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Autore: freaks_lover    28/09/2014    0 recensioni
questa volta mi sono ispirata alla mia web series preferita: freaks!
questa storia parla di come una persona qualsiasi possa reagire scoprendo di avere un super potere: come cambierà la relazione con l'ambiente e con altri suoi simili? come farà ad avere una vita normale, avendo un super potere?
Spero che questa fan fiction vi piaccia. Come al solito giudicate e siate pure cattivi, perché le critiche negative aiutano a migliorare! buona lettura :)
p.s: mi sono ispirata a una fan fiction che avevo letto per caso su questo sito.. in alcune peculiarità quindi potrebbe sembrare simile! :)
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Apro gli occhi… ma dove sono?
Intorno a me carrelli medici, con bisturi e siringhe. Sono sola su un tavolo operatorio, legata come un cane. Mi sento male: ho paura, vorrei silvio accanto a me. Mi sento sola indifesa, come un anno fa, quando mio fratello morì, e mi lasciò senza niente e nessuno, dovendo affrontare tutte le difficoltà della vita.
Faccio forza sulle braccia, e finalmente riesco a slegarmi e ad uscire da quel posto. Girovago per i bui corridoi, senza una meta, non sapevo ciò che volevo cercare, volevo solo uscire da quel posto e tornare a casa. Guardo un orologio, erano le 5 del mattino. Il dolore alle gambe mi rallenta la camminata, ma raggiungo a stenti una porta, ci entro. Era un ufficio: le scartoffie invadevano tutta la scrivania, e ve ne erano molte altre nei cassetti. Tra le scartoffie noto una piccola agenda nera, era rovinata, si vedeva che il proprietario ne faceva il giusto uso. La apro. Nelle pagine alcuni appunti, e foto. Subito mi accorgo che alcune erano foto mie da piccola, e altre di mio fratello. Leggo la prima pagina del diario: “La pura ha solo pochi giorni, ancora non manifesta il suo potere, ma si sente la sua energia. Il fratello ha 2 anni e il suo potere si è già manifestato 3 volte, in modo confuso, facendo muovere gli oggetti e controllando gli agenti atmosferici.”
 
 Sento dei rumori, smetto di leggere e mi nascondo sotto il tavolo. Per fortuna non entra nessuno. Riprendo il diario e esco dalla porta controllando di avere il passaggio libero. Mentre camminavo sentivo le gambe tremare, e la paura salire. Mi nascosi in un angolo e ripensai alle parole di giulia: io sono una pura, possiedo tutti i poteri, posso quindi tele trasportarmi. Così chiudo gli occhi, mi concentro, penso a dove ero la sera prima, la discoteca, l’uscita posteriore. Mi concentro tantissimo al punto di farmi venire un dolore fortissimo alla testa. Riapro gli occhi: sono all’aperto. Mi guardo intorno: ce l’ho fatta! Sono al blackout! La discoteca è già deserta, non c’è nessuno, sola nel semibuio della mattina. Cerco di calmarmi e di alzarmi anche se le mie gambe non reggevano molto. Ero vestita come la sera prima, quella mini gonna con le gambe graffiate e sanguinanti e le mani piene di graffi.
Cerco di reggermi in piedi, e di ricordarmi la strada di casa. Cammino per quasi un’ora, fino a che non riesco a stenti a raggiungere casa mia. Citofono sperando che Silvio fossi lì, e non fosse tornato a casa sua. Nessuno risponde. Riprovo più volte a citofonare, ma improvvisamente mi sento chiamare alle mie spalle:
“Emily, Emily! Eccoti! Non ti trovavamo più! È tutta la notte che ti cerchiamo!” era viola, corse verso di me urlando.
Io non risposi la guardai dritto negli occhi, sentivo il sangue scorrermi dalle ferite. Non capivo più niente, volevo solo tornare a casa. In lontananza vidi anche Marco Silvio e Andrea con la faccia spaventata. Si avvicinarono a me, io iniziai a piangere, viola mi strinse.
 
Silvio aprì la porta e ci fece entrare, io barcollavo ma continuavo a reggermi in piedi. Appena entrata a casa mi sedetti sul divano, e Viola cercò il necessario per medicarmi.
Marco mi preparò un the, mentre Silvio mi aiutò a cambiarmi facendomi mettere dei vestiti più comodi e meno malandati. Andrea restava a guardare tutto quello che accadeva in silenzio, ogni tanto mi faceva delle domande, ma senza mai avere una risposta.
Appena mi ripresi iniziai a parlare, mentre sorseggiavo il the:
“Emily, cerca di spiegaci ciò che è successo.” Mi dice Viola continuando a medicarmi la mando ancora ricoperta di graffi
“Mi hanno presa, quei medici. Mi hanno portato in un ospedale dismesso, c’era tutto ciò che occorreva per operarmi o fare esperimenti. Era pieno di siringhe e bisturi. Mi avevano legata, alle gambe alle mani, ma sono riuscita a liberarmi….”
“Quindi questi segni viola sono i lacci con cui ti hanno legato?” mi chiese Andrea, indicando prima le caviglie e poi i polsi.
Annuì e poi aggiunsi “erano legati al lettino, anche se non saldamente. Forse mi avevano sedato, perché appena mi alzai feci fatica a camminare, e anche a muovermi.” Aggiunsi trattenendo le lacrime, mentre silvio mi accarezzava l’altra mano già disinfettata.
“Emily, cos’è quel diario che tenevi in mano?” mi chiese marco.
“Contiene notizie su di noi, su come abbiamo avuto i poteri e notizie su mio fratello…”
“Ovvero?” mi chiese Viola
“Mio fratello era un puro come me, e fu ucciso non da un overdose, ma da una sostanza che nell’autopsia è risultata come sostanza stupefacente. Forse era un veleno particolare. Mio fratello non si drogava, mio fratello era un puro come me, e io non l’ho mai capito. Pensavo che fosse strano per questo, ma invece…”
“Emily, tu non hai nessuna colpa” mi interruppe viola “questo è successo perché doveva succedere. Adesso è tutto finito, non succederà più niente. L’importante è che non ci vengano a cercare più, ma credo proprio che per un po’ avremo la meglio.”
“Ragazzi, che ne dite di partire, andiamo via, per un po’. Dobbiamo cambiare aria.” Disse Silvio pieno di entusiasmo.
“Silvio, tu pensi solo a divertirti. Non hai altro per la testa?” rispose marco un po’ scocciato.
“Penso che silvio abbia ragione,” disse viola “dobbiamo fare qualcosa insieme, e poi abbiamo bisogno di cambiare aria, anche per ridurre la possibilità che ci trovino.”
Io annuisco, mezza addormentata, ma contenta della decisione appena presa.
 
Improvvisamente suona il campanello: era Giulia, era anche lei preoccupata della mia sparizione. Si sedette vicino a me e mi abbracciò. Restammo insieme tutta la giornata a decidere la meta del nostro viaggio, finalmente la trovammo: la Puglia, il sole e il mare sarebbero state le uniche cose che avremmo visto per quel mese, nient’altro solo quello…..
 
 
Angolo dell’autrice:
heilà! Dopo molto tempo (tipo tantissimo) mi metto di nuovo a scrivere e a sfogare tutta la mia creatività. Spero vi sia piaciuto, se volete potete darmi un parere, lasciando un commento/recensione. Grazie di averlo letto, e ci vediamo al prossimo capitolo! Ciauuu :)
  
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