O vogliamo continuare a parlare di gossip? No perché a questo punto possiamo invitare anche la cretinetta che passa le giornate a smaltarsi le unghia lì fuori!” esplodo.
“ No guarda…Miss San Marino preferirei risparmiarmela!” risponde Carlos.
“ No,volevo solo sapere se andrai a quella cena!” mi dice Nick.
“ No! Ho già le orecchie che mi fanno male dopo tutte le grida di questi giorni e stasera vorrei ascoltare musica da yoga nel mio appartamento,senza sentire le urla di nostro padre!” gli rispondo.
“ Neanche io ci andrò…papà non ha ancora digerito la storia con Carmen e portandola lì,non vorrei spiegare i fatti nostri a due perfetti estranei!” mi spiega.
“ Ti assicuro che adesso papà ha altre cose per la testa!” gli rispondo.
“ Un po’ come te!” ribatte.
“ Che vuoi dire?” gli domando.
“ Che mi sembra strano che ultimamente dove c’è lei,ci sei anche tu e che oggi in sala riunioni eravate seduti vicini…non è che mi nascondi qualcosa?” mi chiede.
“ Lei chi?” gli domando.
“ La bambolina che è uscita poco fa dal tuo ufficio!” mi risponde Carlos.
“ Non è colpa mia se piombate tutti nel mio ufficio mentre le sto spiegando delle cose di lavoro…e poi chi nasconde le cose sei tu,caro Nick!” gli rispondo.
“ Come ti pare,ma se sei innamorato,puoi dirlo…è capace che papà si tranquillizza un po’!” ribatte.
“ Dio mio,ma che ti prende oggi? Pensi di lavorare in un’agenzia di cuori solitari? Ti ricordo che qui si creano abiti e non matrimoni!” sbotto.
“ E questa piantina?” mi domanda Carlos. Sulle mie labbra spunta un sorriso,mentre guardo il cactus.
“ Veramente è un cactus!” preciso.
“ E non è una pianta?” mi domanda Nick.
“ A te farebbe piacere se una ragazza per strada invece che dire:” Che bel ragazzo!” dicesse “ Che bell’essere umano!”?” gli domando.
“ No!” mi risponde.
“ E allora chiamiamo le cose con il proprio nome! Questo è un cactus!” ribatto.
“ Si,ma che ci fa qui?” mi domanda Carlos.
“ È venuto a commissionarci un abito da sposa… che domanda idiota! Mi è stato regalato!” rispondo.
“ Da una donna?” mi domanda Nick.
“ Ah,ma sei fissato! Si,da una donna,ma non fare illazioni!” rispondo.
“ E la conosciamo?” mi chiede Carlos.
“ No,non la conoscete!” rispondo. Ci manca solo che sappiano che è stata Charlotte!
“ Strano perché le donne che ti porti a letto di solito ti lasciano la loro biancheria e non delle piante!” commenta Nick.
“ Ho mai detto che è una donna con cui ho fatto sesso? No,ho solo detto che me l’ha regalato una donna!” preciso.
“ Comunque la donna ha intenzioni serie se ti ha regalato questo puntaspilli!” esclama Nick.
“ Che vuoi dire?” gli chiedo.
“ Che nel linguaggio dei fiori quella specie di portaspilli vuol dire fedeltà,sentimento duraturo…vuole che la sposi,fratello!” mi risponde Nick. Carlos intona la marcia nuziale.
“ E basta! È solo un cactus! E adesso io vorrei lavorare,per cortesia!” sbotto.
“ Sappi solo che vogliamo i confetti!” esclama Carlos. Sto per tirargli in testa la mia pallina antistress,ma riesce lasciare il mio ufficio insieme a quel cretino di mio fratello prima che ciò avvenga. Matrimonio? Charlotte ed io sposati? Un sorrisetto mi aleggia sul volto.
 
[Giulia]
Ho bisogno di parlare con qualcuno di quello che mi è successo. Ho combinato un casino e non so come uscirne.
Ho perso Jean e sto per perdere anche la mia famiglia,solo per la mia testardaggine,perché ci ho messo tanto a comprendere che Jean era interessato a me e non a mia cugina.
“ Hi,Sweetie!” mi dice una voce a me nota,dopo il secondo squillo.
“ Eh?” le domando,ancora confusa.
“ Scusa è che David mi chiama spesso “Sweetie” e lo uso anch’io! Come va lì?” mi chiede.
“ Uno schifo! Stasera mio padre e mia madre saranno costretti a confrontarsi con i Valencia per colpa mia,ho perso Jean perché quel cretino di Giulio ha detto ai giornali che stiamo per sposarci,mentre fino a questa mattina la mia intenzione era quella di lasciarlo per stare con Jean! È il riassunto più dettagliato e sintetico che sono riuscita a farti del disastro epocale che ho combinato!” le rispondo.
“ Merda! L’hai fatta grossa! E il fegato di zio Armando com’è ridotto?” mi chiede Bianca.
“ Non lo so…in compenso però posso dirti che mi guarda in cagnesco da quando sa di me e Giulio e non è una cosa positiva!” le rispondo.
“ E con il tuo amore cosa vuoi fare?” mi domanda.
“ Non lo so! Se tu avessi visto com’era incazzato! I mei nervi stanno per cedere e sono sicura che rischierò di fare una pazzia questa sera,se non assumerò qualche goccia di Valium!” le rispondo.
“ Non vorrai mica sterminare i Valencia?” mi chiede.
“ No,altrimenti avrei iniziato da quell’oca decolorata che ruba lo stipendio per non fare niente!” le rispondo.
“ E Mario?” mi chiede.
“ Non ho avuto il tempo di parlargli né ieri e né oggi! Sta succedendo un tale casino qui,che a volte vorrei acquistare un biglietto di sola andata per Londra per venire da te!” le rispondo.
“ Non ce ne sarà bisogno perché presto sarò di ritorno,amica mia!” ribatte.
“ E quando?” le domando.
“ Non lo so,potrei tornare domani o fra un mese,ma stai certa che avrai i miei modelli!” mi risponde.
“ Non me ne frega niente dei tuoi modelli,io ho bisogno della tua presenza! Tu e Pilar ci mancate così tanto!” ribatto.
“ A tal proposito…tuo fratello come sta? È ancora vivo o si è suicidato con un’iniezione di grappa?” mi chiede sarcastica.
“ Sembra stare meglio,ma neanche con lui ho avuto tempo di parlare! Tra il lavoro e i miei casini personali,non ho tempo di fare da consigliera a nessuno!” le rispondo.
“ Beh io adesso devo andare! Stai su e cerca di sbrogliare la matassa che hai creato,altrimenti al mio ritorno sarai tu quella dipendente dall’alcool!” mi dice.
“ Ok,ti terrò aggiornata e cerca di tornare presto!” le rispondo,prima di riagganciare.
 
[Mario jr.]
La riunione di questa mattina è stata quasi più catastrofica di quella di ieri…ho temuto di dover chiamare il 911 per zio Armando. Giulia è impallidita quando ha visto quella rivista e sono certo che non è stata lei a farlo pubblicare.
Ne stanno succedendo di tutti i colori e sono certo che andrà sempre peggio. Ormai ogni giorno ne esce una e anche la riunione di oggi,che doveva essere di lavoro,si è trasformata in una lotta familiare,tanto che quel poveretto del dottor Doinel si è sentito così in imbarazzo da lasciare la sala riunioni.
“ Bianca,sono io! Hai sempre il telefono occupato e quindi sono costretto a lasciarti un messaggio in segreteria. Mi dispiace per quello che è successo ieri,per le parole che ti ho rivolto e per tutto il resto. Non volevo essere invadente e non ti vedo assolutamente come una persona egoista. Spero riuscirai a capire la mia situazione emotiva di ieri e che tu riesca a non biasimarmi per le parole che ti ho detto. Un bacio,Mario” dico,dopo il bip. Chiudo la chiamata.
Mi dispiace così tanto di essermela presa con lei ieri,ma la tensione che si respira in quest’azienda è così pesante e lei mi ha destabilizzato dicendo che non sapeva quando sarebbe tornata.
Non so cosa mi sta succedendo,ma è tutto così confuso dentro di me e la sua lontananza peggiora solo le cose.
 
[Barbara]
Ho smesso di piangere da qualche ora,perché ho capito che ormai ciò che mi resta è solo il mio lavoro e voglio svolgerlo al meglio.
Giulia si fida di me e mi ha dato l’opportunità di fare quello per cui sono fatta e non voglio deluderla. La mia collezione dovrà essere speciale,degna dell’Ecomoda. Sono per metà Mendoza e come tale devo accrescere il prestigio di un’azienda che è in parte mia.
“ Hai finito?” domanda una voce alle mie spalle,che mi fa quasi sussultare.
“ No,dottor Valencia!” gli rispondo fredda. Ormai sta per sposarsi ed è inutile proseguire questo teatrino.
“ È per l’articolo?” mi domanda.
“ Uno solo? Ce ne sono decine…tutti concordi nel dire che ti sposerai e di sicuro non sono io quella che li ha fatti pubblicare e neanche Giulia,vista la sua faccia cinerea quando zio Armando le ha mostrato la tua opera!” gli rispondo.
“ Anche tu mi accusi!” mi dice.
“ Non mi sembravi sorpreso quanto Giulia,quando è uscito fuori il giornale e questo vuol dire che lo sapevi! È vero che sono stata mandata qui perché sono imbranata,ma non sono stupida per tua sfortuna! Ci hai provato a sedurmi,a farmi credere di essere innamorato di me,ma sei stato sciocco e questa sera ci sarà anche il tuo fidanzamento con mia cugina!” gli rispondo.
“ Perché non mi ascolti?” mi domanda.
“ Perché quegli articoli li ho letti tutti…complimenti! Erano degni di un fotoromanzo! E adesso se non ti dispiace,vorrei continuare i miei modelli,perché domani andranno in produzione!” gli rispondo. È un attimo e mi ritrovo tra le sue braccia.
“ Se tu me lo chiedi,io la lascio! Non voglio sposarla,perché è te che amo! Anche a costo di essere diseredato,di perdere il lavoro,di finire sotto i ponti,non mi interessa!” mi sussurra a pochi centimetri dalle labbra.
“ Non sarò la causa dell’infelicità di mia cugina,mi dispiace!” gli rispondo.
“ La verità è che ci tieni più a non macchiarti la tua reputazione da anima candida che a me! Questo non è amore!” ribatte con fermezza e va via,prima che io possa fermarlo.
 
[Carmen]
La luce nell’ufficio di Giulia è ancora accesa. Spero per lei si tratti di una disattenzione,altrimenti farà tardi sul serio alla cena per il suo fidanzamento. Provo a bussare,aspettando una risposta.
“ Avanti” sento dire. Entro e la ritrovo con la stessa faccia mogia di questa mattina.
“ Che ci fai ancora qui? La cena?” le domando.
“ Il tempo di uscire da qui e mi avvio!” mi risponde.
“ In tailleur?” le chiedo sconcertata.
“ Carmen,non vado al teatro né ad una cena di gala!” mi risponde.
“ Vai solo a conoscere i tuoi futuri suoceri!” le faccio notare. Mi lancia un’occhiataccia.
“ Stai ancora pensando a Jean,vero?” le domando. Annuisce debolmente.
“ E allora perché non corri da lui? Per la prima volta nella tua vita,fai una pazzia:molla i tuoi dai Valencia e vai a riprenderti il tuo amore!” le suggerisco.
“ Peccato che “ il mio amore”,come lo chiami tu,non mi voglia più vedere neanche in fotografia!” mi risponde.
“ Perché non gli hai ancora dimostrato con i fatti che lo ami! Sul serio,corri da lui!” la esorto.
“ Si e te la immagini la faccia di mio padre se lo mollo a cenare con Daniele Valencia? Io non posso fare questo alla mia famiglia…se non fosse stato pubblicato quel maledetto articolo,le cose sarebbero diverse!” mi risponde.
“ Non puoi essere così vigliacca da sposare un uomo che non ami solo per paura dello scandalo! Per amare ci vuole coraggio e se tu non ce l’hai,non puoi dire di amare quel ragazzo!” le dico,prima di lasciarla riflettere da sola.
 
[Jean Lou]
A quest’ora lei sarà con lui. Staranno brindando al loro matrimonio,mentre io non riesco a mandar giù neppure un bicchiere d’acqua. Sto troppo male per quello che è successo e sto ancora più male perché questa mattina,prima di metter piede in Ecomoda,mi sono quasi illuso di poter avere un futuro con lei! Bussano alla porta e vorrei tanto essere lasciato in pace. Sono tentato di non rispondere,ma chiunque sia colei che bussato,l’ha fatto perché è preoccupata per me.
“ Avanti” dico. Entra mia madre con un vassoio pieno di cose.
“ Mamma,ti avevo detto di non aver fame!” osservo.
“ Lo so,ma l’hai fatto quando sei tornato e adesso è quasi ora di cena. Perché non scendi? Fra un po’ tornerà anche Charlotte…” mi dice.
“ Mamma,le cose non sono cambiate: non avevo fame a pranzo e non ho fame neppure adesso e come,quando sono tornato volevo restare solo,lo voglio anche ora!” le rispondo in modo un po’ brutale.
“ Lo sai che non puoi ridurti così,vero?” mi domanda.
“ Hanno annunciato il matrimonio e stasera andranno tutti a cena da zio Daniele…non c’è più niente da fare!” le rispondo.
“ Io non capisco perché ti ostini a soffrire in questo modo! È da quando hai perso la testa per lei che io e tua sorella cerchiamo di spronarti a farti avanti e te la sei fatta soffiare; e stamattina sei scappato via come un ladro senza ascoltare cosa avesse da dirti quella ragazza!” mi dice.
“ E cosa avrebbe potuto dirmi che io non sappia già? Lei sposerà Giulio e qualsiasi cosa dica,non cambierà le cose!” le rispondo.
“ E se andassimo a quella cena?” mi domanda. La guardo perplesso.
“ Mi dispiace,ma ho già superato la soglia del mio autesionismo,mamma!” le rispondo.
“ Andando lì,chissà che tu non le infonda coraggio e che lei non si ribelli e decida di dire la verità!” ribatte.
“ No,mamma…io non voglio vederla con lui e non voglio la sua pietà! E adesso per favore,esci e lasciami solo!” le rispondo.
“ Come vuoi!” mi dice,prima di uscire dalla mia stanza.
 
[Charlotte]
Spengo il pc e poso il mio cellulare in borsa. Ho preso tutto e posso finalmente tornare a casa e consolare mio fratello, che sono sicura sarà a pezzi per quello che è successo. È tutto così complicato quando ci si innamora,tanto che a volte mi chiedo se è davvero necessario affrontare tutte le peripezie che si presentano solo per un ideale utopico che forse è solo suggestione.
“ Ehi” mi dice Hermes,facendo capolino dalla porta.
“ Non ti passa mai per la testa di bussare,eh?”  gli domando. Chiude la porta dietro di sé.
“ Sono venuto a riscuotere,dottoressa!” mi risponde.
“ Non sapevo fossi un esattore delle tasse!” ribatto.
“ Non sono venuto a riscuotere denaro,ma una risposta e anche qualche bacio…credo di meritarlo!” mi risponde.
“ Credi di meritare qualche bacio e perché?” gli domando. Si siede sul divano e mi trascina sulle sue gambe.
“ Beh sono il tuo capo e poi sono un uomo così attraente…” mi risponde.
“ Sempre più modesto!” commento.
“ A te piacciono i ragazzi giovani?” mi domanda.
“ Vuoi sapere se preferisco un baldo giovanotto ad un decrepito vecchietto?” gli chiedo.
“ Nel senso…insomma…sei una da toy boy?” mi domanda.
“ Da toy che? Posso sapere che domanda mi stai facendo?” gli chiedo.
“ Forse ho fatto un casino!” mi dice.
“ Che novità! Che è successo stavolta? Hai fatto sesso con la fidanzata o la moglie di chi?” gli domando. Mi guarda male per la mia affermazione arcigna.
“ Ho detto a Nick che hai un fidanzato!” mi risponde. Ma è impazzito? Come gli è passato per la testa?
“ E come ti è venuta questa geniale idea?” gli chiedo con un certo sarcasmo.
“ Voleva presentarti a Carlos Mora,il direttore commerciale dell’Ecomoda!” mi risponde imbarazzato.
“ Ah! Bell’uomo!” commento. Vediamo come reagisce Mr. Presunzione al mio commento!
“ Che vuol dire “ Ah! Bell’uomo!”? Ti piace Carlos?” mi chiede alterato.
“ Perché ti sembra brutto?” gli domando,mentre mi trattengo dal ridergli in faccia.
“ Ma che c’entra! Carlos sai quanti anni ha? 24! Ha 5 anni meno di me e anche di te!” mi dice alterato.
“ In effetti è un po’ piccolo per i miei standard,ma c’è un lato positivo: ci sono i presupposti perché vada in andropausa più tardi!” ribatto. Solleva un sopracciglio,piuttosto confuso dalla mia affermazione.
“ So benissimo cosa stai facendo!” mi risponde arrabbiato.
“ E cosa?” gli chiedo.
“ Stai cercando di suscitare una qualche reazione spropositata,ma non ci riuscirai!” mi risponde.
“ Ah no?” gli chiedo sarcastica.
“ No! Io non sono un tipo geloso e mai lo sarò!” mi risponde.
“ Meglio così,anche perché tra me e te non c’è nulla,no?” gli chiedo. Le sue labbra non si sprecano a proferir parole,ma si avventano sulle mie. Mi sento presa alla sprovvista e resto inerme a questo suo assalto per qualche secondo,prima di ricambiare il suo bacio.
“ Adesso che hai placato i tuoi bollenti spiriti posso sapere perché hai detto a tuo fratello che ho un fidanzato? Non ti è passato per il cervello che siamo in una comune e che la cosa può arrivare alle orecchie di mio fratello?” gli domando,quando si stacca da me.
“ Non ho detto che hai un fidanzato o che ti sposi,ma che c’è un ragazzo nella tua vita e questo non è del tutto falso!” mi risponde.
“ Se lo dici tu!” gli dico scettica.
“ Ed io cosa sono,scusa?” mi domanda offeso.
“ Un collega!” gli rispondo.
“ E tu baci tutti i tuoi colleghi?” mi chiede sconvolto.
“ Tutti tutti no,ma potrei sempre iniziare a farlo!” gli rispondo per provocarlo. Sento aumentare la sua stretta.
“ Non cadrò nella tua trappola!” mi dice.
“ E comunque tu sei un uomo…non un ragazzo!” preciso.
“ Ma mi sento ancora un ragazzo!” commenta.
“ E questo lo dici per la storia dell’andropausa che ho menzionato prima?” gli chiedo sarcastica. Entrambi scoppiamo a ridere.
“ Parlando di cose serie,ho trovato su internet una modella per la collezione disegnata da tua cugina che è una bomba!” gli dico,facendo per alzarmi per prendere il tablet,ma lui me lo impedisce.
“ Chi è?” mi domanda,mentre mi tiene ancora seduta sulle sue gamba.
“ Sapessi che dea… capelli ramati,occhi verdi…si chiama…aspetta… Aisha…non ricordo il cognome,ma mi sembra Aguilar!” gli dico.
“ Interessante…potrei farle un colloquio!” mi risponde,con un tono che non mi piace per niente. Sento montarmi una rabbia.
“ Beh dovrai aspettare che rientri perché non è in Colombia!” ribatto stizzita dalla sua sfacciataggine.
“ Pazienza…mi accontenterò di te!” mi risponde.
“ Mi dispiace,ma non voglio essere il tuo contentino,mentre aspetti Aisha Aguilar e adesso se non ti dispiace,vorrei tornare a casa!” ribatto, mentre mi alzo dalle sue gambe. Con uno scatto si alza dal divano e si avvicina a me.
“ Ti sei arrabbiata?” mi domanda,mentre posa le sue mani suoi miei fianchi.
“ No! “ gli rispondo,mentre sposto la sue mani da me.
“ E così anche tu sei gelosa…buono a sapersi!” commenta con quel tono compiaciuto che mi fa arrabbiare ancora di più!
“ E di chi dovrei essere gelosa,sentiamo? Io non sono gelosa di niente e di nessuno! O forse pensi di essere qualcosa per me?” gli domando piena di rabbia. L’espressione del suo volto cambia e temo di averla combinata grossa!
“ Io adesso vado! A domani!” gli dico in un sussurro prima di andar via.
 
[Betty]
Siamo alle soglie di casa Valencia e mio marito sta già fremendo di rabbia. Speriamo che non inizi a gridare come il suo solito e soprattutto che Giulia riesca a fare chiarezza,prima che la faccenda diventi qualcosa di irreparabile.
“ Ti stai chiedendo se ci sono uscite d’emergenza?” mi domanda Armando.
“ No. Mi chiedevo se nostra figlia è già qui!” gli rispondo.
“ Spero per lei di si,visto che questo casino l’ha messo su lei!” ribatte accigliato.
“ Desiderate?” domanda il maggiordomo.
“ Siamo i signori Mendoza!” ci introduce mio marito.
“ E siete attesi?” domanda il maggiordomo.
“ No,siamo venuti a contemplare l’ingresso!” risponde mio marito con il suo solito sarcasmo.
“ I signori Valencia ci hanno invitato a cena!” spiego. Alle spalle del maggiordomo arrivano Daniele Valencia e la bionda finta,che tale è rimasta nonostante gli anni.
“ John,vai in cucina e comunica che i nostri ospiti sono arrivati!” ordina la bionda finta a quel pover’uomo,senza neanche un “ per favore”. Il povero schiavo scompare dalla nostra vista.
“ Buonasera” dicono Daniele e Patrizia.
“ Buonasera” rispondiamo a denti stretti io e Armando.
“ Armando,ti trovo in gran forma…non credevo saresti sopravvissuto tutti questi anni!” commenta Daniele. E che il primo round abbia inizio!
“ Io invece davo per certa la tua longevità…sai com’è: l’erba cattiva non muore mai!” ribatte mio marito.
“ Beatrice,lei è sempre incantevole,naturalmente da quando è tornata da Cartagena tanti e tanti anni fa…anche se mi chiedo cosa la trattiene dal chiedere il divorzio da quest’orso marsicano!” mi dice Daniele.
“ Gli orsi mi hanno sempre affascinata…di sicuro sono meglio degli avvoltoi,non crede?!” gli rispondo.
“ Armando,come va?” domanda la bionda finta.
“ Fino a stamattina stavo benissimo,poi inspiegabilmente la mia giornata è finita con il peggiorare!” risponde mio marito.
“ E tu,Betty? Sei felice per i nostri ragazzi?” mi domanda la bionda finta come se fossimo amiche da una vita.
“ Da morire!” rispondo sarcasticamente.
“ E la nostra futura nuora?” domanda Daniele.
“ Non è ancora arrivata?” chiedo. Suona il campanello e dalla porta di vetro vedo Giulia,che ci saluta con la mano. Il maggiordomo viene di nuovo per aprire la porta a nostra figlia. Lei lo ringrazia e lui richiude la porta alle sue spalle.
“ Scusate il ritardo,ma c’era traffico!” si scusa Giulia.
“ Tu devi essere Giulia! Nostro figlio ci ha parlato molto di te!” esordisce Patrizia Fernandez.
“ Si,sono io!” risponde mia figlia,piuttosto sconcertata dalla figura che si è appena presentata. In effetti Patrizia Ferndandez è ancora tutta minigonne e scollature come quando lavorava in Ecomoda.
“ Io sono Daniele Valencia!” le porge la mano.
“ Piacere!” risponde mia figlia,stringendogli la mano.
“ Armando,chi si aspettava che tua figlia fosse così bella!” commenta la bionda finta.
“ Sappiamo che è molto intelligente e posso dedurre che l’abbia ereditato da sua madre!” esclama Daniele.
“ Anche tua figlia,Danielino,è tutta sua madre!” ribatte Armando.
“ È un complimento?” domanda Daniele.
“ Lo lascio stabilire alla tua intelligenza!” gli risponde mio marito. Arriva anche Giulio Valencia.
“ Buonasera!” esordisce il ragazzo.
“ Buonasera!” rispondiamo io e mio marito.
“ Ciao!” gli risponde mia figlia.
“ Io direi che possiamo metterci a tavola!” dice Daniele,precedendoci insieme a sua moglie.
 
[Nick]
A quest’ora mio padre e mia madre saranno a cena dai Valencia. Speriamo non stiano volando posate e che si discuta con un tono pacato. Conosco abbastanza bene mio padre per sapere che il mio auspicio sarà del tutto vano,visto che appena qualcosa gli va storto lui inizia a gridare…e in quella faccenda di cose storte ce ne sono molte,purtroppo.
“ Sei pentito di non aver accettato il loro invito?” mi chiede Carmen.
“ No,ti assicuro che di grida ne ho sentite fin troppe in questi giorni! Sono certo che quella cena sarà tutto meno che cordiale! I Valencia e i miei non si sono mai sopportati e,anche se hanno lasciato l’Ecomoda prima che io nascessi,so che ogni riunione si trasformava in una vera e proprio lotta campale e la cena di questa sera non si distanzierà molto da ciò!” le rispondo.
“Lo so,ma tua sorella si fidanzerà!” ribatte.
“ Con la faccia da funerale che aveva stamattina,sembrava dovesse andare al patibolo più che a casa dei futuri suoceri!” le rispondo.
“ Perché lei ama un altro!” mi dice,pentendosi quasi subito di ciò che ha detto. Si morde il labbro,come se volesse rimangiarsi la confessione appena fatta.
“ Carmen,che vuol dire che mia sorella ama un altro?” le chiedo. Sta in silenzio e mi guarda smarrita.
“ Carmen,per favore!” la esorto.
“ Tua sorella e Jean Lou Doinel si sono innamorati!” sussurra.
“ E di chi?” le chiedo.
“ Come di chi? Fra di loro,Nick! Lui si è innamorato di lei e lei ricambia a pieno!” mi risponde.
“ E spiegami,di grazia,come mai adesso mia sorella si trova a cena dai Valencia?” le chiedo con finta calma.
“ Perché…perché ha fatto un casino e non sa come uscirne…o meglio prima sapeva come uscirne,ma adesso si è complicato tutto e non sa se vuole tornare indietro…” cerca di spiegarmi,ma mi sembra tutto più confuso.
“ Spiegati meglio,per cortesia!” la esorto.
“ Tua sorella prima dell’articolo voleva lasciare Giulio,ma adesso con la notizia e la cena di fidanzamento si è complicato tutto compreso il suo rapporto con Jean Lou! Quando sono passata nel suo ufficio era a pezzi e non so proprio cosa accadrà questa sera!” mi risponde. Alzo la testa al cielo con gli occhi chiusi.
“ Dopo questa rivelazione,sono ancora più convinto della mia scelta di non andare a quella cena maledetta!” le dico.
 
[Susanna]
Questo appuntamento sta andando meglio del previsto. Mi ritrovo al “Le Noir” ad un tavolo con uno degli scapoli più ambiti della Colombia e sono certa che mi basterà poco per sedurlo. Presto sarò la signora Mendoza ed Hermes non potrà mai più trattarmi come ha fatto questa mattina.
“ A che pensi?” mi domanda Bob.
“ Al fatto che tuo fratello mi ha trattato in maniera a dir poco sgarbata in sala riunioni!” gli rispondo. Il suo volto assume una posa contrariata.
“ Scusa…non ho pensato a quello che ti ha fatto!” gli dico,posando una mano sulla sua.
“ Hermes è fatto così! Se non avesse sedotto tante e tante donne in questi anni,penserei ad un caso di misoginia!” mi risponde.
“ Non credo sia misogino…penso sia allergico od intollerante a me!” gli dico. Sorride.
“ Forse non rispecchi i suoi gusti in fatto di sesso!” mi risponde.
“ E i tuoi gusti quali sono?” gli domando.
“ Io … non sono come lui! Diciamo che finora sono andato a letto solo con le donne che amavo!” mi risponde.
“ E allora quali sono i tuoi gusti in fatto di donne?” gli riformulo la domanda.
“ Beh…ehm… di solito mi piacciono le donne gentili,allegre,generose,simpatiche” mi risponde imbarazzato. Andiamo bene!
“A parte questo…intendevo caratteristiche fisiche…” chiarisco.
“ Ehm…mi piacciono le belle donne…” afferma pieno d’imbarazzo.
 
[Hermes]
“O forse pensi di essere qualcosa per me?
La sua domanda mi rimbomba nella testa da quando l’ha pronunciata. Non riesco a pensare ad altro da quando ha lasciato l’ufficio.
Io scherzavo con la storia della modella e lei,invece mi ha detto quello che pensa. La sua frase era carica di rabbia e non so se darle credito o meno. Insomma io quando sono incazzato dico cose che non penso,ma lei? Lei com’è? La verità è che la conosco troppo poco per saperlo. Squilla il mio cellulare.
“ Pronto” rispondo,senza neppure guardare il numero comparso sul display.
“ Ciao,sono io!” mi dice la voce titubante di Charlotte. Non riesco a proferir parola.
“ Sei ancora lì?” mi domanda per sapere se ho riagganciato o sono ancora in linea.
“ Si” rispondo.
“ Sei a casa tua?” mi chiede.
“ Sono a casa,sto lavorando,quindi se non c’è nulla di urgente,ti pregherei di lasciarmi lavorare!” le rispondo freddo.
“ Ma è tardi!” mi fa notare.
“ A giudicare da ciò che mi hai detto,non dovrebbe interessarti poi molto quello che faccio!” le rispondo,prima di mandare giù un sorso di whisky.
“ È anche per questo che ti ho chiamato!” mi dice.
“ Se mi hai chiamato per giustificare le tue parole,perdi il tuo tempo! Hai detto la verità e non devi sentirti in colpa!” le rispondo.
“ Mi ha dato fastidio…che tu…insomma… quello che è successo prima…uhm… insomma che tu abbia fatto il cretino!” ammette. Mi sento in parte rincuorato.
“ Io stavo solo scherzando e non credevo la prendessi così!” le dico piuttosto mortificato. Non ho mai sentito il bisogno di giustificarmi con una donna riguardo le miei azioni,mentre con lei è tutto così diverso.
“ Neanche io credevo di prenderla così! Quello che è successo dopo…beh…io…io non lo pensavo…” farfuglia.
“ Vuoi dire che non è vero che per te non sono nulla?” le domando.
“ No…sei un rompiscatole,un pallone gonfiato,insopportabile anche a 3000 km di distanza,ma a me va bene così!” mi risponde. Mi accetta per quello che sono.
“ Interessante! Lo sai che le tue parole potrebbero essere usate contro di te?” le chiedo,mentre sorrido per ciò che mi ha appena detto.
“ Pazienza! Vorrà dire che troverò un modo per ritrattare!” mi risponde.
“ Giacché ti trovi a confessare…mi rispondi anche alla domanda che ti ho fatto in ufficio?” le domando.
“ Si…la risposta alla tua domanda è si!” mi risponde.
“ Anche per me è così!” le confesso con non poco imbarazzo. Anche se non la vedo so che sta sorridendo.
“ Bene,io adesso ti lascio lavorare… a domani!” mi dice.
“ A domani! Un bacio!” le dico.
“ Un bacio anche a te!” mi risponde,prima di riagganciare.
 
[Mario jr.]
Chissà come starà andando la cena di zio Armando con Daniele Valencia. Le cose si sono complicate e spero tanto che Giulia riesca a raggiungere un compromesso con i suoi genitori e che riesca a coronare il suo sogno d’amore.
Un mese fa non avrei mai creduto di trovarmi a sperare che Giulia riuscisse a vivere l’amore con un altro e adesso invece mi ritrovo a guardare come uno stupido il mio cellulare in attesa di una telefonata di Bianca.
A quest’ora avrà ascoltato il mio messaggio in segreteria,e allora perché non mi richiama? Forse è ancora arrabbiata per quello che le ho detto.
Un bip del mio pc,mi avvisa che mi è arrivata una mail e la apro,sperando che non si tratti della solita pubblicità.
 
“ Ho ascoltato il tuo messaggio in segreteria e devo ammettere che mi hai spiazzato! Chi si aspettava che ti scusassi?! Ti perdono per ciò che hai detto ieri e forse non avevi tutti i torti a definirmi come un’egoista,perché un po’ mi ci sento. Ti assicuro che non resterò ancora molto a Londra e che presto sarò di ritorno ( per la tua gioia XD)!Ti chiedo solo di stare accanto alla mia famiglia al posto mio in questi giorni e di stare tranquillo perché qui con me ci sono i modelli più belli che l’Ecomoda abbia mai prodotto.
Intanto ti invio i miei saluti e un abbraccio.
                                                                                                                                                                     Bianca Mora Suarez”
 
Presto,cosa vuol dire presto? Che tornerà in settimana? Entro il mese? Perché non è stata più precisa? Perché non mi ha detto il giorno e l’ora in cui atterrerà l’aereo che la riporterà a casa?
 
[Jean Lou]
Chissà cosa starà succedendo a quella cena maledetta! Forse avranno scelto la data delle nozze e forse i Mendoza e i miei zii saranno giunti ad un compromesso. So solo che il pensiero di lei e Giulio mi uccide ogni volta e non so come togliermela dalla testa. Bussano alla porta della mia camera,nonostante abbia espressamente chiesto di restare solo.
“ Mamma,ti avevo chiesto di lasciarmi stare!” dico. Si apre la porta ed entra Charlotte. È così allegra e luminosa da rappresentare il mio esatto opposto in questo momento.
“ Non sono mamma,quindi entro lo stesso!” mi dice,strappandomi un sorriso.
“ Sei radiosa!” esclamo.
“ Tu invece non lo sei per niente e so bene il perché!” mi risponde.
“ Lei…l’hai vista?” le chiedo. Fa un debole cenno di diniego.
“ Si è chiusa nel suo ufficio e quando sono venuta via era ancora lì!” mi risponde.
“ Forse si stava misurando qualche abito della vecchia collezione per andare alla cena di questa sera!” le dico con tono sprezzante.
“ Non credo!” mi risponde.
“ Che ne sai? Hai scambiato con lei 3 parole e già la conosci? O magari pensi di conoscerla perché te la intendi con suo fratello?” le domando. Mi guarda male.
“ Senti,Jean,io lo so che stai male,ma ciò non ti autorizza a mancarmi di rispetto! Io ed Hermes non andiamo a letto insieme,quindi non usare mai più certe espressioni per descrivere ciò che faccio!” mi risponde.
“ Guarda che vi ho visti mano nella mano per tutta la riunione! Non sono cieco! E comunque i Mendoza portano solo guai e ti consiglio di stare attenta! Guarda me: ieri toccavo il cielo con un dito ed oggi sono sprofondato nel girone più basso dell’inferno! Questo vuol dire amare un Mendoza,Charlotte! Tienilo bene a mente!” le dico.
“ TU SEI IN QUESTO CASINO PERCHÉ UN PO’ L’HAI VOLUTO! QUANTE VOLTE TI HO ESORTATO A FARTI AVANTI CON LEI PRIMA CHE LO FACESSE GIULIO? E TU DURO COME UN PEZZO DI LEGNO,FERMO NELLE TUE CONVINZIONI! E CHE TI ASPETTAVI? ADESSO È TUTTO PERDUTO PERCHÉ SEI STATO UN CODARDO! E FORSE È VERO CHE I MENDOZA PORTANO SOLO DOLORE,MA NON SI PUÒ SMETTERE DI VIVERE PER PAURA DI SOFFRIRE,LO CAPISCI,JEAN?” mi grida,prima di uscire dalla mia stanza sbattendo la porta.
 
[Armando]
Questa cena è stata un disastro proprio come avevo previsto. Da parte di Daniele e Patrizia è stato un continuo susseguirsi di critiche e ciò ha dimostrato che i Valencia e i Mendoza non potranno mai far parte della stessa famiglia. Ci sono troppi rancori tra di noi, risentimenti che non possono essere superati neanche a distanza di anni,anche perché Daniele nonostante gli anni è rimasto uno stronzo e sua moglie una gallina.
“ Beh,credo sia giunto il momento di affrontare la questione matrimonio!” azzarda la bionda finta. Adesso inizia il bello.
“ Si,mia moglie ha ragione…in fondo i ragazzi si amano ed è giusto parlarne,no?” continua Daniele.
“ Giusto!” rispondo. Betty mi guarda allibita e anche mia figlia.
“ Potremmo iniziare col dire che dovrebbero sposarsi in regime di divisione dei beni!” affermo. La bionda finta sbianca e Daniele sembra aver mandato giù qualcosa di disgustoso.
“ E come mai,Armando?” mi domanda Daniele,mentre cerca di riprendersi dallo shock.
“ Beh,Danielino,sai meglio di me che se i nostri due ragazzi optassero per la comunione dei beni,la stampa dipingerebbe tuo figlio come un arrivista e non è così,no?” gli rispondo con un certo sarcasmo.
“ Ma… ma… che importanza ha che i ragazzi si sposino con regime di comunione o divisione dei beni?” domanda Patrizia,mentre mia moglie mi sorride,intendendo finalmente qual è il mio gioco.
“ Per noi non conta nulla,perché sappiamo che Giulio e nostra figlia si amano,ma che dirà la stampa? Non sarebbe bello se la stampa etichettasse il vostro pupillo come un cacciatore di dote!” le rispondo. Se credono di sistemare il loro pargoletto con mia figlia per soldi,sono pazzi.
“ Tu mi parli di arrivismo…e di tua moglie? Anche tua moglie non mi pare fosse l’infanta di Spagna prima di sposare te! Anche allora la stampa la etichettò come arrampicatrice sociale?” mi domanda Daniele.
“ NON OSARE MAI PIÙ PARLARE DI MIA MOGLIE!” tuono.
“ E perché? Pensi per caso che un Valencia possa volere una Mendoza per il prestigio? Ti ricordo che mio figlio è un Valencia e un Fernandez,un purosangue!” mi risponde Daniele.
“ Appunto un purosangue discendente da due arrivisti,due arrampicatori sociali,due usurpatori, due ambiziosi!” ribatto.
“ Ambiziosi…a me sembra più negativa l’ambizione che spinge un uomo a mandare in malora il patrimonio della propria famiglia e di un’altra famiglia solo per non perdere la presidenza di un’azienda! Non puoi venirmi a fare la morale dopo aver fatto ciò che sai tempo addietro!” mi risponde Daniele.
“BASTA,DANIELE!” grido.
“ Ah adesso che non ti conviene dici “Basta,Daniele!”? Adesso sono io a voler parlare! Tu hai fatto passare mio figlio per un arrampicatore sociale,ma non scordare come hai adocchiato la tua adorata mogliettina,Mendoza!” mi dice Daniele.
“ E TU? TU COME HAI ADOCCHIATO LA TUA? INGAGGIANDOLA COME MATA HARI PER CONOSCERE I MIEI MOVIMENTI! TU NON SEI TANTO DIVERSO DA ME DANIELE E POI IO NON HO MAI SFRUTTATO NESSUNO!” ribatto,mentre mia moglie cerca di calmarmi,accarezzandomi lievemente la schiena.
“ Papà,cosa vuole dire il signor Valencia? Cosa è successo? Cosa avete fatto tu e la mamma?” mi chiede mia figlia,interrompendo la nostra lite. Non riesco a rispondere a quella domanda.
“ Cos’è,Armando? Non parli più adesso?” incalza Daniele.
“ Adesso,basta,papà!” gli dice il figlio.
“ Cara,signorina Mendoza,sono molto lieto di rispondere alla sua domanda. Suo padre e sua madre circa 37 anni fa hanno giocato agli imprenditori mandando quasi sul lastrico l’Ecomoda e per non farla smembrare dalle banche investirono 80000 dollari in un’azienda fittizia di cui la sua limpida madre era prestanome insieme a Nicola Mora. L’azienda truffa messa su dai suoi genitori e da Mario Calderon con la complicità di Nicola Mora assorbì l’Ecomoda per non farci finire sul lastrico…questi sono i suoi genitori: una specie di Bonnie e Clyde versione truffatori!” le vomita addosso Daniele. Io e Betty non abbiamo mai raccontato questa storia ai nostri figli. Mia figlia guarda tutti noi con un certo sgomento.
“ Eh si perché il suo caro paparino,che non ha mai ingannato nessuno nella sua vita,nel suo gioco del piccolo imprenditore ha deciso di sedurre sua madre per evitare che ci rubasse l’azienda e ci ritrovassimo tutti con il sedere per terra. E adesso si permette di sfoderare la sua alterigia verso mio figlio,con la presunzione e la sfacciataggine di definirlo arrampicatore sociale!” continua Daniele.
 
[Giulia]
Non ci posso credere! Questa non può essere la realtà! Non può essere vero! Io e i miei fratelli non possiamo essere frutto solo di un compromesso,dell’unico modo che mio padre ha trovato per non perdere l’Ecomoda! Credevo di essere frutto dell’amore e invece sono il frutto del fallimento di mio padre come imprenditore e come uomo. È stata solo l’Ecomoda il motivo per cui mia madre e mio padre si sono sposati?
“ È vero,mamma? Dimmi che non è così! Voi non siete sposati da 36 anni solo a causa dell’Ecomoda,non è così?” chiedo,cercando di allontanare da me quell’ignobile sospetto.
“ No,tesoro! Come ti viene in mente? Io e tua madre ci amiamo!” risponde mio padre.
“ E quello che ha detto il signor Valencia? L’ha inventato?” domando.
“ No. È la verità. Io e tuo padre ci siamo avvicinati per via dell’Ecomoda. Il nostro amore è nato così e forse se non fosse stato per l’Ecomoda,lui non si sarebbe mai accorto di me,ma il nostro matrimonio non esiste in funzione dell’Ecomoda. Il nostro matrimonio esiste perché noi ci amiamo e tu e i tuoi fratelli siete la prova che ciò che ti ho appena detto è vero!” mi risponde mia madre. Mi sento un po’ più tranquilla anche se vorrei sviscerare la questione più a fondo quando saremo soli.
“ Che romantico! Non avete dei fazzoletti per le lacrima?” domanda sarcastico il signor Valencia.
“ STA ZITTO,DANIELE VALENCIA!” gli intima mio padre.
“ Armando,sei a casa nostra e ti pregherei di non gridare!” gli dice la signora Valencia.
“ Mamma,papà,basta,per favore!” dice loro Giulio.
“ Ti rendi conto che ti hanno dato dell’arrista,figliolo?” gli domanda la madre.
“ Basta lo dico io! Arrivista o meno,io non posso sposarti,Giulio! E non solo perché questa cena è stata un disastro ed ha dimostrato che ci sono sentimenti negativi da entrambe le parti,troppo ingenti per essere superati,nè perché tuo padre ha umiliato mia madre e mio padre rivangando vecchie storie,né perché questa più che una cena è sembrata una specie di trattativa d’affari! C’è un motivo fondamentale per il quale non posso sposarti: io…io sono innamorata di un altro uomo.” affermo.
“ Che cosa?” domandano all’unisono sia i suoi genitori che mio padre.
“ Giulia,io non ti biasimo perché anche per me è così! Io sono follemente innamorato di un’altra persona e questo matrimonio sarebbe un suicidio per entrambi oltre che per le nostre famiglie! Mi dispiace di averti ingannato e di averti fatto credere che i miei sentimenti fossero amore. Tu sei una ragazza meravigliosa e anche molto bella,ma…sai meglio di me che non si sceglie chi amare!” mi dice Giulio. Ho sacrificato la mia felicità per nulla! Ho rimandato la questione Giulio,solo per non farlo soffrire e invece abbiamo sofferto entrambi!
“ Tu sei un matto se pensi che ti farò sposare la figlia di Guido Lascano!” tuona il signor Valencia.
“ Papà,per favore non mi sembra il momento!” gli risponde Giulio,mentre i miei si guardano in faccia sconvolti.
“ E invece lo è! Tu sei il figlio di Patrizia Fernandez e Daniele Valencia. Io ho fatto sei semestri di finanza alla San Marino e non permetterò mai che tu sposi la figlia di un cameriere che è arrivato dov’è solo per il suo arrivismo!” ribatte la signora Valencia. Mi alzo dal mio posto a sedere e tutti gli sguardi si posano su di me.
“ Dove vai?” mi chiede Giulio.
“ Io credo non ci sia più nulla da dire…anzi forse qualcosa c’è! Io credevo che quelli di mio padre verso i Valencia, fossero solo pregiudizi dettati dal passato nefasto che avete avuto in comune,ma mi sono ricreduta: voi siete peggio di come vi descriveva mio padre! Lei,signor Valencia,è un sadico che si diverte ad umiliare e a denigrare le persone,ma non si rende conto che lei rappresenta la feccia del genere umano. È un uomo arido che valuta le persone solo per il loro aspetto o per il loro conto in banca. E lei,signora Valencia,che ostenta in continuazione i suoi alti studi di finanza,ma non conosce neppure le tabelline e si permette di ostentare superiorità e guardare tutti dall’alto in basso. Entrambi vi comportate come se foste i reali d’Inghilterra,e forse un po’ lo sembrate per via degli sfarzi che ci sono in questa casa,ma siete dei nobili decaduti! Vi consiglio di non disprezzare tanto i poveri,perché di questo passo siete destinati a far parte del loro ceto sociale e questa volta non per via di mio padre. Forse mio padre è stato sul serio un incapace a suo tempo,ma non mi sembra che voi siate riusciti a fare meglio con la vostra azienda,altrimenti non si troverebbe nelle mie mani adesso!” dico,prima di correre via da quella casa in cui ho sentito solo cose orribili. Forse ci sono andata giù pesante con i Valencia,ma loro hanno offeso mio padre e mia madre,come se fossimo noi quelli in decadenza e loro i reali di Spagna! Mio padre aveva ragione e adesso ho compreso perché si è arrabbiato con me quando ha saputo di me e Giulio.
 
[Bob]
Accosto sotto casa di Susanna per farla scendere. Questa serata mi ha distratto dal mio dolore per ciò che è successo con Pilar e forse lo devo a Susanna,alla sua allegria e alla sua voglia di vivere.
“ Bella serata,no?” mi domanda Susanna.
“ Si. Ti ho dimostrato che non c’è bisogno di andare in discoteca per divertirsi!” le rispondo.
“ Beh su questo hai ragione! Chissà a casa mia se si sono accordati per il matrimonio di tua sorella e mio fratello! Ci pensi che tra un po’ diventiamo parenti?” mi chiede euforica.
“ Sempre che mio padre non ci resti secco prima!” commento.
“ Sono certa che troveranno un accordo!” mi risponde.
“ Beh…io adesso vado a casa…grazie per la serata!” le dico.
“ Non vuoi salire per un drink?” mi chiede.
“ No,ti ringrazio!” le rispondo. In un attimo ritrovo le sue labbra sulle mie,ma l’allontano immediatamente.
“ No,Susanna!” le dico.
“ Perché?” mi chiede.
“ Perché nella mia testa e nel mio cuore c’è ancora lei! Io non voglio e non posso lasciarmi andare alla lussuria di una notte dopo quello che è successo nella mia vita!” le rispondo.
“ Bob,io …io…credo di essermi innamorata di te!” mi dice. Mi sento come se mi avesse tirato una secchiata d’acqua in testa. Lei è una ragazza così gentile,così dolce,ma io non sono innamorato di lei.
“ Susanna,io …se l’avessi saputo prima non avrei organizzato quest’uscita con te perché non voglio illuderti. Tu sei una ragazza bellissima,gentile,dolce,ma io…amo ancora disperatamente e follemente lei!” le rispondo.
“ Ma se quella ti ha tradito! È stata a letto con tuo fratello e tu ti ostini ad amarla!” mi dice piangendo. Allungo una mano verso di lei perché mi fa pena vederla.
“ Non piangere!” le dico.
“ Scusa,Bob” singhiozza.
“ Scusami tu se sono stato brutale,ma non voglio malintesi!” le rispondo.
“ Tranquillo,ho capito! Adesso vado! Buonanotte!” mi dice,prima di scendere dall’auto.
“ Buonanotte!” le dico,prima di vederla salire i gradini per raggiungere il suo palazzo.
 
[Susanna]
Mi asciugo le lacrime ed entro nel mio palazzo. Maledizione! Non credevo fosse così difficile sedurlo! Credevo fosse fatta e invece si è ricordato di amare quella lì.
Speriamo che a Giulio sia andata meglio e soprattutto che io riesca a trovare una scorciatoia per arrivare all’altare con Bob!
Dev’esserci un modo rapido per sedurlo prima che torni quella disgraziata e gli racconti che Hermes non l’ha neppure sfiorata. Devo riuscirci! Bob dev’essere mio ad ogni costo!
Squilla il mio cellulare e lo estraggo dalla mia pochette. È mia madre,ma che vorrà a quest’ora?
“ Mamy!” le dico.
“ Susy,è successo un casino!” afferma.
“ Non dirlo a me!” le rispondo.
“ Giulio e la Mendoza si sono lasciati e tuo fratello le ha confessato di amare un’altra!” mi dice. Mi sento le gambe di gelatina.
“ Dimmi che scherzi!” le rispondo.
“ Non scherzerei mai su una sciagura del genere!” ribatte.
“ Non è una candid camera?” le chiedo
“ No!” mi risponde secca.
“ E adesso?” le chiedo.
“ E adesso contiamo tutti su di te! Devi diventare la fidanzata di Roberto Mendoza il prima possibile! Prima entri nel suo letto e più speranze ci sono che tu riesca a sposarlo entro l’anno!” mi risponde.
“ Si,ma lascerai che Giulio si metta con quella ragazza?” le chiedo.
“ Non me ne parlare perché tuo padre fuma di rabbia e anch’io!” mi risponde.
“ Ha combinato un bel casino!” commento.
“ Come va con il rampollo di casa Mendoza?” mi domanda.
“ Bene…me lo sto lavorando! L’ho baciato e adesso il mio fine è fargli dimenticare la sua ex e diventare la sua ragazza e ci riuscirò!” le rispondo.
“ Adesso ti lascio riposare,tesoro! A domani!” mi dice.
“ A domani,mamma!” le rispondo,prima di riagganciare.

Allora che ne pensate di questo nuovo capitolo? Come vi è parsa la cena Valencia vs Mendoza? Sembrava un incontro di pugilato? Riuscirà Susanna a conquistare Bob come si è prefissa? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! A presto!
  
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