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Autore: Ehris    28/09/2014    6 recensioni
Dal Capitolo 1:
-Che cosa vuoi?- domandò Musa con un po’ di freddezza nel tono di voce.
-Sei preoccupata?- osò allora il giovane.
-No…- negò dapprima Musa -Cioè…- proseguì poi, voltandosi verso Riven e mostrando finalmente il volto.
-Se ci fossi andato io questo non sarebbe mai accaduto- esclamò Riven con decisione ma Musa si limitò a stringersi nelle spalle.
La fata e lo specialista si guardarono per un altro istante poi Musa crollò: si gettò fra le braccia di Riven, in lacrime, spezzando il filo di pensieri del ragazzo e anche il silenzio.
Dal capitolo 2:
-Sei sempre lo stesso! Pensi di bastare a te stesso e di non avere bisogno di nessuno. Non hai capito niente, come al solito!- Il tono di Musa era tutt’altro che pacato.
-Fermati!- Disse Riven esasperato, catturandola poi in un abbraccio che sapeva di sicurezza e di amore -Musa voglio sentirti dire che tornerai, che tornerai da me... Ti amo
Dal Capitolo 3:
-Riven aiutami, ti prego!- Lo aveva implorato Musa, credendo di aver trovato finalmente la sua ancora di salvezza. Colui che l’avrebbe tirata fuori da quel pasticcio.
-E perché dovrei?- Le aveva risposto lui, incrociando le braccia al petto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Soltanto un’ombra

 

Riven se ne stava comodamente seduto sul cornicione di uno dei tanti balconi di Alfea con la schiena appoggiata alla parete dell’edificio, le braccia conserte all’altezza del petto e una gamba penzoloni nel vuoto. L’altezza di certo non lo spaventava ma in fondo erano ben poche le cose in grado di mettergli paura. Da quella posizione poteva osservare l’intero cortile della scuola: molte studentesse, vista la gradevole temperatura tipica dei primi giorni di settembre, stavano sdraiate nel prato a godersi le ultime giornate  di tranquillità prive dagli impegni scolastici; di lì a poco, infatti, le lezioni sarebbero diventate più intense da rendere necessario lo studio in biblioteca.

Lo specialista era completamente immerso nei suoi pensieri quando Flora uscì sul terrazzo e si appoggiò al cornicione per osservare Tecna e Timmy che stavano conversando proprio sotto di loro, nel piazzale.

-Oh, i piccioncini! Che carini!- esclamò la fata della natura rapita dalla dolcezza del ragazzo con gli occhiali nei confronti di una delle sue più care amiche.

-I nostri presidi hanno scelto la squadra più logica Tecna- cercò di spiegare il giovane con fare affettuoso e comprensivo.
-In certi momenti ho paura della logica- confessò allora la ragazza con sguardo triste.
-Mi fido ciecamente di Sky e di Brandon- concluse convinto lo specialista.
-Ma per qualche ragione continuo ad essere preoccupata- rispose lei, ancora con un velo di insicurezza.


-Si fida ciecamente di Sky e di Brandon… Loro non sbagliano mai- esclamò Riven con una punta di amarezza nella voce, facendo così sobbalzare Flora.

Ancora una volta Saladin aveva preferito i suoi due compagni di corso a lui; ma soprattutto aveva preferito Sky, il principe di Eraklyon, il ragazzo poco impulsivo, dai modi gentili e sempre disposto a dare una mano… il suo eterno rivale. Riven era arrivato al punto di non sapere più come competere e la cosa lo infastidiva parecchio. Non sopportava il modo in cui quel biondino si era preso il posto di leader, ovvero troppo facilmente, mentre lui continuava a mettere tutto sé stesso negli allenamenti al fine di migliorare le sue capacità e le sue abilità nell’arte del combattimento. Tenacia, impegno, ottimi risultati non bastavano perché lui restava sempre e comunque un’ombra. L’ombra di Sky.

-Scusami Riven, non ti avevo visto- confessò Flora imbarazzata voltandosi in direzione del ragazzo.

-Eh, capita spesso- rispose lui girandosi a sua volta verso la giovane, riportando quindi entrambe le gambe all’interno del balcone.

-Non fraintendermi, pensavo che fossi con Musa!- tentò di giustificarsi la fata, che non aveva avuto nessuna intenzione di offenderlo.

-Come? Musa?- chiese Riven con stupore, domandandosi se alla ragazza fosse per caso successo qualcosa -E perché?- non capiva per quale motivo Flora avesse fatto un’affermazione simile.

-Bhè, anche lei è molto preoccupata- replicò semplicemente la fata di Linphea, quasi fosse una cosa ovvia. In effetti per lei, che era una persona estremamente attenta allo stato d’animo delle persone che la circondavano, la questione risultava assolutamente logica ma comprese perfettamente lo sbigottimento di Riven perché sapeva quanto lui risultasse ancora molto scostante da quel punto di vista.

-Mh- La domanda che attraversò immediatamente la mente dello specialista fu che cosa avrebbe mai potuto fare lui se Musa era davvero in pena. Il suo sguardo cadde nuovamente in direzione di Tecna e di Timmy: lui la stava rincuorando, assicurandole che tutto sarebbe andato per il meglio. Quello che sorprese Riven fu notare come la fata della tecnologia, con le semplici parole del suo ragazzo e un abbraccio, parve trovare conforto e riacquisire serenità. Era davvero così semplice?

-Scusami Riven, ti sto disturbando, ora me ne vado- esclamò allora Flora che aveva notato il volto cupo e pensieroso del ragazzo più tormentato di Fonterossa.

-No me ne stavo andando io…- disse invece lui alzandosi in piedi con uno scatto -Devo fare una cosa- continuò poi in modo totalmente evasivo, uscendo dal terrazzo e rientrando dunque nella stanza. Sarebbe andato a cercare Musa. Non sapeva ancora che cosa le avrebbe detto o come si sarebbe comportato una volta che si fosse trovato faccia a faccia con lei. No, non lo sapeva; per ora però si sarebbe accontentato del pensiero di andare a cercarla. 

 
***
 
 
Riven cominciò a percorrere il viale alberato che conduceva al confine con la foresta di Selvafosca. Non passò molto che la trovò: Musa era lì, sul sentiero, ferma, in piedi. Non poteva vederle il volto perché era girata e gli dava la schiena ma era quasi certo che fosse assorta nei suoi pensieri così avanzò ancora di qualche metro prima di fermarsi alle sue spalle.

-Che cosa vuoi?- gli domandò la ragazza con un po’ di freddezza nel tono di voce, voltando leggermente il capo nella direzione dello specialista ma tenendo comunque lo sguardo basso per evitare di doverlo guardare negli occhi.

-Sei preoccupata?- osò allora il giovane, che si sentì immediatamente uno sciocco per la banalità di quella domanda: evidentemente doveva esserlo altrimenti Flora non gli avrebbe mai fatto un’osservazione simile.

Lo specialista era uno che tendenzialmente tendeva a preoccuparsi unicamente per sé stesso e ripensando a tutta quella situazione riteneva di avere ben altri pensieri per la mente a tenerlo occupato: doveva ancora gestire la delusione per le scelte del suo preside. Tuttavia in quel momento aveva nutrito una così intensa necessità di controllare come stava Musa che le sue elucubrazioni era come se fossero state completamente eclissate da quel desiderio di raggiungere la fata e lui non riusciva a spiegarsene il motivo.

-No…- negò dapprima Musa -Cioè…- proseguì poi. A lei veniva particolarmente difficile spiegare come si sentiva, così si voltò verso Riven mostrando finalmente il volto. Aveva un’espressione tormentata e i suoi occhi, leggermente arrossati, parlavano per lei: mostravano il lato più fragile della sua personalità, cosa che normalmente avrebbe invece preferito nascondere. Non sopportava l’idea che lui la potesse vedere così debole e questo unicamente per orgoglio però in quel preciso istante aveva sentito un qualcosa nel suo cuore che l’aveva spinta a fidarsi di lui e mostrarsi a Riven per quello che era.

Il ragazzo, vedendola in quello stato, dimenticò tutto il resto. Per la prima volta sentì le sue preoccupazioni passare definitivamente in secondo piano. In lui si accese il desiderio di fare qualcosa per lei, rincuorarla. Sentì un innato sentimento di protezione nei suoi confronti. Ripensò a Timmy e a Tecna. Ripensò a come lui si era posto con la fata e così tentò di fare altrettanto.

-Se ci fossi andato io questo non sarebbe mai accaduto- esclamò Riven con decisione ma Musa si limitò a stringersi nelle spalle. Quello che il ragazzo aveva voluto dire era che se fosse stato lui ad andare in missione a quest’ora sarebbero stati sicuramente tutti di ritorno, risparmiando così tanta angoscia a quelli che invece avevano dovuto attendere ad Alfea.

Il viso della fata rimase inconsolabile e Riven capì di aver scelto le parole sbagliate. Il suo penoso tentativo di rincuorare Musa era fallito e lei era sempre più avvilita ma lo specialista non poteva sapere che parte di quella tristezza era dedicata proprio a lui e alla sua delusione per essere stato escluso dalla missione. Lei in poco tempo aveva imparato a conoscerlo e a comprendere i suoi stati d’animo. Aveva capito quanto per lui fosse importante essere il migliore degli specialisti e lei era convinta che un giorno ci sarebbe riuscito, che avrebbe raggiunto certamente quell’obbiettivo ma riteneva anche che non fosse ancora quello il suo momento; lui avrebbe dovuto pazientare un altro po' e continuare a lottare per ciò che desiderava tanto ardentemente.

Il ragazzo ripensò nuovamente a Timmy, tanto imbranato ma almeno capace di far star meglio la sua fata. Forse non era completamente una frana come credeva.

La fata e lo specialista si guardarono per un altro istante poi Musa crollò: si gettò fra le braccia di Riven, in lacrime, spezzando il filo di pensieri del ragazzo e anche il silenzio. Si aprì in un pianto liberatorio che colse il giovane completamente alla sprovvista.

Lei aveva appena cercato un po’ di conforto fra le sue braccia; allora Riven istintivamente la strinse in un abbraccio: le posò le mani sulle spalle per farle capire che sarebbe rimasto lì con lei e che avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato che lei si sfogasse e si calmasse. Con le parole aveva compreso di essere un disastro ma aveva tutto il tempo del mondo per rimanere in silenzio al suo fianco.

-Non devi dire a nessuno che ho pianto- esclamò poi Musa fra i singhiozzi e ancora una volta lui rimase sorpreso. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, sciogliendo un abbraccio che gli era venuto completamente naturale.

Possibile che quella ragazza dovesse essere sempre così orgogliosa? Perché in quel momento di debolezza si doveva preoccupare di quello che lui avrebbe potuto dire in giro? Non poteva lasciare semplicemente che lui rimanesse lì con lei ad asciugare le sue lacrime come avrebbe fatto una qualsiasi altra ragazza?

Il problema era proprio questo: lei non era una qualsiasi. Lei era quella che gli aveva fatto dimenticare le proprie delusioni. Che gli toglieva la sensazione di essere solo una stupida ombra. Lei era quella che gli stava insegnando giorno dopo giorno a mettere da parte sé stesso per dare priorità ai sentimenti e alle emozioni altrui. Lei era speciale e Riven sapeva che se le fosse rimasto così vicino avrebbe finito per innamorarsene perché lei riusciva ad infondergli il coraggio di cui lui necessitava ma soprattutto lei riusciva a renderlo una persona migliore.

Quello che entrambi non avevano ancora compreso era che dal punto di vista caratteriale erano maledettamente simili; lei era cocciuta, orgogliosa, testarda esattamente come lo era lui. Però entrambi stavano pian piano iniziando ad aprirsi l’uno con l’altra e nel momento in cui lei si era gettata fra le braccia di lui iniziando a versare lacrime sul suo petto aveva trovato una valvola di sfogo e un po’ di conforto e lui sarebbe rimasto lì, in silenzio, a raccogliere i suoi pianti disperati.




Note dell'autrice: Buongiorno popolo di EFP! Questo capitolo è nato dopo le richieste di Daphne09 e musaeriven perciò ho deciso di dedicarlo proprio a loro (con l'ardente speranza di essere sopra le loro aspettative, ahahah).
Il dialogo fra Musa e Riven, nella versione italiana, è priva di una semplice frase che però, a mio modo di vedere, è fondamentale per la comprensione della scena. Infatti in italiano Musa non dice a Riven "non dire a nessuno che ho pianto", mentre è buttata su di lui in lacrime. Queste parole appaiono però nella versione inglese (https://www.youtube.com/watch?v=Rrfm91xe644) e ritengo che chiariscano perché lui sciolga l'abbraccio in quel modo quasi seccato! :)
Bene, detto questo ho detto tutto! :)
Nella speranza che questo capitoletto vi sia piaciuto vi saluto!
A presto, Ehris.
  
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