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Autore: _yoursong    27/09/2014    1 recensioni
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.» Sbiancai immediatamente. Non era possibile.

***
Da quando Ashton Irwin, vicino di casa rumoroso e amore adolescenziale di Abbey Walker, se n’era andato da Richmond per studiare all’università di Sydney, le cose erano finalmente cambiate: Abbey era diventata più carina, e di conseguenza più apprezzata dai ragazzi, e il resto sembrava procedere per il meglio. Ma quando Ashton ritorna in paese, è come se tutto fosse ritornato agli antipodi. Ma se fosse troppo tardi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV ASHTON
 


Ci trovavamo in un parcheggio sperduto nel nulla a berci qualche birra e a dire minchiate. Perché quello si faceva per la maggior parte del tempo.
Io ero seduto sul sedile del guidatore rivolto verso Luke e Calum che erano seduti sopra il marciapiede. Michael era seduto come me nei posti dietro.
Stavamo parlando del più e del meno sorseggiando birra e stuzzicando qualche patatina di McDonald’s che aveva comprato Calum in un momento di fame apocalittica.
«Cazzo, ve le state finendo tutte!» sbraitò alzandosi e rubando il sacchetto dalle mani di Michael.
«Mi stai togliendo il pane di bocca!» ribatté lui frustrato.
«Me le sono pagate io, se permetti.»
«Con tutti i soldi che ti abbiamo prestato noi negli anni questo è il minimo» s’intromise Luke dal nulla.
«E tu da dove sbuchi?»
«Dal tuo culo.»
Calum terminò la breve discussione con un pugno sul braccio di Luke.
«Avete finito?» domandai prendendo un’altra patatina.
«Forse» rispose Calum.
Ci fu un momento di silenzio in cui si sentiva solo il tintinnare delle bottiglie di birra sull’asfalto il ruminare di Calum.
Tutto venne interrotto da un nuovo argomento.
«Calum» disse Luke.
«Si?»
«Hai fatto amicizia con l’amica di Abbey, vedo» gli fece notare sorseggiando l’ultimo goccio del liquido giallastro e accennando un leggero sorriso malizioso.
«Sì, è simpatica» rispose.
Luke lo spronò dandogli una gomitata tra le costole e la situazione mi fece ridere particolarmente.
«Già, Calum Hood colpisce ancora?» lo canzonò Michael.
«Ma la finite? Sapete vedere le cose solo da quel lato» sbottò.
«Ci hai insegnato tu, in realtà» gli dissi.
«Ma tu dovresti solo tacere! Che ti sei fatto Abbey!» disse passando lui dalla parte di quello che attacca.
Rimasi pietrificato. Ero terribilmente imbarazzato. Gli avevo raccontato del bacio tra me e Abbey ma da quel momento era diventata strana. Sembrava più spenta. Ho subito pensato di aver fatto qualcosa di male ma poi pensai che forse avevo fatto una mossa troppo avventata baciarla subito. Ma dopo tutto me lo sentivo in quel momento e sono andato d’istinto. Aveva anche corrisposto il bacio, quindi non capivo che cosa potesse essere andato storto.
«Già, come mai non è uscita nemmeno una volta?» mi chiese Mike.
«Non lo so. Mi continua a dire che non può» risposi. Mi aveva sempre risposto così. Dopo tutto lei aveva anche scuola durante la settimana, non era a fare un cazzo come me. Quindi pensavo fosse normale. Ma stasera quando le avevo chiesto di uscire a bere una birra con noi aveva rifiutato dicendo che era stanca. Ed era particolarmente strano visto che era sabato sera.
«Bacerai di merda. Questa è la conferma» mi sbeffeggiò Cal.
«Ma smettila! Nessuno si è mai lamentato.»
«Non hanno il coraggio di dirtelo» ormai Michael e Luke continuavano a ridere e io non riuscivo a trattenermi. Però, Luke subito dopo tornò serio.
«Hai provato a parlarle?» mi domandò.
«Dovrei?»
«Sì, dovresti»
«No, non ho avuto il modo» risposi abbassando lo sguardo su di me.
«Dovresti andare a parlarle, magari quando torni a casa. Le chiedi se potete parlare e stop» mi consigliò Mike.
Aveva ragione. Dovevo capire come stavano le cose. Se c’era qualcosa che la turbava lo volevo sapere. Mi dispiaceva terribilmente se davvero le era successo qualcosa e io avessi fatto finta di nulla. Avrebbe subito pensato che sono uno stronzo menefreghista. E non lo ero più. Mi alzai in piedi di scatto che quasi feci spaventare Calum.
«Avete ragione. Dovrei parlarle.»
«Bravo!» urlò Michael applaudendo per prendermi per il culo in qualche suo modo.
«Grazie. Ora scendi che vado.»
«Cosa? Vai dove?» mi domandò.
«A parlarle?! Se no dove?»
«E noi rimaniamo qua? Come minchia torniamo a casa?!» sbraitò Calum.
«Dovrebbe passare un pullman tra poco» lo avvertii.
«Ma che cazzo?! Non puoi almeno accompagnarci a casa?»
«Non credo, è già mezzanotte passata- spiegai- Sentite: devo andare. Mi dispiace.»
«Ma cazzo, non potevi parlarle domani?» sbuffò Luke.
«Sei stato tu a risvegliarmi dal mio coma celebrale» gli feci notare con un sorriso.
«Ma farglielo notare domani tu?» continuò Calum rivolto a Luke.
«Che cazzo ne so io se questo ci va ora!»
«Sii comprensivo. Pensa di farti la patente al posto di scroccarmi sempre i passaggi.»
« Fanculo. Spero per te che almeno scopri che ha» mi urlò dietro quando ormai avevo già acceso il motore e allacciato la cintura.
«Ci si vede!»
 


 
POV ABBEY
 

Ero sdraiata sul letto concentrata nella mia lettura. Avevo quasi finito il libro, e visto che era l’ultimo della saga mi sentivo leggermente dispiaciuta e persa. Avevo letto praticamente tutto il giorno. Non ero minimamente uscita di casa anche se Vanessa mi aveva chiesto più volte se mi andasse di fare un giro. Non ero dell’umore adatto. Nell’ultima settimana ero uscita solo per andare a scuola e pochissime volte per vedere Vanessa. Ogni volta che incontravo Ashton cercavo di avere il più piccolo rapporto con lui. Parlargli meno, guardarlo meno. Era terribile ma capivo ogni giorno di più che era al cosa giusta. 
Con Vanessa mi ero sentita sempre tramite messaggio, mi teneva compagnia e capiva perché non avevo voglia di fare nulla. Quando vedeva che non avevo voglia di uscire mi veniva a trovare a casa e passavamo il tempo insieme. Qualche sera era uscita e aveva incontrato Ashton e gli altri, mi raccontava sempre come andava. Mi descriveva scrupolosamente ogni conversazione- anche se minima- che intrattenevano. Mi diceva che Ashton chiedeva di me e sentirlo mi strappava il cuore. Poi mi raccontava di Calum e di quanto avevano parlato e riso una volta che si erano incontrati solo loro due in giro. Non voleva ammetterlo che le interessava, io lo capivo e questo bastava.
Mi aveva addirittura detto che Michael si era fatto i capelli rossi. Mi sembrava di averglieli intravisti una volta quando erano venuti a casa di Ash a suonare. Sentivo ogni singola nota che producevano e che suonavano e mi immaginavo Ashton suonare la sua amata batteria. Mi aveva mandato anche qualche messaggio, non ricordavo nemmeno più di avere il suo numero; probabilmente ce lo eravamo scambiato ai tempi delle medie. Mi mandava la buonanotte o magari mi chiedeva come stavo e si interessava su come passavo la giornata. Mi chiedeva anche se mi andava di uscire ma rifiutavo sempre. Qualche volta ignoravo anche i messaggi.
Ora che avevo tutto quello che avevo sempre desiderato lo mandavo via. Mi auto insultavo a volte, ma poi sempre arrivavo alla stessa conclusione.
Avevo appena terminato un altro capitolo del libro, sarebbe iniziata la battaglia a Hogwarts nel prossimo e non vedevo l’ora di continuare a leggere. Vanessa aveva smesso di mandarmi messaggi perché da quanto ho capito stava riguardando per la trecentesima volta Titanic solo per vedere Di Caprio da ragazzino. E di sicuro faceva bene. Chi non si riguarda Titanic solo per rivedere Di Caprio nel ruolo di Jack?!
Stavo per incominciare a leggere la prima pagina del capitolo quando sentii degli strani rumori dalla finestra. Pensai fossero frutto della mia immaginazione e che massimo era il vento contro la finestra aperta.
Ritornai alla mia lettura quando il rumore si ripeté. Sembrava che qualcosa si stesse arrampicando da qualche parte sulla parete di casa.
Cazzo, Abbey ti stanno per uccidere!
 Non facevo assolutamente in tempo ad andare a chiudere la finestra o le persiane quindi optai per chiudere velocissimamente il libro e rifugiarmi nell’angolo del letto contro la parete. Presi uno dei cuscini a portata di mano e me lo portai vicino al volto.
Il rumore si faceva sempre più forte e la mia paura saliva sempre di più fino a quando non vidi una mano sbucare dalla finestra. Avrei voluto prendere una qualsiasi arma e cercare di lanciarla contro il mio futuro killer ma non riuscivo a muovermi dalla paura. Il cuore aveva accelerato il battito, avrei voluto urlare ma le parole non uscivano.
Subito dopo vidi sbucare un ammasso di capelli biondi e due braccia muscolose che si issavano su per il davanzale.
Capii improvvisamente chi fosse e mi pietrificai. Avrei quasi preferito che entrasse un qualsiasi criminale malato e che mi uccidesse in quel momento.
Alzò il capo e incrociai i suoi occhi, un leggero sorriso si allargò sul suo volto.
Ormai aveva completamente scavalcato la finestra ed era tranquillamente in piedi d’avanti a me. La luce della bajour gli illuminava solo una parte del viso facendo luccicare i suoi occhi e accentuando ancora di più le sue fossette.
«Ti ho spaventata?»
Io mi trovavo ancora nella stessa posizione di prima, col cuscino che faceva vedere solo i miei occhi e con il battito del cuore che accelerava sempre più. Ma ora non solo per lo spavento.
 «Sì, cazzo!» urlai «Pensavo fosse qualcuno che volesse uccidermi!»
«Mi dispiace» si scusò velocemente portandosi una mano nei capelli. Sembrava imbarazzato, e non come le altre volte, lo era davvero.
«Come hai fatto ad arrampicarti fino a qua?» gli domandai lanciando il cuscino alla fine del letto.
«L’ho fatto un paio di volte con camera mia quando uscivo di nascosto» mi spiegò.
«Sei un deficiente!»
«Me lo dicono in molti» rise avvicinandosi di qualche passo verso il letto.
«Stavi leggendo?» mi domandò sedendosi di fianco a me.
Non risposi.
«Che ci fai qui?» gli chiesi con un tono di voce che non volevo, aggressivo. Vidi subito il suo volto cambiare dopo le mie parole. Era stupito, non pensava che gli avrei risposto con quel tono.
Dopo tutto era una settimana che lo evitavo e che cercavo di dimenticarlo per la seconda volta ma non credeva sicuramente di trovarmi così scontrosa.
Dopo qualche secondo si riprese e puntò gli occhi sui miei ghiacciandoli all’istante.
«Volevo parlarti.»
«Di cosa?» domandai, anche se sapevo perfettamente di che cosa voleva parlarmi.
Si era addirittura arrampicato sul muro di casa mia- non ci potevo credere- soprattutto per parlarmi, cosa che pensavo non gli interessasse minimamente.
«Di quello che sta succedendo, di quello che è successo» mormorò portando lo sguardo sulle sue ginocchia.
Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai in un punto qualsiasi della camera. Non sarei riuscita a spiegare nulla, sicuramente. Ero un casino in queste cose, anche se in effetti era la situazione perfetta per fargli capire cosa aveva significato lui per me.
«Per favore, parlami. Non ce la faccio più!» mi implorò.
Mi voltai verso di lui per un secondo, i miei occhi incominciavano a diventare sempre più lucidi e il dolore si faceva sempre più nitido.
«E’ tutto sbagliato» bisbigliai.
«Cosa è sbagliato?»
«Tutto, Ashton, tutto. Niente va bene. Niente è giusto!» esplosi.
«E’ per il bacio?» chiese.
«Se fosse solo quello a quest’ora non saremmo qua» dissi facendo uscire una mezza risata.
«E allora per cosa? Spiegami!» mi supplicò di nuovo.
«Ashton, tu mi hai ferita. Mi hai distrutta.» Una lacrima incominciò a solcarmi il viso, non portava a nulla di buono.
«E’ per la storia di due anni fa?» domandò titubante appoggiando la sua mano sulla mia che tolsi rapidamente.
«E’ tutto per colpa di quella storia. Mi ha rovinato la vita, capisci?!» urlai.
Lui sembrava non avere le parole. Si vedeva che era dispiaciuto, i suoi occhi erano lucidi e mi fissavano.
«Tutto! Ashton, sono stata male un anno intero, lo sai? Tutto per colpa tua e dei tuoi stupidi amici!» sputai.
Ormai l’odio per quell’anno incominciava a salire ma il dolore persisteva e si smascherava attraverso le lacrime.
«Mentre tu stavi felice coi tuoi amici io venivo derisa. E perché? Solamente perché mi piacevi! E’ possibile? Solo perché tu, piacevi alla brutta vicina. Io.. io non vivevo più! I tuoi stupidi amici che mi prendevano per il culo ogni volta rinfacciandomi quanto ti facevo schifo, Ashton!»
Feci una pausa, ormai singhiozzavo ed era sempre più difficile spiegare.
«Poi tu te ne sei andato e tutto è rincominciato- mi girai verso di lui fissandolo- mi sentivo bene, libera. Si erano dimenticati quella vicenda. Per te sarà stata la storia più esilarante di sempre,vero?» domandai con odio. Non volevo scontrarmi con lui così amaramente ma l’odio parlava per me e non riuscivo a fermarlo.
Ormai neanche lui riusciva a reggere il mio sguardo e girò la testa verso il muro.
«Ora sei tornato e sei… sei stupendo» mormorai guardandolo «Mi tratti bene, mi fai provare quello che ho sempre sperato di provare anni fa.»
«M- mi dispiace, Abbey» sussurrò «Ma ti giuro, davvero, credimi, che mi sono sempre pentito. Dio, se ero un cazzone ai tempi» mi disse portandosi la testa verso le mani per poi spostarle sui capelli.
«Ero davvero un coglione. Da quando sono partito per l’università ho sempre pensato a quella situazione di merda che avevo creato. Mi sono pentito, mi maledico per averti potuto far del male» mi spiegò, la rabbia si vedeva nei suoi occhi.
«Non avrei mai dovuto permettere di trattarti così. E il primo sono stato io- si girò di nuovo verso di me- credimi, non sto mentendo.»
«Come posso fidarmi? Ora, magari, mi stai prendendo ancora per il culo! Mi stai solo usando, magari. Per questo mi sono allontanata, per non farmi altro male. Perché tu sei l’unico che potrebbe provocarne una tale quantità a me» la mia voce si spezzò all’ultima frase.
Lui mi sorrise come se volesse confortarmi, poi appoggiò la sua mano sulla mia guancia, quel contatto mi fece rabbrividire. Mi asciugò una lacrima col pollice accarezzandomi delicatamente la guancia. Chiusi gli occhi per un momento godendomi la sensazione confortante.
«Abbey, sono cambiato. Mi sono sempre pentito da quando me ne sono andato. Non permetterei a nessuno di farti del male. Quando ti ho baciata era perché l’ho volevo realmente. So che non posso essere credibile, ma… beh, sono sincero. Mi piaci, Abbey» mi disse sorridendomi.
Le mie lacrime ancora mi bagnavano le guance e lui ne raccoglieva alcune. Sembrava sincero, non lo avevo mai visto così. Era visibilmente dispiaciuto.
«Non mi stai mentendo, vero? Perché se è così finiscila, ti prego.»
«Non sto mentendo» mi rassicurò.
Poi si avvicinò sempre di più per chiudermi in un abbraccio.
«Vieni qui» mi sussurrò dolcemente.
Mi lasciai trasportare dall’abbraccio. Appoggiai la mia testa al suo petto e allacciai le mie braccia intorno al suo busto. Era l’abbraccio più bello che abbia mai avuto. Mi sentivo realmente protetta per una volta. Mi sentivo libera da un peso che portavo da secoli. Sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi a ogni suo respiro, il calore confortante che emanava. Le sue grandi mani delicate che mi accarezzavano la schiena mi provocavano brividi ripetuti su tutta la spiana dorsale.
Stavo ancora piangendo, non riuscivo a fermarmi. Non pensavo sarebbe finita così. Lui continuava a confortarmi e a sussurrarmi cose dolci all’orecchio. Mi ripeteva di calmarmi e che non mi avrebbe mai più trattata così. Si scusava ripetutamente lasciandomi delicati baci sulla fronte.
Anche se le lacrime scorrevano imperterrite un senso di felicità si stava riempiendo dentro di me. Sentivo come se tutto potesse andare bene. Sembrava avesse maturato davvero qui sentimenti, che fosse davvero pentito per quello che mi aveva fatto. Una parte di me- anche se minima- diceva che non dovevo fargliela passare così, ma ormai mi sembrava così reale tutto che non volevo più rinunciarci.
Sciolsi leggermente l’abbraccio per poterlo guardare negli occhi. Regnava il silenzio tra noi ma i nostri occhi parlavano. Appoggiò delicatamente una mano sulla mia guancia e mi asciugò le ultime lacrime, poi mi scostò i capelli dietro le orecchie. Aprii leggermente la bocca per poterlo ringraziare ma mi stoppò appoggiandomi un dito sulle labbra. Sorrise per poi sussurrarmi qualcosa.
«Mi piaci davvero, Abbey Walker.»
Era così vicino che potevo sentire il suo respiro sfiorarmi il volto. Poi sfiorò le mie labbra con le sue. Quel contatto provocò una voglia irrefrenabile di far riconnettere le nostre labbra insieme, come quella volta nella sua macchina. Come se mi avesse letto nel pensiero fece ricongiungere le nostre bocche. Mi mise una mano dietro la schiena per farmi avvicinare sempre di più a lui. Io misi le mie braccia dietro la sua nuca e incominciai a far scorrere le mie dita tra i suoi capelli.
Potevo mettere assolutamente questo bacio al primo posto dei baci più belli della mia intera esistenza. La passione che mettevo non sapevo nemmeno io dove l’avessi nascosta. Probabilmente era il bacio che avrei desiderato di dargli ben due anni prima. Quello in cui gli facevo seriamente capire quello che provavo per lui. Mi spostai leggermente in dietro sul letto appoggiandomi alla testata del letto. Le nostre labbra erano sempre attaccate l’une alle altre. Lui si trovava quasi con tutto il busto su di me, potevo sentire il suo petto sfiorare il mio.
In una frazione di secondo pensai ai miei genitori che si trovavano in fondo al corridoio che dormivano tranquilli nella loro stanza. Mi immaginai loro che aprivano la porta della mia camera e mi trovavano a pomiciare in un modo mai visto- forse solamente nei film- insieme al vicino di casa. Quasi mi staccai da lui per l’ansia che mi salì addosso ma subito dopo percepii ancora il contatto con lui e mi dimenticai tutto. Le sue labbra erano morbide, quasi mi ero dimenticata come fossero quella volta in macchina, avevo fatto di tutto per cancellare ogni singolo ricordo. Ma in quel momento riaffiorò tutto e lo baciai ancora e ancora, cercando di colmare la mancanza di quei giorni.
Non so seriamente da quanto tempo ci trovavamo lì a baciarci ma sembravano secoli, i secoli più belli della mia vita.
Si staccò delicatamente da me per poi stamparmi ancora un leggero bacio sulle labbra. I nostri occhi si rincontrarono e potei vedere un leggero sorriso sul suo volto che contagiò anche il mio.
«Penso che debba andare ora» mormorò.
Annuii per poi alzarmi insieme a lui. Si incamminò verso la finestra e poi si girò verso di me. Mi trovavo a un passo da lui e il mio cuore- come se fosse la prima volta che lo vedessi- incominciò ad accelerare il battito.
«Non dimenticarti quello che ti ho detto, intesi?» mi domandò con un tono di voce dolce.
Non riuscivo a spiccicare parola quindi annuii di nuovo.
«Buonanotte, Abbey» mi augurò per poi prendermi delicatamente la testa tra le mani e baciandomi la fronte. In una frazione di secondo circondai ancora le mie braccia al suo busto e lo strinsi in un abbraccio. Avevo bisogno di risentirlo vicino a me un’altra volta.
«Notte» sussurrai. Lui mi prese il mento facendomi alzare il volto verso di lui poi mi sorrise. Lo lasciai andare così facendo lui scavalcò il davanzale della finestra. Con un’agilità che non immaginavo si arrampicò al tubo che si trovava poco lontano e lo scese, in un batter d’occhio si trovò coi piedi per terra. Scavalcò il basso muretto che divideva le nostre case  poi alzò gli occhi nella mia direzione, mi sorrise e mi mandò un bacio.
Un sorriso si fece largo sul mio viso automaticamente lasciandomi una nota di felicità dentro.

 

HIIIIII BITCHEEEES!

I'm back!
Uuhuhuhhu

QUESTO CAPITOLO E' TIPO GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSH

Sì, me lo dico da sola, perchè quando l'ho scritto mi è piaciuto molto e quindi penso sia gosh, poi sarete voi a dirmi se lo pensate anche voi ahahha.
Comunque Ash qua è tenerello *W*

Va beh, i commenti li lascio a voi. u.u


VI AMOOO TUTTTTTTTTEEEEEEEEE!

Grazie mille per tutto, vi adoro, tipo troppo. Grazie per continuare a seguire la ff e per tutti i nuovi lettori ad essere arrivati a leggere fino a questo capitolo. LOVE YOU!

Spero come sempre che vi piaccia il capitolo e che la storia vi piaccia come spero ha fatto fino ad ora.


Fatemi sapere che ne pensate, pliiiis! Lasciate una recensione, scrivete qualsiasi minchiata, ditemi se il capitolo vi è sembrato realmente gooooooosh o se è solo una mia impressione. E ai nuovi arrivati, se vi piace la storia mettetela tra e preferite, o seguite, o ricordate!

Love!

PS: Allora, prefisso che settimana prossima non so se pubblicherò sabato, o se pubblicherò domenica. Dovrò vedere se sarò a casa. Spero che se pubblicherò leggermente in ritardo non smettiate di seguire la storia.


Bye, kiss

Giulz

 
  
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